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INTRODUZIONE

 


Nell' '89 la caduta del muro di Berlino apriva una nuova fase nel movimento europeista, che riprendeva con urgenza tutta nuova, dettata dai grandi mutamenti avvenuti negli anni '80, la strada dell'unificazione economica già intrapresa a partire dai Trattati di Roma fino a quello di Maastricht. Noi non intendiamo sottovalutare l'importanza degli sforzi ingenti compiuti in questa direzione, che anzi ci paiono degni della massima considerazione. Ma la nostra idea è un'altra. Vorremmo prima capire meglio che cos'è l'Europa. Per rispondere a questo interrogativo non ci è sembrato il caso di ripercorrere le tappe storiche della sua fondazione politica ed ideologica: per questo ci sono già i manuali. Vorremmo sapere invece che cos'è l'Europa in noi, quali sono le dimensioni e la profondità intellettuali, morali e spirituali della nostra appartenenza all'Europa. Perché dunque non rivolgere la domanda stessa all'età dei 18-20 anni, agli uomini e alle donne cioè che in quell'Europa dovranno vivere e che ci sembra così poco preparata ad accoglierli?

Ma siccome non siamo intimisti e non abbiamo fiducia nell'introspezione pura, abbiamo deciso di prendere in mano qualche libro e di leggere. Quanto segue è dunque il risultato di un tentativo di osservare, di riflettere, di rispondere ad una domanda che ci siamo posti.
La bibliografia qui sotto riportata è sufficientemente indicativa delle nostre scelte: gli autori e i titoli sono talmente noti che non richiedono alcuna presentazione. Ma almeno un nome è opportuno richiamare particolarmente: quello di Paul Valéry, perché è stato il nostro riferimento principale, e non è per caso che si tratti di un poeta.

Su questa scelta ci dobbiamo ancora brevemente soffermare per qualche altra considerazione. Il 20 maggio 1990 Jacques Derrida pronunciava a Torino, in occasione di un convegno sul tema "L'identità culturale europea" presieduto da Gianni Vattimo, una conferenza che fu poi pubblicata in francese col titolo L'autre cap, Les Editions de Minuit 1991, e subito dopo in italiano da Garzanti, alle pag. 11-67 del volumetto dal titolo Oggi l'Europa. Nel '94 Stefano Agosti raccoglieva ne La crisi del pensiero alcuni estratti dei Cahiers sul tema politico dell'Europa. Queste pubblicazioni, benché in forma e con modalità diverse, davano tuttavia un peso rilevante alle riflessioni valeryane sull'Europa, ed hanno attratto per questo la nostra attenzione soprattutto per la loro angolatura coscienziale e problematica, in una prospettiva dinamica e critica ("crisi").

Questo taglio ci è parso particolarmente importante, al punto che abbiamo ritenuto opportuno premettere il contributo di Anna Atzeni che riferisce sull'opera di K. Jaspers a proposito della colpa della Germania e delle responsabilità dei vincitori alla fine del secondo conflitto mondiale. Ogni ragionamento sull'Europa non può non partire da una riflessione su questo argomento e sulle cause e sulle conseguenze delle due guerre mondiali. Le prospettive aperte da Jaspers ci sono parse dunque fondamentali. Seguono le due relazioni centrali di Giacomo Biraghi e di Mara Turco, che riprendono e discutono temi tratti dal Valéry, il primo in una visione più propriamente politica, la seconda rifacendosi piuttosto ai testi più strettamente poetici. Anna Minardi propone una rilettura dei due volumi dello Chabod, dimostrando con la sua stessa trattazione l'eccezionale interesse che continuano a sollevare gli scritti di questo storico straordinario. Infine Valerio Nanni ci presenta gli interrogativi di chi vorrebbe vedere nell'Europa una realtà concreta, al di là di tanti slogan dichiarati e non ha riserve nel criticare alcune posizioni politiche che egli ritiene insufficienti o inadeguate: una posizione polemica ma non priva di una propria validità.

Siamo stati a lungo in dubbio se lasciare a ciascuno la responsabilità di ogni singolo contributo o se fondere l'intero lavoro in una stesura unitaria "a più mani". Abbiamo optato per la prima soluzione, non soltanto per motivi di tempo (la rielaborazione avrebbe richiesto un periodo ben maggiore), ma anche per mantenere l'originalità del contributo di ciascuno. Resta affidato al lettore il compito di leggere e di indovinare, dietro il gioco delle convergenze e delle dissonanze, il frutto delle discussioni e dei tentativi di approfondimento attuati dal gruppo.

 

L'insegnante di italiano
prof. Antonio Salvioni

 

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