TERRITORIO
La Repubblica del Congo (dal 1969 al 1992 Repubblica Popolare del Congo, nota anche come Congo-Brazzaville, Congo Francese o più semplicemente Congo), è uno stato dell'Africa Centrale e un'ex-colonia francese. La capitale è Brazzaville.
Confina a nord con il Camerun e la Repubblica Centrafricana, a est e a sud con la Repubblica Democratica del Congo, a sud per un breve tratto con l'exclave angolana di Cabinda, a sud-ovest si affaccia sul Golfo di Guinea e a ovest confina con il Gabon.

Il territorio è dominato dal bacino del fiume Congo (o Zaire); questa regione, che costituisce l’area centrale del paese, si configura come una vasta depressione con vegetazione a savana, orlata su tutti i lati da altipiani e catene montuose, tra le quali spicca quella dei Mitumba, sul confine orientale, dove nasce il fiume Ubangi, affluente settentrionale del Congo. A sud-est il bacino è delimitato da un’area montagnosa, detta altopiano dello Shaba (o Katanga), che raggiunge i 1.220 m sul livello del mare, ricco di giacimenti minerari. A sud-ovest si innalza invece l’altopiano dell’Angola, dove nasce il Kasai, affluente meridionale del Congo.

Il paese è attraversato da numerosi fiumi, le cui valli sono coperte di fitta vegetazione; impenetrabili foreste equatoriali occupano le regioni orientali e nordorientali, la più vasta delle quali, chiamata con vari nomi (Ituri, Great Congo, Pygmy, Stanley) con i suoi 65.000 km² si estende a est, dalla confluenza dei fiumi Aruwimi e Congo fino al lago Alberto; in quest’area, sul confine con l’Uganda, si trova il massiccio del Ruwenzori, con la sua vetta più alta, il monte Margherita (5.109 m).

CLIMA
Fatta eccezione per la zona degli altipiani, il clima del paese è caldo-umido, con temperature medie di circa 27 °C nella depressione centrale e punte estreme in febbraio, il mese più caldo in assoluto; sopra i 1.500 m la media scende a 19 °C. Le precipitazioni raggiungono una media annua di 1.520 mm al nord e 1.270 mm al sud, con frequenze abbondanti, tra aprile e novembre, a nord dell’equatore e, tra ottobre e maggio, a sud.

FLORA E FAUNA
Ricca e molto diversificata si presenta la vegetazione: la palma da olio e l’albero della gomma sono molto diffusi, così come il banano e la palma da cocco. Numerose sono le specie dal legname pregiato, tra cui teak, ebano, cedro africano, mogano, iroko.
Particolarmente varia e abbondante è la fauna, tra cui si annovera il leone, l’elefante, il leopardo, lo scimpanzé, il gorilla, la giraffa, l’ippopotamo, la zebra, il bufalo e varie specie di rettili e di uccelli; numerosissimi gli insetti, molti dei quali portatori di malattie endemiche, come la mosca tse-tse e la zanzara Anopheles, che trasmette la malaria.

PROBLEMI E TUTELA DELL'AMBIENTE
Nella Repubblica del Congo solo l’1,6% (2003) del territorio è destinato all’agricoltura. La produzione agricola, nonostante l’espansione in atto negli ultimi decenni, non è stata in grado di tenere il passo con il rapido aumento demografico, cosicché il paese continua a dipendere fortemente dalle importazioni di derrate alimentari. Circa i tre quinti del territorio del paese sono ricoperti da foreste, che ospitano una ricca varietà di animali e di piante, tuttavia solo il 14,1% (2007) è zona protetta. La disponibilità di acqua potabile si è triplicata nelle aree urbane a partire dal 1980, ma lo stato d’indigenza è ancora molto grave nelle zone rurali e a ciò si aggiunge il problema dell’inquinamento dell’aria dovuto ai gas di scarico dei veicoli.

