Vista orsa maggiore dal cielo. |
L'Orsa Maggiore è una delle
costellazioni che più hanno stimolato l'immaginazione degli uomini, ed è anche
una delle più grandi. E' conosciuta anche come costellazione delle "Sette
stelle" oppure come "Grande Carro". Alcuni antichi vi vedevano sette buoi, altri
invece vi vedevano un mestolo o una pentola. Cinque di queste sette stelle fanno
parte di un'associazione stellare, cioè di un gruppo di stelle vicine fra loro.
L'orsa Maggiore è spesso utilizzata come punto di partenza per trovare altre
costellazioni. Trovarla è abbastanza semplice, infatti basta guardare verso
nord. Questa è una costellazione circumpolare alle latitudini italiane, e quindi
si trova sempre sopra l'orizzonte.
MITO
Immagine mitologica dell'Orsa maggiore. |
Il mito greco dell'Orsa Maggiore ha due interpretazioni
principali, ognuna delle quali, però, presenta diverse versioni. Ovidio ci ha
tramandato la più popolare, quella in base alla quale si tratterebbe di
Callisto, figlia di Licaone, Re di Arcadia. Faceva parte della scorta di
Artemide (per i Romani Diana, la dea della caccia) di cui divenne la preferita,
al punto da indurla a fare voto di castità, come la dea. Un giorno però Zeus
scorse la bellissima fanciulla ed escogitò uno stratagemma per sedurla: prese le
sembianze di Artemide, le si sdraiò accanto mentre si stava riposando dopo una
battuta di caccia, e prima che la fanciulla si accorgesse dell'inganno, venne da
lui posseduta. Naturalmente Zeus soddisfatto si ritirò nell'Olimpo, ignorando
completamente le conseguenze di tale gesto. Callisto, infatti, piena di
vergogna, non osò rivelare l'accaduto ad Artemide, ma quando quest'ultima
insieme alle altre della scorta la videro nuda durante un bagno, si accorsero
che era stata ingravidata e la dea furiosa la trasformò in Orsa, oppure, secondo
un'altra versione, la cacciò dalla scorta per poi essere mutata in Orsa da Era,
la gelosa moglie di Zeus. Il figlio di Callisto, Arcas, nacque e crebbe senza
venire mai a conoscenza della trasformazione della madre. Un giorno i due si
incontrarono, ma Callisto non potè fare altro che grugnire per manifestargli la
sua gioia nel rivederlo, e l'ignaro Arcas quindi si difese tentando di
ucciderla. Zeus si accorse del pericolo e finalmente si decise ad intervenire:
mandò una tromba d'aria che trasportò i due in cielo e Arcas, svelata l'identità
dell'orsa, divenne suo custode. Secondo un'altra versione, Callisto, inseguita
dal figlio ignaro, si sarebbe rifugiata nel tempio di Zeus e, siccome l'accesso
ad esso era vietato a chiunque, pena la morte, li afferrò e li portò in cielo
per evitare loro la punizione. Secondo un'altra versione, sarebbe stato proprio
Zeus a mutare Callisto in orsa, per farla sfuggire alla moglie gelosa, anche se
quest'ultima la riconobbe lo stesso e la fece uccidere da Artemide, convinta che
si trattasse di un comune animale selvaggio. L'addolorato Zeus quindi sistemò in
cielo la sua immagine.
La seconda interpretazione ci è stata tramandata da Arato: secondo il mitografo
greco, l'orsa rappresenterebbe Adrastea, che insieme ad Ida (rappresentata
dall'Orsa Minore) furono le nutrici di Zeus. In quel tempo circolava la leggenda
che Crono, il massimo dio di allora, avrebbe perso il suo trono per mano di suo
figlio. Perciò lo stesso Crono ingoiò tutti i suoi figli per paura che la
leggenda si avverasse. Rea, decisa a sottrarre suo figlio Zeus, ancora bimbo,
dal padre Crono, lo nascose in una grotta del monte Ditte a Creta (realmente
esistente), affidandolo alle cure di Adrastea, Ida ed Amaltea ,la capra che lo
allattava. Di guardia alla grotta erano i Cureti, pronti a fare baccano con
spade e scudi per coprire il pianto del bambino. Zeus crebbe, spodestò il padre
e ricompensò le tre che si presero cura di lui immortalandole nel cielo.
Rappresentano un piccolo mistero le dimensioni smodate della coda, normalmente
corta per un orso: non trovando una giustificazione credibile, si tende a
pensare che Zeus, nel lanciare l'orsa in cielo, la prese per la coda, che per lo
strattone si allungò.