Cartina del Sudan |
SCHEDA PAESE
Forma di governo: repubblica
Indipendenza: 1/1/1956 (indipendenza anglo-egiziana)
Superficie: 2.503.890
Popolazione: 24.940.683 (cens. 1993)
Capitale: Khartoum
Altre città: Wau, Wad Medani, El Kasher, Juba, El Obeid, Malakal, Kassala,
Ed Damer
Moneta: dinaro sudanese (100 piastre)
Lingua: arabo
Religione: musulmani 73%, animisti 16,7%, cristiani 8,2%
-FLORA E FAUNA
La vegetazione, scarsa
nelle aree desertiche, copre le regioni centrali e le valli fluviali con
estese foreste equatoriali sui rilievi. Abbondano vari tipi di acacia,
baobab, mogano, ebano e altre varietà di legname pregiato; molto diffusi
sono anche il papiro, il ricino e il ficus. Le foreste occupano
il 27% (2005) della superficie territoriale.
La
fauna abita le pianure e le regioni equatoriali, con abbondanza di
mammiferi, come la giraffa, il leopardo, la gazzella; di scimmie, tra
cui il babbuino; di rettili, alcuni dei quali velenosi. I corsi fluviali
sono il regno dell’ippopotamo e del coccodrillo. La fascia equatoriale è
infestata da insetti, tra cui la temibile mosca tse-tse, e nella maggior
parte del territorio abbondano zanzare portatrici di malaria.
Ippopotamo |
-TERRITORIO E IDROGRAFIA
Il territorio è per lo
più pianeggiante. Vi sono alcune montagne nell'estremo sud. Il nord è
prevalentemente desertico. Con i suoi due rami che confluiscono a
Khartoum, il Nilo Azzurro e il Nilo Bianco, e i loro tributari, il Nilo
caratterizza in modo determinante la morfologia del paese.
Suggestive cascate del Nilo Azzurro |
-CLIMA
Il Sudan ha un clima
tropicale continentale, con minime variazioni sulla costa dovute
all’influsso climatico del Mar Rosso.
-LINGUA E RELIGIONE
Lingua ufficiale e più
diffusa è l’arabo, anche se viene comunemente parlato l’inglese, oltre a
numerosi idiomi indigeni. La maggioranza degli abitanti (73%) è di fede
musulmana; nelle regioni meridionali vengono praticati riti animisti
(17%) ed è presente una consistente minoranza di cristiani cattolici. La
popolazione del nord è in prevalenza musulmana sunnita, una forma di
islamismo fortemente influenzata dalle religioni tradizionali,
preislamiche.
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-CULTURA
Il territorio sudanese secondo gli esperti fu abitato
fin dalla notte dei tempi da popolazioni preistoriche specialmente nella
valle del Nilo Azzurro.
Sede del famoso regno di Nubia fu successivamente influenzato ed in
parte integrato in quello egiziano dei faraoni. Oggetto di esplorazioni
romane ed arabe fin dal III secolo fu visitato dai credenti cristiani
che vi introdussero il loro credo, ma dal VII secolo dall’Arabia arrivò
l’islam che in breve tempo divenne la religione più praticata in Sudan.
Questa si legò alla nuova classe dirigente semita determinando
l’identità sociale e culturale dei successivi regni che per i secoli
successivi si avvicendarono nell’amministrazione del territorio.
Nel XIX secolo, tra il 1820 ed il 1840, le truppe egiziane conquistarono
il Sudan e ne fecero una provincia. Mezzo secolo dopo intorno alla
carismatica figura del mahdi si compì un tentativo di ribellione sociale
e religiosa che ebbe il culmine con la presa di Karthoum, nel 1885, e la
nascita di una nuova realtà politica a carattere religioso e teocratico.
Nel 1898 le forze anglo-egiziane riuscirono a rovesciare il governo del
mahdi e riprendere il territorio perso dieci anni presi.
