Geografia. Situato nel tratto di oceano posto tra le
coste orientali dell’Asia, al largo delle coste della Cina, della Russia e della
Corea, e il nord est del Pacifico, tra i 27°29’ di latitudine sud e i 45°32’ di
latitudine nord e tra i 128°6’ di longitudine ovest e i 146° di longitudine est,
il Giappone risulta composto da quattro isole principali (Hokkaido, Honshu,
Kyushu e Shikoku) e da circa un migliaio di isole minori, che si estendono per
oltre 3000 km dall’isola russa di Sakhalin al Mar Cinese Orientale (Isola di
Okinawa).
Risultando determinato dai corrugamenti alpino himalayani che si elevano sul
bordo della fossa del Pacifico, il territorio del Giappone risulta essere per
circa tre quarti montuoso: peraltro, solamente nel settore centrale dell’isola
di Honshu, in corrispondenza del massiccio delle cosiddette Alpi Giapponesi, si
trovano cime di altezza superiore ai 3000 m. Nei pressi di Tokyo si trova il
monte Fuji, che con i suoi 3.778 m è la cima più elevata del paese.
Il Giappone si pone esattamente al centro del punto di intersezione di quattro
zolle litosferiche (Eurasiatica, Nord Americana, del Pacifico e delle Filippine)
che si muovono secondo direzioni opposte: per tale motivo risulta molto intensa
l’attività sismica; la relativa instabilità della crosta terrestre ai margini
delle zolle ha quindi favorito lo sviluppo di fasce vulcaniche, ed oltre 60
vulcani risultano ancora attivi lungo tutto l’arcipelago.
Dato che la larghezza delle isole che compongono il Giappone non risulta essere
mai superiore ai 400 km, i fiumi hanno un corso decisamente limitato: nell’isola
di Honshu e di Hokkaido si trovano i più lunghi (rispettivamente lo Shinano, 369
km, il Tone, 322 km e l'Ishitari, 341 km).
Costituzione. In base alla costituzione promulgata il 3 novembre 1946 il Giappone è una monarchia costituzionale, in cui l'Imperatore, avendo rinunciato allo status divino, ricopre funzioni sostanzialmente rappresentative. Organo supremo dello Stato è la Dieta o Kokkai, titolare del potere legislativo, composta da due Camere elette e suffragio universale diretto: la Camera dei Consiglieri o Sangi-in, composta da 252 membri eletti per 6 anni e rinnovabili per metà ogni 3 anni, e la Camera dei Deputati o Shugi-in, composta da 480 membri eletti per 4 anni. La Dieta esercita anche il controllo politico sul Governo, presieduto da un Primo Ministro di nomina formale dell’Imperatore.
Il Giappone nell'ottocento. L'inizio dell'era Meiji fu contrassegnato da due avvenimenti importanti:il trasferimento dell'imperatore nell'antica capitale shogunale di Yedo ribattezzata in quell'occasione Tokyo ("capitale dell'Est", per distinguerla da Kyoto, l'antica capitale imperiale); l'emanazione di un rescritto imperiale (6 aprile 1868) che preannunciava l'abolizione del feudalesimo, la modernizzazione economica e amministrativa del paese, che portò all'Apertura ai mercati coloniali ottocenteschi e la creazione di assemblee consultive destinate a rappresentare la pubblica opinione. Nella realtà, la modernizzazione economica del Giappone, incredibilmente rapida, provocò il sacrificio inevitabile delle istituzioni liberali preannunciate con questo rescritto. Fu un gruppo relativamente ristretto di uomini energici - giovani samurai, nobili della corte di Kyoto, ex funzionari shogunali - già esperti nell'esercizio del potere e penetrati del sentimento della grandezza nazionale, a prendere in mano i destini del Giappone dopo il 1868, esercitando sullo svolgersi degli eventi un'influenza certamente molto maggiore di quella dello stesso imperatore Mutsuhito (Meiji). Tra il 1869 e il 1878 i riformatori Kido, Okubo, Goto e Iwakura abolirono due istituzioni caratteristiche del Giappone feudale: il governo provinciale dei daimyo e la suddivisione della società in classi rigidamente distinte. Le prime vittime di questi provvedimenti furono i samurai, privati dei loro, sia pur ridotti, mezzi di sostentamento. Nel febbraio 1877 il malcontento dei samurai scoppiò nella rivolta di Satsuma, guidata da Saigo Takamori, un riformatore "pentito". Occorsero otto mesi di lotta per domare la rivolta, ma alla fine la vittoria del nuovo esercito nazionale reclutato per mezzo della coscrizione ebbe un enorme effetto in tutto il Giappone fornendo la prova della totale supremazia del governo centrale. In politica interna il Giappone parve seguire l'esempio dell'occidente dandosi una costituzione (11 febbraio 1889) ed eleggendo l'anno seguente una dieta; ma l'adozione di un sistema parlamentare fu lungi dal produrre istituzioni veramente liberali e lo Stato giapponese restò una monarchia assoluta, appoggiata a un'alta burocrazia i cui quadri erano per lo più costituiti da ex samurai acquisiti ai programmi di riforma. La modernizzazione economica fu invece straordinariamente rapida; in dieci anni (1870-1880) le associazioni di mercanti e banchieri note con il nome di zaibatsu realizzarono la concentrazione del capitale, procedettero all'elettrificazione dell'arcipelago e lo dotarono di una rete ferroviaria, mentre venivano edificate le grandi industrie metallurgiche, tessili e minerarie. Occorre aggiungere che scopo principale della creazione di queste industrie era quello di fornire al più presto all'esercito e alla marina giapponesi i mezzi per resistere a qualsiasi aggressore anche occidentale; i beni di consumo correnti continuarono invece a essere prodotti con i sistemi artigianali tradizionali.