Nome completo del paese: Repubblica democratica del Congo
Superficie: 2.345.410 kmq
 Popolazione: 60.085.004 abitanti
Capitale: Kinshasa (6.541.300 abitanti)
Popoli: Più di 200 gruppi etnici africani, in maggioranza Bantu. Quattro tribù principali (Mongo, Luba, Kongo e Mangbetu-Azande) costituiscono il 45% della popolazione.
Lingua: Francese (lingua ufficiale), Lingala, Kingwana, Kikongo e Tshiluba
Religione: Cattolica (50%), protestante (20%), islamica (10%) e altre minoranze
Ordinamento dello stato: Repubblica parlamentare
Presidente: Joseph Kabila
Primo ministro: Antoine Gizenga (2006)

La Repubblica Democratica del Congo (anche nota informalmente come Congo Belga, Congo-Kinshasa e Congo-Leopoldville) è uno Stato dell'Africa Centrale. Confina a nord con la Repubblica Centrafricana e il Sudan, a est con l’Uganda, il Ruanda, il Burundi e il lago Tanganica (che lo separa dalla Tanzania), a sud con lo Zambia e a sud-ovest con l’Angola, a ovest con l’enclave angolana di Cabinda e con la Repubblica del Congo. L’estrema propaggine occidentale del paese è uno stretto cuneo che sbocca sull’oceano Atlantico. Il paese ha una superficie di 2.344.885 km² e un’estensione costiera di 37 km. La capitale è Kinshasa.

TERRITORIO


Il territorio è dominato dal bacino del fiume Congo (o Zaire); questa regione, che costituisce l’area centrale del paese, si configura come una vasta depressione con vegetazione a savana, orlata su tutti i lati da altipiani e catene montuose, tra le quali spicca quella dei Mitumba, sul confine orientale, dove nasce il fiume Ubangi, affluente settentrionale del Congo. A sud-est il bacino è delimitato da un’area montagnosa, detta altopiano dello Shaba (o Katanga), che raggiunge i 1.220 m sul livello del mare, ricco di giacimenti minerari. A sud-ovest si innalza invece l’altopiano dell’Angola, dove nasce il Kasai, affluente meridionale del Congo.
Il paese è attraversato da numerosi fiumi, le cui valli sono coperte di fitta vegetazione; impenetrabili foreste equatoriali occupano le regioni orientali e nordorientali, la più vasta delle quali, chiamata con vari nomi (Ituri, Great Congo, Pygmy, Stanley) con i suoi 65.000 km² si estende a est, dalla confluenza dei fiumi Aruwimi e Congo fino al lago Alberto; in quest’area, sul confine con l’Uganda, si trova il massiccio del Ruwenzori, con la sua vetta più alta, il monte Margherita (5.109 m).

 ORDINAMENTO DELLO STATO
Già colonia belga con il nome di Congo Belga, il paese proclamò l’indipendenza il 30 giugno del 1960 ma il primo governo legittimo, guidato da Patrice Lumumba, fu travolto dallo scoppio della guerra civile e abbattuto nell’arco di poche settimane. Dal 1965 il paese fu sottoposto a un regime dittatoriale a partito unico e nel 1971 fu ribattezzato Zaire. Assunto il nome attuale nel 1997, il Congo è in seguito precipitato in una guerra civile che ha visto la partecipazione degli eserciti di diversi paesi della regione. Alla fine del 2002 sono iniziate complesse trattative che hanno portato al ritiro di gran parte delle forze straniere, all’adozione di una Costituzione di transizione e a un governo di unità nazionale.
La nuova Costituzione, entrata in vigore nel febbraio 2006, prevede un sistema semipresidenziale fortemente decentralizzato, in cui le province godono di ampia autonomia. Il presidente, eletto ogni cinque anni a suffragio universale, nomina il primo ministro e, su proposta di quest’ultimo, i ministri. Il Parlamento si compone di un’Assemblea nazionale di 500 membri e di un Senato di 120 membri, rinnovati ogni cinque anni a suffragio universale. Al vertice del sistema giudiziario vi sono una Corte costituzionale e una Corte d’appello. È in vigore la pena di morte.

