Sudafrica (nome ufficiale Republiek van Suid-Afrika, Republic of South Africa, Repubblica Sudafricana), stato dell’Africa meridionale confinante a nord con il Botswana e lo Zimbabwe, a nord-ovest con la Namibia e a nord-est con il Mozambico. Bagnato a sud e a est dall’oceano Indiano e a ovest dall’oceano Atlantico, il Sudafrica comprende le enclave indipendenti del Lesotho e dello Swaziland. La superficie complessiva del paese è di 1.219.090 km²; l’estensione costiera raggiunge i 2.798 km. Capitale amministrativa dello stato è Pretoria, capitale legislativa Città del Capo e capitale giudiziaria Bloemfontein.


IL TERRITORIO
Il Sudafrica è un paese decisamente vasto che si estende per circa 2000 km in direzione nord-sud dal fiume Limpopo a Capo Agulhas e per quasi 1500 km in direzione est-ovest da Durban a Port Nolloth. Lungo il confine settentrionale del Sudafrica si allineano la Namibia, il Botswana, lo Zimbabwe, il Mozambico e lo Swaziland, mentre il Lesotho emerge in mezzo alle praterie nella parte sudorientale del paese. Il Sudafrica può essere diviso grosso modo in tre regioni: il vasto altipiano interno (highveld o alto veld), il Great Escarpment (bacino del Kalahari) al suo margine, e una stretta pianura costiera (lowveld o basso veld).
Grazie alla sua posizione appena a sud del Tropico del Capricorno, il Sudafrica è un paese in gran parte asciutto e soleggiato, ma gli estremi del clima sono mitigati dalla conformazione del territorio e dalla presenza degli oceani. In termini generali le precipitazioni aumentano a mano a mano che ci si sposta verso est, ma ci sono anche aree caratterizzate da piogge intense nel sud-ovest del paese e soprattutto attorno a Città del Capo. La costa a nord del Capo diventa progressivamente più arida e calda per culminare in una regione desertica immediatamente a sud della Namibia. Lungo la costa meridionale il clima è temperato, ma la costa orientale assume caratteri sempre più tropicali a mano a mano che si procede verso nord. La protuberanza nordorientale ha un clima torrido e in estate viene colpita da tempeste molto spettacolari. In inverno le giornate sono soleggiate e calde.
Per quanto riguarda i mammiferi terrestri, il Sudafrica è certamente un paese in cui i superlativi si sprecano. Qui vivono infatti il mammifero più grosso (l'elefante africano), il più piccolo (il toporagno pigmeo), il più alto (la giraffa) e il più veloce (il ghepardo). Il Sudafrica ospita anche gli ultimi gruppi consistenti di rinoceronti neri e bianchi (cui oltretutto non è stato tagliato il corno). Avrete senza dubbio maggiori probabilità di avvistare questi animali nei parchi nazionali del Sudafrica, ma tenete gli occhi aperti per vedere i coccodrilli in agguato nei corsi d'acqua del lowveld e gli ippopotami nelle regioni costiere settentrionali. Il Sudafrica vanta anche una grande varietà di uccelli: qui trovate lo struzzo (il più grande uccello del mondo) e l'otarda kori (il più grande uccello del mondo in grado di volare) oltre alle nettarine, ai fenicotteri e agli uccelli tessitori le cui nutrite colonie vivono in 'città' composte da innumerevoli nidi di fili d'erba intrecciati.
La flora della regione è semplicemente spettacolare, passando dai gigli alle tritome nelle praterie alle piante grasse dalle forme bizzarre che fioriscono dopo le piogge di primavera. Il Sudafrica ospita il regno floristico del Capo (uno dei sei regni floristici del mondo), che abbellisce la Provincia del Capo occidentale. Ampie porzioni del nord sono coperte dalla vegetazione tipica della savana, caratterizzata da acacie e piante spinose. Lungo la costa meridionale e nel nord-est del paese sopravvivono alcune porzioni di foreste.

LA POPOLAZIONE


Cartello discriminante dell' epoca dell' apartheid scritto in lingua inglese e afrikaans.

