|
I greci del IV secolo a.C. erano consapevoli dell'esistenza delle regioni
artiche, che a quell'epoca erano popolate da inuit e da indiani d'America. Al
principio del IX secolo d.C., alcuni monaci irlandesi fondarono una piccola
colonia in Islanda. I vichinghi, provenienti dalla Scandinavia, vi giunsero poco
dopo nello stesso secolo. Intorno al 982 il condottiero vichingo Erik il Rosso
avvistò e diede un nome alla Groenlandia, scoprendola verde e accogliente (come
dice il nome). Nel corso dei quattro secoli successivi i vichinghi raggiunsero
l'Artide canadese.
Le esplorazioni artiche successive a quelle vichinghe furono sollecitate dalla
necessità, da parte degli europei, di cercare delle rotte marittime alternative
verso l'Oriente: il passaggio di Nord-Est, lungo le coste dell'Asia
settentrionale, e il passaggio di Nord-Ovest, attraverso le isole artiche
dell'America settentrionale. Nel 1553 il navigatore inglese Hugh Willoughby
diede avvio alla ricerca del passaggio di Nord-Est. Il suo compagno, Richard
Chancellor, raggiunse il sito dell'odierna Arcangelo, sul Mar Bianco, aprendo
così una nuova rotta commerciale.
La ricerca del passaggio di Nord-Ovest ebbe inizio alla fine del XVI secolo con
i viaggi del navigatore italiano (al servizio degli inglesi) Giovanni Caboto,
che non ebbe fortuna, così come molti altri che ne seguirono le orme. Nel 1576
l'esploratore inglese Martin Frobisher raggiunse l'Artide canadese; nel 1587
John Davis navigò quel tratto di mare che sarebbe poi stato chiamato stretto di
Davis, fra la Groenlandia e l'isola di Baffin. Nel 1610 Henry Hudson localizzò
la vasta baia che in seguito da lui prese il nome, e che venne riportata su una
carta geografica nel 1612-13 dall'esploratore gallese Thomas Button. William
Baffin, navigatore inglese, esplorò la baia che da quel momento si sarebbe
chiamata baia di Baffin, nel 1616, giungendo a 77°45' di latitudine nord, un
primato che non fu superato per circa 200 anni.
|
L'esplorazione russa della costa della Siberia artica venne promossa dallo zar
Pietro il Grande all'inizio del secolo XVIII. Il sovrano ingaggiò il navigatore
danese Vitus Johansen Bering, che nel 1728 scoprì lo stretto che ne reca il nome
e che separa la Siberia dall'Alaska.
Il governo britannico, con il proposito di trovare il passaggio di Nord-Ovest,
(a proposito del passaggio a Nord-Ovest vedi anche la pagina su
Roald Amundsen)
nel 1818 organizzò la prima di una serie di spedizioni artiche guidate da
William Edward Parry. Nel 1819 Parry toccò l'isola di Melville, nell'Artide
canadese. Nel 1845 John Franklin guidò una spedizione britannica verso lo
stretto di Bering, partendo dal canale di Lancaster, uno stretto nella Baia di
Baffin. Le due navi della spedizione rimasero intrappolate dai ghiacci durante
l'inverno del 1846 e Franklin morì nel giugno dell'anno seguente, insieme a
molti altri membri dell'equipaggio. I sopravvissuti abbandonarono le due navi
nell'aprile del 1848 per cercare la salvezza, ma morirono tutti quasi subito. Lo
stesso anno furono avviate le ricerche delle due navi disperse, che furono
raggiunte solo nel 1857, grazie al ritrovamento di una relazione scritta da
Franklin a Victory Point. Lo svedese Adolf Erik Nordenskiöld, a bordo del Vega,
portò a termine con successo la prima traversata del passaggio di Nord-Est nel
1878-79.
|
La prima spedizione artica ufficiale, intrapresa nel 1881-82, fu organizzata
nell'ambito del primo Anno Polare Internazionale, sotto il comando del
luogotenente Adolphus W. Greely. La base fu posta a Franklin Bay, sull'isola di
Ellesmere, e furono compiute delle importanti osservazioni scientifiche,
soprattutto di carattere meteorologico. La spedizione, però, si trovò presto in
difficoltà e, nel 1884, quando giunsero alcune navi di soccorso, i diciassette
membri della spedizione erano deceduti per il freddo e la fame.
Il territorio ghiacciato della Groenlandia venne attraversato per la prima volta
nel 1888 dall'esploratore norvegese Fridtjof Nansen che, nel 1896, raggiunse gli
86°14' di latitudine nord, a breve distanza dal Polo.
Fra il 1886 e il 1909 l'esploratore americano Robert Edwin Peary guidò diverse
spedizioni nell'Artide, attraversando la baia di Baffin. Egli raggiunse Capo
Morris Jesup (in Groenlandia), l'estremo punto settentrionale sulla terraferma
artica, nel 1900, e il 21 aprile 1906, durante un tentativo di raggiungere il
Polo Nord, toccò gli 87°6' di latitudine nord. Nel 1909 raggiunse il Polo Nord
alla guida di slitte trainate da cani, anche se molti ritengono che si sia
soltanto avvicinato alla meta. Il primo viaggio in nave attraverso il passaggio
di Nord-Ovest fu compiuto nel 1903-1906 dall'esploratore norvegese Roald
Amundsen.
