La Groenlandia, coperta da ghiacci per l'84% della superficie, è l’isola più grande del mondo situata a circa 300 km dall’Islanda. L'estrema parte settentrionale della Groenlandia non è coperta da ghiacci, perché l'aria è troppo secca per poter produrre neve, che è essenziale per creare e mantenere un manto di ghiaccio. Gli altri tre quarti del paese, poco meno del Texas moltiplicato per tre, sono perennemente ricoperti dal ghiaccio. Il peso di tutto questo ghiaccio ha fatto sì che la parte centrale del paese si incurvasse, formando un avvallamento che raggiunge la profondità di 360 m sotto il livello del mare. Dall'acqua si stagliano torreggianti colonne cristalline di ghiaccio, dai ghiacciai si staccano iceberg enormi e i fiordi modellano la costa. Se mai si premesse il pulsante dello scongelamento cosmico, si riverserebbe in mare così tanta acqua da trasformare le città costiere di tutto il mondo in grandi piscine urbane.
La peculiare geografia della Groenlandia e la sua vicinanza al Polo Nord determinano una serie di fenomeni naturali spettacolari, i più affascinanti dei quali sono senza dubbio l'aurora boreale e l'effetto Fata Morgana. Il velo di luci colorate dell'aurora boreale, quasi sempre verde chiaro o rosa, è dovuto a particelle cariche emesse dal sole che si scontrano con l'atmosfera terrestre. L'aurora boreale è uno spettacolo magnifico, ma l'effetto Fata Morgana è un'esperienza davvero sorprendente. I riflessi dell'acqua, del ghiaccio e della neve, combinati con le inversioni termiche, provocano visioni concrete e ben definite laddove non esiste nulla. Da qui derivano i fantastici racconti di velieri che solcano il ghiaccio, grandi città inesistenti e verdi foreste all'orizzonte.

FLORA E FAUNA


 


Paesaggio tipico della tundra Groenlandese.

La vegetazione in Groenlandia è quella tipica della tundra, ma verso la fine dell'estate le pianure del sud si ricoprono di fiori selvatici - camomilla, denti di leone, campanule e papaveri rossi - e di bacche. Il clima rigido consente di sopravvivere solo agli animali più forti, ma le carenze in termini numerici sono compensate dalle rarità. Sulla terraferma si possono vedere caribù, buoi muschiati, orsi polari, lemming, volpi polari e volpi blu (delle quali è molto apprezzata la pelliccia), mentre in acqua vivono diverse specie di balena, dall'orca al bellissimo beluga bianco. I mari ghiacciati ospitano anche il narvalo, con la sua caratteristica zanna, e ovviamente varie specie di foche e trichechi.

 

 

 

 

CACCIA ALLE BALENE


Una balena al largo della Groenlandia.

La Groenlandia e Greenpeace sono una miscela altamente imprevedibile. La posizione assunta da Greenpeace contro la caccia alla balena e alla foca arrivò a distruggere la base economica della Groenlandia, soprattutto nel nord, dove la caccia di sussistenza rappresenta l'80% delle entrate. In seguito Greenpeace riconobbe la Groenlandia come un caso a sé stante e la caccia di sussistenza (fuorché nel caso di specie in via di estinzione) viene ora accettata, ma molti groenlandesi non hanno ancora mandato giù l'ingerenza dell'organizzazione riguardo il loro tradizionale stile di vita.

 

LA STORIA

Come entità storica, alla Groenlandia mancano le guerre sanguinose, i colonnelli, i tiranni da quattro soldi, le lotte di successione e le guerre. La mancanza di avvenimenti importanti e guerre sanguinose si può ascrivere a due fattori: l'esiguità della popolazione, sparpagliata su un territorio molto vasto, e lo sforzo di sopravvivere in condizioni climatiche ostili che ha sempre lasciato poco tempo per l'attivismo politico.
La storia della Groenlandia è un qualcosa di inafferrabile: una miscela di saghe leggendarie, aneddoti, fatti scientificamente provati e supposizioni. Si pensa che 5000 anni fa essa fosse abitata da due distinte tribù, che con il tempo si fusero o si estinsero una dopo l'altra, anche se di loro non si sa poi molto. Queste due tribù furono seguite dai Saqqaq, di cui si sa qualcosa in più poiché lasciarono una miriade di manufatti che successivamente furono riportati alla luce e studiati dagli archeologi. Né le ipotesi né i dati scientifici sono finora riusciti a spiegare perché si estinsero anch'essi.


Una donna thule agli
inizi dell'800.

