Nome completo del paese:
Repubblica democratica del Congo
Superficie: 2.345.410
kmq
Popolazione:
60.085.004 abitanti
Capitale: Kinshasa
(6.541.300 abitanti)
Popoli: Più di 200
gruppi etnici africani, in maggioranza Bantu. Quattro tribù principali (Mongo,
Luba, Kongo e Mangbetu-Azande) costituiscono il 45% della popolazione.
Lingua: Francese (lingua
ufficiale), Lingala, Kingwana, Kikongo e Tshiluba
Religione: Cattolica
(50%), protestante (20%), islamica (10%) e altre minoranze
Ordinamento dello stato:
Repubblica parlamentare
Presidente: Joseph
Kabila
Primo ministro: Antoine
Gizenga (2006)
TERRITORIO
Il territorio è dominato dal bacino
del fiume
Congo (o
Zaire); questa regione, che costituisce l’area centrale del paese, si configura
come una vasta depressione con vegetazione a
savana,
orlata su tutti i lati da altipiani e catene montuose, tra le quali spicca
quella dei Mitumba, sul confine orientale, dove nasce il fiume
Ubangi,
affluente settentrionale del Congo. A sud-est il bacino è delimitato da un’area
montagnosa, detta altopiano dello
Shaba (o
Katanga), che raggiunge i
Il paese è attraversato da numerosi fiumi, le cui valli sono coperte di fitta
vegetazione; impenetrabili foreste equatoriali occupano le regioni orientali e
nordorientali, la più vasta delle quali, chiamata con vari nomi (Ituri, Great
Congo, Pygmy, Stanley) con i suoi 65.000 km² si estende a est, dalla confluenza
dei fiumi Aruwimi e Congo fino al
lago Alberto;
in quest’area, sul confine con l’Uganda, si trova il massiccio del
Ruwenzori,
con la sua vetta più alta, il monte Margherita (
Già
colonia belga con il nome di Congo Belga, il paese proclamò l’indipendenza il 30
giugno del 1960 ma il primo governo legittimo, guidato da
Patrice Lumumba, fu travolto dallo scoppio
della guerra civile e abbattuto nell’arco di poche settimane. Dal 1965 il paese
fu sottoposto a un regime dittatoriale a partito unico e nel 1971 fu
ribattezzato Zaire. Assunto il nome attuale nel 1997, il Congo è in seguito
precipitato in una guerra civile che ha visto la partecipazione degli eserciti
di diversi paesi della regione. Alla fine del 2002 sono iniziate complesse
trattative che hanno portato al ritiro di gran parte delle forze straniere,
all’adozione di una Costituzione di transizione e a un governo di unità
nazionale.
La nuova Costituzione, entrata in vigore nel febbraio 2006, prevede un sistema
semipresidenziale fortemente decentralizzato, in cui le province godono di ampia
autonomia. Il presidente, eletto ogni cinque anni a suffragio universale, nomina
il primo ministro e, su proposta di quest’ultimo, i ministri. Il Parlamento si
compone di un’Assemblea nazionale di 500 membri e di un Senato di 120 membri,
rinnovati ogni cinque anni a suffragio universale. Al vertice del sistema
giudiziario vi sono una Corte costituzionale e una Corte d’appello. È in vigore
la
pena di morte.
L'ordinamento attualmente in vigore prevede una
suddivisione in 11 province:
Provincia |
Nome ufficiale |
Popolazione |
Area (km²) |
Capoluogo |
Bandundu |
5.201.000 |
295.658 |
||
Bas-Congo |
2.835.000 |
53.920 |
||
Équateur |
4.820.000 |
403.292 |
||
Kasai-Occidental |
3.337.000 |
154.742 |
||
Kasai-Oriental |
3.830.000 |
170.302 |
||
Katanga |
4.125.000 |
496.877 |
||
Kinshasa |
7.500.000 |
9.965 |
||
Nord-Kivu |
3.564.434 |
59.483 |
||
Sud-Kivu |
2.837.779 |
65.070 |
||
Maniema |
1.246.787 |
132.250 |
||
Oriental |
5.566.000 |
503.239 |
In
seguito alla riforma costituzionale del 2006, il paese è suddiviso in 25 regioni
amministrative, accanto alla
città/provincia di Kinshasa,la quale rimane la capitale dello stato; questa
nuova organizzazione territoriale entrerà in vigore entro 36 mesi della
promulgazione della nuova costituzione.
