Il termine afrikaner si riferisce ai membri della popolazione dell'Africa meridionale (soprattutto Sudafrica e Namibia) di pelle bianca, estrazione calvinista ugonotta olandese, tedesca o belga e che parlano l'afrikaans, una lingua derivata principalmente dall'olandese del XVII e XVIII secolo, che oggi integra prestiti dai linguaggi africani e dalla lingua inglese.
Il termine afrikaner comprende diverse comunità di bianchi di lingua afrikaans. Il suo primo utilizzo risale al 1707 ma non venne usato ampiamente fino a dopo la guerra Anglo-Boera agli inizi del XX secolo. Prima di allora le varie comunità bianche di lingua afrikaans erano conosciute come boeri, trek-boers, Olandesi del Capo (quelli che vivevano nella zona della Penisola del Capo) o voortrekkers. Si pensa che il termine Afrikaner sia stato usato per distinguere, all'interno della popolazione bianca, quelli di lingua afrikaans da quelli di lingua inglese.

Origini


Commandos afrikaner.

Gli Afrikaner (ampiamente noti fino al XX secolo come boeri, dall'olandese boer, "contadino") discendono principalmente dai coloni calvinisti bianchi che occuparono il Capo di Buona Speranza durante il periodo di amministrazione (1652-1795) della Compagnia Olandese delle Indie Orientali (Vereenigde Oostindische Compagnie o VOC) e nel susseguente periodo di amministrazione britannica.
La Colonia del Capo, che nacque come stazione di rifornimento per la VOC, fu fondata dagli olandesi nel 1652. Nel 1688 il numero dei coloni aumentò per l'arrivo di un piccolo gruppo di Ugonotti francesi. Le file degli afrikaner vennero inoltre ingrossate da nuovi coloni provenienti da altre regioni d'Europa come la Scandinavia e le isole britanniche. Si calcola inoltre che il 5-7% dei primi coloni fossero di origine non europea.

Great Trek

Negli anni 1830 e 1840 una stima di 12.000 pionieri Boeri (Voortrekker) penetrò nei territori del futuro Natal, nelle province del Transvaal e dello Stato Libero di Orange, allo scopo di mettersi fuori dalla portata dell'autorità britannica, per sfuggire alle implacabili guerre di confine, al colonialismo britannico e alle sue politiche di anglicizzazione, e per allentare la pressione su una frontiera sovraffollata, nella quale la terra stava diventando scarsa. Mentre alcuni storici sostengono che questa serie di migrazioni, in seguito note come Great Trek, venne causata perché i Boeri non furono d'accordo con le restrizioni britanniche sulla schiavitù, è un dato di fatto che molti di questi "Boeri-marcianti" (coltivatori migranti, semi-nomadi) non possedevano schiavi, contrariamente ai loro più ricchi cugini della parte occidentale del Capo, che non emigrarono né presero parte al Great Trek. La vasta maggioranza dei Voortrekkers erano "Boeri-marcianti" provenienti dalla parte orientale del Capo, che erano impegnati nella pastorizia. Cionondimeno, la promulgazione britannica dell'Ordinanza 50, nel 1828, che garantiva pari diritti davanti alla legge per tutte le "persone libere di colore", fu un fattore del malcontento Boero, come è ben documentato in numerose fonti contemporanee; le varie repubbliche dalla vita breve fondate dai Voortrekkers avrebbero tutte racchiuso la disuguaglianza razziale nelle loro costituzioni.
Il Great Trek fu principalmente il risultato del "cedimento della diga" formata dalla repressione delle migrazioni di popolazione e dalle pressioni sulla popolazione, quando la migrazione ad est dei "Boeri-marcianti" giunse a una fermata virtuale per almeno tre decenni. Anche se alcuni "Boeri-marcianti" si spinsero oltre il fiume Orange in periodi precedenti. Durante il cosiddetto Great Trek essi combatterono contro gli Zulu (dopo che i capi dei Voortrekker, Piet Retief e Gerhard Maritz, assieme a quasi metà dei loro seguaci vennero uccisi da Dingaan e dai suoi guerrieri dopo che questi avevano inizialmente firmato con loro un trattato territoriale), che all'epoca occupavano le stesse aree in cui erano entrati i Boeri. --Moongateclimber, 24 mag 2008 (CEST).


Un accampamento di voortrekker.

Guerre boere

I Boeri stabilirono stati indipendenti in quello che oggi è il Sudafrica: il Natalia/Transvaal (la Repubblica Sudafricana) e lo Stato Libero di Orange. Il desiderio inglese di estendere il loro impero coloniale nelle aree Boere portò a due Guerre Boere nel 1880-1881 e nel 1899-1902, che finirono con l'inclusione delle aree Boere nelle colonie britanniche. A seguito dell'annessione britannica delle Repubbliche Boere, la creazione dell'Unione del Sud Africa, nel 1910, andò in qualche modo nella direzione della sfumatura delle differenze tra coloni britannici e Afrikaner. La maggioranza nera, comunque, venne esclusa dalla pari partecipazione negli affari della nazione fino al 1994 a causa della politica di apartheid (il termine in lingua afrikaans che significa "segregazione") attuata della dirigenza politica sudafricana.

 

Il nazionalismo e l'apartheid

Nel XX secolo, l'attrito politico e culturale fra gli afrikaner e i sudafricani di origine inglese si andò inasprendo. Durante la seconda guerra mondiale, molti gruppi politici afrikaner si opposero in modo netto all'intervento sudafricano a fianco degli Alleati, spesso esprimendo in modo piuttosto esplicito la loro simpatia per il nazionalsocialismo hitleriano. Sebbene queste posizioni non riuscissero a diventare predominanti e influenzare il ruolo del Sudafrica nel conflitto, esse emersero in modo netto del secondo dopoguerra, in cui la scena politica sudafricana venne a essere dominata dai nazionalisti del National Party. Furono i governi di questo partito a instaurare il regime segregazionista noto come apartheid. Dopo la caduta del regime negli anni '90, e l'estensione del voto ai neri sudafricani, il peso politico degli afrikaner fu notevolmente ridimensionato, così come il consenso degli stessi afrikaner verso i partiti che li avevano rappresentati nella seconda metà del secolo (molti dei quali presero nettamente posizione contro le violazioni dei diritti umani perpetrate dal National Party e rivelate dalla Truth and Reconciliation Commission voluta dal primo governo Mandela).

Lingua

L'afrikaans, lingua parlata dagli afrikaaner, si è col tempo distinta dal neerlandese parlato dai primi coloni. Dalla fine del XVII secolo la lingua usata alla colonia del capo sviluppò differenze nella pronuncia e nell'accento e anche, sia pur in misura minore, nella sintassi e nel vocabolario, benché le due lingue siano ancora abbastanza simili da essere mutualmente comprensibili. I coloni di lingua francese e tedesca si adattarono presto all'utilizzo del neerlandese prima e dell'afrikaans in seguito. Mentre il neerlandese rimase la lingua officiale il nuovo dialetto, spesso detto "kaap nederlands" (olandese del Capo) si sviluppò come lingua separata nel XIX secolo. Nel 1925 l'afrikaans ha sostituito il neerlandese originale come lingua ufficiale della Repubblica del Sudafrica.

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