POPOLAZIONE
Nel 2008 la popolazione era di 3.903.318 abitanti, con una densità media di 11 unità per km². La popolazione è composta da cinque etnie, delle quali la più numerosa, pari al 50% del totale, è quella dei bakongo, che occupa i territori nei pressi e a sud-ovest di Brazzaville; il gruppo dei bavili vive sulla costa, quello degli mboshi nella zona di passaggio dalla savana alla foresta nella parte settentrionale del paese, quello dei sangha nelle foreste del nord; nella regione settentrionale vive anche un numero limitato di pigmei, quasi del tutto scomparsi dalle altre regioni.

LINGUA E RELIGIONE
La lingua ufficiale è il francese; sono tuttavia diffusi numerosi idiomi locali, come il lingala e il kikongo, appartenenti al ceppo bantu. Le religioni principali sono quella cattolica e quella animista; circa il 10% della popolazione è protestante, e il 3% musulmano.


Due bambine vestite a festa poco prima della cerimonia durante la quale saranno mutilate
dall'orrenda pratica dell'infibulazione.

CITTà PRINCIPALI
Il 54% (2005) della popolazione vive in aree urbane. La capitale, Brazzaville, è il maggior centro industriale del paese; altre città di rilievo sono Pointe-Noire, primo porto del paese, Loubomo, Nkayi, Mossendjo e Ouesso.

ISTRUZIONE
L’istruzione scolastica è gratuita e obbligatoria dai 6 ai 16 anni d’età. Nel 2005 il tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta era pari all’85,8%. L’Università Marien-Ngouabi di Brazzaville, fondata nel 1972, è l’unica del paese.

PROFILO ECONOMICO

 

 

 

 

 

ECONOMIA
Malgrado le cospicue riserve petrolifere off-shore e le strategiche strutture portuali (indispensabili per gli scambi di altri paesi della regione come il Ciad e la Repubblica Centrafricana), l’economia del paese, frenata prima da una confusa nazionalizzazione e poi afflitta dalla guerra civile, è in gran parte da ricostruire. Dal 1994 il Congo ottenne aiuti dal Fondo monetario internazionale (FMI) e dalla Banca Mondiale per attuare dei piani d’aggiustamento strutturale che, tuttavia, diedero risultati insoddisfacenti. Dal 1995 le misure d’austerità imposte dal governo provocarono forti ondate di scioperi, soprattutto tra i dipendenti pubblici. La disorganizzazione del paese si accentuò dal 1998, quando riesplose la guerra civile. Negli ultimi anni la relativa stabilizzazione della vita politica ha consentito una modesta ripresa dell’economia. Nel 2006 il prodotto interno lordo era di 7.385 milioni di dollari USA, pari a 2.001,80 dollari USA pro capite.

SETTORE PRIMARIO
Il 49% (1990) della popolazione trae sostentamento dall’agricoltura, spesso condotta con metodi primitivi; i prodotti destinati all’esportazione vengono invece coltivati con sistemi più moderni nelle piantagioni della valle del Niari.


Una donna prepara il pasto per la sua famiglia. La maggioranza della popolazione di questo paese è ancora legata a
usanze tradizionali in occupazioni domestiche come questa; il piatto più comune consiste in una zuppa di cereali con
radici di manioca.

I prodotti esportati includono noci di cocco, canna da zucchero, arachidi, tabacco, caffè, cacao, banane e, in misura minore, manioca, mais, patate dolci e riso. Il comparto agricolo forniva, nel 2006, il 4,2% del PIL. La grande rilevanza commerciale della silvicoltura e le malattie causate dalla mosca tse-tse hanno recentemente ridotto la diffusione dell’allevamento. Una delle principali ricchezze del paese è costituita dal patrimonio forestale, dal quale si ricavano considerevoli quantità di legname pregiato, destinato in gran parte all’esportazione.

 SETTORE SECONDARIO
Il settore minerario, poco rilevante fino all’inizio degli anni Settanta, è aumentato di importanza dopo la scoperta di giacimenti di petrolio (per la cui estrazione sono state realizzate 26 piattaforme off-shore) che è oggi di gran lunga il principale prodotto d’esportazione (87,6% sul totale delle esportazioni) e contribuisce in modo fondamentale alle entrate del paese. Dal 1976 è attiva a Pointe-Noire una raffineria. Nel paese si estraggono inoltre gas naturale, piombo, zinco, oro, fosfati, bauxite e ferro.