 SUDDIVISIONE AMMINISTRATIVA
La Repubblica Democratica del Congo è suddivisa in province. Le province (fatta eccezione per quelle costituite da solo territorio urbano, come Kinshasa) sono suddivise in distretti, a loro volta costituiti da territori.  
L'ordinamento attualmente in vigore prevede una suddivisione in 11 province:

Provincia

Nome ufficiale

Popolazione

Area (km²)

Capoluogo

Bandundu

Bandundu

5.201.000

295.658

Kikwit

Basso Congo

Bas-Congo

2.835.000

53.920

Matadi

Equatore

Équateur

4.820.000

403.292

Mbandaka

Kasai Occidentale

Kasai-Occidental

3.337.000

154.742

Kananga

Kasai Orientale

Kasai-Oriental

3.830.000

170.302

Mbuji-Mayi

Katanga

Katanga

4.125.000

496.877

Lubumbashi

Kinshasa

Kinshasa

7.500.000

9.965

Kinshasa

Kivu Nord

Nord-Kivu

3.564.434

59.483

Goma

Kivu Sud

Sud-Kivu

2.837.779

65.070

Bukavu

Maniema

Maniema

1.246.787

132.250

Kindu

Orientale

Oriental

5.566.000

503.239

Kisangani

In seguito alla riforma costituzionale del 2006, il paese è suddiviso in 25 regioni amministrative, accanto alla città/provincia di Kinshasa,la quale rimane la capitale dello stato; questa nuova organizzazione territoriale entrerà in vigore entro 36 mesi della promulgazione della nuova costituzione.

 CLIMA
Fatta eccezione per la zona degli altipiani, il clima del paese è caldo-umido, con temperature medie di circa 27 °C nella depressione centrale e punte estreme in febbraio, il mese più caldo in assoluto; sopra i 1.500 m la media scende a 19 °C. Le precipitazioni raggiungono una media annua di 1.520 mm al nord e 1.270 mm al sud, con frequenze abbondanti, tra aprile e novembre, a nord dell’equatore e, tra ottobre e maggio, a sud.

 FLORA E FAUNA
La foresta pluviale della RDC non è fitta come quella della Guinea, le specie più diffuse sono gli alberi della cola, le palme da olio, varie specie di Ficus e di Coffea, molto diradate sono le piante di legno pregiato come il mogano e l'ebano. La foresta pluviale si interrompe a sud per lasciare posto, sui rilievi, alla savana e alle steppe. La savana caratterizza anche i rilievi che circondano la depressione del bacino del Congo, sulle montagne occidentali si trovano tratti di foresta lungo il corso dei fiumi. Nella parte finale del Congo sono diffuse le mangrovie e le palme del genere Phoenix spinosa, nelle aree più interne è coltivata la palma da olio.
Particolarmente varia e abbondante è la fauna, tra cui si annovera il leone, l’elefante, il leopardo, lo scimpanzé, il gorilla, la giraffa, l’ippopotamo, la zebra, il bufalo e varie specie di rettili e di uccelli; numerosissimi gli insetti, molti dei quali portatori di malattie endemiche, come la mosca tse-tse e la zanzara Anopheles, che trasmette la malaria.

 RISORSE NATURALI
La Repubblica Democratica del Congo possiede ingenti risorse minerarie, soprattutto giacimenti di cobalto, rame, uranio, oro e diamanti. La presenza di varie zone climatiche permette una produzione agricola estremamente diversificata, con estensive risorse forestali. Il fiume Congo e i suoi affluenti formano una vasta rete navigabile, che costituisce un notevole potenziale idroelettrico.

