Nel nostro excursus circa la ricorrente applicazione della sezione aurea nella scultura intendiamo mettere in rilievo lo stretto legame che vi è tra il lavoro del matematico e quello dell'artista. Il matematico, come il poeta o il pittore, crea inseguendo un suo ideale estetico. La matematica viene quindi presentata attraverso uno dei suoi aspetti meno noti, quello della bellezza, del suo connubio con l'arte e la scultura in particolare.Pitagora diceva: "se il numero è ordine, come accordo di elementi illimitati e illimitanti, e se tutto è determinato dal numero, tutto è ordine".
In questo percorso prenderemo in esame alcuni capolavori scultorei prodotti da due civiltà mediterranee che nella loro vastissima produzione artistica si sono servite di questo canone: gli Egizi e i Greci. GLI EGIZIANI Ars sine Scientia nihil est: larte senza la Scienza è nulla. La celebre frase fu pronunciata nel 1399 dal Maestro Giovanni Mignot, architetto parigino, chiamato a Milano per valutare lopera della fabbrica del Duomo. Si accese una disputa con le maestranze locali sulle proporzioni da dare ai contrafforti in rapporto al tipo di pietra usata, e nel corso della disputa il Maestro Mignot pronunciò questa celebre frase, in cui «arte» significa tecnica e «scienza» indica la geometria. Mignot non intendeva certo affermare nulla di nuovo, si limitava a ribadire una sapienza custodita da secoli che già eccheggiava nellunico frammento dello scultore Policleto che la storia ci ha restituito: «larte si ottiene con molti numeri e badando ai minimi dettagli». Lunico modo per documentare luso di teorie geometriche nellarte è
quello di impugnare squadra e compasso per individuare se lopera è frutto di un
sistema coerente. Circa la stele del re Get osserviamo che la sua limpida scansione sembra
scaturire dalla sezione aurea, che si intravede soprattutto nel rettangolo che circoscrive
il palazzo e il glifo del re: il serpente.Nella
stele, proveniente da Abido e oggi al Louvre, è iscritto il nome del re Get, della prima
dinastia e indicato col serpente, sul quale è il falco del dio Horus.In età antica,
almeno nel mondo greco, la simmetria indica solamente, che lopera è costruita con
lo «stesso metro», ovvero con lo stesso modulo. Una semplice proporzione armonica come
1:2, asimmetrica per il mondo moderno, è invece perfettamente
simmetrica nel mondo antico: perché è commensurabile con lo stesso modulo. Tra gli aspetti peculiari della stele lequilibrio dinamico, ottenuto attraverso il sapiente spostamento dellasse della composizione; il rapporto tra micro e macrocosmo, tra cielo e terra, sottolineato dalluso di rettangoli di medesime proporzioni per la stele e il palazzo del re; la sorprendente derivazione del rettangolo che circoscrive il Palazzo e il Re da due intersezioni apparentemente secondarie, che nondimeno dobbiamo considerare come «emanazioni» di Horus; infine luso della «tavola tripartita», ancor oggi gioiello del Maestro nella massoneria simbolica: segno inequivocabile che per millenni è stato uno dei segreti del mestiere. Quando ancora il mestiere era mysterium. Lanonimo scultore egizio che scolpì la stele del Re Get è partito, come è
frequente nei secoli successivi, da un quadrato. I modi di costruzione regolare del
quadrato utilizzati sono in genere due: la sua inscrizione in un cerchio, o il suo
sviluppo a partire da un lato. In questo caso è probabile che le dimensioni della stele
abbiano indotto a costruirlo dal lato CD. Proiettati due archi di cerchio con raggio pari
a CD, e due verticali da C e D, si determinano i punti A e B. Il formato della stele
risulta da una dinamizzazione di questo quadrato originario ABCD: puntando il compasso in
C e D con raggio CA e DB si determinano i punti F ed E di un rettangolo in radice di 2
(dora in poi V2): se assumiamo che il quadrato abbia misura 1, la sua diagonale, per
il teorema di Pitagora, sarà pari a V2 . Poiché il rettangolo EFCD ha come lato minore