L’industria manifatturiera occupa il 15% (1990) della forza lavoro e produce perlopiù beni di largo consumo; i settori principali sono quello alimentare e della lavorazione di tabacco e legname; nel paese sono inoltre attivi stabilimenti tessili, cementifici, calzaturifici e impianti per la produzione di sapone. Nel 2006 il settore industriale forniva il 73,5% del PIL.


Foto rappresentante persone alle prese con delle pratiche per cercare l'oro

SETTORE TERZIARIO
Il paese esporta soprattutto petrolio e, in misura minore, prodotti agricoli e legname; le importazioni riguardano macchinari, attrezzature e generi alimentari. Nel 2000 il valore totale delle esportazioni fu di 2.091 milioni di $ USA, a fronte di importazioni per 930 milioni di $ USA. I maggiori partner commerciali sono i paesi che fanno parte dell’Unione economica e commerciale dell’Africa centrale (Camerun, Repubblica Centrafricana e Gabon), ma sono sviluppati anche i rapporti commerciali con Francia e Stati Uniti.

L’unità monetaria del paese è il franco CFA, emesso dalla Banca centrale della Comunità finanziaria africana per gli stati dell’Africa centrale, con sede a Yaoundé (Camerun). Brazzaville è il centro economico e finanziario maggiormente sviluppato nell’area della Zona del franco dell’Africa centrale.

Anche se interrotto da rapide e cascate, il fiume Congo con i suoi affluenti è il principale asse di comunicazione del paese; le vie fluviali sono navigabili per più di 4.300 km e compensano in parte lo scarso sviluppo stradale e ferroviario. Il principale tronco ferroviario è la strada ferrata Congo-Oceano (510 km), che collega Brazzaville a Pointe-Noire; un’altra linea privata, lunga 286 km, mette in comunicazione la ferrovia principale con il centro minerario di Moanda in Gabon. La rete stradale, asfaltata per il 5% (2004), è lunga circa 17.289 km ed è più estesa nella parte meridionale del paese. Le comunicazioni internazionali sono assicurate dagli aeroporti di Brazzaville e Pointe-Noire.

ORDINAMENTO DELLO STATO
Sottoposto a una lunga colonizzazione prima portoghese e poi francese, il paese diventò indipendente il 15 agosto 1960. Per diversi anni fu governato da un regime a partito unico di ispirazione marxista-leninista. Nel 1991 diventò formalmente una repubblica democratica parlamentare, ma il paese venne sconvolto da una lunga e violenta guerra civile. Secondo la nuova Costituzione, approvata nel 2002, il presidente della Repubblica, eletto a suffragio universale ogni sette anni, è anche capo del governo. Il potere legislativo spetta a un Parlamento bicamerale, costituito da un’Assemblea di 153 membri (rinnovata ogni cinque anni) e di un Senato di 66 membri (rinnovato ogni sei anni).
Il sistema giudiziario si basa sul diritto francese e sulle consuetudini locali. È in vigore la pena di morte, ma da più di due decenni non vengono eseguite sentenze capitali.
Le vita politica del paese è dominata dal Partito congolese del lavoro, l’ex partito unico. Sono presenti nel Parlamento diverse formazioni minori, tra cui il Movimento congolese per la democrazia e l’Unione panafricana per la socialdemocrazia.

STORIA
Nella regione sono state rinvenute tracce di insediamenti umani risalenti al 7000 a.C. Nel periodo seguente vi si insediarono popolazioni seminomadi che praticavano la metallurgia. Più tardi apparvero i pigmei e, intorno agli albori della nostra era, i bantu, che ebbero una grande influenza sulle altre popolazioni e sugli sviluppi politici ed economici della regione.