Il Sudafrica ospitava molte culture diverse, gran parte delle quali vennero soppresse durante il periodo dell'apartheid quando la pratica quotidiana delle culture tradizionali e contemporanee veniva ignorata. Nella società sudafricana si poteva finire in prigione per il possesso di un dipinto considerato di contenuto politico vietato e per questo motivo la vera arte dovette operare nella clandestinità, e nel frattempo la banalità imperava nelle gallerie e nei teatri. L'esempio più lampante dell'atteggiamento oscurantista del governo sudafricano fu l'abbattimento di District Six, una vivace zona multietnica di Città del Capo, Sophiatown e Johannesburg. Gruppi musicali come i Ladysmith Black Mambazo sono riusciti a far conoscere le sonorità sudafricane a un vasto pubblico occidentale sia durante, sia dopo l'apartheid.
Il Sudafrica è una società multirazziale, nella quale convivono gruppi di persone di origini diverse (inglese, boera, indigena).
Nelle aree urbane la mescolanza di elementi diversi ha come conseguenza il fatto che le vecchie culture tradizionali stanno scomparendo per essere rimpiazzate da nuove forme di sincretismo. Nelle zone rurali, invece, le tradizioni dei neri sono ancora molto forti. Tutte le culture tradizionali si basano sulla credenza in una divinità maschile, negli spiriti degli antenati e nell'esistenza di forze soprannaturali.
La cultura degli afrikaner (discendenti dei boeri) si è sviluppata in uno stato di isolamento, che li vide vagare in compagnia della Bibbia e dei propri armenti mentre l'Europa del XVIII secolo sperimentava la democrazia e il pensiero liberale. Al giorno d'oggi le comunità rurali ruotano ancora attorno ai templi della Chiesa Riformata Olandese di orientamento conservatore, ma questo non significa che tutti gli afrikaner siano razzisti.
Se si escludono gli afrikaner, la maggioranza dei bianchi che vivono in Sudafrica è di origine inglese. Queste persone hanno un tasso di urbanizzazione superiore rispetto agli afrikaner e da tempo dominano la scena commerciale e finanziaria del paese.
In Sudafrica sono presenti anche una cospicua e influente comunità ebraica e una consistente minoranza di origine indiana.

