Botswana (nome ufficiale Republic of Botswana, Repubblica di Botswana), stato dell’Africa meridionale; privo di sbocco al mare, confina a nord e a ovest con la Namibia, a nord-est con lo Zambia e lo Zimbabwe, a sud-est e a sud con il Sudafrica. Il paese ha una superficie totale di 581.730 km². La capitale è Gaborone.
IL TERRITORIO
Il territorio è costituito per la maggior
parte da un altopiano, che raggiunge un’altitudine media di 1.000 m, mentre
il
deserto del Kalahari occupa quasi l’intera sezione meridionale e
occidentale del paese. Il fiume principale, l’Okavango,
proveniente dagli altipiani angolani, scorre in direzione sud-est nel
Botswana nordoccidentale e disperde le proprie acque in una vasta area
acquitrinosa denominata palude dell’Okavango. Durante la stagione delle
piogge il fiume prosegue il suo corso in direzione orientale, con il nome di
Botletle, verso il lago Xau e il bacino salato del Makgadikgadi. Nell’area
meridionale del paese non esistono invece fiumi a regime permanente.
Il
deserto del Kalahari.
Il clima è subtropicale semiarido; le
precipitazioni medie annue – concentrate nei mesi estivi (da dicembre ad
aprile) – che raggiungono i 636 mm a nord e una media inferiore ai 230 mm
nella regione del deserto del Kalahari non sono tuttavia regolari e il paese
è infatti spesso colpito da
siccità.
La vegetazione passa dalla rada
steppa arbustiva del Kalahari alla
savana erbacea e arborata, dominante nelle aree nordorientali; tra le
piante sono comuni l’acacia,
l’eucalipto
e il
teak rhodesiano. Nel paese vivono molte specie animali, tra le quali il
leone, la
giraffa, il
leopardo, l’antilope,
l’elefante,
il
coccodrillo e lo
struzzo.
LA POPOLAZIONE
Il paese prende il nome dalla
popolazione degli tswana i quali, suddivisi in otto gruppi tribali,
rappresentano la maggioranza degli abitanti. Oltre a essi, le etnie
principali sono quelle dei san, dei kalanga e degli herero. La popolazione –
stanziata perlopiù nella parte orientale del paese, nei centri urbani o in
estesi villaggi circondati da terreni coltivabili – ammonta a 1.842.323
abitanti (2008), con una densità media di 3,1 abitanti per km². La speranza
di vita alla nascita è di 51,3 anni per gli uomini e 49 anni per le donne
(dati del 2008).
La lingua ufficiale del paese è
l’inglese, anche se è molto diffuso il setswana, l’idioma degli tswana
appartenente al sottogruppo sotho delle lingue bantu. Circa la metà della
popolazione è di religione cristiana, mentre il resto segue i culti
tradizionali.
Nel 2005 il tasso di alfabetizzazione
della popolazione adulta era pari all’81,4%. La maggior parte delle scuole
elementari è posta sotto la supervisione dei consigli distrettuali e delle
autorità municipali ed è finanziata dalle amministrazioni locali,
sovvenzionate a loro volta dal governo centrale. L’istruzione superiore è
impartita nei college, nelle scuole professionali e all’Università del
Botswana, fondata nel 1976 a Gaborone.
LA STORIA
Il territorio corrispondente
all’attuale Botswana fu abitato fin dall’epoca preistorica da popolazioni di
boscimani, successivamente soppiantate dai bantu tswana che migrarono nella
regione intorno al 1800. Nel corso della prima metà del XIX secolo giunsero
nell’area i primi missionari ed esploratori, tra cui David Livingstone e
Robert Moffat. In seguito alla richiesta dei capi tswana, il cui intento era
quello di fermare gli attacchi dei coloni afrikaner del Transvaal, il
territorio divenne protettorato britannico nel 1885 con il nome di
Bechuanaland. Nella prima metà del Novecento, la questione dello status del
territorio alimentò molte polemiche tra gli amministratori europei e i capi
locali; l’affermarsi di una volontà indipendentista non fu tuttavia
accompagnata da violenze.
