La Repubblica Centrafricana o
Centrafrica (Ködörösêse tî
Bêafrîka) è uno Stato dell'Africa Centrale. In passato fu una colonia francese
con il nome di Ubangi-Shari, prese il suo nome attuale all'atto
dell'indipendenza, nel 1960. La capitale è Bangui. La repubblica confina a nord
con il Ciad, ad est con il Sudan, a sud con la
Repubblica Democratica del Congo
e la Repubblica del Congo ed ad ovest con il
Camerun.
TERRITORIO
La Repubblica Centrafricana è occupata perlopiù da altipiani che, con
un’elevazione compresa tra 600 e 800 m, fungono da spartiacque tra il bacino del
fiume Congo e quello del lago Ciad. Nella sezione nordorientale del paese si
innalzano i massicci dei monti Bongo (1.400 m circa) e Gaouraa. Le acque del
paese confluiscono a nord nel sistema fluviale del Chari (tramite alcuni suoi
affluenti) e, a sud, nell’Ubangi che, dopo aver segnato gran parte del confine
con la Repubblica democratica del Congo, confluisce nel fiume Congo. La
vegetazione è costituita soprattutto da savana, che a nord lascia il posto a una
prateria priva di alberi e a sud-ovest a una fitta foresta pluviale.
CLIMA
Il clima è tropicale, caldo e umido, con una temperatura media di circa 26 °C.
All’inizio della stagione delle piogge (da maggio a novembre) si verificano
spesso tornado e inondazioni; la media annua delle precipitazioni varia dai
1.800 mm della valle dell’Ubangi ai 760 mm delle zone semiaride orientali e
nordorientali. Verso nord, tra Febbraio e Maggio, la colonnina di mercurio può
raggiungere anche i 40° C con un'umidità insopportabile.
PROBLEMI E TUTELA DELL'AMBIENTE
Parco naturale di Manovo-Gounda Sanit-Floris |
POPOLAZIONE
La popolazione della Repubblica Centrafricana è di
4.434.873 abitanti (2008), concentrati principalmente nelle regioni occidentali;
la densità media della popolazione è di 7,1 abitanti per km². I gruppi etnici
principali sono i banda (29%), i baja (25%), gli ngbandi (11%), gli asande (10%)
e i sara (7%). Il 56% della popolazione (2005) vive in piccoli villaggi dove
pratica un’agricoltura di sussistenza; negli ultimi anni il tasso di
urbanizzazione ha superato il 40%. La speranza di vita è di 44 anni (2008).
LINGUA E RELIGIONI
La lingua ufficiale è il francese, ma nel paese sono
parlati molti idiomi africani, tra i quali il sango, usato come lingua franca in
quasi tutto lo stato. Il 57% della popolazione professa culti tradizionali
animisti, mentre i musulmani sono l’8%; il rimanente è di religione cristiana
(diviso in un 20% di cattolici e un 15% di protestanti).
Lezione di scuola nella Repubblica Centrafricana. |
PROFILO ECONOMICO
Partner economici: Benelux, Costa d'Avorio, Spagna, Egitto, Francia, Camerun, Germania, Giappone, Kazakistan, USA
Con un
prodotto interno lordo di 1.494 milioni di dollari USA (2006),
corrispondenti a un PIL pro capite di 350,20 dollari USA, l’economia
centrafricana è una delle meno sviluppate del continente. Lo sfruttamento delle
risorse minerarie e forestali è fortemente ostacolato dalle precarie condizioni
della rete dei trasporti e dalla grande distanza dal più vicino accesso al mare.
La produzione agricola è equamente divisa tra colture commerciali d’esportazione
e colture di sussistenza. Le più importanti fonti di reddito sono diamanti,
caffè, tabacco, cotone e legname, destinati al mercato dell’esportazione.
La Repubblica Centrafricana è sostanzialmente dipendente dagli
aiuti internazionali. L’economia risente anche dell’estrema instabilità
politica del paese – da anni sconvolto da rivolte, scontri etnici e politici,
colpi di stato – e della fragilità delle imprese che operano sul territorio.