Passò del tempo e finalmente nel X secolo la storia della Groenlandia si rimise in moto con la repentina comparsa della cultura thule, che si espanse rapidamente verso est. I thule erano relativamente avanzati e a loro si deve l'introduzione di due simboli della Groenlandia: il qajaq ('kayak') e la slitta trainata da cani. Furono probabilmente queste due invenzioni che li salvarono dalla stessa tragica fine cui andarono incontro le sventurate tribù che li precedettero.
La Groenlandia non ebbe contatti duraturi con gli europei finché Erik il Rosso, il leggendario vichingo, non vi trascorse sei anni in esilio. Fu proprio Erik il Rosso a battezzarla Groenlandia ('terra verde'), anche se il nome si rivelò più lirico che realistico; per gran parte dell'anno infatti la Groenlandia era tutto fuorché verde. Questo, però, non scoraggiò gli islandesi, che si precipitarono numerosi a colonizzare la Groenlandia e per un paio di secoli si dedicarono alla pastorizia, all'agricoltura e alla caccia, mentre il paese scivolava gradatamente nel suo abituale oblio. Nel 1621 la Groenlandia rinunciò alla sua indipendenza ed entrò a far parte dei possedimenti della Corona di Norvegia; 130 anni dopo il paese fu stretto dalla morsa del grande gelo e quando il mondo esterno riallacciò i contatti, dopo il disgelo, i coloni se n'erano andati, o completamente assorbiti o uccisi dai thule.
La Groenlandia fu dimenticata per altri tre secoli, finché la possibilità di scoprire un passaggio tra l'Europa e l'estremo oriente, i guadagni che potevano derivare dalla caccia alla balena e lo zelo dei missionari non la rimisero al suo posto sulla cartina. Per i missionari luterani l'opera di conversione fu un gioco da ragazzi: qualsiasi religione che avesse punito i malfattori mandandoli in un clima caldo avrebbe avuto una grossa presa sugli inuit.
Nel 1605, quando ormai la Norvegia aveva rinunciato alla Groenlandia, la Danimarca organizzò una spedizione per rivendicare il paese a nome del re e successivamente vi mandò lo zelante missionario Hans Egede come suo rappresentante.
Poco dopo si scatenò la corsa alla conquista dell'estremo nord, che vide come protagonisti principali gli inglesi e gli americani. I libri di storia indicano l'esploratore americano Robert Peary come la prima persona che raggiunse il Polo Nord, ma non vi sono prove a sufficienza per confermare la veridicità del suo resoconto e quindi non si esclude la possibilità che Peary sia stato battuto da Frederick Cook.


L'esploratore Knud Rasmussen.

Gli inuit riservano tuttavia la loro ammirazione a un esploratore groenlandese di nome Knud Rasmussen. Oltre a essere un abile esploratore, dotato di infinita energia e capacità di sopravvivenza, Rasmussen era anche sinceramente attaccato agli Inuit e alla loro cultura. Impiegò nel raccogliere canzoni, letteratura e mitologia lo stesso tempo che dedicò alla raccolta di campioni geologici.
Benché nel XVII secolo fosse stata stabilita la sovranità danese, nel 1924 la Norvegia rivendicò la Groenlandia rifacendosi ai coloni islandesi del II secolo. Ma perse la causa e nel 1953 la corte internazionale ratificò la sovranità della Danimarca sulla Groenlandia. Tale status durò per altri 20 anni, finché la Groenlandia chiese e ricevette maggiore autonomia. Nel 1979 il parlamento danese concesse alla Groenlandia l'autonomia governativa e nel 1998 il diritto alla piena e incontrastata indipendenza.
 

ECONOMIA

La Groenlandia ha sofferto di una crescita economica negativa negli anni '90, ma dal 1993 l'economia è migliorata. Il GHRG (Greenland Home Rule Government) ha adottato una stretta politica fiscale dalla fine degli anni 1980 che ha favorito la creazione di surplus nei budget pubblici e il mantenimento dell'inflazione basso. Il deficit economico è seguito alla chiusura delle ultime miniere di zinco e piombo nel 1990.
 


Una barca da pesca nei pressi di una costa Groenlandese.

Attualmente la Groenlandia è fortemente dipendente dalla pesca e dalle esportazioni dei prodotti ittici. L'industria della pesca del gambero è il settore che garantisce la maggiore fonte di reddito.
Malgrado la scoperta di giacimenti di minerali ed idrocarburi degli ultimi tempi, occorreranno degli anni prima che si possa avviare una politica di estrazione e commercializzazione di queste nuove risorse.
Il turismo è l'unico settore che può garantire un potenziale nel breve periodo, anche se questo è limitato principalmente da due fattori: la breve stagione estiva e gli elevati costi.
Il settore pubblico, comprese le imprese a partecipazione di capitale pubblico e le municipalità, svolge un ruolo dominante nell'economia della Groenlandia. Circa la metà dei redditi del governo proviene dalle concessioni del governo danese, un supplemento molto importante per il PIL.

 

 

 

La Groenlandia si scioglie

Essendo il clima della Groenlandia in continua evoluzione, vi proponiamo alcuni articoli e le ultime notizie riguardanti i mutamenti climatici che vi stanno avvenendo negli ultimi anni.

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