 PROBLEMI E TUTELA DELL’AMBIENTE

   

La deforestazione rappresenta il principale problema ambientale del paese; la foresta pluviale tropicale copre il 57% (2005) della superficie del paese, ma la deforestazione procede a un tasso annuo dell’1% circa. Nel 1994 l’arrivo dei profughi dal Ruanda, scampati alla guerra civile, ha intensificato il deterioramento ambientale nella parte orientale del paese.
Grazie alla grande estensione delle foreste la biodiversità in questo paese è molto ricca. In tutto sono note 450 specie di mammiferi, di cui 29 (2004) in via d’estinzione. Delle 929 specie di uccelli conosciute, 30 (2004) sono minacciate.
Il paese possiede grandi parchi nazionali che sono stati creati in primo luogo per proteggere le specie da caccia grossa; di questi, cinque sono stati designati World Heritage Sites (luoghi patrimonio dell'umanità): i parchi nazionali di Virunga, di Kahuzi-Biega, di Garamba, di Salonga e la Riserva faunistica degli okapi. Esistono anche santuari faunistici, speciali riserve di caccia e tre Riserve della biosfera che fanno parte del programma UNESCO MAB (Man and the Biosphere, l’uomo e la biosfera). Le aree protette costituiscono il 8,2% (2007) del territorio nazionale.
La Repubblica Democratica del Congo ha ratificato la World Heritage Convention, la Convenzione sul Diritto del mare e il Trattato per il Legname Tropicale del 1983 e del 1994, oltre ad altri accordi internazionali riguardanti la biodiversità, il cambiamento del clima, le specie in via d’estinzione, lo scarico dei rifiuti in mare, l’abolizione dei test nucleari e la protezione dell’ozonosfera
.

 POPOLAZIONE
Con uno dei tassi di crescita demografica più alti di tutta l’Africa, la Repubblica Democratica del Congo ha una popolazione di 68.008.922 abitanti (2008), con una densità media di 30 unità per km², distribuiti soprattutto lungo il basso corso del fiume Congo e nelle alte terre orientali. La speranza di vita nel 2008 era di 57,6 anni.
La popolazione del paese, residente in centri urbani solo per il 33% (2005), comprende più di 200 gruppi etnici, per l’80% di lingua bantu. Gruppi di origine sudanese vivono al nord; nilotici, pigmei e altre etnie sono presenti in varie zone del paese. I più numerosi sono i kuba, i bakongo, i mongo (tutti bantu) e i mangbetu-sandé (camitici). La presenza europea, piuttosto folta anche dopo l’indipendenza, è attualmente trascurabile.

 


Un bambino si gode una doccia in un centro della Repubblica Democratica del Congo

LINGUE E RELIGIONI
Da sempre la lingua ufficiale del Congo Belga è il Francese. Essa è usata come lingua etnicamente neutrale e come lingua franca di comunicazione tra i differenti gruppi etnici del paese. C'è una stima totale di 242 lingue parlate nella Repubblica democratica del Congo. Di queste, soltanto 4 hanno lo status di lingue nazionali sin dai tempi dello Stato Libero: Kikongo, nell’area tra la capitalee la costa; Lingala,lungo il fiume Congo; Tshiluba, a sud; e Swahili ad est. Il Lingala, é stata fatta lingua ufficiale dell'esercito sotto Mobutu, ma dalle ribellioni dell'esercito nell'Ovest si usa anche lo Swahili.
Circa il 75% della popolazione è cristiana, soprattutto di fede cattolica, ma numerosi sono anche i protestanti; diffusi sono i culti animisti e le forme di sincretismo religioso.

ISTRUZIONE E CULTURA
L’istruzione è obbligatoria dai 6 ai 14 anni di età; il tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta raggiunge l’89,8% (2005). Kinshasa, Lubumbashi e Kisangani sono sedi universitarie e dei principali musei del paese.