Nel
2002 una buona parte della produzione di cotone (che figura tra le principali
voci delle esportazioni) è andata persa a causa del fallimento di una delle più
importanti imprese del settore. Negli ultimi anni numerose rivolte sono
scoppiate per i ritardi accumulati dalle imprese private e dallo stato nei
pagamenti degli stipendi. Particolarmente critica è la situazione degli
impiegati pubblici, molti dei quali non percepiscono il salario da più di due
anni.
Tipica capanna dell'ubangi
Dal settore agricolo dipendono circa i due terzi della popolazione
centrafricana, ma solo il 3,2% (2003) della superficie complessiva del paese è
adibito a coltivazioni. Per il fabbisogno interno si producono, in piccoli
appezzamenti, manioca (10% del territorio coltivato), igname, arachidi, mais,
patate dolci, miglio e sorgo.
Tra i prodotti agricoli destinati all’esportazione, fino a pochi anni fa il
caffè forniva i maggiori introiti: coltivato fino agli anni Sessanta del
Novecento in piantagioni di proprietà europea, è ora prodotto in piccole
fattorie locali. Anche le esportazioni di cotone e di tabacco – la cui
coltivazione, insieme a quella di riso e sesamo, viene incentivata dal governo –
hanno subito un forte calo. Le numerose foreste (36,5% del territorio nel 2005)
forniscono legname pregiato come mogano ed ebano, ma il loro sfruttamento,
benché in progressiva crescita, è ancora al di sotto delle effettive
possibilità. Nel 2006 il settore primario contribuiva per il 55,8% alla
formazione del PIL, impiegando l’80% della popolazione attiva.
L’attività manifatturiera è assai limitata e si basa
soprattutto sulla produzione di olio di semi (di cotone, sesamo e arachidi), di
tessuti, articoli in pelle, sigarette, farina, mattoni e vernici. Il comparto
industriale fornisce il 15,5% del PIL, e impiega il 4% della forza lavoro. La
più importante risorsa mineraria è rappresentata dai diamanti, ma sono presenti
anche giacimenti di uranio, ferro, oro, calce, zinco, rame e stagno. I minerali
costituiscono il 36,1% (2003) delle esportazioni del paese. L’energia elettrica
è fornita prevalentemente (80,2%) da centrali idroelettriche; il rimanente da
centrali termiche.
Nel 2003 il valore totale delle esportazioni fu di 65,7
milioni di $ USA, a fronte di importazioni per 99,6 milioni di $ USA. I
principali partner commerciali sono la Francia (di gran lunga il più importante)
e alcune nazioni confinanti o relativamente vicine, come Camerun, Repubblica del
Congo, Gabon, con le quali il paese ha sottoscritto l’Unione doganale ed
economica dell’Africa centrale (UDEAC). La Repubblica Centrafricana appartiene
alla Zona del franco e l’unità monetaria è il franco CFA, emesso dalla banca
centrale degli stati membri della CFA (Comunità finanziaria africana), con sede
a Yaoundé (Camerun).
Il paese è privo di ferrovie, mentre la rete stradale si
estende per 23.810 km, di cui solo il 3% (1998) è asfaltato. I sistemi fluviali
del Chari e del Logone, che attraversano la parte occidentale dello stato, sono
importanti arterie di comunicazione, così come il fiume Ubangi, tramite il quale
le merci di esportazione giungono al fiume Congo e raggiungono Brazzaville
(Repubblica del Congo), per arrivare, mediante ferrovia, al porto di Pointe
Noire. Bangui è sede di un aeroporto internazionale e del più importante porto
fluviale del paese.
