(al-Jamahiriyah  al-Arabiyah  al-Libiya  ash-Sha’biyah  al-Ishtirakiyah,

Repubblica Araba Libica Socialista Popolare).

 


mappa
Superficie: 1.757.512 Km²
Abitanti: 5.241.000 (stime 2001)
Densità: 3 ab/Km²

Forma di governo: Repubblica socialista araba islamica
Capitale: Tripoli (1.681.000 ab.)
Altre città: Bengasi 650.000 ab.
Gruppi etnici: Arabi e Berberi arabizzati 90%, Beduini 4%, altri 6%
Paesi confinanti: Tunisia a NORD-OVEST, Algeria ad OVEST, Niger e Ciad a SUD, Sudan a SUD-EST, Egitto ad EST

Monti principali: Bette 2286 m
Fiumi principali: Non esistono fiumi perenni
Laghi principali: Sabkhat Tawargha, Sabkhat Ghuzayyil, Sabkhat al Qunayyin
Isole principali: -
Clima: Arido - mediterraneo

Lingua: Arabo (ufficiale), Inglese, Francese, Italiano
Religione: Musulmana sunnita 97%
Moneta: Dinaro libico

 

 

Stato dell’Africa settentrionale, affacciato al Mediterraneo con una costa lunga 1850 km e confinante con Egitto, Sudan, Ciad, Niger, Algeria e Tunisia. Con 1.757.000 km2 è il quarto stato africano in ordine di grandezza.

E’ una repubblica che si autodefinisce socialista, di fatto diretta dal capo dello stato Muammar el-Gheddafi. La capitale è Tripoli.

 

GEOGRAFIA 

Ambiente naturale

COSTE

Nel paese esistono tre regioni naturali e storiche: la Tripolitania e la Cirenaica, che si affacciano sul Mediterraneo, e il Fezzan, nella zona sahariana.

La costa della Tripolitania, dal confine tunisino al capo Misurata, è in prevalenza piatta, così come quella, brulla e sabbiosa, della Sirtica fino a Bendasi (qui esiste tuttavia qualche ancoraggio). Tra Bendasi e Ras e Tin, con l’avvicinarsi al mare dell’altopiano, prevalgono rive a picco con profonde insenature. A est la costa procede bassa, uniforme, orlata da dune, fino al golfo di Tobruch, l’insenatura più ampia e profonda di tutta la costa libica.Oltre Tobruch torna ad essere alta e rocciosa, spesso a picco sul mare.

Il rilievo, salvo alcuni membri più meridionali (massiccio di Auenat, al confine con il Sudan 1.934 metri), si mantiene quasi sempre al di sotto dei 1.000 metri; ma mentre in Tripolitania esiste una pianura costiera (Gefara) abbastanza estesa e poi un rilievo che continua fino al Fezzan, in Cirenaica il rilievo si trova in vicinanza del mare. Nel retroterra, fino al Tibesti, non si superano i 250 metri; prevalgono aspetti desertici e le oasi costituiscono le uniche zone dove sia possibile la vita.

 

 

 

FIUMI

 

La Libia, regione arida o semi-arida, è quasi priva di corsi d’acqua permanenti; i numerosi uidian (Uadi) recano acqua per brevissimo tempo nel periodo delle piogge: sono perenni in Tripolitania il Ki’am e il Ramla, in Cirenaica il Derna, la cui conoide terminale costituisce l’oasi di Derna. Nell’interno l’acqua compare solo in occasione di acquazzoni eccezionali, ma esiste una falda acquifera che, poco profonda in vicinanza del mare (appena 3 metri nell’oasi di Tripoli e 30-35 metri nella Gefara), diventa sempre più profonda nell’interno.

 Condizioni più favorevoli presenta la Cirenaica, che ha nell’altopiano una complessa rete di acque sotterranee che sgorgano poi all’aperto in sorgenti carsiche. Nelle aree depresse (Giarabub, Cufra, solchi del Fezzan) esistono laghi di piccole dimensioni per lo più salati.