Fatta eccezione per la zona degli altipiani, il clima del paese è
caldo-umido, con temperature medie di circa
La foresta pluviale della RDC
non è fitta come quella della
Guinea, le specie più diffuse sono gli
alberi della cola, le
palme da olio, varie specie di
Ficus e di
Coffea, molto diradate sono le piante di
legno pregiato come il
mogano e l'ebano.
La foresta pluviale si interrompe a sud per lasciare posto, sui rilievi, alla
savana e alle steppe. La savana caratterizza anche i rilievi che circondano la
depressione del bacino del Congo, sulle montagne occidentali si trovano tratti
di foresta lungo il corso dei fiumi. Nella parte finale del Congo sono diffuse
le
mangrovie e le palme del genere
Phoenix spinosa, nelle aree più interne è
coltivata la palma da olio.
Particolarmente varia e abbondante è la fauna, tra cui si annovera il
leone, l’elefante,
il
leopardo, lo
scimpanzé, il
gorilla, la
giraffa, l’ippopotamo,
la
zebra, il
bufalo e varie specie di rettili e di
uccelli; numerosissimi gli insetti, molti dei quali portatori di malattie
endemiche, come la
mosca tse-tse e la zanzara Anopheles,
che trasmette la
malaria.
La
deforestazione rappresenta il principale
problema ambientale del paese; la foresta pluviale tropicale copre il 57% (2005)
della superficie del paese, ma la deforestazione procede a un tasso annuo
dell’1% circa. Nel 1994 l’arrivo dei profughi dal Ruanda, scampati alla guerra
civile, ha intensificato il deterioramento ambientale nella parte orientale del
paese.
Grazie alla grande estensione delle foreste la
biodiversità in questo paese è molto
ricca. In tutto sono note 450 specie di mammiferi, di cui 29 (2004) in via d’estinzione.
Delle 929 specie di uccelli conosciute, 30 (2004) sono minacciate.
Il paese possiede grandi
parchi nazionali che sono stati creati in
primo luogo per proteggere le specie da caccia grossa; di questi, cinque sono
stati designati
World Heritage Sites (luoghi patrimonio
dell'umanità): i parchi nazionali di
Virunga, di Kahuzi-Biega, di
Garamba, di Salonga e
POPOLAZIONE
Con uno
dei tassi di crescita demografica più alti di tutta l’Africa,
La popolazione del paese, residente in centri urbani solo per il 33% (2005),
comprende più di 200 gruppi etnici, per l’80% di lingua
bantu. Gruppi di origine sudanese vivono
al nord;
nilotici,
pigmei e altre etnie sono presenti in
varie zone del paese. I più numerosi sono i kuba, i bakongo, i mongo (tutti
bantu) e i mangbetu-sandé (camitici). La
presenza europea, piuttosto folta anche dopo l’indipendenza, è attualmente
trascurabile.
Un bambino si gode una doccia in un centro della Repubblica Democratica del Congo |
LINGUE E
RELIGIONI
Da sempre la lingua
ufficiale del Congo Belga è il
Francese. Essa è usata come lingua
etnicamente neutrale e come lingua franca di comunicazione tra i differenti
gruppi etnici del paese. C'è una stima totale di 242 lingue parlate nella
Repubblica democratica del Congo. Di queste, soltanto 4 hanno lo status di
lingue nazionali sin dai tempi dello Stato Libero:
Kikongo,
nell’area tra la capitalee la costa;
Lingala,lungo il fiume Congo;
Tshiluba, a sud; e
Swahili ad est. Il
Lingala, é stata fatta lingua ufficiale
dell'esercito sotto
Mobutu, ma dalle ribellioni dell'esercito
nell'Ovest
si usa anche lo
Swahili.