PROFILO ECONOMICO
PIL: 42,74 miliardi di dollari
PIL pro capite: 700 dollari
Tasso annuale di crescita: 7,5%
Inflazione: 14%
Settori/prodotti principali: prodotti agricoli (caffé, zucchero), legname, risorse minerarie (diamanti, zinco, rame), prodotti tessili e alimentari
Partner economici: Belgio, Stati Uniti, Finlandia, Sudafrica, Germania, Kenya, Nigeria, Francia

Estese risorse agricole, minerarie ed energetiche fanno della Repubblica Democratica del Congo uno dei paesi potenzialmente più ricchi dell’Africa. La situazione economica del paese è tuttavia disastrosa. A ciò hanno contribuito diversi fattori: la guerra civile che seguì all’indipendenza, la politica economica incoerente e l’estesa corruzione che caratterizzarono il regime di Mobutu, la nuova guerra civile scoppiata negli anni Novanta, che ha visto l’intervento di quasi tutti gli eserciti della regione e un esteso saccheggio delle risorse del paese.
Nel 2006 il prodotto interno lordo era di 8.543 milioni di dollari USA, pari a un PIL pro capite di 140,90 dollari. Nel 1994 la Banca mondiale dichiarò il paese insolvente e la Repubblica Democratica del Congo fu estromessa dal Fondo monetario internazionale. Dopo l’iperinflazione dei primi anni Novanta, caratterizzata da punte del 4.000%, negli ultimi anni il tasso d’inflazione si è mantenuto elevato, superando anche il 2.000%.

AGRICOLTURA E ALLEVAMENTO
Il 68% della forza lavoro è impiegato nell’agricoltura, settore che fornisce il 45,7% del PIL. Vaste aree del bacino del Congo sono fertili, ma solo il 3,4% (2003) del territorio viene coltivato. I prodotti principali sono batata, manioca, canna da zucchero, mais, miglio, banane, arachidi, riso, caffè, semi e fibra di cotone, caucciù. Il rendimento del settore è notevolmente sceso dopo la nazionalizzazione, negli anni Settanta del Novecento, delle imprese controllate dai bianchi.

                                                        

  L’allevamento di bovini, caprini, ovini, suini e pollame è praticato nelle zone più elevate, meno infestate dalla mosca tse-tse. Il patrimonio forestale è poco sfruttato e modesta è la pesca, finalizzata ai consumi interni.
Un immagine della città di Matadi-Kibala

RISORSE MINERARIE E INDUSTRIE
La ricchezza del paese si fonda principalmente sulle risorse minerarie, soprattutto cobalto e diamanti (per uso industriale), rame e rottami di ferro; vengono estratti inoltre uranio, stagno, oro, argento, zinco, manganese, tungsteno e cadmio. I giacimenti di petrolio scoperti al largo della costa vengono sfruttati, con piattaforme off-shore, dal 1975. L’industria è monopolizzata dal settore di trasformazione dei prodotti minerari: derivati del petrolio, cemento e acido solforico. Vi sono inoltre manifatture di tabacco, di prodotti alimentari, birra, calzature, tessili. Il comparto industriale impiega il 13% della popolazione attiva, fornendo il 27,7% (2006) del PIL annuo.

COMMERCIO E FINANZA
Il rame rappresenta la principale voce delle esportazioni e copre il 47,3% del volume totale degli scambi, seguito da diamanti (di cui il paese è il secondo produttore mondiale), cobalto (primo produttore mondiale), petrolio e caffè. Nel 2000 il valore totale delle esportazioni fu di 580 milioni di $ USA, a fronte di importazioni per 396 milioni di $ USA. Occorre tuttavia tener presente che, a causa della disorganizzazione delle istituzioni del paese e dello scarso controllo che il governo centrale ha sul territorio e sulle risorse, le statistiche ufficiali sono poco attendibili. Una grande parte delle risorse minerarie e forestali del paese sono attualmente sotto il controllo di eserciti stranieri e di milizie guerrigliere. I maggiori partner commerciali della Repubblica Democratica del Congo sono Belgio, Stati Uniti, Germania, Francia e Italia.
Il nuovo zaire, che sostituì il vecchio zaire dopo la pesante crisi economica sfociata, agli inizi degli anni Novanta, in una crescita del tasso d’inflazione al 4.000%, è stato ribattezzato franco congolese dopo la caduta del regime di Mobutu (1997).