Nel 1906 l'antropologo americano di origine canadese Vilhjalmur Stefansson visse
per un certo periodo di tempo presso gli inuit, nelle vicinanze del delta del
fiume Mackenzie. Per approfondire lo studio di queste popolazioni, Stefansson,
fra il 1908 e il 1912, in compagnia di Rudolph Anderson, viaggiò nella zona del
golfo Coronation e dell'isola Victoria. Dal 1913 al 1918 Stefansson comandò la
spedizione artica canadese, durante la quale furono scoperte nuove terre
nell'arcipelago artico.
|
Nel maggio del 1926 l'aviatore ed esploratore statunitense Richard E. Byrd,
insieme al compatriota aviatore Floyd Bennett, sorvolò il Polo Nord. Pochi
giorni dopo Amundsen, Lincoln Ellsworth e Umberto Nobile
portarono a termine un
volo di oltre settanta ore sul dirigibile Norge, dall'isola Spitzbergen
attraverso il Polo Nord fino all'Alaska, percorrendo circa 5460 km. Nel 1928
l'aviatore australiano George Wilkins volò da Punta Barrow, in Alaska, all'isola
Spitzbergen. Nello stesso anno Umberto Nobile sorvolò ancora una volta il polo
con il dirigibile Italia, che sulla via del ritorno precipitò; la ricerca e il
salvataggio dei naufraghi risultarono drammatici e difficili e portarono tra
l'altro alla scomparsa di Amundsen, che generosamente si era impegnato
nell'opera di soccorso.
Nel 1932 l'Unione Sovietica istituì un ente amministrativo specifico per
valorizzare le risorse siberiane con l'apertura di una via marittima commerciale
attraverso il passaggio di Nord-Ovest. Quattro scienziati sovietici, guidati da
Ivan Dmitrjevi Papanin, nel 1937, dopo aver stabilito una base di ricerca su un
pezzo di ghiaccio staccatosi dalla banchisa, raggiunsero il Polo Nord. Durante
l'estate del 1938, i piloti sovietici V.P. Chkalov e M.M. Gromov sorvolarono più
volte il Polo Nord con un monomotore diretti negli Stati Uniti.
Durante la seconda guerra mondiale furono installate numerose basi aeree e
stazioni meteorologiche in Alaska, nell'Artide canadese e in Groenlandia. Nel
1947 a Punta Barrow, in Alaska, fu stabilita una stazione scientifica. Nel 1951
la Marina degli Stati Uniti intraprese il Project Ski Jump nel mare di Beaufort,
predisponendo numerosi approdi sul mare ghiacciato. La prima stazione americana
sul ghiaccio alla deriva fu installata all'inizio del 1952 da Joseph O. Fletcher.
|
La navigazione sottomarina, al di sotto del pack, che da tempo Stefansson e
Wilkins cercavano di mettere in pratica, divenne realtà nel 1958, quando il
sottomarino statunitense Nautilus, a propulsione nucleare, navigò per primo
sotto l'oceano Artico dallo stretto di Bering all'Islanda, passando sotto il
Polo Nord, in circa dieci giorni. Le attività scientifiche nelle regioni artiche
aumentarono in misura notevole nel corso dell'Anno geofisico internazionale del
1957-58. Il programma coinvolgeva diversi paesi che insieme tenevano attive
oltre trecento stazioni.
Dalla fine degli anni Settanta l'esplorazione tradizionale dei territori artici
è stata sostituita dalle attività di ricerca scientifica.
La regione è oggi
facilmente accessibile, grazie a mezzi tecnici più efficaci di un tempo (aerei,
sottomarini, rompighiaccio) e a nuovi metodi di trasporto via terra, mentre i
rilevamenti vengono perlopiù effettuati dai satelliti. In occasione del
centenario del viaggio del Vega, del 1878-79, un'équipe scientifica
internazionale, sul rompighiaccio svedese Ymer, in azione fra il mare di Barents
e la Groenlandia nordorientale, realizzò un importante programma di ricerca.
All'inizio degli anni Ottanta, un gruppo internazionale di scienziati intraprese
uno studio a lungo termine della copertura di ghiaccio della Groenlandia
attraverso l'analisi di carote di ghiaccio (campioni di ghiaccio a forma
cilindrica) prelevate con trivellazioni della superficie a una profondità di
circa 2036 m (Vedi Carotaggio). Nel 1981 nell'Unione Sovietica erano ormai
installate più di venticinque stazioni di ricerca scientifica. Nel 1986,
sull'isola Axel Heiberg, nell'Artide canadese, fu scoperta la più grande foresta
pietrificata dell'Artide, risalente a circa 45 milioni di anni or sono: il
ritrovamento diede avvio a interessanti ricerche relative ai mutamenti delle
condizioni ambientali e climatiche della zona in epoche geologiche lontane.
L'inquinamento del mondo industrializzato sta progressivamente raggiungendo e
danneggiando anche i lontani territori dell'Artide, oltre che dell'Antartide. Lo
testimonia la scoperta, nel 1987, del "buco" nello strato di ozono sovrastante
l'Artide.
Intervista a Petter Johannesen che ha raggiunto il polo nord due volte (ed è il pronipote di Roald Amundsen) |