Vista del lato ... del Partenone ad Atene

 

Piramide di Cheope Partenone di Atene Tempio di Atena  a Paestum

 

 


I resti degli antichi templi classici evocano ancora un senso di equilibrio, armonia e perfezione, che ci incanta con il ritmo delle loro proporzioni.

E' il risultato di un'organica concezione estetica che ispirò ogni espressione artistica della popolazione ellenica.

Purtroppo, nonostante la quantità notevole di opere pervenuteci, molte delle quali anche in ottime condizioni, conosciamo molto poco della teoria estetica che si trova alla loro base, a causa della mancanza di una chiara testimonianza grafica o letteraria, e di una spesso superficiale e incompleta lettura del De Architectura di Vitruvio, l'unico trattato di architettura pervenutoci dagli antichi.

E’ necessario allargare l’analisi al panorama culturale che si era venuto a creare in Grecia per comprendere più chiaramente la nascita del concetto di ‘proporzione’ (in greco ¢nalog…a): esso nacque nel contesto della dottrina matematica, introdotta in Grecia da Pitagora di Samo quando, agli albori della filosofia occidentale, la visione mitologica incontrava l’interpretazione razionale nella ricerca del principio unico e universale (¢rcÁ) all’origine del tutto.

La civiltà greca classica tentò di unificare tutte le arti e le scienze secondo rapporti armonici inerenti all’universo; in ogni campo di studio ogni individuo aveva un posto unico nella gerarchia di tutti gli individui. I rapporti gerarchici fra gli individui rispecchiavano i principi matematici, e in particolare la proporzione divina.

Dallo studio delle leggi numeriche che regolavano l’armonia musicale la scuola pitagorica scoprì alcuni principi morfologici di carattere generale, che divennero presto i principi compositivi di ogni tipo di arte, sopra tutte quella che si occupava della costruzione degli edifici sacri. E’ quanto ci suggerisce l’analisi proporzionale di opere come il Partenone di Ictino (nel campo dell’architettura), o il Diadumeno di Policleto (che va ad inserirsi nell’ambito della scultura), correlate da una comune intenzione estetica, di natura matematica.

Mediante l'analisi della tecnica progettuale e del significato estetico dell’edificio sacro, e mediante la lettura del trattato di Vitruvio in chiave per così dire ‘pitagorica’, siamo in grado di trovare chiare indicazioni sulla teoria delle proporzioni che caratterizzò l' architettura greca fino al periodo ellenistico.

Gli antichi architetti dovevano realizzare la Summetr…a ("accordo delle misure") mediante il ripetersi di certi rapporti proporzionali privilegiati, che avrebbero prodotto e caratterizzato l'effetto di EÙritm…a ("armonia") tra le lunghezze , le superfici e i volumi dell' edificio, sia nella sua interezza sia nelle sue singole parti. Le tecnica compositiva era quella dei tracciati regolatori, delle raffinate costruzioni geometriche che partivano da una forma iniziale, il quadrato, per individuare, con semplici proiezioni e ribaltamenti, tutte le linee principali dell’edificio, nella pianta e negli alzati.

Il fine era sempre quello di conferire agli edifici l'idea di equilibrio e perfezione, di raggiungere l’Armonia universale, intesa come "unificazione della molteplicità frammista e messa in concordanza del discordante" (Filolao, Fr.B 10 DK), ossia come perfetto equilibrio tra l’opposizione dei principi.

E proprio in questo contesto viene a collocarsi il grande uso da parte degli antichi della sezione aurea nei templi e, più in generale, nell' architettura.

Servendosi di riga e compasso, i geometri greci erano in grado di determinare la sezione aurea di un segmento (v. geometria).

Nel Timeo Platone sostiene che i tre termini di una proporzione divina - il più grande (la linea intera), quella di mezzo (il segmento più lungo) e la più piccola (il segmento più corto) - sono "tutti di necessità gli stessi, e, poichè sono gli stessi, non sono che uno".

In una progressione di divine proporzioni, ogni parte è un microcosmo, o modello minuscolo, di tutto l’insieme.

Gli architetti e gli artisti greci facevano grande uso dei rettangoli aurei (v. geometria). Se da un rettangolo aureo si taglia poi un quadrato, anche il rettangolo che rimane è un rettangolo aureo. Questi rettangoli aurei erano usati per disegnare la pianta del pavimento e della facciata dei templi: ad esempio il Partenone, sull’Acropoli di Atene.