Superficie | 603.700 Km² |
Capitale | Kiev |
Abitanti | 47.622.000 |
Densità | 79 ab/Km² |
Lingua | Ucraino (ufficiale), Russo |
Forma di governo | Repubblica presidenziale |
Religioni | Atei/Non religiosi 57,5%, Ortodossa 30%, Cattolica 8%, Protestante 3,5%, altro 1% |
Moneta | Hrivna ucraina |
Gruppi etnici | Ucraini 78%, Russi 17,5%, Bielorussi 0,6%, Moldavi 0,5%, Tatari 0,5%, Bulgari 0,4%, altri 2,5% |
GENERALE
L'Ucraina, o Piccola Russia è uno
stato (603.700 km², 46.958.740 abitanti al 1 dicembre 2005, capitale Kiev)
dell'Europa dell'Est. Ha uno sbocco sul Mar Nero a sud e confina con la
Russia ad est, la Bielorussia a nord e con Polonia, Slovacchia, Ungheria,
Romania e Moldova ad ovest. L'Ucraina è una repubblica, il presidente della
repubblica attuale è Viktor Yushchenko mentre il primo ministro è Viktor
Yanukovich.
TERRITORIO
Il paesaggio ucraino consiste prevalentemente
di fertili pianure o steppe attraversate da diversi fiumi, tra cui il Dnepr
(Dnipro), il Donets ed il Nistro (Dniester o Dnister), che vanno a gettarsi
nel Mar Nero e nel più piccolo Mar d'Azov. Nella parte sudoccidentale il
delta del Danubio costituisce il confine con la Romania. Le poche catene
montuose presenti sono ad ovest le propaggini dei Carpazi (la cui cima più
alta è l'Hora Hoverla con 2061 m) e nella penisola di Crimea. Il clima è
temperato continentale.
STORIA
La storia dell'ultimo secolo dell'Ucriana è
assai ricca di eventi. Stalin utilizzò in Ucraina una politica tesa a
dimostrare i pericoli del nazionalismo e quindi a confermare la sua
ideologia. A partire dal 1929 operò una sistematica nazionalizzazione delle
piccole imprese agrarie che in Ucraina erano numerosissime (la cosiddetta
dekulakizzazione, dal termine Kulaki, piccolo proprietario terriero) e una
politica di collettivizzazione dei terreni. Sedò con numerose deportazioni
la ribellione degli agricoltori e nel 1932 procedette ad un sistematico
ammasso delle derrate e dei raccolti il cui risultato fu una carestia che
costò al paese circa 7 milioni di morti (il cosiddetto holodomor ucraino).
Ulteriori perdite avvennero in seguito a deportazioni ed esecuzioni. Vennero
distrutte oltre 250 chiese e cattedrali. La seconda guerra mondiale fu causa
di altre devastazioni e di morte (oltre 6 milioni di persone vi persero la
vita).
A partire dal 1990 si diffuse nel paese un movimento nazionalista, il
Movimento del Popolo Ucraino per la Ricostruzione e nel luglio del 1990 il
parlamento proclamò la repubblica. Nel 1991 il partito comunista ucraino
venne dichiarato fuorilegge e la popolazione votò all'unanimità per
l'indipendenza.
Il primo presidente fu Leonid Kravchuk. I rapporti con la Russia furono
inizialmente molto tesi, restavano da risolvere la questione degli armamenti
nucleari sul territorio ucraino e il controllo della flotta del Mar Nero
ancorata a Sebastopoli. L'economia del paese conobbe un periodo di crisi
dovuto alla mancanza di riserve energetiche, si ebbero tassi elevatissimi di
inflazione e le tensioni interne aumentarono. Kravchuk fu sconfitto nel 1994
da Leonid Kuchma, riformatore filo-russo rieletto poi nel 1999. Alla fine
degli anni '90 i rapporti fra Ucraina e NATO furono causa di nuove tensioni
con la Russia.
Nel 2000 viene formato un governo riformista con a capo Viktor Yushchenko.
Nell'aprile 2001 la maggioranza parlamentare si discioglie e il primo
ministro Viktor Yushchenko, viene destituito, inizia un periodo di
instabilità. Dopo il breve mandato di Anatoliy Kinakh, dal 21 novembre 2002
fu nominato primo ministro Viktor Fëdorovich Yanukovich.
I risultati delle elezioni presidenziali dell'ottobre/novembre 2004, dopo
proteste popolari per sospetti di brogli a favore del primo ministro
Yanukovych (sostenuto dal presidente uscente Kuchma) e la cosiddetta
"Rivoluzione arancione" da parte dei sostenitori di Yushchenko sono stati
sospesi dalla Corte Suprema.
Le elezioni si sono ripetute il 26 dicembre 2004 e il nuovo presidente è
Viktor Yushchenko che è entrato in carica il 23 gennaio. Tale rivoluzione ha
visto il forte sostegno degli Stati Uniti e dell'Unione Europea, che hanno
salutato con favore la caduta di un'altra autocrazia post-sovietica. In
seguito alle elezioni per la Rada, il parlamento ucraino, tenutesi il 26
marzo 2006, la "coalizione arancione" presieduta da Yushchenko è uscita
notevolmente ridimensionata a causa della vittoria del filorusso Yanukovich.
Ragione del ritorno al passato dell'Ucraina è stata la pessima gestione
della crisi del gas da parte del governo in carica, unita ad una scarsa
crescita economica.