Agli inizi degli anni Sessanta
comparvero le prime moderne formazioni politiche, tra cui il Partito
democratico di Seretse Khama. Diventato primo
ministro nel 1965, l’anno successivo Khama ottenne l’indipendenza del paese,
che prese il nome di Botswana. Salito nello stesso anno alla carica di
presidente, Khama riuscì ad assicurare al paese una transizione pacifica e a
rilanciare la sua critica economia. Soprattutto dal 1967, anno della
scoperta dei giacimenti diamantiferi di Orapa, il Botswana conobbe un forte
sviluppo economico. In politica estera, Khama adottò una posizione non
allineata. Pur conservando forti legami economici con il Sudafrica, ne
contrastò il regime di apartheid e sostenne i movimenti anticolonialisti
della regione, tra cui l’African National
Congress. Nel 1977, il Botswana si oppose al progetto namibiano per lo
sfruttamento delle acque del fiume Okavango, minacciando di intervenire con
le armi.
A Khama, scomparso nel 1980, successe alla presidenza
Quett K.J. Masire, uno dei protagonisti, come ministro dello Sviluppo e
vicepresidente, della trasformazione economica del paese. Confermato a più
riprese alla presidenza del paese, dalla fine degli anni Ottanta Masire
dovette affrontare una difficile situazione economica e politica; numerosi
episodi di corruzione alimentarono il malcontento popolare e determinarono
il rafforzamento delle opposizioni, che tuttavia non riuscirono a
conquistare il governo del paese. Nel 1998 il Partito democratico
riconquistò la presidenza con Festus Mogae, già capo del governo e
vicepresidente di Masire.
L' ECONOMIA
Una miniera di
carbone in Botswana.
Da quando il Botswana ha ottenuto
l’indipendenza, nel 1966, l’economia, fino ad allora di mera sussistenza, ha
conosciuto un rapido sviluppo e il paese è divenuto una delle nazioni più
ricche dell’Africa; infatti nel 2006 il prodotto interno lordo
ammontava a 10.598 milioni di dollari USA, pari a un PIL pro capite di
5.703,70 dollari. Questa trasformazione è dovuta principalmente alla
scoperta e allo sfruttamento delle risorse minerarie, in particolare di
ingenti depositi di diamanti, che da soli
costituiscono l’80% delle entrate provenienti dalle esportazioni. I
principali giacimenti si trovano a Orapa e a Letlhakane, nel nord del paese,
oltre che a Jwaneng, nella regione meridionale. Dal sottosuolo si estraggono
inoltre considerevoli quantità di rame e nichel (i cui depositi si trovano
nell’area di Selebi-Phikwe), nonché di carbone, cobalto, manganese, asbesto
e sale.
Fino al momento della scoperta dei diamanti,
l’allevamento del bestiame e la conseguente produzione di carne costituivano
la quasi totalità delle esportazioni; attualmente il settore, sebbene
rappresenti ancora un’importante fonte di occupazione, incide sulle
esportazioni (per la maggior parte verso l’Unione Europea) solo per il 3,1%.
Il settore manifatturiero si segnala, oltre che per l’industria mineraria,
anche per quella alimentare e tessile.
Il paese ha una rete stradale di 24.455 km (2004) e
collegamenti ferroviari che si estendono per 887 km (1992). Dispone inoltre
di una compagnia aerea nazionale (Air Botswana) che assicura sia i voli
interni sia quelli internazionali.
EMERGENZA ECONOMICA E SOCIALE
A
causa della flessione del prezzo dei diamanti sul mercato mondiale, alla
fine degli anni Novanta il paese visse una nuova crisi economica, aggravata
dal notevole flusso di profughi dallo Zimbabwe e dall’emergenza causata
dalla diffusione dell’AIDS (che secondo l’Organizzazione mondiale della
sanità, colpiva circa un quarto della popolazione adulta del paese). Nel
dicembre 1999 la Corte internazionale di giustizia assegnò al Botswana la
piccola isola fluviale di Kasikili (Sedudu), oggetto di un’annosa disputa
con la Namibia.
Per diminuire la dipendenza
dell’economia nazionale dall’industria diamantifera, Mogae lanciò un piano
di sviluppo agricolo e turistico. Nel 2002, lo spostamento forzato di
popolazioni san dalla riserva del Kalahari innescò forti proteste e un lungo
contenzioso legale, che si concluse nel 2006 con la condanna del governo e
la conferma dei diritti san sulle terre ancestrali. Nel 2003, per fermare
l’afflusso di profughi dallo Zimbabwe, il governo aumentò il controllo sulle
frontiere orientali, avviando anche la costruzione di una barriera lungo il
confine. Nel 2004, grazie alla divisione delle opposizioni, il Partito
democratico si aggiudicò le elezioni e Festus Mogae venne rieletto alla
presidenza del paese.