Circa il 75% della popolazione è
cristiana, soprattutto di fede
cattolica, ma numerosi sono anche i
protestanti; diffusi sono i culti
animisti e le forme di
sincretismo religioso.
ISTRUZIONE E CULTURA
L’istruzione è obbligatoria dai 6 ai 14 anni di età; il tasso di
alfabetizzazione della popolazione adulta
raggiunge l’89,8% (2005). Kinshasa, Lubumbashi e Kisangani sono sedi
universitarie e dei principali musei del paese.
PROFILO
ECONOMICO
PIL: 42,74
miliardi di dollari
PIL pro capite: 700
dollari
Tasso annuale di crescita:
7,5%
Inflazione: 14%
Settori/prodotti principali:
prodotti agricoli (caffé, zucchero), legname, risorse minerarie (diamanti,
zinco, rame), prodotti tessili e alimentari
Partner economici:
Belgio, Stati Uniti, Finlandia, Sudafrica, Germania, Kenya, Nigeria, Francia
Estese risorse agricole,
minerarie ed energetiche fanno della Repubblica Democratica del Congo uno dei
paesi potenzialmente più ricchi dell’Africa. La situazione economica del paese è
tuttavia disastrosa. A ciò hanno contribuito diversi fattori: la guerra civile
che seguì all’indipendenza, la politica economica incoerente e l’estesa
corruzione che caratterizzarono il regime di Mobutu, la nuova guerra civile
scoppiata negli anni Novanta, che ha visto l’intervento di quasi tutti gli
eserciti della regione e un esteso saccheggio delle risorse del paese.
Nel 2006 il
prodotto interno lordo era di 8.543
milioni di dollari USA, pari a un PIL pro capite di 140,90 dollari. Nel 1994
AGRICOLTURA E ALLEVAMENTO
Il 68%
della forza lavoro è impiegato nell’agricoltura, settore che fornisce il 45,7%
del PIL. Vaste aree del bacino del Congo sono fertili, ma solo il 3,4% (2003)
del territorio viene coltivato. I prodotti principali sono batata, manioca,
canna da zucchero, mais, miglio, banane, arachidi, riso, caffè, semi e fibra di
cotone, caucciù. Il rendimento del settore è notevolmente sceso dopo la
nazionalizzazione, negli anni Settanta del Novecento, delle imprese controllate
dai bianchi.
L’allevamento
di bovini, caprini, ovini, suini e pollame è praticato nelle zone più elevate,
meno infestate dalla
mosca tse-tse. Il patrimonio forestale è
poco sfruttato e modesta è la pesca, finalizzata ai consumi interni.
Un immagine della città di
Matadi-Kibala
RISORSE
MINERARIE E INDUSTRIE
La
ricchezza del paese si fonda principalmente sulle risorse minerarie, soprattutto
cobalto e
diamanti (per uso industriale), rame e
rottami di ferro; vengono estratti inoltre uranio, stagno, oro, argento, zinco,
manganese, tungsteno e cadmio. I giacimenti di
petrolio scoperti al largo della costa
vengono sfruttati, con piattaforme off-shore, dal 1975. L’industria è
monopolizzata dal settore di trasformazione dei prodotti minerari: derivati del
petrolio, cemento e acido solforico. Vi sono inoltre manifatture di tabacco, di
prodotti alimentari, birra, calzature, tessili. Il comparto industriale impiega
il 13% della popolazione attiva, fornendo il 27,7% (2006) del PIL annuo.
