Bambino africano

La fame è l'attuale condizione quotidiana di buona parte della popolazione dell'Africa e costituisce il problema fondamentale di questo continente. L'Africa è da sempre classificata facente parte del cosiddetto "Terzo Mondo" (o PVS, Paesi in Via di Sviluppo). La definizione di Terzo Mondo è stata coniata dall'economista francese Sauvy, che affermava che esso era l'insieme delle nazioni caratterizzate non solo dalla comunanza di alcuni elementi negativi, quali la malnutrizione, l'analfabetismo, la sovrappopolazione e il basso livello di redditi, ma soprattutto dal fatto di essere economicamente meno sviluppate, e quindi dipendenti dall'estero dal punto di vista finanziario. Successivamente si identificò anche un Quarto Mondo, per indicare i paesi più poveri fra tutti quelli appartenenti al Terzo Mondo.

Secondo i calcoli della FAO (organizzazione delle Nazioni Unite per l'agricoltura e l'alimentazione), circa 1/5 della popolazione intera mondiale ha un'alimentazione insufficiente ed è in uno stato di estrema povertà. Il continente Nero ne ha la più alta concentrazione, pari a più della metà della popolazione stessa. Ma anche per l' acqua la situazione nel Terzo Mondo è molto grave: ricerche recenti hanno dimostrato che in Africa il 70% della popolazione rurale non ha a disposizione acqua potabile nelle vicinanze. Ciò rende molto precarie le loro condizioni igienico-sanitarie e comporta gravi rischi per la loro salute, spesso riscontrabili nei bambini. Infatti questi non avendo un' alimentazione adeguata vengono colpiti da malattie di carenza come il gravissimo kwashiorkor, oppure il marasma infantile, delle quali sono note le terribili manifestazioni cliniche: ventre gonfio, magrezza, avvizzimento della pelle e apatia. Le malattie più diffuse in questo continente, oltre a quelle già citate, sono quelle derivate dagli insetti, che si riproducono nell'acqua come le zanzare, che trasmettono malaria (questa malattia colpisce nella sola Africa circa 160 milioni di persone e nel mondo ci sono ben 800 milioni di infezioni in un anno), filariosi e febbre gialla, quelle derivate dalla diffusione di acqua sporca, utilizzata per l'igiene personale, come il tracoma, la scabbia, la lebbra, la congiuntivite (questa malattia sarebbe curabile assai facilmente se vi fossero le possibilità economiche), la febbre tifoide, il colera e la dissenteria.

Spesso il problema della fame è associato a svariate tesi, tutte comunque mirate ad assolvere i Paesi occidentali, che poi si sono rivelate essere dei luoghi comuni. Infatti è opinione diffusa che il clima caldo dovuto alla posizione geografica dei Paesi africani sia fattore principale del sottosviluppo di questi. Certo non si può negare che il clima sia un elemento aggravante della situazione, ma un esame attento fa rivelare che questa affermazione non abbia un valore assoluto, bensì vi sono zone tropicali nel sud degli Stati Uniti e nel nord dell'Australia che non possono essere considerate sottosviluppate; d'altro canto zone temperate come l'Argentina soffrono le stesse infelici condizioni economiche dei paesi tropicali africani. Generalmente si pensa anche che particolari caratteristiche, come aspri rilievi, limitate pianure e zone desertiche che rendono difficili le comunicazioni e i trasporti, siano fattori che incidono in maniera determinante sulle potenzialità di sviluppo di un paese. Ma se questo è vero per svariati paesi africani, come ad esempio il Malawi o l'Etiopia per i rilievi, o per i paesi dell'Africa del Sahel per l'avanzare il deserto, non è altrettanto vero per altri stati che godono di un alto tenore di vita, come la Svizzera, il Giappone o la nostra Italia. Oppure, poiché la maggior parte di questi Stati ha un'economia prevalentemente basata sull'agricoltura e considerato il fatto che l'assenza di industrie è associata al sottosviluppo e alla fame, è facile supporre che l'economia di questi paesi sia singhiozzante; tuttavia la presenza di industrie sul territorio non coincide per forza con un miglioramento della qualità della vita.
Le cause, in realtà, sono altre:

cause storiche                                                                                 

cause politiche                                                                            cause economiche                                                                                  cause  sociali                                                                                           

Dati

La speranza di vita media in Uganda e in Niger è la più bassa del mondo: 40 anni di media per l'uomo e 41 per la donna, in grandissimo contrasto con la media del nostro stato, l'Italia, che, con 83 anni per la donna e 77 per l'uomo, ha una delle medie più elevate, assieme a Francia, Giappone e Nuova Zelanda. Il tasso di mortalità infantile nel Sierra Leone è sopra il 25%, ovvero un bambino su quattro muore nei primi dodici mesi di vita, ma al contempo i dati statistici ci rivelano che ogni donna, in Africa, ha in media 5 figli da sfamare. Ma naturalmente quest'ultimo dato non indica certo una situazione di benessere generalizzato, anzi: le calorie al giorno per abitante in Ciad sono 1641, nella Repubblica Centrafricana, in Somalia e in Angola il dato non supera le 1800 calorie giornaliere pro-capite, mentre, sempre paragonando questi numeri con quelli del nostro paese, veniamo a scoprire che ogni italiano ha a disposizione ogni giorno qualcosa come 3500 calorie.



Piantagioni di the in Uganda                            

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