LA STORIA
Il Sudafrica divenne un abituale punto di tappa per le navi europee dopo che Vasco da Gama nel 1498 ebbe doppiato il Capo di Buona Speranza aprendo la rotta delle spezie. Verso la metà del XVII secolo il naufragio di una nave indusse i mercanti olandesi a fondare un insediamento permanente sulla Table Bay, nel luogo in cui oggi sorge Città del Capo, dove i khoisan (tribù indigena) vennero decimati. Verso la fine del XVIII secolo il potere olandese si stava esaurendo e l'Inghilterra approfittò della situazione per entrare nel Sudafrica. I coloni inglesi avrebbero dovuto occupare una zona fra i pastori boeri e gli xhosa, ma quasi tutte le famiglie giunte dall'Inghilterra si rifugiarono nella città.
Le ribellioni della popolazione del Sudafrica non vennero generate esclusivamente dalla presenza degli invasori bianchi. Shaka, il capo degli Zulu, avviò la 'difaqane' ('migrazione forzata'), una campagna di conquista basata sul terrore. Questa ondata di violenza che coinvolse tutta l'Africa meridionale determinò per alcune tribù l'annientamento totale e per altre la schiavitù. In questo quadro di caos generale i boeri, scontenti del dominio britannico, diedero inizio a un grande esodo noto con il nome di Great Trek. Gli zulu opposero una resistenza feroce prima di cedere, sopraffatti dalla superiorità delle armi dei boeri. Nelle zone interne della regione sorsero diverse repubbliche boere, che furono annesse una dopo l'altra dagli inglesi verso la metà del XIX secolo. Proprio quando sembrava che la bandiera inglese fosse prossima a dominare sul continente africano, nel Kimberley venivano scoperti i primi diamanti e la resistenza olandese si fece improvvisamente più risoluta.
La prima guerra anglo-boera terminò con una clamorosa vittoria dei boeri e con la creazione della Zuid-Afrikaansche Republiek. Gli inglesi in un primo momento si ritirarono, ma quando venne scoperto un enorme giacimento aurifero nei dintorni di Johannesburg diedero inizio alla seconda guerra anglo-boera, mossi da mire imperialistiche. Nel 1902 i boeri avevano ormai esaurito le proprie risorse belliche convenzionali ed erano passati a compiere azioni di guerriglia con piccoli gruppi di combattimento che impedivano alle truppe inglesi di assumere stabilmente il controllo del territorio. Gli inglesi domarono la resistenza boera applicando rappresaglie ferocissime. I boeri furono costretti a firmare una pace infamante.
Poco dopo la creazione nel 1910 dell'Unione del Sudafrica, venne approvata una serie di provvedimenti molto repressivi di ispirazione razzista che posero le basi del regime dell'apartheid. Dopo aver represso un'ultima sollevazione violenta durante la prima guerra mondiale, gli afrikaner si accinsero a controllare il Sudafrica con le armi della politica. Il National Party, una formazione di estrema destra dominata dagli afrikaner, prese le redini del potere in occasione delle elezioni del 1948 e difese strenuamente il predominio bianco fino al 1994. Ogni individuo era classificato in base alla razza e questo determinava il luogo in cui ciascuno poteva abitare, lavorare, pregare e studiare. Senza tenere in alcun conto il luogo di origine di ciascuno, i neri furono divisi in dieci gruppi tribali, poi furono espropriati dei propri beni e segregati in zone rurali isolate che vennero chiamate 'homeland'. L'obiettivo era quello di confinare i neri nelle homeland, che secondo la propaganda erano destinate a diventare stati autonomi con forme proprie di governo. In realtà questi territori non avevano praticamente né infrastrutture né attività produttive e non erano quindi nelle condizioni di fornire il sostentamento alla popolazione nera. La sofferenza era grande e molto diffusa e molte famiglie di neri fecero ritorno nelle città da cui erano state cacciate e andarono a vivere in squallidi campi di baracche. Il capo dell'homeland autonoma del Kwa-Zulu, Mangosuthu Buthelezi, con l'aiuto del movimento Inkatha, tentò di unire i leader delle varie homeland ma fallì. La lotta dei neri si espresse sotto forma di scioperi, atti di pubblica disobbedienza e marce di protesta e venne appoggiata dall'opinione pubblica internazionale sin dai primi anni '60 dopo l'uccisione di 69 dimostranti a Sharpeville e l'arresto di diversi leader dell'African National Congress (ANC) fra cui Nelson Mandela.
Nel 1961 il Sudafrica uscì dal Commonwealth britannico e si trovò a essere sempre più isolato. Negli anni '60 e '70 la popolazione bianca del Sudafrica venne colta da una sempre più diffusa paranoia a mano a mano che gli ultimi poteri coloniali europei lasciavano l'Africa e ai confini settentrionali del paese si formavano stati dominati dai neri e spesso di orientamento socialista.
Verso la metà degli anni '80 nelle township esplose la violenza all'interno della stessa popolazione nera. Non c'è dubbio che esistesse una forte rivalità fra i membri dell'ANC, orientato a sinistra e sostenuto dagli Xhosa, e i membri del partito Inkatha, orientato a destra e appoggiato dagli zulu. Vi erano scontri fra rivali politici, fra nemici per ragioni tribali, fra semplici criminali e fra gli abitanti delle township e i lavoratori immigrati che alloggiavano negli enormi caseggiati loro riservati. Nel 1989 le sanzioni economiche iniziarono a far sentire il proprio effetto, il valore del rand crollò e il riformatore F.W. De Klerk assunse il potere. Tutte le leggi di discriminazione razziale vennero abolite, i prigionieri politici furono liberati e si avviarono i negoziati per arrivare alla formazione di un governo multirazziale. Le libere elezioni del 1994 videro la netta vittoria dell'ANC e Nelson Mandela divenne presidente. Pochi mesi più tardi il Sudafrica rientrava nel Commonwealth.
Nel 1999 il paese ha votato in elezioni regolari. I problemi, come quelli economici, sono stati sollevati e dibattuti. Erano state formulate ipotesi secondo le quali l'ANC (African National Congress) avrebbe potuto perdere voti a causa del ritiro dalla scena politica di Nelson Mandela, e invece l'ANC non è crollato, ma al contrario ha ottenuto una vittoria schiacciante. Nelle elezioni del 1999, Thabo Mbeki è stato così eletto presidente del Sudafrica dal Parlamento e successore di Nelson Mandela.
Nel luglio 2002, a Durban, il presidente Thabo Mbeki ha fondato l'Unione africana (Ua), alla quale hanno aderito 53 paesi. Seguendo il modello dell'Unione europea, l'Unione africana si ripropone di incrementare il commercio e la prosperità del continente, ma anche di difendere i diritti umani e lottare contro la corruzione. Nello stesso mese è stato firmato a Pretoria un accordo di pace tra i presidenti della Repubblica democratica del Congo (RdC), Joseph Kabila, e del Ruanda, Paul Kagame. A Johannesburgh si è svolta, nel settembre 2002, la conferenza sullo sviluppo sostenibile del pianeta, un vertice a cui hanno partecipato 190 paesi.

L' ECONOMIA


Una miniera di diamanti in Sudafrica.