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Tra i principali problemi ambientali del Sudan vi è la carenza di acqua pulita; il 70% (2004) della popolazione dispone di un rifornimento sicuro di acqua potabile. Il Sudan subisce periodiche carestie causate dalla siccità e aggravate dai numerosi conflitti civili tuttora in corso.La popolazione del Sudan cresce a un tasso del 2,13% (2008) annuo e l’espansione degli insediamenti umani minaccia le foreste del paese. I combustibili tradizionali come la legna forniscono il 75,1% (1997) dell’approvvigionamento energetico del Sudan e la domanda di carbone di legna ha comportato l’abbattimento di molte foreste sudanesi. La deforestazione, l’eccessivo sfruttamento dei pascoli e le scarse pratiche di gestione del territorio accelerano il processo di desertificazione, mentre il Sahara invade terreno precedentemente coltivabile e coperto di boschi. Il governo ha designato come aree protette il 4,7% (2007) del suo territorio, anche se il bracconaggio minaccia le popolazioni di animali in tutto il paese. Il Sudan ha ratificato accordi internazionali a tutela della biodiversità, delle specie in via d’estinzione e dell’ozonosfera, e ha firmato trattati che limitano gli esperimenti nucleari.
Il Sudan è un paese
martoriato dalla guerra e riassume in sé molte caratteristiche dell'area
del Mar Rosso, con la presenza di elementi di cultura a tratti tribale,
a tratti araba e musulmana. E' lo stato più esteso del continente
africano e confina con ben 9 stati, oltre che con il Mar Rosso.
All'interno del suo territorio, come accade spesso in Africa, convivono
molti gruppi etnici, e questa convivenza è eredità del periodo
coloniale, quando i territori delle nazioni africane erano definiti a
tavolino, senza rispetto dei popoli e delle culture. Nel paese è
possibile notare una differenza netta, tra un nord arabo e musulmano e
un sud prevalentemente composto da popolazioni nere, alcune delle quali
praticano culti animasti, mentre altre seguono la religione cristiana.
Il Sudan oggi occupa i
luoghi che in passato videro la nascita della civiltà della Nubia,
precedente persino a quella degli antichi Egizi. I faraoni, gli imperi
locali come quello di Kush e una serie di regni cristiani indipendenti
si contesero il potere per secoli, ma nel XV secolo d.C. i Mammalucchi
(i turchi che governavano l’Egitto) riuscirono a sfondare le formidabili
difese della Nubia e ad imporre il predominio dell’Islam su tutta la
regione. Nel XVI secolo, il regno di Funj era già diventato un potente
stato musulmano e Sennar, a 200km a sud della moderna Khartoum, uno dei
maggiori centri commerciali dell’Africa islamica.
Nel 1821 il vicerè d’Egitto, Mohammed Ali, conquistò il nord del Sudan e
aprì il sud alla tratta degli schiavi, decisione che ebbe risultati
devastanti. Nel giro di pochi decenni, anche l’Inghilterra incominciò ad
interessarsi al Sudan con l’obiettivo di controllare il Nilo, contenere
l’espansione della Francia, che si stava muovendo da ovest, e
incorporare il sud del paese in una federazione di stati dell’Africa
orientale sotto il suo controllo. L’intrusione europea, e in particolar
modo lo zelo dei missionari cristiani che l’accompagnava, provocò
risentimento in molti sudanesi di fede musulmana.
La rivolta scoppiò nel 1881, quando il leader religioso Mohammed Ahmed
si autoproclamò ‘Mahsi’, ovvero colui che, secondo la tradizione
musulmana, avrebbe liberato il mondo dal male. In seguito, gli
inglesi imposero l’accordo anglo-egiziano di condominio sul Sudan,
rendendolo così a tutti gli effetti una colonia inglese.
Il Sudan ottenne l’indipendenza nel 1956; il sud, però, spinto dalla
delusione per il mancato accoglimento delle sue richieste di autonomia
ben presto si ribellò, trascinando così il paese in una sanguinosa
guerra civile che sarebbe durata per 16 anni. Il Generale Ibrahim Abboud
ignorò senza esitazione i vincitori delle prime elezioni
post-indipendenza, cosa che influenzò senza dubbio l’andamento degli
anni successivi. Da quel momento in poi la guerra nel sud del paese,
momentanei exploit democratici e colpi di stato militari sono stati
presenze costanti nel panorama politico sudanese.