Nel 1482 il portoghese Diogo Cão, risalendo il corso del fiume Congo, si imbatté in due grandi regni: quello di Loango, esteso a nord e a est del fiume, e quello di Kongo (di cui il primo era vassallo), che controllava i territori alla foce del Congo e quelli a sud del fiume Kwanza. La colonizzazione portoghese, la tratta degli schiavi, le guerre e l’opera di conversione forzata dei missionari cattolici indebolirono i due regni, provocandone la crisi verso la seconda metà del XVI secolo. Il XVII secolo vide lo sviluppo, tra le popolazioni nere, di movimenti messianici di tipo sincretistico, che si posero spesso alla testa di tentativi di ribellione. Il più importante di essi nacque nella seconda metà del Seicento sotto la guida della sacerdotessa Kimpa Vita, detta anche Dona Beatrice, che traeva la sua ispirazione dalla figura di sant’Antonio da Padova. Sostenitrice della restaurazione del regno del Kongo, fu catturata dai portoghesi nel 1705 e bruciata sul rogo l’anno seguente. Il periodo successivo vide la nascita di piccoli e fragili stati, privi di reale autonomia e spesso in lotta tra loro.

L’italo-francese Pietro Savorgnan di Brazzà esplorò la regione tra il 1879 e il 1880; egli stipulò con i re locali una serie di trattati che posero tutto il territorio congolese sotto la protezione della Francia. Parigi negoziò i limiti del territorio del Congo nella conferenza di Berlino (1884-1885), durante la quale le potenze europee si spartirono l’Africa. Nel 1890 la Francia aprì il paese alle compagnie concessionarie, che improntarono il loro intervento al più brutale sfruttamento. Tra il 1890 e il 1910 più di 300.000 persone morirono a causa delle inumane condizioni di lavoro (soprattutto durante la costruzione della ferrovia Brazzaville-Pointe Noire, che collegava la capitale all’oceano Atlantico). Nel 1927 la pubblicazione in Francia del libro Viaggio al Congo di André Gide suscitò un grosso scandalo e portò al ritiro di alcune concessioni. Agli eccessi del colonialismo la popolazione nera reagì ancora una volta con violente rivolte (puntualmente represse nel sangue) e con l’adesione a movimenti sincretisti politico-religiosi, tra i quali il più importante fu il kibanguismo (dal nome del suo fondatore, Simon Kibangu).

Nel 1903 la regione venne denominata Medio Congo e nel 1910 divenne parte dell’Africa equatoriale francese, con Brazzaville come capitale. Durante la seconda guerra mondiale la città diventò un’importante sede di France libre, e nel dopoguerra, dopo l’annuncio della decolonizzazione che il generale Charles De Gaulle vi fece, fu il simbolo dell’indipendenza africana. In seguito al referendum del 28 settembre 1958, il Medio Congo ottenne l’indipendenza, proclamata il 15 agosto del 1960, con il nome di Repubblica del Congo.

I primi anni successivi all’indipendenza furono caratterizzati da una profonda instabilità politica; il primo presidente, l’abate Fulbert Youlou, fu rovesciato da una sommossa popolare nel 1963 e sostituito da Alphonse Massemba-Débat. La disastrosa situazione economica e sociale ereditata dalla Francia e il turbolento contesto politico regionale – segnato dalla guerra nella vicina Repubblica indipendente del Congo – accentuarono l’instabilità politica del paese, che si avvicinò alla Cina comunista.

Nel 1968 un colpo di stato rovesciò Massemba-Débat. L’anno seguente un nuovo colpo di stato segnò l’inizio di un lungo periodo di dominio militare. Il capitano Marien Ngouabi, nominato alla presidenza, impresse alla sua politica un’impronta socialista. Ngouabi costituì un nuovo partito, il Partito congolese del lavoro, creò organizzazioni di massa sul modello sovietico e cinese, e nel 1970 cambiò il nome del paese in Repubblica popolare del Congo. Ngouabi fu assassinato nel 1977; gli succedette il generale Joachim Yhombi-Opango, che conservò sia le relazioni con il mondo comunista, sia quelle con la Francia, tentando di introdurre una forma di politica economica mista.

Yhombi-Opango venne a sua volta rovesciato, nel 1979, dal colonnello Denis Sassou Nguesso, che nel 1981 firmò un trattato di amicizia e di cooperazione con l’Unione Sovietica. Durante il governo di Nguesso, rieletto nel 1984 e nel 1989, la situazione economica e sociale del paese si deteriorò ulteriormente e comparve una forte opposizione.