STORIA
La regione occupata dalla Repubblica Centrafricana è stata abitata fin da
tempi antichissimi: vari ritrovamenti testimoniano l'esistenza di antiche
civiltà anteriori alla nascita dell'Impero
Egizio. Nella zona, si sono sovrapposti, nei secoli, vari regni e imperi,
incluso l'Impero
di Kanem-Bornu, il
Regno di Ouaddai, il
Regno di Baguirmi, e gruppi
stanziatisi nella regione attorno al
Lago Ciad e lungo l'Alto
Nilo. Più tardi, vari
sultanati rivendicarono la regione dell'attuale Repubblica Centrafricana,
utilizzando l'intera regione del
Oubangui come una grande riserva di
schiavi, dalla quale il gli schiavi erano trasportati e venduti nel
Nord Africa
attraverso il
Sahara, soprattutto al mercato del
Cairo. La
migrazione di popolazioni nel diciottesimo e diciannovesimo secolo, portò
nuove etnie nell'area, inclusi gli Zande,
Banda, e
Baya-Mandjia.
L'emergenza di cibo e acqua in Repubblica Centrafricana |
Barthélemy Boganda, prete cattolico |
La vittoria del partito di Patassé, il Movimento per la Liberazione del Popolo
Centrafricano (Mouvement pour la Libération du Peuple Centrafricain -
MLPC), non gli portò, tuttavia, la maggioranza assoluta e Patassé dovette
cercare una coalizione per dar vita al governo. Patassé iniziò ben presto
un'intensa opera di epurazione negli apparati statali centrafricani. Degradò ed
espulse Kolingba dall'esercito, incriminò buona parte dei vecchi ministri,
licenziò parecchi funzionari ministeriali di etnia
Yakoma (fedele a Kolingba) e ancor più funzionari statali che ricoprivano
incarichi importanti e lucrosi. Epurazioni colpirono pure la Guardia
Presidenziale dove 200 militari vennero rispediti a casa o passati nelle file
dell'esercito. Il partito di Kolingba, denunciò, per questo, la politica di
Patassé come razzista nei confronti degli Yakoma.
La nuova Costituzione approvata il 28 dicembre
1994 e promulgata
il 14 gennaio 1995,
non servì a garantire le libertà politiche e civili. Tra il
e il
1997, tre diverse
rivolte popolari portarono alla luce la crescente diffidenza nei confronti del
governo di Patassé, durante le quali il paese visse momenti di violenza e forti
tensioni interetniche. Il 25 gennaio
1997, gli accordi
di pace firmati a Bangui, portarono al dispiegamento di una forza di interposizione composta
da forze militari di paesi africani, denominata Missione Interafricana di
Sorveglianza degli Accordi di Bangui (Mission Interafricaine de Surveillance
des Accords de Bangui - MISAB). Mediatore di tutta l'operazione fu l'ex
Presidente del vicino Mali, Amadou Touré, che permise l'ingresso di ex-rivoltosi
dentro il governo. La missione MISAB venne poi rilevata da una missione di pace
ONU denominata Missione ONU nella RCA (Mission des Nations Unies en en
Republique Centrafricaine -
MINURCA).
Le elezioni parlamentari del
1998, videro una
forte espansione del partito dell'ex presidente Kolingba (RDC) che vinse 20 dei
109 seggi. Tuttavia, nel
1999, nonostante il
forte malcontento delle popolazioni urbane avverse alla conduzione clientelare e
corrotta del suo precedente governo, Patassé vinse ancora una volta le
presidenziali, diventando presidente per un secondo mandato. Un infruttuoso
colpo di stato venne tentato il 28 maggio 2001, quando ribelli occuparono le
principali strutture strategiche della capitale. Il capo di stato maggiore Abel Abrou ed il Generale N'Djadder Bedaya furono assassinati, ma Patassé ebbe
partita vinta sulle truppe ribelli, grazie all'aiuto di truppe guidate dal
congolese Jean-Pierre Bemba e provenienti dalla vicina
Repubblica Democratica del Congo e di truppe libiche.
Il generale François Bozizé |
La crisi del Darfur (in Sudan) sta facendo arrivare molte persone dai paesi confinanti e attualmente il paese è in una fase di grande instabilità.