Tutte le sere, nel cielo notturno le stelle iniziano a brillare e comincia uno spettacolo che da millenni mette in scena storie di eroi dotati di poteri eccezionali, mostri da fantascienza, fanciulle più divine che umane, impegnati in un repertorio di amori e avventure ai confini della realtà.

Uno spettacolo che si replica senza interruzione da parecchie migliaia di anni. Un po' per abitudine, e un po' perché il cielo lo guardiamo sempre meno lentamente ci siamo dimenticati non solo degli effetti speciali, ma persino degli attori che tutte le notti raccontano storie più avvincenti di qualsiasi favola. I nostri antenati le hanno inventate per ricordarsi le fatiche di Ercole, il pianto di Andromeda, le imprese di Perseo e gli amori di Giove. Così facendo, crearono le costellazioni e un'immensa raccolta di storie, una più bella dell'altra.

Nella realtà astronomica le costellazioni e le relative immagini formate dai gruppi di stelle non esistono: sono il risultato di un equivoco prospettico che porta a considerare come facenti parte di uno stesso gruppo stellare, quindi come un unico "disegno", corpi celesti che nella realtà distano molti anni luce gli uni dagli altri, ma casualmente brillano nella stessa zona di cielo.

Nel 1922, l'International Astronomical Union decise di mettere un po' di ordine nel caos del cielo stabilendo ufficialmente quali e quante fossero le costellazioni che avevano diritto di rimanere in vita: alla fine ne furono salvate 88, tutte le altre si estinsero. Tra le sopravvissute ve ne sono 48 che erano state descritte nel II secolo d.C. dal grande astronomo Tolomeo, il quale, nel suo Almagesto, raccolse le tradizioni astronomiche più diffuse tra i greci e descrisse 1025 stelle.

Nel 1930 lo stesso organo internazionale incaricò il belga Delporte di completare l' opera di Tolomeo demarcando i settori della volta celeste che spettavano a ciascuna costellazione. L' astronomo pubblicò un complesso reticolo formato da tratti rettilinei disposti ad angolo retto che crea un effetto simile a un gigantesco puzzle in cui ogni tessera contiene una costellazione e il suo "territorio" celeste, nel suo Délimitation scientifique des costellations.

Da allora gli astronomi chiamano costellazioni non i gruppi di stelle collegati ai nomi tradizionali, ma i rispettivi spazi di cielo che le ospitano.

I nomi delle costellazioni che usiamo noi - almeno di quelle visibili dall'emisfero boreale - sono per lo più derivati dalla mitologia greca. Le costellazioni visibili solo dall'emisfero australe hanno invece nomi che risentono dell'epoca dell'esplorazioni geografiche dei secoli XVII e XVIII e portano nomi di strumenti della navigazione, come Bussola, Compasso, Ottante, Telescopio o parti di navi, come Vela, Carena, Poppa.

Ma le costellazioni più note al grande pubblico sono certamente quelle dello Zodiaco. Le costellazioni in questione  sono Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno; Acquario e Pesci.

Quell'antica superstizione che influenza ancora oggi larghi strati della popolazione - l'astrologia - attribuisce grande importanza ai segni zodiacali e all'influenza che gli astri avrebbero sugli esseri umani.

Le principali costellazioni sono: