La colonizzazione: da antiche civiltà a colonie

Molti dei paesi africani che oggi chiamiamo "sottosviluppati" sono stati delle colonie europee. Sembra quindi esistere un legame tra il sottosviluppo attuale dei paesi del Terzo Mondo e il fatto che essi siano stati assoggettati in passato alla colonizzazione europea.
La civiltà dell' Europa Occidentale si è affermata solo dopo il XVIII secolo e il suo sviluppo economico è stato favorito anche dallo sfruttamento sistematico delle risorse di quei paesi che gli europei erano riusciti a conquistare e dominare grazie alla loro superiorità militare. La conquista di vari territori era stata facilitata soprattutto dalla debolezza politica degli stati d' Africa: in molti casi coloro che in quei paesi detenevano il potere non avevano nessun seguito presso la maggioranza della popolazione, che assisteva indifferente alle cruente lotte di palazzo tra le diverse fazioni. Gli europei allora, appoggiando l' uno o l' altro dei contendenti riuscirono facilmente ad indebolire il già precario potere centrale e a far vincere la fazione a loro più favorevole. La fedeltà al nuovo conquistatore era poi assicurata attraverso la donazione di grandi proprietà terriere. In questo modo veniva introdotto il diritto alla proprietà privata della terra in società dove non era mai esistito il sistema della privatizzazione, modificando così le strutture socio-economiche tradizionali, a scapito della comunità locale. L' alleanza di una parte della popolazione locale con i colonizzatori spiega la facilità con la quale venivano assoggettati grandi e potenti imperi ed anche la ragione per cui molte colonie rimasero per moltissimo tempo sotto il dominio degli europei senza creare alcun tipo di movimento di liberazione.


Contadini africani al lavoro nelle piantagioni di cotone, imposte dal governo della madre patria.

In seguito alla brusca imposizione della proprietà privata della terra scomparvero l' uso comunitario delle risorse agricole e le forme tradizionali di comunità contadine che caratterizzavano la maggior parte delle società precoloniali in Africa. In contrapposizione a questo sistema comunitario si crearono grandi proprietà private e piantagioni, e i contadini, non più protetti dalle comunità tradizionali, furono costretti a lavorare alle dipendenze di potenti proprietari. Nelle piantagioni, grandi imprese agricole di vaste dimensioni e generalmente installate sui terreni migliori, si coltiva principalmente caffè, cacao, canna da zucchero e tabacco (tutti prodotti destinati alla madre patria che, a sua volta li rivendeva sui mercati europei). L' economia di piantagione permetteva non solo alla madre patria, ma anche ai nuovi proprietari ad essa collegati, di conseguire il massimo dei profitti nel più breve termine e con il minimo degli investimenti. In una certa zona, a seconda della domanda e dell' andamento dei prezzi sui mercati europei, veniva coltivato un determinato prodotto e tale produzione finiva nel momento in cui non risultava più sufficientemente redditizia. Tale instabilità nella produzione agricola si ripercuoteva  pesantemente sulla situazione delle popolazioni che, da un giorno all' altro, rimanevano senza lavoro e ricadevano nella miseria. Altrettanto gravi erano anche i danni alla fertilità dei terreni perché, una volta sfruttati, venivano abbandonati e lasciati incolti per altri più produttivi.


Tre giovani schiavi africani.

Il sistema agricolo basato sulle piantagioni necessitava, in genere, di una vasta manodopera che era recuperata tra la grande massa di contadini rimasti senza terra. Là dove i lavoratori indigeni non erano sufficienti, come in America, nascevano vaste organizzazioni di tratta degli schiavi dall' Africa. Per tre secoli le popolazioni africane subirono l' oltraggio di questa crudele ed immane coercizione che le privò di milioni di individui scelti tra i più giovani e robusti, provocando un impressionante spopolamento e una generale condizione di insicurezza in tutto il continente.

Se il saccheggio sistematico delle colonie ha provocato brutali ripercussioni sulla vita delle popolazioni conquistate, in Europa invece l' accumulazione delle ricchezze strappate ai paesi conquistati ha grandemente contribuito alla formazione del fenomeno storico conosciuto con il nome di "Rivoluzione Industriale". Dalla seconda metà del XIX secolo gli europei iniziavano una nuova e più sistematica espansione coloniale, convinti che il sol modo per sviluppare e consolidare le loro economie industriali fosse quello di incorporare altri territori per allargare il mercato delle loro industrie ed assicurarsi un approvvigionamento sicuro di materia prima e manodopera da sfruttare. quest' ultima fase dell' espansione coloniale, generalmente chiamata colonialismo, è ispirata alla politica imperialista delle potenze europee. Dopo aver assoggettato l' Africa, le potenze europee avviarono un processo di più diretta ingerenza e compenetrazione nelle colonie, inglobandole nel loro sistema economico e politico. La dipendenza politica era mantenuta attraverso l' imposizione di amministratori europei che governavano le colonie in funzione degli interessi delle rispettive madre patrie. Il colonialismo aveva come obbiettivo quello di imporre alle colonie l' obbligo di non produrre ciò che la madre patria poteva fornire loro, acquistare manufatti che la madre patria produceva nelle sue industrie, e produrre solo materie prime da vendere a basso prezzo.
Se nelle colonie esistevano forme di artigianato locale, o una sia pur primitiva struttura industriale, questa veniva sistematicamente smantellata per evitare la concorrenza all' industria della madre patria, costringendo la popolazione locale all' acquisto di prodotti importati. Ma, per poter disporre dei soldi necessari all' acquisto di tali prodotti, etra necessario che gli abitanti delle colonie avessero un lavoro salariato, abbandonando le tradizionali forme di commercio basate sul baratto.
L' abbandono dell' artigianato segnò un massiccio ritorno all' agricoltura, facilitato anche dalle autorità coloniali locali che premevano per aumentare le produzioni agricole tropicali destinate alla madre patria.
Il forte aumento della produzione dei prodotti destinati alle esportazioni, dovute alle espansioni del capitalismo e del commercio europeo, aveva trasformato il volto dei continenti sottomessi, così come i rapporti di dipendenza dalla dominazione coloniale avevano deformato profondamente la struttura economica, politica e sociale delle singole colonie, aprendo la strada ad una forma di neocolonialismo, caratterizzata da un migliore e più approfondito sfruttamento economico delle loro risorse naturali ed umane.

Problemi