TRASPORTO E VIE DI COMUNICAZIONE
Con 3.641 km di rete ferroviaria sono garantite le comunicazioni all’interno del paese e il collegamento con il porto di Benguela in Angola e con altri centri a est e a sud. La rete stradale, che si estende per 153.497 km, versa in condizioni precarie, contribuendo al declino delle attività agricole e commerciali. Le acque interne, soprattutto fluviali, sopperiscono in parte alla carenza di strade e ferrovie; i tratti navigabili ammontano a 13.700 km. Il Congo è navigabile dalla foce a Matadi (134 km), da dove, per arrivare a Kinshasa, si procede per ferrovia; dalla capitale il fiume è navigabile per altri 1.600 km.
immagine da modificare: piroghe lungo il fiume Congo
I porti principali sono Matadi e Boma, lungo il basso Congo, e Banana, alla foce. Nel paese ci sono cinque aeroporti internazionali e una compagnia di bandiera.

STORIA
Preistoria e medioevo
La zona che porta oggi il nome di Repubblica Democratica del Congo è popolata da circa 10.000 anni. Tra il VII e l'VIII secolo vi si insediarono tribù bantu provenienti dall'attuale Nigeria. Queste popolazioni diedero luogo a un certo numero di regni, che nel XIV secolo furono unificati nel potente Regno del Congo, che nel suo momento di massima espansione controllava un territorio che si estendeva dall'Oceano Atlantico a ovest fino al fiume Kwango a est, e dal fiume Congo a nord fino al fiume Kwanza a sud.
Nel XV secolo i Portoghesi entrarono in contatto con il Regno del Congo. Un esploratore veneziano al servizio del Portogallo, Alvise Cadamosto, tracciò nel XVI secolo una prima mappa della regione, che fu poi esplorata in modo sistematico e cartografata dall'inglese Henry Morton Stanley, che risalì l'intero tracciato del fiume Congo.
Il Regno del Congo sopravvisse al contatto con gli Europei diversi secoli, passando a tempi alterni dalla sfera di influenza del Portogallo a quella dell'Olanda e viceversa. La fine del regno fu formalizzata dalla Conferenza di Berlino del 1884-1885, in cui la regione venne assegnata al re del Belgio Leopoldo II.

Lo Stato Libero
Leopoldo fece del paese uno Stato indipendente quale sua proprietà personale, e gli diede il nome di Stato Libero del Congo, assumendo per sé il titolo di Sovrano del Congo. La popolazione indigena venne impiegata soprattutto nella raccolta di caucciù. Questa produzione fece la fortuna di Leopoldo, che in onore del Congo fece costruire molti edifici a Bruxelles e a Ostenda.
Nel XIX secolo vi furono episodi di violenza da parte di alcuni mercenari al servizio del Sovrano. Secondo alcune fonti, la mortalità e i crimini raggiunsero livelli altissimi in quel periodo. Sorsero così voci di protesta: in particolare, l'Associazione per la riforma del Congo (CRA), fondata nel 1904 dal giornalista inglese E.D. Morel, diede vita ad un grande movimento di opinione che coinvolse migliaia di persone sia in Europa che negli Stati Uniti, e a cui si unirono anche personalità come Mark Twain, Sir Arthur Conan Doyle e il diplomatico britannico Roger Casement, che in un rapporto aveva condannato i metodi praticati in Congo. La struttura governativa dello Stato Libero appariva decisamente inadeguata alle dimensioni del Paese, ormai fuori controllo, sicché nel 1908 Leopoldo II inserì il Congo nel novero delle colonie belghe, rinunciando a un impraticabile possesso privato.

