Liceo
Berchet - Milano
I
luoghi di Sant'Ambrogio
Con questo lavoro si vogliono suggerire
dei percorsi di lettura della Milano di
Ambrogio in un sintetico testo didascalico,
integrato da un glossario, da fotografie e
planimetrie interattive. I testi e l'apparato
iconografico sono stati raccolti e
rielaborati graficamente da un'équipe di
alunni del Berchet. Alcune immagini sono
state raccolte "in originale"
durante volontarie e incuriosite ricognizioni
sul territorio; altre sono state acquisite da
libri e cataloghi di mostre come "Milano capitale
dell'impero romano 286-402 d.C." e
"La città
e la sua memoria - Milano e la tradizione di
Sant'Ambrogio" e successivamente
rielaborate. Questo elenco non ha la pretesa
di esaurire le informazioni sulla complessa
attività di Ambrogio per la trasformazione e
riqualificazione in senso cristiano della
città. Non compaiono per brevità altri
edifici paleocristiani quali Sant'Eustorgio,
San Babila e San Dionigi: troppo complesse
sono le loro vicende costruttive o
distruttive. Non si descrivono templi pagani
ormai definitivamente scomparsi e neppure le
emergenze architettoniche "profane"
tardo imperiali romane. L'anfiteatro, il
circo, il palazzo imperiale, le terme e il
teatro sono luoghi che probabilmente hanno
visto il passaggio di Ambrogio ma che non
hanno in questo contesto rilevanza per la
storia dell'arte paleocristiana.
Milano nella seconda
metà del IV secolo è ancora una delle
capitali dell'impero romano e il poeta
Ausonio (310 ca.-395 ca.) ne celebra la
grandezza e il decoro, lo splendore degli
edifici, la ricchezza e la "abbondanza
di ogni cosa".
Milano nel IV secolo è soprattutto
importante centro del cristianesimo
occidentale e proprio qui Costantino e
Licinio avevano emanato l'editto di
tolleranza del 313. Le basiliche
ampliate o fondate da Ambrogio sono collocate
in luoghi particolarmente significativi e
simbolici. Ambrogio amplia la basilica di
Santa Tecla, già eretta sull'attuale piazza
del Duomo subito dopo l'editto di Costantino
e defilata rispetto al foro romano (attuale
piazza San Sepolcro), antico centro della
città in via di abbandono perchè memore
della supremazia pagana. Le basiliche di
nuova fondazione sono invece collocate al di
fuori delle principali porte di ingresso alla
città, ai vertici del cardo e del decumano
del castrum
di fondazione romana. Sono documentate le
basiliche di Sant'Ambrogio a sud-ovest, San
Simpliciano a nord-ovest e San Nazaro
Maggiore a sud-est. Per San Lorenzo, e
soprattutto per la più antica e annessa
Cappella di Sant'Aquilino, il discorso è
tuttora molto incerto.
Le varie basiliche
edificate da Ambrogio assumono una evidente
dislocazione a croce ai vertici del cardo e
del decumano, segnando simbolicamente il
territorio e offrendo l'immagine di una
città cristianizzata alla vista del
viandante che entra nella città. Le zone
fuori della cinta muraria e lungo le
principali arterie, erano comunque destinate
per "legge" alla sepoltura di tutti
i cittadini milanesi (pagani o cristiani che
fossero) e pare superfluo rilevare che non
potevano esserci catacombe
dato il terreno ricco di acque dell'antica
Mediolanum.
I cimiteri a livello del terreno ospitavano
urne cinerarie secondo il rito pagano e tombe
ad inumazione cristiane. All'interno dei loro
recinti avevano trovato sicuramente sepoltura
anche martiri cristiani del periodo delle
persecuzioni antecedenti all'editto di
Costantino. Le reliquie di tali martiri (vedi
soprattutto la Basilica Martyrum)
costituiscono presupposto indispensabile per
la costituzione di una "città
rituale" cristiana voluta da
Sant'Ambrogio, concezione ripresa poi con
maggior vigore da San Carlo Borromeo.
L'apporto artistico di Ambrogio alla
cristianizzazione di Milano, in particolare
alla costruzione di una "visibile"
e terrena "Gerusalemme celeste",
non si è limitato al solo campo
architettonico:
tra le testimonianze più significative
andrebbero elencati gli inni. Pare che
Ambrogio sia stato autore sia dei testi sia
del cantus, per favorire una
preghiera ricca di dottrina, ancorata su fede
sicura, nobilitata e offerta a Dio con il
fascino dell'arte entro le nuove basiliche da
lui fondate.