La divisione dell'Europa durante la guerra fredda. |
Il coordinamento dell'azione politica ed
economica dei satelliti dell'URSS fu assicurato dal COMINFORM e dal COMECON. La
prima sigla si riferisce all'organismo che coordinava i partiti comunisti al
potere, la seconda all'organismo addetto all'armonizzazione dell'economia dei
paesi orientali con i piani di sviluppo dell'URSS. I due organismi furono
fondati nel 1947.
Nel 1955 fu istituito il Patto di Varsavia in funzione anti NATO. Oltre che la difesa reciproca tale Patto prevedeva il principio
d'intervento delle truppe del patto all'interno dei paesi aderenti in caso di
rivolte. Già nel 1953 ne era scoppiata una a Berlino dove gli operai erano
insorti contro le dure condizioni di lavoro ed erano stati repressi dalla
polizia coadiuvata dalle truppe dell'Armata Rossa.
Nel 1956 in Polonia una serie di disordini fu risolta cambiando la classe
dirigente al potere, mentre l'Ungheria
che aveva progettato di lasciare il Patto e dichiararsi neutrale durante la
Guerra fredda nell'ottobre
dello stesso anno fu invasa dall'Armata Rossa che eliminò la resistenza
in due settimane. La sanguinosa
repressione di Budapest ebbe forti ripercussioni politiche in Occidente e servì
da monito politico agli altri paesi satelliti dell'URSS. Solo la Jugoslavia, che
non aveva neanche aderito al patto di Varsavia, mantenne la sua indipendenza
dall'Unione Sovietica.
Le forze del Patto di Varsavia furono utilizzate occasionalmente, come durante la Primavera di Praga del 1968, quando invasero la Cecoslovacchia per affossare le riforme democratiche che il governo stava implementando. Questo evento portò alla luce la politica sovietica che governava il patto. La Dottrina Brežnev, che sentenziava "Quando forze ostili al socialismo cercano di deviare lo sviluppo dei paesi socialisti verso il capitalismo, questo diventa un problema, non solo della nazione interessata, ma un problema comune a tutti gli Stati socialisti." Dopo l'invasione della Cecoslovacchia, l'Albania si ritirò formalmente dal Patto, anche se aveva cessato di supportarlo attivamente fin dal 1962, avvicinandosi al contempo alla Cina.
Le nazioni appartenenti alla NATO e al Patto di Varsavia non si affrontarono mai in un conflitto armato, ma furono opposte durante la Guerra Fredda per più di 35 anni. Nel dicembre 1988, Mikhail Gorbačëv, capo dell'Unione Sovietica, annunciò la cosiddetta Dottrina Sinatra che sanciva l'abbandono della Dottrina Brežnev e la libertà di scelta per le nazioni est-europee. Quando fu chiaro che l'Unione Sovietica non avrebbe usato la forza per controllare le nazioni del Patto di Varsavia, si avviarono una serie di rapidi cambiamenti politici. I nuovi governi dell'Europa orientale non erano più sostenitori del Patto e nel gennaio 1991,Cecoslovacchia, Ungheria e Polonia annunciarono il loro ritiro entro il primo di luglio. La Bulgaria seguì in febbraio e fu evidente che il patto era ormai in via di dissoluzione. L'Unione Sovietica riconobbe il fatto e il Patto fu ufficialmente dissolto durante un incontro a Praga il 1 luglio 1991.
A seguito del dissolvimento del Patto di Varsavia, il 12 marzo 1999 alcuni dei suoi ex membri, Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia aderirono alla NATO, mentre la Romania vi è entrata nel 2004.