 

 

 

 

 

 

CLIMA

 

 

Il clima accentua i suoi caratteri desertici a mano a mano che dalle regioni costiere ( dove si risentono i benefici influssi del Mediterraneo) ci si spinge verso l’interno. La piovosità presenta valori bassi con notevolissime variazioni da un anno all’altro.

La costa ha temperature medie di 27°C in luglio e 14°C in gennaio e precipitazioni annue di 300-400 mm , concentrate nel semestre invernale.

Verso l’interno l’escursione diurna e annua, attenuata sulla costa dal mare, tende ad aumentare e la piovosità diminuisce (anche se resta un po’ più abbondante sull’altopiano).

Seguono aspetti predesertici, con temperature sempre più elevate, forti squilibri giornalieri e piogge sempre più scarse. Violento spira il  vento caldo e secco del sud che esercita un effetto deleterio sulla vegetazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

FLORA E FAUNA

 

 

La vegetazione, a causa dell’aridità del clima, è scarsa: macchia mediterranea lungo la costa, con olivi viti, lentischi, mirti, carrubi, ginepri, cipressi, mentre verso l’interno prevalgono la steppa semidesertica e poi il deserto vero e proprio.

 

Nelle oasi crescono le palme da datteri. La fauna è ridotta: roditori del deserto, iene volpi, sciacalli; nelle zone meno aride vivono le gazzelle. Abbondano gli insetti (in particolare locuste e farfalle), gli uccelli e, nelle zone desertiche, i rettili.

 

 

 

POPOLAZIONE

La maggior parte della popolazione (80%) dei 5.605.000 abitanti trae origine dalla fusione degli invasori arabi del VII secolo d.C. con i preesistenti berberi, ma vi sono anche tribù di berberi non amalgamatesi (in Tripolitania e nelle oasi costiere), gruppi di arabi che hanno mantenuto i caratteri originari e popolazioni sahariane come i Tuareg, stanziati nelle oasi interne della Tripolitania e del Fezzan, e i Tebu delle oasi del sud. Numerosi gli stranieri (in primo luogo egiziani e sudanesi, ma anche ciadiani, maliani e tunisini), attirati fin dagli anni ’70 da una legislazione che favorisce l’immigrazione. La popolazione è in aumento, al ritmo del 1,9% annuo (1995-2000). Le condizioni socio-sanitarie sono migliorate: con una speranza di vita di 71 anni, una mortalità infantile del 19% e un alfabetismo al 19,9% la Libia si colloca tra i paesi a sviluppo umanitario intermedio e, grazie al reddito elevato, davanti agli altri paesi nordafricani. La densità media rimane molto bassa (tre abitanti per km2), e la popolazione si addensa lungo la costa, dove si contano oltre 200 abitanti per km2, nella piana di Gefara e in alcune oasi.

 

CITTA' IMPORTANTI

 

 

 

Il 30% della popolazione risiede nella capitale Tripoli; altri centri notevoli sono Bendasi, capoluogo della Pirenaica e seconda città del paese, Misurata, Derna, Marsa, Brega, El Beida, tutti sulla fascia costiera. Ormai l’86% della popolazione abita in città. La lingua ufficiale è l’arabo. Dal 1970 è stata proclamata religione di stato quella islamica; vivono nel paese circa 40.000 cattolici.

 

 

 

 

 

 

ECONOMIA

 

 

Fino agli anni ’50 considerata uno dei paesi più poveri del mondo, soprattutto a causa dell’improduttività del territorio, la Libia registrava già nel 1977 il reddito annuo pro capite più elevato del continente africano (posizione che conserva tuttora, con 6.510 dollari nel 1994), grazie allo sfruttamento dei grandi giacimenti di petrolio, iniziato nel 1959 e nazionalizzato dopo il 1969.

Oltre a nazionalizzare le principali risorse (il petrolio e il gas naturale in primo luogo) e le attività produttive il nuovo regime investì anche nello sviluppo dell’industria leggera e delle infrastrutture e nella modernizzazione dell’agricoltura, favorendo nel contempo l’immigrazione per sopperire alla scarsità di manodopera. La diminuzione dei prezzi del petrolio negli anni ottanta ha poi ridimensionato le possibilità di sviluppo del paese, al punto che il PIL ha fatto segnare in quel decennio un calo medio annuo del 5,4%; negli anni ’90 il quadro economico ha risentito delle sanzioni economiche imposte alla Libia dall’ONU nel 1991. La moneta è il dinaro libico.