Indebolito sia dalla crescita dell’opposizione sia dalla perdita di sostegno all’interno dell’esercito, nel marzo del 1991 Nguesso promulgò una nuova Costituzione che introdusse il multipartitismo e restaurò la precedente denominazione di Repubblica del Congo.

Nelle elezioni presidenziali dell’agosto 1992 Nguesso fu sconfitto da Pascal Lissouba e il Partito congolese del lavoro, che aveva dominato la scena politica fino a quel momento, perse il potere. Lissouba venne tuttavia contrastato da una violenta opposizione e, dopo pochi mesi, fu costretto a richiamare alla guida del governo il generale Joachim Yhombi-Opango.

Tra il 1993 e il 1994 il paese fu scosso da un violento conflitto e Brazzaville divenne il teatro dello scontro armato tra i sostenitori del presidente Lissouba, di Nguesso e di Bernard Kolelas, leader del principale movimento dell’opposizione. Nel tentativo di trovare una soluzione alla grave crisi, nel 1995 il governo di Yhombi-Opango accolse quattro membri del movimento di Kolelas. Il conflitto riprese però nel 1997 tra le forze fedeli a Lissouba e le milizie di Nguesso, che infine si imposero, con il sostegno determinante dell’Angola, dopo quattro mesi di violenti scontri che devastarono la capitale Brazzaville. La costituzione di un debole governo di unità nazionale non impedì la ripresa del conflitto, che coinvolse pesantemente la popolazione civile, soprattutto nel sud del paese.

Dopo un accordo di cessate il fuoco firmato nel dicembre del 1999, nel marzo 2000 si tenne a Brazzaville, sotto l’egida del presidente del Gabon Omar Bongo, una conferenza nazionale tra i rappresentanti del governo in carica e quelli delle opposizioni, che avviò un processo di riconciliazione nazionale e il progetto di una nuova Costituzione. Alla conferenza non furono tuttavia autorizzati a partecipare i due leader dell’opposizione, Lissouba e Kolelas (i quali, riparati all’estero, vennero condannati in contumacia il primo alla pena di morte e il secondo a vent’anni di prigione ma poi graziato nel 2005). In seguito agli accordi il governo di Brazzaville poté ristabilire le relazioni internazionali, ottenendo anche la ripresa dei finanziamenti. I negoziati con il Fondo monetario internazionale (FMI) e con la Banca Mondiale portarono, nel maggio 2002, alla definizione di un nuovo programma di aggiustamento strutturale, volto a ricostruire il paese e a stabilizzarne l’economia.

Nel gennaio 2002 una nuova Costituzione fu approvata tramite referendum con l’88% dei voti. Nelle successive elezioni presidenziali di marzo il presidente uscente Denis Sassou Nguesso fu confermato alla carica con circa il 90% dei suffragi. Nelle elezioni legislative di maggio-giugno il Partito congolese del lavoro di Sassou Nguesso si aggiudicò la maggioranza dei seggi dell’Assemblea. Entrambe le elezioni registrarono l’assenza dei due principali leader dell’opposizione, Pascal Lissouba e Bernard Kolelas, e vennero boicottate da una cospicua parte delle opposizioni.

Nella primavera del 2002, tra le forze governative e quelle ribelli dette “ninja”guidate da Pastor Ntumi e vicine a Kolelas, scoppiarono nuovi scontri, che si protrassero fino alla proclamazione di una tregua nel marzo 2003. Tra i motivi del conflitto giocò ancora un ruolo importante il controllo del traffico illegale dei diamanti, che nel 2004 costò alla Repubblica del Congo l’espulsione dal Kimberley Process.

Nell’ottobre 2006, i resti di Pietro di Brazzà vengono trasferiti da Algeri a Brazzaville e deposti dopo una solenne cerimonia in un mausoleo appositamente realizzato. La Repubblica del Congo onora così il fondatore della città e uno dei pochi protagonisti pacifici della vicenda colonialista africana.

Nel giugno 2007 Pastor Ntumi sottoscrive un accordo di pace che pone fine a un lungo conflitto civile. Nell'elezioni legislative che si svolgono tra giugno e agosto si afferma nuovamente il Partito congolese del lavoro del presidente Sassou Nguesso.