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Geografia.    Situato nel tratto di oceano posto tra le coste orientali dell’Asia, al largo delle coste della Cina, della Russia e della Corea, e il nord est del Pacifico, tra i 27°29’ di latitudine sud e i 45°32’ di latitudine nord e tra i 128°6’ di longitudine ovest e i 146° di longitudine est, il Giappone risulta composto da quattro isole principali (Hokkaido, Honshu, Kyushu e Shikoku) e da circa un migliaio di isole minori, che si estendono per oltre 3000 km dall’isola russa di Sakhalin al Mar Cinese Orientale (Isola di Okinawa).
Risultando determinato dai corrugamenti alpino himalayani che si elevano sul bordo della fossa del Pacifico, il territorio del Giappone risulta essere per circa tre quarti montuoso: peraltro, solamente nel settore centrale dell’isola di Honshu, in corrispondenza del massiccio delle cosiddette Alpi Giapponesi, si trovano cime di altezza superiore ai 3000 m. Nei pressi di Tokyo si trova il monte Fuji, che con i suoi 3.778 m è la cima più elevata del paese.
Il Giappone si pone esattamente al centro del punto di intersezione di quattro zolle litosferiche (Eurasiatica, Nord Americana, del Pacifico e delle Filippine) che si muovono secondo direzioni opposte: per tale motivo risulta molto intensa l’attività sismica; la relativa instabilità della crosta terrestre ai margini delle zolle ha quindi favorito lo sviluppo di fasce vulcaniche, ed oltre 60 vulcani risultano ancora attivi lungo tutto l’arcipelago.
Dato che la larghezza delle isole che compongono il Giappone non risulta essere mai superiore ai 400 km, i fiumi hanno un corso decisamente limitato: nell’isola di Honshu e di Hokkaido si trovano i più lunghi (rispettivamente lo Shinano, 369 km, il Tone, 322 km e l'Ishitari, 341 km).

Popolazione.    La popolazione del paese del Sol Levante risulta essere particolarmente omogenea, dato che il gruppo etnico giapponese appare assolutamente dominante (oltre il 99%): appare tuttavia difficile risalire al ceppo originario, nonostante la presenza nell’isola di Hokkaido del gruppo etnico degli Ainu, considerati comunemente diretti discendenti dei primi abitanti del Giappone.
All'ultimo censimento effettuato nel 2000 la popolazione risulta essere di 126.925.843, con un coefficiente di accrescimento medio annuo dello 0,2%. Il 78,8% vive in città, e di questi il 12% nell'area urbana di Tokyo.

Clima.   L'ampiezza dell'arcipelago giapponese comporta differenze climatiche di notevole rilevanza tra le diverse regioni che lo compongono: tuttavia in gran parte il clima è di tipo mediterraneo-temperato, particolarmente sensibile tuttavia al regime dei monsoni.
La stagione migliore è senza dubbio la primavera (aprile e maggio), con un clima temperato e una temperatura mite (intorno ai 25° nella zona di Tokyo); ma ottimo è anche l’autunno (ottobre e novembre), che presenta una temperatura media di 15-20° e una piovosità molto limitata.
Nel mese di giugno inizia la stagione delle piogge, con frequenti tifoni in particolare nella parte più meridionale del paese; da metà luglio invece scoppia l’estate, con temperature che toccano di regola i 37-38° e livelli di umidità elevatissimi. L'inverno più rigido si presenta a partire da dicembre in particolare nella zona di Hokkaido e nell'Honshu settentrionale. Nell'Honshu centro meridionale la temperatura media si attesta sui 5°, mentre nelle isole di Kyushu e Okinawa rimane caldo e secco.

Costituzione.    In base alla costituzione promulgata il 3 novembre 1946 il Giappone è una monarchia costituzionale, in cui l'Imperatore, avendo rinunciato allo status divino, ricopre funzioni sostanzialmente rappresentative. Organo supremo dello Stato è la Dieta o Kokkai, titolare del potere legislativo, composta da due Camere elette e suffragio universale diretto: la Camera dei Consiglieri o Sangi-in, composta da 252 membri eletti per 6 anni e rinnovabili per metà ogni 3 anni, e la Camera dei Deputati o Shugi-in, composta da 480 membri eletti per 4 anni. La Dieta esercita anche il controllo politico sul Governo, presieduto da un Primo Ministro di nomina formale dell’Imperatore.

Il Giappone nell'ottocento.    L'inizio dell'era Meiji fu contrassegnato da due avvenimenti importanti:il trasferimento dell'imperatore nell'antica capitale shogunale di Yedo ribattezzata in quell'occasione Tokyo ("capitale dell'Est", per distinguerla da Kyoto, l'antica capitale imperiale); l'emanazione di un rescritto imperiale (6 aprile 1868) che preannunciava l'abolizione del feudalesimo, la modernizzazione economica e amministrativa del paese, che portò all'Apertura ai mercati coloniali ottocenteschi e la creazione di assemblee consultive destinate a rappresentare la pubblica opinione. Nella realtà, la modernizzazione economica del Giappone, incredibilmente rapida, provocò il sacrificio inevitabile delle istituzioni liberali preannunciate con questo rescritto. Fu un gruppo relativamente ristretto di uomini energici - giovani samurai, nobili della corte di Kyoto, ex funzionari shogunali - già esperti nell'esercizio del potere e penetrati del sentimento della grandezza nazionale, a prendere in mano i destini del Giappone dopo il 1868, esercitando sullo svolgersi degli eventi un'influenza certamente molto maggiore di quella dello stesso imperatore Mutsuhito (Meiji). Tra il 1869 e il 1878 i riformatori Kido, Okubo, Goto e Iwakura abolirono due istituzioni caratteristiche del Giappone feudale: il governo provinciale dei daimyo e la suddivisione della società in classi rigidamente distinte. Le prime vittime di questi provvedimenti furono i samurai, privati dei loro, sia pur ridotti, mezzi di sostentamento. Nel febbraio 1877 il malcontento dei samurai scoppiò nella rivolta di Satsuma, guidata da Saigo Takamori, un riformatore "pentito". Occorsero otto mesi di lotta per domare la rivolta, ma alla fine la vittoria del nuovo esercito nazionale reclutato per mezzo della coscrizione ebbe un enorme effetto in tutto il Giappone fornendo la prova della totale supremazia del governo centrale. In politica interna il Giappone parve seguire l'esempio dell'occidente dandosi una costituzione (11 febbraio 1889) ed eleggendo l'anno seguente una dieta; ma l'adozione di un sistema parlamentare fu lungi dal produrre istituzioni veramente liberali e lo Stato giapponese restò una monarchia assoluta, appoggiata a un'alta burocrazia i cui quadri erano per lo più costituiti da ex samurai acquisiti ai programmi di riforma. La modernizzazione economica fu invece straordinariamente rapida; in dieci anni (1870-1880) le associazioni di mercanti e banchieri note con il nome di zaibatsu realizzarono la concentrazione del capitale, procedettero all'elettrificazione dell'arcipelago e lo dotarono di una rete ferroviaria, mentre venivano edificate le grandi industrie metallurgiche, tessili e minerarie. Occorre aggiungere che scopo principale della creazione di queste industrie era quello di fornire al più presto all'esercito e alla marina giapponesi i mezzi per resistere a qualsiasi aggressore anche occidentale; i beni di consumo correnti continuarono invece a essere prodotti con i sistemi artigianali tradizionali.