 

 

 

AGRICOLTURA

 

L’agricoltura ha importanza scarsa, sia per la limitatissima superficie coltivabile (1,2% del territorio) sia per la scarsità di acqua, anche se il governo ha investito molto sulla bonifica dei terreni agricoli e sul reperimento di  risorse idriche con opere di sbarramento e l’utilizzo di ingenti quantità di acque fossili, convogliate verso la costa da un sistema di tubazioni. I principali prodotti agricoli sono i cereali, grano e orzo, coltivati nella fascia costiera e sulle pendici settentrionali delle alture che dominano la costa. In quest' ultima crescono anche vite e olivo, agrumi e alberi da frutta.

 Nelle zone pre-desertiche crescono lo sparto e l’alfa utilizzati sia per la cellulosa,sia per farne corde,stuoie e altri lavori d’intreccio; e inoltre tabacco, arachidi, patate, ricino; dalla palma da dattero si ricavano frutti in abbondanza. Dato il clima arido, è molto praticato l’allevamento caprino e ovino. Poco importante la pesca (rilevante quella delle spugne).

 

 

 

INDUSTRIA

 

La base dello sviluppo economico della Libia è rappresentato dal petrolio: le quantità da estrarre ogni anno e i relativi prezzi di vendita sono sotto il controllo del governo e in adesione alla strategia dell’OPEC. Il petrolio, di cui la Libia è il secondo produttore del continente africano dopo la Nigeria, contribuisce per oltre il 25% alla formazione del reddito nazionale e rappresenta la quasi totalità delle esportazioni.

I principali giacimenti petroliferi (Mabruch, Hofra, Zelten, Beda, Raguba, Ora, Samah, Gialo, Waha, Magid, Amal, Serir, Augila) sono collegati da oleodotti; le principali raffinerie sono a Marsa Brega, Tobruch, ras Lanuf, Ez Zauia.Esistono, inoltre, cospicui giacimenti di gas naturale. Vi sono anche saline, e da alcune zone lacustri del Fezzan si estrae il patron (carbonato di sodio).

L’industria manifatturiera è di dimensioni assai modeste, con impianti tessili, alimentari, del tabacco, della concia del pellame; attività artigianali tradizionali sono la lavorazione dei tappeti, a Misurata, e i ricami in seta e argento.

 Dagli anni ’70 ha avuto un notevole impulso l’edilizia, con la costruzione di interi quartieri popolari alla periferia delle grandi città che ha determinato il sorgere di cementifici e di fabbriche di laterizi.

 

 

TURISMO

Per tutti gli anni settanta e ottanta il governo libico ha scoraggiato l’afflusso turistico, una posizione che solo nei primi anni novanta si è andata modificando. Poli di attrazione sono l’antico nodo carovaniero di Gadames, lo spiccato carattere di Tripoli con le sue ricche moschee e importanti resti archeologici, dai celebri resti della fenicia e poi romana città di Sabratha, a quelli romani di Leptis Magna a quelli ellenici e romani di Cirene.

 

 

 

COMMERCIO E COMUNICAZIONI

 

 

Le sanzioni economiche in vigore dal 1991 al 1999 hanno fortemente ridotto gli scambi commerciali della Libia, la cui bilancia è sempre in forte attivo grazie all’esportazione di greggio, destinato innanzitutto all’Italia (39%) e quindi a Germania, Spagna, Turchia, Francia, Svizzera.

 

Vengono in cambio importati beni industriali e alimentari, anche in questo principalmente dall’UE, Italia in testa. La rete stradale, sviluppata soprattutto lungo la costa, è asfaltata per un terzo.E’ stata invece smantellata la rete ferroviaria dei tempi coloniali.

I maggiori porti sono Tripoli, Bengasi, Marsa Brega, relativamente recente e destinato unicamente all’imbarco di petrolio, Misurata e Tobruch.

 

 inno nazionale      

           

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