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La parola tsunami deriva dal giapponese
tsu-nami (onda del porto) ed indica una serie di onde originate da un terromoto,
attività vulcanica, frane e raramente, impatti di meteoriti nell'oceano, o nelle
immediate vicinanze.
La causa principale di uno tsunami è un terremoto di magnitudo 7 della scala
richter, o superiore. E` da notare che un forte sisma non causa necessariamente
uno tsunami: tutto dipende dal modo in cui si modifica il fondale oceanico nei
dintorni della faglia.
L'energia di uno tsunami è costante, ma mentre quando viaggia in acque profonde
l'altezza è minima e la velocità molto elevata, quando invece l'onda raggiunge
acque più basse aumenta l'altezza diminuendo la velocità.
La velocità di uno tsunami può arrivare a 500-1000 km/h in pieno oceano fino a
ridursi a circa 90 km/h in prossimità delle coste. Alcuni tsunami possono
viaggiare per decine di migliaia di chilometri, questi sono generalmente causati
da terremoti, poiché altri agenti causano onde di minor lunghezza che si
dileguano in poco tempo.
La pericolosità di uno tsunami è dovuta al fatto che la sua forza distruttiva
dipende dalla quantità di acqua spostata, ragion per cui, anche onde di pochi
centimetri possono essere assai più pericolose di onde causate dal vento più
alte.
L'enorme massa d'acqua spostata da uno tsunami in prossimità delle coste trova
un fondale marino sempre più basso e perciò tende a sollevarsi ulteriormente.
Nessuna barriera portuale è in grado di contrastare un'onda di questo tipo.
STORIA
E' interessante analizzare i
collegamenti fatti dagli storici nel corso della storia tra gli tsunami e la
scomparsa di antiche civiltà.
Per esempio, alcuni storici hanno teorizzato che la scomparsa della civiltà
atlantidea di cui parla Platone è dovuta ad uno tsunami, oppure che il diluvio
universale di cui si parla in tutte le culture sia in realtà un gigantesco
maremoto che avrebbe causato devastanti tsunami. E' invece storicamente
accettato che l'eruzione del vulcano nell'isola greca di Santorini nel 1650 a.C.
abbia causato uno tsunami che distrusse la civilià minoica a Creta.
Durante l'eruzione il vulcano collassò nel mare, causando un massiccio
spostamento d'acqua, cioè il maremoto, e devastanti tsunami.
Il maggiore e più recente episodio è legato al maremoto dell'Oceano Indiano del
26 dicembre 2004 e proprio di questo abbiamo deciso di fare un'analisi più
approfondita.
IL MAREMOTO IN ASIA SUD-ORIENTALE
Il maremoto avvenuto il 26 dicembre 2004 è stato una delle più devastanti catastrofi naturali degli ultimi 100 anni, che ha causato oltre duecentottantamila morti.
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Il terremoto ha avuto inizio alle 00:58:53 ora locale. La scossa è stata di
circa 9 gradi sulla
scala
richter (ricordiamo che 12 gradi di questa scala sarebbero equivalenti ad un
evento sismico di pari energia a quella necessaria ad una faglia per tagliare il
pianeta Terra a metà) e si è sviluppato a nord dell'Indonesia
(precisamente al largo di Sumatra) e ha raggiunto persino l'Africa
orientale.
Questo terremoto è stato il più violento degli ultimi quarant'anni ed ha ucciso
sia direttamente, sia, soprattutto, a causa del violentissimo maremoto che ha
generato.
Il maremoto è stato violentissimo, e non si è limitato ad una singola onda
anomala, ma a una lunga serie di onde alte fino a quindici metri che hanno
colpito e devastato parti delle regioni costiere dell'Indonesia, dello
Sri Lanka, dell'India, della
Thailandia, della
Birmania,
del Bangladesh, delle
Maldive giungendo a colpire le coste della
Somalia e del
Kenya (ad oltre 4.500 km dall'epicentro del sisma).
La scossa è stata avvertita da pressoché tutti i sismografi del globo, anche se
era stato inizialmente sottovalutato, esami più approfonditi hanno palesato la
vera potenza del sisma, che ha raggiunto la forza distruttiva di circa 32
miliardi di tonnellate di dinamite.
L'epicentro del sisma è stato individuato a circa 160 km al largo di
Sumatra ad una profondità di 30 km sotto il livello del mare, all'interno del
cosiddetto Anello di fuoco una regione geografica di cui è risaputa l'elevata
sismicità.
Il terremoto ha investito direttamente circa un'area ampissima, circa 12oo km di
faglia si è incuneata sotto la placca birmana ed ha provocato l'innalzamento
verticale del fondo oceanico, creando in questo modo le condizioni
perfette per generare delle grandissime onde anomale, che in poco tempo hanno
raggiunto le coste di buona parte dell'Oceano Indiano ( viaggiavano alla
velocità di circa 800km/h), trasformandosi in micidiali tsunami.
Il terremoto è avvenuto soltanto tre giorni dopo che un violento terremoto (8,1
gradi) ha colpito una zona completamente disabitata ad ovest della
Nuova Zelanda.
Questo risulta essere il quarto terremoto più potente al mondo nella storia
della sismologia (cioè da quando si possono misurare i terremoti con metodi
scientifici).
Alcuni scienziati ipotizzano che il terremoto abbia lievemente alterato la
rotazione terrestre, mentre per altri è quasi certo che le isole Andamane e
Nicobare (vicinissime all'epicentro del sisma) si siano spostate di circa
trentasei metri.
Tutta via queste ipotesi devono ancora passare il vaglio del resto della
comunità scientifica tramite esperimenti in loco che prevedono l'utilizzo di gps,
immagini satellitari e rilevazione geofisica.
Questo è il secondo terremoto nella storia sufficientemente potente da poter
innescare le oscillazioni libere della
terra e permetterne la loro misurazione con strumenti scientifici, il primo fu
il terremoto del Cile del
1964. Le oscillazioni
libere della terra erano state previste teoricamente, ma non era mai stato
possibile studiarle direttamente prima del 1964, in quanto per poterle innescare
è necessario un terremoto talmente potente da far risuonare l'intero
pianeta, facendolo letteralmente vibrare e pulsare come un campana.
DANNI E VITTIME
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Il terremoto ha scatenato
numerosi tsunami che hanno colpito le coste dell'intero Oceano Indiano, Africa
compresa.
Il numero accertato delle vittime è di circa 226.000 esseri umani, mentre circa
5milioni di persone furono sfollate. Secondo le organizzazioni umanitarie un
terzo delle vittime
era costituito da bambini, mentre numerosi sono stati i morti anche tra i
turisti stranieri che si trovavano lì in villeggiatura.
Infatti specialmente la
Thailandia
(basti pensare che Phuket island è una delle più rinomate aree
turistiche della zona)
Gli tsunami sono piuttosto frequenti nell'Oceano Pacifico, dove le popolazioni
ed i governi sono preparati ad un'immediata evacuazione in caso di
maremoto; nell'Oceano Indiano al contrario l'ultimo tsunami paragonabile a
questo avvenne nel 1883, in seguito dell'eruzione e dell'esplosione del vulcano
Krakatoa, quindi i governi dei paesi erano del tutto impreparati a questo tipo
di catastrofe, infatti questa potrebbe essere una delle cause principali
dell'elevatissimo costo di vite umane.
Alcuni storici hanno già ipotizzato che questo potrebbe essere il più costoso
tsunami in termine di vite umane a memoria d'uomo.