L’economia sudafricana è la più forte e la più sviluppata del continente. Fino alla prima guerra mondiale essa si basava principalmente sulle risorse minerarie (specialmente diamanti e oro), destinate all’esportazione, e sull’agricoltura. Dopo il 1945 l’industria manifatturiera ha registrato un rapido sviluppo ed è oggi il settore trainante. Un’altra area in forte espansione è quella dei servizi finanziari (il paese ha il settore finanziario più sviluppato dell’Africa subsahariana). Nel 2006 il prodotto interno lordo era di 255.155 milioni di dollari USA, pari a un PIL pro capite di 5.384,10 dollari USA. La bassa fertilità del suolo e la scarsità delle precipitazioni limitano lo sfruttamento agricolo del territorio. L’85% dei terreni è pertanto riservato all’allevamento. I bianchi gestiscono circa l’87% delle terre all’interno di grandi e moderne aziende agricole, mentre i neri possiedono piccole fattorie gestite con metodi tradizionali. Gli agricoltori neri hanno inoltre un accesso molto limitato al credito agricolo, alle infrastrutture del settore e ai mercati di smercio. La produzione agricola del paese comprende mais, canna da zucchero, frumento, orzo, sorgo, patate, avena e miglio. Tra le colture fruttifere occupano una posizione di rilievo uva, mele, pere e agrumi (pompelmi e limoni). Il settore primario impiega il 10% (2003) della popolazione attiva e fornisce il 2,7% (2006) del PIL.
L’allevamento ha un posto importante nell’economia sudafricana; il patrimonio ovino, destinato alla produzione di lana e pellami, è di notevole consistenza; ingente è anche il numero dei bovini da carne e da latte, e dei suini.
Il legname proviene soprattutto dalle foreste di pini ed eucalipti poste sui versanti marittimi. L’industria ittica è una voce di rilievo sia per il mercato interno sia per le esportazioni (acciughe, sardine, sgombri e merluzzi).
Il Sudafrica è ricchissimo di risorse minerarie, presenti nei filoni che attraversano le formazioni arcaiche del Witwatersrand. Le più importanti per l’economia sono rappresentate da oro, diamanti e carbone. Dalla fine del XIX secolo, quando cominciò lo sfruttamento dei giacimenti su vasta scala, l’industria mineraria è uno dei settori dominanti dell’economia sudafricana, fornendo il 22% (2004) delle esportazioni. Giacimenti d’oro, i più ricchi del mondo, si trovano nel Witwatersrand. La maggior parte dei diamanti proviene dalle riserve situate nei pressi di Kimberley, scoperti nel 1870. Il carbone si trova nelle zone del nord-est, tra il Lesotho e lo Swaziland, e in particolar modo nella provincia del KwaZulu-Natal.
Il sottosuolo sudafricano è inoltre ricco di manganese, rame, nichel, platino, uranio, cromo, amianto, fluorite, vanadio, titanio, stagno, e ferro. I principali giacimenti di manganese e di minerali di ferro si trovano a nord della zona del Capo, mentre il titanio si estrae nella regione costiera orientale. L’uranio viene estratto nel Witwatersrand. Il paese ha giacimenti di gas naturale in mare aperto.
Prima della seconda guerra mondiale il settore industriale occupava un ruolo marginale rispetto a quello agricolo e minerario. Nel 2006 l’industria nazionale, finanziata in gran parte da capitale privato, forniva tuttavia il 30,9% del PIL del paese, occupando il 25% della forza lavoro. Il nuovo governo, dominato dal Congresso nazionale africano (ANC), ha mantenuto un’economia mista. La produzione industriale è particolarmente attiva nei settori siderurgico, chimico, petrolchimico, agroalimentare, cartario, delle autovetture e dei veicoli commerciali. Di grande importanza i prodotti derivati I principali centri industriali del paese sono Città del Capo, Johannesburg, Durban e Port Elizabeth.
Minerali e metalli costituiscono, insieme al petrolio, il 30% delle esportazioni. Nel 2004 il valore totale delle esportazioni fu di 40.206 milioni di $ USA, a fronte di importazioni per 47.794 milioni di dollari. Tra i principali prodotti esportati si annoverano diamanti e altre pietre preziose, minerali e combustibili, metalli e macchinari, prodotti alimentari e chimici. Il paese importa prevalentemente prodotti industriali (macchinari, mezzi di trasporto). I principali partner commerciali del Sudafrica sono il Giappone, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, la Germania, la Svizzera, l’Italia, il Canada e i Paesi Bassi.
L’unità monetaria del paese è il rand. L’istituto responsabile per l’emissione della moneta è la South African Reserve Bank, fondata nel 1920. Johannesburg è sede di un’importante Borsa Valori.
La rete stradale si sviluppa per 275.971 km, di cui solo il 21% è asfaltato. La rete ferroviaria nazionale raggiunge i 20.247 km, di cui 18.450 elettrificati. La principale compagnia aerea del paese è la South African Airways e l’aeroporto maggiormente trafficato è quello di Johannesburg. Altri aeroporti si trovano a Pretoria, Durban, Città del Capo e East London. I maggiori porti della nazione si trovano a Città del Capo, Mossel Bay, Port Elizabeth, East London, Durban (al servizio del Witwatersrand), Saldanha e Richards Bay.

Africa Australe