quello del quadrato, e come maggiore la proiezione della diagonale, è detto
rettangolo V2. Sorprendente è il sistema dindividuazione del rettangolo, su cui poggia Horus, con il Palazzo Reale e il serpente. Dallintersezione dellarco BE con la diagonale DF del rettangolo V2, lo scultore ha tratto il punto H, e il punto I dalla intersezione dellaltra diagonale CE con il lato AB del quadrato di base. H e I, proiettati su CD, determinano i punti M ed N dai quali lo scultore ha ricavato il quadrato STMN. Questo quadrato è stato dinamizzato col medesimo sistema: puntando su M ed N con raggio MS ed NT, ha ottenuto il rettangolo V2 UVMN. Quindi con le diagonali MU ed NV ha determinato il rettangolo XYMN V3 che circoscrive Palazzo e Re. Sullasse UV del rettangolo V2 è stato impostato il serpente. Lanalogia non è casuale: sia il glifo del re Get, rappresentato dal serpente, sia Horus, suo omologo celeste, sono impostati sul rettangolo V2. La corrispondenza tra cielo e terra non potrebbe essere più netta. Lo scultore utilizza anche la «tavola tripartita», ovvero il sistema di divisione tripartito dei lati dun quadrato che genera una scacchiera di nove caselle. Il quadrato minore ABCD, diviso dalle due diagonali CA e DB, viene scandito dalle oblique che congiungono langolo con la mediana del lato opposto, come per esempio BE ed EC. Lintersezione di queste oblique con le due diagonali consente di individuare quattro punti che possono essere attraversati da due coppie di segmenti paralleli. In questo caso ci siamo limitati a segnare le due parallele verticali e lorizzontale superiore. Su questa sarrestano gli sgusci delle colonne, mentre le due verticali vengono usate per scandire il ritmo delle tre colonne. Lampiezza della maggiore è pari al terzo centrale del quadrato ABCD. I GRECI Fra gli artisti chiamati da Pericle ai lavori pubblici, Fidia,figlio di Carmide, scultore ingegnere architetto genio artistico fra i più completi è quello di maggiore prestigio. La sua gloria è affidata al Partenone, il tempio di Atena eretto con la sua collaborazione, da Ictino e Callicrate. L'edificio ancora conserva, nonostante le distruzioni e le spoliazioni, tutto il fascino che gli viene da una struttura equilibrata e proporzionata, in un miracoloso accordo di misure geometriche esatte e di un'ispirazione libera da regole fisse, viva, naturale. E' come se l'architettura si tramutasse in scultura per variare armoniosamente di effetti con il variare della luce. E ciò appunto è il messaggio e la conquista dello spirito Greco: armonia del vero e dell'ideale, di ciò che è momentaneo e di ciò che dura, del senso e dello spirito; le emozioni e i sentimenti vivono e mantengono il loro valore accanto al valore immortale della ragione e dell'idea. Il Partenone il più celebre monumento dell'architettura Ellenica contiene molti rettangoli aurei e le stesse proporzioni auree si riscontrano nelle statue in esso presenti. Esempio significativo sono le Korai dell'Eritteo.
Policleto, indicò come ideale supremo da perseguire la simmetria anatomica della figura umana, maschile e femminile, equilibrata nelle sue parti. Ignorando la lezione di Fidia e l'intensa carica emotiva espressa dalla sua opera,egli scrisse addirittura un canone in cui dava le misure perfette e assolute della figura umana: questa era concepita salda , atletica, armoniosa, con la testa piccola e la fronte larga, nella ricerca geometrica strutturale per la resa delle parti del corpo, vincolate tra loro da un rapporto dimensionale e di simmetria: la metà del corpo deve essere nellattacco delle gambe, il piede è un settimo della lunghezza del corpo, la testa un ottavo, e la faccia un decimo. Il risultato, dice in un frammento rimasto di quest opera letteraria Policleto, dipende da una piccolezza decisiva in mezzo ai rapporti di proporzione. La statuaria antica risente dell'influsso di questi grandi maestri, tenendo sempre maggiormente all'equilibrio perfetto e inalterabile di ogni composizione. |