Il dopoguerra vede sorgere di due nuove superpotenze: quella americana si fonda sulla supremazia dei mari, è di orientamento liberale e dispiega le sue forze su scala planetaria; quella sovietica ha un carattere fortemente dirigista ad è tendenzialmente continentale. Ciascuno delle due superpotenze crea ben presto attorno a se un'alleanza militare permanente: gli americani la NATO, i russi il "Patto di Varsavia".

L' eventuale ricorso ad armi nucleari da entrambi le parti in caso di guerra porta ad una paralisi strategica, ma le superpotenze restano libere,ognuna nel proprio campo, di reprimere ogni movimento politico o sociale eterodosso inviando truppe motorizzate o instaurando dittature militari. La forza militare diventa così un elemento fondamentale della coesistenza, stimolando la corsa agli armamenti. Dopo la distruzione di Hiroshima, anche il governo sovietico entrò in possesso di un armamento atomico (primi esperimenti di testate nucleari nel sito di Semipalatinsk in Kazakhistan nel 1953).


Primo test nucleare sovietico,Joe 1, a Semipalatinsk nel 1953

Durante la guerra fredda i bombardieri del SAC (strategic air command) rappresentano una seria minaccia per trecento città sovietiche, tuttavia il monopolio tecnologico degli stati uniti non porta all'utilizzazione dell'arma nucleare nella guerra di Corea (1950-53) e costituisce soprattutto un mezzo per compensare la superiorità locale della Unione Sovietica che detiene il controllo di metà Europa. In questa congiuntura, il disarmo non sembra avere alcuna speranza di attuazione.

Dopo il 1955, il territorio americano diventa vulnerabile agli attacchi dei bombardieri e in seguito dei missili sovietici: è l'inizio della così detta "coesistenza pacifica". L'acquisire da parte dei sovietici di tecnologie missilistiche moderne (SPUTNIK) e il parallelo aumento di produzione di avanzati missili (anche installati su sottomarini) degli Stati Uniti fa si che, essendo l'U.R.S.S. direttamente minacciata, il campo si sposti dall'Europa all'Oceano Indiano e al Pacifico. L'equilibrio mondiale si fonda, in questa fase, sull'accumulo di armi atomiche e sulla creazione di enormi arsenali nucleari.

Quanto al disarmo, nonostante la proposta -da entrambe le parti- di piani generali e complessivi, ci si è indirizzati dopo il 1962 verso accordi di carattere più limitato, volti soprattutto al controllo degli armamenti.

Gli accordi SALT I e SALT II (strategic arms limitation talks) per la limitazione delle armi strategiche hanno consentito soltanto di organizzare meglio la corsa agli armamenti. A partire dal 1974 aumenta il numero delle testate nucleari indipendenti presenti nelle ogive di ogni missile, anche se il  numero di questi ultimi resta fissato in base agli accordi SALT II. Le armi sono ormai sempre più precise, numerose e affidabili; Le postazioni terrestri e i bombardieri strategici Americani, vengono equipaggiati con i missili autoguidati cruise. La dissuasione non si fonda più su rappresaglie distruttive ma dipende, secondo gli strateghi militari, dalla capacità di vincere una guerra nucleare limitata. Allo scopo vengono individuati 40000 obbiettivi sul territorio dell'Unione Sovietica. L'amministrazione Reagan ha rispettato l'accordo SALT II, firmato da Jimmy Carter ma non ratificato, aprendo in negoziati START (strategic arms reduction treaty). Nel contempo, però, gli Americani hanno anche rilanciato la corsa agli armamenti, per poter trattare su posizioni di forza; Di qui l'insediamento degli euromissili e il progetto di guerre stellari.

Con le trattative tra Reagan e Gorbaciov del 1985 si è infine aperto uno spiraglio di speranza per il disarmo mondiale. La disgregazione dell'URSS ha posto il problema dell'eredità dell'armamento nucleare dell'ex Armata Rossa, dato che  un certo numero di paesi del Patto di Varsavia si ritrovarono in possesso di armi nucleari. Ucraina, Bielorussia e Kazakistan vi rinunciarono a causa di costi di gestione troppo elevati.
Rivendicazioni territoriali e tensioni nazionaliste e una situazione di caos economico e sociale in atto negli ex paesi sovietici non incoraggiano la causa del disarmo, mentre rimane il rischio di proliferazione di armi strategiche come pure la svendita dell'alta tecnologia militare convenzionale.