COMMERCIO E FINANZA
Il
rame rappresenta la principale voce delle
esportazioni e copre il 47,3% del volume totale degli scambi, seguito da
diamanti (di cui il paese è il secondo produttore mondiale), cobalto (primo
produttore mondiale), petrolio e caffè. Nel 2000 il valore totale delle
esportazioni fu di 580 milioni di $ USA, a fronte di importazioni per 396
milioni di $ USA. Occorre tuttavia tener presente che, a causa della
disorganizzazione delle istituzioni del paese e dello scarso controllo che il
governo centrale ha sul territorio e sulle risorse, le statistiche ufficiali
sono poco attendibili. Una grande parte delle risorse minerarie e forestali del
paese sono attualmente sotto il controllo di eserciti stranieri e di milizie
guerrigliere. I maggiori partner commerciali della Repubblica Democratica del
Congo sono Belgio, Stati Uniti, Germania, Francia e Italia.
Il nuovo zaire, che sostituì il vecchio zaire dopo la pesante crisi economica
sfociata, agli inizi degli anni Novanta, in una crescita del tasso d’inflazione
al 4.000%, è stato ribattezzato franco congolese dopo la caduta del regime di
Mobutu (1997).
TRASPORTO E VIE DI COMUNICAZIONE
Con
immagine da modificare: piroghe
lungo il fiume Congo
I porti principali sono
Matadi e Boma, lungo il basso Congo, e Banana, alla foce. Nel paese ci sono
cinque aeroporti internazionali e una compagnia di bandiera.
STORIA
Preistoria e medioevo
La zona che porta oggi il nome di Repubblica
Democratica del Congo è popolata da circa 10.000 anni. Tra il
VII e l'VIII
secolo vi si insediarono tribù
bantu provenienti dall'attuale
Nigeria. Queste popolazioni diedero luogo
a un certo numero di regni, che nel
XIV secolo furono unificati nel potente
Regno del Congo, che nel suo momento di
massima espansione controllava un territorio che si estendeva dall'Oceano
Atlantico a ovest fino al fiume
Kwango a est, e dal fiume
Congo a nord fino al fiume
Kwanza a sud.
Nel
XV secolo i
Portoghesi entrarono in contatto con il
Regno del Congo. Un esploratore
veneziano al servizio del Portogallo,
Alvise Cadamosto, tracciò nel
XVI secolo una prima mappa della regione,
che fu poi esplorata in modo sistematico e
cartografata dall'inglese
Henry Morton Stanley, che risalì l'intero
tracciato del
fiume Congo.
Il Regno del Congo sopravvisse al contatto con gli Europei diversi secoli,
passando a tempi alterni dalla sfera di influenza del Portogallo a quella dell'Olanda
e viceversa. La fine del regno fu formalizzata dalla
Conferenza di Berlino del
1884-1885,
in cui la regione venne assegnata al re del
Belgio
Leopoldo II.
Lo Stato Libero
Leopoldo fece del paese uno Stato indipendente quale sua
proprietà personale, e gli diede il nome di
Stato Libero del Congo, assumendo per sé
il titolo di Sovrano del Congo. La popolazione indigena venne impiegata
soprattutto nella raccolta di
caucciù. Questa produzione fece la fortuna
di Leopoldo, che in onore del Congo fece costruire molti edifici a
Bruxelles e a
Ostenda.
Nel
XIX secolo vi furono episodi di violenza
da parte di alcuni mercenari al servizio del Sovrano. Secondo alcune fonti, la
mortalità e i crimini raggiunsero livelli altissimi in quel periodo. Sorsero
così voci di protesta: in particolare, l'Associazione per la riforma del Congo
(CRA), fondata nel
1904 dal giornalista inglese
E.D. Morel, diede vita ad un grande
movimento di opinione che coinvolse migliaia di persone sia in Europa che negli
Stati Uniti, e a cui si unirono anche personalità come
Mark Twain, Sir
Arthur Conan Doyle e il diplomatico
britannico
Roger Casement, che in un rapporto aveva
condannato i metodi praticati in Congo. La struttura governativa dello Stato
Libero appariva decisamente inadeguata alle dimensioni del Paese, ormai fuori
controllo, sicché nel
1908 Leopoldo II inserì il Congo nel
novero delle colonie belghe, rinunciando a un impraticabile possesso privato.