Nel 1969 il Colonnello Jaafar Nimeiri assunse il potere e riuscì a
mantenerlo per ben sedici anni, scampando a numerosi colpi di stato e
apportando molti cambiamenti repentini alla sua politica per aggirare
gli avversari e tenersi buoni i sostenitori. La sua decisione più
importante fu quella di firmare l’Accordo di Addis Abeba del 1972 che,
garantendo una certa autonomia alle provincia del sud, fermò la guerra
civile per più di un decennio.
Nel 1983, la pressione esercitata dai partiti islamici spinse Nimeiri a
stracciare il trattato di autonomia e ad imporre in tutto il paese la
sharia, la legge islamica. Gli effetti che questa decisione avrebbe
avuto sulle popolazioni del sud, di fede non musulmana, erano
facilmente prevedibili e infatti le ostilità rispesero quasi
immediatamente. Il comandante dell’esercito John Garang disertò per
formare il Movimento e l’Esercito Popolare di Liberazione del Sudan
(SPLM/A), che presto ottenne il controllo di quasi tutto il sud.
Il Presidente del 1999 Al-Bashir
Nimieri fu deposto nel 1985 e subito rimpiazzato da Sadiq al-Mahdi, che
era stato presidente già dal 1965 al 1969. Nel giugno 1989 ad
impadronirsi del potere fu l’attuale presidente, il Generale Omar Hassan
Ahmad al-Bashir, ma ad essere visto dai più come il vero governante era
il leader nazionalista del Fronte Nazionale Islamico (NIF), Hassan
al-Turabi. L’impronta di fondamentalismo belligerante che caratterizzava
il governo, i conflitti per motivi di confine con metà dei suoi vicini e
la presunta complicità nel tentato assassinio del presidente egiziano
nel 1995 inizialmente costarono al Sudan tutti i suoi alleati regionali.
Nell’agosto del 1998, alcuni missili statunitensi colpirono una fabbrica
farmaceutica di Khartoum erroneamente collegata ad Osama in Laden e al
programma iracheno di costruzione di armi chimiche; da allora le
relazioni tra Sudan e Stati Uniti sono molto tese, con sanzioni quasi
sempre in vigore.
Il 1999 fu un anno di svolta nella politica sudanese: a dicembre, il
Presidente Al-Bashir sciolse il parlamento, sospese la costituzione e
impose lo stato di emergenza per tre mesi, il tutto a causa di una lotta
di potere interna con Al-Turabi.
Le successive elezioni del dicembre 2000 furono boicottate dai partiti
di opposizione, che permisero ad Al-Bashir di ottenere una facile
vittoria, e nel 2001 Al-Turabi, insieme a molti altri membri del suo
partito, fu arrestato dopo aver firmato un accordo con l’SPLM/A. Nel
frattempo, in Kenya si tennero innumerevoli colloqui di pace con il sud
che però non portarono a nulla, il governo fu accusato di sfollare di
proposito probabili terreni petroliferi e il conto delle morti dovute
alle guerre interne raggiunse quasi i 2 milioni.
Dalla fine del 2001, però, la situazione generale del Sudan sembra in
via di miglioramento. L’economia si è stabilizzata e sono stati
sottoscritti numerosi accordi per garantire il cessate il fuoco nel sud;
si sta inoltre cercando di risolvere in modo pacifico il problema della
demarcazione dei confini attraverso una serie di colloqui democratici
Nel luglio 2002, è stato firmato un accordo per il cessate il fuoco tra
le fazioni in lotta che ha portato al Comprehensive Peace Agreement del
2005, con il quale si è proposto un referendum per votare l’indipendenza
del sud e la creazione di un governo condiviso
tra Bashir e l’SPLM con sede a Khartoum. Purtroppo però John Garang è
morto in un incidente con il suo elicottero poco dopo la firma di questo
accordo e il suo successore Salva Kiir (diventato vice-presidente del
Sudan e presidente del Sudan del Sud) non si è dimostrato altrettanto
efficiente nel mantenere l’accordo di pace di Khartoum.
Nomadi del Darfur |