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Come caratteristica principale dell'oceano artico, la banchisa polare è stato soggetto di molti studi scientifici e ricerche. A differenza degli icebergs, che sono composti da ghiaccio d'acqua dolce sciolto dai ghiacciai e dalle calotte glaciali, la banchisa polare è acqua salata ghiacciata. Nell'emisfero settentrionale, la banchisa polare si trova nel mar di Labrador, Cook, Inlet (Alaska), nel mare di Okhotsk e nel mar Baltico. D'estate è invece confinata principalmente nel centro dell'oceano artico, nel mar di Groenlandia e nell'arcipelago artico del Canada.
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La banchisa polare forma raramente Una calotta uniforme in quanto l'azione dei venti, delle onde, delle correnti e delle maree sposta e rompe il ghiaccio in blocchi di ghiaccio galleggianti di varie misure. Circolando nell'oceano artico in senso orario, la maggior parte dei blocchi di ghiaccio impiegano molti anni prima di fuoriuscire, di solito tra Spitzbergen e la Groenlandia. Possono anche galleggiare fino all'Islanda prima di sciogliersi completamente. In alcuni luoghi nel pack artico, il mischiarsi ed il rompersi dei blocchi di ghiaccio formano creste che possono innalzarsi fino a 20 piedi o più sotto rispetto al livello generale del pack.
La ricerca sulla banchisa polare ha subito una
sorta di rivoluzione con lo sviluppo dei satelliti durante il ventesimo secolo.
Alcuni sensori hanno la capacità di monitorare i considerevoli cambiamenti
climatici nella distesa di ghiaccio. In più, i sottomarini e le piattaforme
marine sono stati utilizzati per capire meglio la topografia del ghiaccio e le
variazioni del suo spessore.
Altri studi hanno focalizzato le loro ricerche
sulla composizione e la chimica della banchisa polare artica. Studi recenti
hanno rivelato che il processo di formazione e la struttura della banchisa
polare sono abbastanza complessi. Nel corso della sua formazione, si sviluppano
cristalli di ghiaccio mente il sale è respinto e rilasciato nelle zone più
profonde dell'oceano, così accrescendo la salinità e la densità selle superfici
marine sottostanti. Queste acque più dense affondano gradualmente e
contribuiscono infine alla circolazione delle acque più profonde nell'oceano
artico.
Altro punto di focalizzazione delle recenti ricerche è stata la monitorazione dei crescenti livelli di inquinamento trovato nei blocchi di ghiaccio galleggianti alla deriva. Incorporati durante il processo di glaciazione nei mari artici, elementi contaminanti come metalli pesanti, elementi radioattivi e sedimentari sono stati trasportati a centinaia di miglia dalle zone costiere fino al profondo artico. L'impatto che potrebbe avere questo fenomeno sull'ambiente artico non è ancora chiaro.