Il
Congo Belga
Il
Congo Belga divenne così una colonia vera
e propria. Questo diede origine a un forte afflusso di coloni dall'Europa,
che si insediarono principalmente sulla costa. Nel
1924
Lo stato belga si occupò in prima istanza di applicare politiche d'intervento
per la costruzione di
aeroporti,
ferrovie, strade. La vastità del
territorio del bacino del fiume Congo da controllare portò a decentralizzare le
strutture amministrative. Alcuni esponenti delle innumerevoli etnie congolesi,
tra cui
Simon Kimbangu, si opposero all'attività
della potenza coloniale belga, mentre altri gruppi restarono molto fedeli agli
europei.
Con l'avvento delle indipendenze africane causata dall'impossibilità delle
potenze europee di mantenere costosissimi imperi coloniali, la situazione
degenerò e le lotte intestine si moltiplicarono. Il Belgio non aveva più la
capacità di gestire direttamente un territorio così vasto e complesso.
L'indipendenza
Nel
1959, dopo aver lasciato il paese per
sottrarsi alla prigione,
Patrice Émery Lumumba, uno dei principali
protagonisti della lotta per l'indipendenza del paese, decise di partecipare
alla Conferenza di Bruxelles sul Congo (20 gennaio - 20 febbraio
1960), riuscendo ad imporsi come uno dei
protagonisti di primo piano.
Temendo una guerra
d'indipendenza come quella che ancora infiammava l'Algeria,
il governo decise di ritirarsi, concedendo l'indipendenza al Congo il
30 giugno
1960. Lumumba divenne primo ministro.
Inizialmente egli valutò la possibilità di trasformare il Congo in uno stato
federale, coerentemente con la complessità demografica ed etnica del territorio,
ma questa ipotesi venne poi accantonata per difficoltà di carattere
politico-militare.
Nel frattempo l'esercito, al cui comando erano rimasti ufficiali belgi, si fece
talmente caotico che buona parte del personale di alto grado preferì ritirarsi,
svuotando l'impalcatura amministrativa dell'esercito, sempre più in mano a
caporioni locali.
Negli stessi anni spinte
autonomistiche si manifestavano nel bacino minerario della provincia di
Katanga, represse nel sangue dal governo
indipendentista.
Il governo belga inviò le proprie truppe per proteggere i connazionali che
rientravano proprio mentre Lumumba si rivolgeva all'ONU.
La questione si inserì nel gioco della guerra fredda e Stati Uniti, con le
proprie multinazionali economiche, e URSS, con le proprie multinazionali
politiche, tentarono di lusingare il Congo. Lumumba appariva più orientato verso
l'allineamento con l'Unione Sovietica, ma l'ingovernabilità del Congo fece sì
che l'esercito prendesse il sopravvento. Emerse il colonnello
Mobutu, che fece arrestare e condannare a
morte Lumumba. Questi riuscì in un primo tempo a fuggire, ma, nuovamente
catturato, fu infine giustiziato nel gennaio
1961.
L'era di Mobutu
Mobutu Sese Seko, già capo di stato maggiore dell'esercito
nel 1961, raggiunse in breve tempo il potere assoluto. Nel 1965 destituì
Joseph Kasavubu, capo di stato ormai privo
d'ogni potere, inaugurando un regime lunghissimo e caratterizzato da un forte
culto della personalità e da ambizioni notevoli in politica estera. Già nel
1965, con l'esecuzione di cinque ministri del suo governo accusati di alto
tradimento (eseguita nello stadio di Kinshasa/Leopoldville e traformata in un
macabro spettacolo), Mobutu mostrò il suo modo di intendere le cose: ogni atto
governativo o giudiziario deve essere presentato al popolo come dimostrazione di
potenza dello Stato.
Assunto il titolo ufficiale di
Maresciallo-Presidente, con poteri assoluti, Mobutu organizzò un proprio partito
unico, il
Movimento Nazionale Rivoluzionario (MNR),
col compito di dare un nuovo volto culturale al Paese, basato sulla tradizione e
sulle consuetudini locali. Nel
1971 lo Stato venne ribattezzato "Zaire",
riprendendo antiche toponomastiche. Nello stesso periodo il
Lago Alberto venne ribattezzato "Lago
Mobutu Sese Seko". Il cristianesimo fu fortemente avversato dallo stato, a
vantaggio del tradizionale animismo.