Il Congo Belga
Il Congo Belga divenne così una colonia vera e propria. Questo diede origine a un forte afflusso di coloni dall'Europa, che si insediarono principalmente sulla costa. Nel 1924 la Società delle Nazioni affidò al Belgio come mandato il Ruanda-Urundi che venne annesso al Congo e ne divenne la settima provincia; la colonia aveva ormai un territorio vastissimo e ricco di risorse boschive, giacimenti di diamanti, avorio e altro.
Lo stato belga si occupò in prima istanza di applicare politiche d'intervento per la costruzione di aeroporti, ferrovie, strade. La vastità del territorio del bacino del fiume Congo da controllare portò a decentralizzare le strutture amministrative. Alcuni esponenti delle innumerevoli etnie congolesi, tra cui Simon Kimbangu, si opposero all'attività della potenza coloniale belga, mentre altri gruppi restarono molto fedeli agli europei.
Con l'avvento delle indipendenze africane causata dall'impossibilità delle potenze europee di mantenere costosissimi imperi coloniali, la situazione degenerò e le lotte intestine si moltiplicarono. Il Belgio non aveva più la capacità di gestire direttamente un territorio così vasto e complesso.

L'indipendenza
Nel 1959, dopo aver lasciato il paese per sottrarsi alla prigione, Patrice Émery Lumumba, uno dei principali protagonisti della lotta per l'indipendenza del paese, decise di partecipare alla Conferenza di Bruxelles sul Congo (20 gennaio - 20 febbraio 1960), riuscendo ad imporsi come uno dei protagonisti di primo piano.
Temendo una guerra d'indipendenza come quella che ancora infiammava l'Algeria, il governo decise di ritirarsi, concedendo l'indipendenza al Congo il 30 giugno 1960. Lumumba divenne primo ministro. Inizialmente egli valutò la possibilità di trasformare il Congo in uno stato federale, coerentemente con la complessità demografica ed etnica del territorio, ma questa ipotesi venne poi accantonata per difficoltà di carattere politico-militare.
Nel frattempo l'esercito, al cui comando erano rimasti ufficiali belgi, si fece talmente caotico che buona parte del personale di alto grado preferì ritirarsi, svuotando l'impalcatura amministrativa dell'esercito, sempre più in mano a caporioni locali.

Negli stessi anni spinte autonomistiche si manifestavano nel bacino minerario della provincia di Katanga, represse nel sangue dal governo indipendentista.
Il governo belga inviò le proprie truppe per proteggere i connazionali che rientravano proprio mentre Lumumba si rivolgeva all'ONU. La questione si inserì nel gioco della guerra fredda e Stati Uniti, con le proprie multinazionali economiche, e URSS, con le proprie multinazionali politiche, tentarono di lusingare il Congo. Lumumba appariva più orientato verso l'allineamento con l'Unione Sovietica, ma l'ingovernabilità del Congo fece sì che l'esercito prendesse il sopravvento. Emerse il colonnello Mobutu, che fece arrestare e condannare a morte Lumumba. Questi riuscì in un primo tempo a fuggire, ma, nuovamente catturato, fu infine giustiziato nel gennaio 1961.

