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Liceo Berchet - Milano

Valutazioni generali sul significato della figura di Ambrogio

 

Cerchiamo qui di tirare le fila del nostro lavoro, segnalando ancora una volta quello che ci pare essere il significato più importante della figura del vescovo di Milano.

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Ambrogio spirò il sabato santo del 397: scomparve con lui una di quelle grandi personalità che pur non essendo radicalmente innovatrici, fecondarono gli spiriti dei contemporanei, e lasciarono una traccia indelebile nella storia. Egli visse durante un processo di transizione da una società che conteneva ancora la struttura anche se fatiscente dell'impero, sentito come l'unica istituzione capace di dare senso alla realtà, ad un nuovo assetto del mondo in cui la vita dello spirito era sentita come predominante sugli aspetti concreti dell'impegno civile e sociale. Sotto un certo profilo le condizioni dell'età sua erano molto simili a quelle del nostro mondo, dove la progressiva perdita di valori di riferimento è sicuramente assimilabile al crollo dei valori tradizionali in età tardo-antica. Ambrogio fu in grado di incidere significativamente sulla sua epoca proprio perchè fu un uomo del suo tempo, un romano che aveva ricevuto una formazione tradizionale, e che conosceva a fondo le strutture burocratiche dell'impero, ma soprattutto un uomo che ebbe il dono, possiamo dire divino, di intuire e sentire dove si stesse indirizzando il mondo, e di indicare ai suoi protetti lì la loro meta, ponendosi al servizio della storia. Nel suo rapporto con l'imperatore Teodosio trova una prima definizione quella chiesa imperiale che sarà alla base di tutta la struttura alto-medioevale della società.

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Volendo evidenziare, a conclusione del nostro breve viaggio nel mondo del IV° secolo, scevri da ogni intento agiografico, quello che ci pare l'insegnamento e la riflessione più stimolante che abbiamo tratto dal nostro lavoro, li intravvediamo proprio in questa riflessione storica: Ambrogio aveva compreso che per dare alla chiesa la forza definitiva di un edificio compatto immune da incrinature, si doveva estirpare la tendenza così pericolosa, ma tanto presente nel suo tempo, di considerare il cristianesimo come un'appendice del potere imperiale: imperator non supra ecclesiam, sed intra ecclesiam est. Il compito del regere populos, che da Virgilio era già stato posto al centro della missione romana nel mondo, deve passare ora trionfalmente nelle mani di chi regge le anime, di chi si trova nuovamente in grado di appagare le ansie, sanare le ingiustizie, dissetare i bisogni di assoluto d'un'età così criticamente incline a negare la storia, di un mondo che sta per essere quasi travolto dalla barbarie, forza primigenia, violenta ma rigeneratrice. Ambrogio conosceva molto bene i mali di quel mondo, le ingiustizie, le miserie, le vessazioni, la povertà, le crudeltà e le violenze. Ma sapeva anche che al di fuori dell'impero vi era solo il caos, e che solo la comunità dei fedeli raccolti attorno a una guida sarebbe stata ben presto l'unica realtà capace di dare senso alla vita nell'occidente cristiano. Ma la comunità ecclesiale vive in un mondo terreno, e la giustizia di tale mondo deve essere garantita, conforme al modello divino, dall'autorità di uno stato. L'impero attua nel mondo il disegno di Dio, e deve dipendere dunque dalla chiesa che dà le direttive, che fa sì che il modello terreno si eguagli quanto più possibile al modello eterno, alla civitas Dei. Il chiodo della croce di Cristo è il collante più prezioso della corona imperiale: senza di esso nessuna gemma, per quanto splendida, potrebbe mai renderla valida. Dobbiamo forse ad Ambrogio se la tradizione romana non scomparve totalmente dal nostro mondo, se la civiltà dell'occidente, nell'impatto coi barbari, non regredì fino al punto di dover ripercorre il suo sviluppo fin dalle origini. Se la chiesa sola ha potuto rappresentare la salvezza per la civiltà, a partire da pochi anni dopo la scomparsa di Ambrogio, fu certamente anche per il coraggio e la fermezza con cui egli seppe combatterne i nemici: e fu certo questa la consapevolezza che diede un senso e rese splendido il suo cammino umano.

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