Mobutu impose a tutti gli zairesi di assumere un nome tradizionale tribale: egli
stesso si rinominò Mobutu Sese Seko Koko Ngbendu Wa Zabanga ("Mobutu il
guerriero che va di vittoria in vittoria senza che alcuno possa fermarlo"). Nel
frattempo il governo divenne ancora più nettamente autoritario, e nel
1969 una rivolta studentesca fu repressa
nel sangue.
In politica estera Mobutu strinse relazioni particolarmente buone con la
Romania di
Nicolae Ceauşescu, suo amico personale, ma
riuscì anche ad accattivarsi la simpatia degli Stati Uniti. Amante degli eventi
grandiosi, il 30 ottobre 1974 organizzò a Kinshasa il più famoso incontro della
storia del pugilato, il "Rumble
in the Jungle" in cui si sfidarono
Muhammad Ali e
George Foreman. Negli
anni '80 Mobutu divenne alleato della
Francia. Con la fine della
guerra fredda, che Mobutu aveva sfruttato
per dare al suo paese il ruolo di "ago della bilancia" nel continente africano,
la crisi politica interna si fece sempre più grave. Nel
1990 Mobutu si rassegnò ad accettare la
presenza di un Parlamento multipartitico al proprio fianco e a condividere il
potere con il presidente del Parlamento stesso.
Ma questo non risolse la crisi, che infine venne decisa dall'attacco di forze
ribelli ruandesi ed ugandesi coalizzate sotto il comando di
Laurent-Désiré Kabila. Nel 1996 le sue
forze furono sopraffatte dal nemico e Mobutu, ormai stanco e malato, dovette
fuggire in Marocco, dove morì nel 1997.
Il
dopo Mobutu
Nel 1997 il Generale
Laurent-Désiré Kabila vittorioso nella
guerra civile si proclamò Presidente assoluto, governando per decreti e
instaurando al potere il proprio clan in sostituzione di quello del suo rivale
ormai defunto. Kabila ridiede allo Zaire il nome di Congo, riprendendo la
vecchia bandiera dello Stato Libero, con qualche lieve modifica. Nel 1998
riprese la guerra civile e nel 2001 Kabila fu assassinato. Gli successe il
figlio trentenne Joseph jr. Dal
2004 al
2008 si aprì una grave crisi tra il
governo e i ribelli di
Laurent Nkunda nel
Kivu Nord e nel
Sud Kivu. Nonostante un trattato di pace a
gennaio, a fine
ottobre
2008 il
Conflitto del Kivu è riscoppiato in tutta
la sua intensità, vedendo anche l'intervento del
Fronte di Liberazione del Ruanda, di una
missione
ONU, dei regionali
Mai Mai, e degli eserciti stranieri di
Angola e
Zimbabwe. Il
25 novembre dello stesso anno
l'Osservatorio per i Diritti Umani
HRW accusa il governo di
Joseph Kabila di aver soppresso
deliberatamente più di 500 oppositori politici dal
2006.
LA GUERRA CIVILE
Quello
che sta succedendo da anni nella Repubblica del Congo è stato più o meno rimasto
sotto il silenzio della stampa e della televisione. La situazione, però, sta
peggiorando in modo drammatico.
E' una vera e propria guerra civile ed una catastrofe umanitaria: in dieci anni
ci sono stati cinque milioni di morti e otto milioni di profughi.
Una tribù di ribelli di etnia tutsi si contrappone alle truppe regolari perché
vuole che siano rivisti gli accordi con la Cina per lo sfruttamento delle
risorse minerarie di cui il Congo è ricco.
Si potrebbe anche arrivare ad una separazione territoriale. Soltanto in questi
ultimi tempi il mondo politico internazionale sta pensando di intervenire per
impedire un ulteriore peggioramento della situazione.