L'era di Mobutu
Mobutu Sese Seko, già capo di stato maggiore dell'esercito nel 1961, raggiunse in breve tempo il potere assoluto. Nel 1965 destituì Joseph Kasavubu, capo di stato ormai privo d'ogni potere, inaugurando un regime lunghissimo e caratterizzato da un forte culto della personalità e da ambizioni notevoli in politica estera. Già nel 1965, con l'esecuzione di cinque ministri del suo governo accusati di alto tradimento (eseguita nello stadio di Kinshasa/Leopoldville e traformata in un macabro spettacolo), Mobutu mostrò il suo modo di intendere le cose: ogni atto governativo o giudiziario deve essere presentato al popolo come dimostrazione di potenza dello Stato.
Assunto il titolo ufficiale di Maresciallo-Presidente, con poteri assoluti, Mobutu organizzò un proprio partito unico,
il Movimento Nazionale Rivoluzionario (MNR), col compito di dare un nuovo volto culturale al Paese, basato sulla tradizione e sulle consuetudini locali. Nel 1971 lo Stato venne ribattezzato "Zaire", riprendendo antiche toponomastiche. Nello stesso periodo il Lago Alberto venne ribattezzato "Lago Mobutu Sese Seko". Il cristianesimo fu fortemente avversato dallo stato, a vantaggio del tradizionale animismo.
Mobutu impose a tutti gli zairesi di assumere un nome tradizionale tribale: egli stesso si rinominò Mobutu Sese Seko Koko Ngbendu Wa Zabanga ("Mobutu il guerriero che va di vittoria in vittoria senza che alcuno possa fermarlo"). Nel frattempo il governo divenne ancora più nettamente autoritario, e nel 1969 una rivolta studentesca fu repressa nel sangue.
In politica estera Mobutu strinse relazioni particolarmente buone con la Romania di Nicolae Ceauşescu, suo amico personale, ma riuscì anche ad accattivarsi la simpatia degli Stati Uniti. Amante degli eventi grandiosi, il 30 ottobre 1974 organizzò a Kinshasa il più famoso incontro della storia del pugilato, il "Rumble in the Jungle" in cui si sfidarono Muhammad Ali e George Foreman. Negli anni '80 Mobutu divenne alleato della Francia. Con la fine della guerra fredda, che Mobutu aveva sfruttato per dare al suo paese il ruolo di "ago della bilancia" nel continente africano, la crisi politica interna si fece sempre più grave. Nel 1990 Mobutu si rassegnò ad accettare la presenza di un Parlamento multipartitico al proprio fianco e a condividere il potere con il presidente del Parlamento stesso.
Ma questo non risolse la crisi, che infine venne decisa dall'attacco di forze ribelli ruandesi ed ugandesi coalizzate sotto il comando di Laurent-Désiré Kabila. Nel 1996 le sue forze furono sopraffatte dal nemico e Mobutu, ormai stanco e malato, dovette fuggire in Marocco, dove morì nel 1997.

Il dopo Mobutu
Nel 1997 il Generale Laurent-Désiré Kabila vittorioso nella guerra civile si proclamò Presidente assoluto, governando per decreti e instaurando al potere il proprio clan in sostituzione di quello del suo rivale ormai defunto. Kabila ridiede allo Zaire il nome di Congo, riprendendo la vecchia bandiera dello Stato Libero, con qualche lieve modifica. Nel 1998 riprese la guerra civile e nel 2001 Kabila fu assassinato. Gli successe il figlio trentenne Joseph jr. Dal 2004 al 2008 si aprì una grave crisi tra il governo e i ribelli di Laurent Nkunda nel Kivu Nord e nel Sud Kivu. Nonostante un trattato di pace a gennaio, a fine ottobre 2008 il Conflitto del Kivu è riscoppiato in tutta la sua intensità, vedendo anche l'intervento del Fronte di Liberazione del Ruanda, di una missione ONU, dei regionali Mai Mai, e degli eserciti stranieri di Angola e Zimbabwe. Il 25 novembre dello stesso anno l'Osservatorio per i Diritti Umani HRW accusa il governo di Joseph Kabila di aver soppresso deliberatamente più di 500 oppositori politici dal 2006.

LA GUERRA CIVILE

 

 Quello che sta succedendo da anni nella Repubblica del Congo è stato più o meno rimasto sotto il silenzio della stampa e della televisione. La situazione, però, sta peggiorando in modo drammatico.
E' una vera e propria guerra civile ed una catastrofe umanitaria: in dieci anni ci sono stati cinque milioni di morti e otto milioni di profughi.
Una tribù di ribelli di etnia tutsi si contrappone alle truppe regolari perché vuole che siano rivisti gli accordi con la Cina per lo sfruttamento delle risorse minerarie di cui il Congo è ricco.
Si potrebbe anche arrivare ad una separazione territoriale. Soltanto in questi ultimi tempi il mondo politico internazionale sta pensando di intervenire per impedire un ulteriore peggioramento della situazione.