Al-Jumhuriya al-Tunusiya)
Superficie:
164.191 Km² |
Ambiente naturale
RILIEVI
La zona settentrionale (Tell) comprende i maggiori rilievi del paese e le fertili pianure costiere del NE.
La fascia centrale è semi-arida, e solo in prossimità della costa si trasforma in un area fertile e fortemente umanizzata (Sahel).
Il sud offre un paesaggio desertico.
I rilievi, ultime e meno elevate propaggini dell’Atlante, sono più pronunciati nella sezione occidentale.
La fascia settentrionale è attraversata da due serie di catene, l’Atlante Telliano a nord e l’atlante Sahariano a sud separate dalla valle della Megera, che con i suoi depositi alluvionali ha formato una vasta piana aperta sul golfo di Tunisi.
L’Atlante Telliano incombe direttamente sulla costa, che si presenta quindi a nord poco accessibile.
L’altezza supera raramente i 1.000 metri e diminuisce dalla catena dei monti della Crumiria fino alle colline circostanti la piana di Biserta.
A sud della Megerda l’Atlante Sahariano, o Dorsale Tunisina, si sviluppa con una serie di catene parallele che culminano a sud-ovest nel Gebel Chambi (1544m), massima vetta del paese.
I rilievi presentano spesso forma tabulare, con ripide scarpate (kalaat).
FIUMI E CLIMA
La Megerda è l’unico corso d’acqua permanente, anche se soggetto a forti magre estive.
Infatti le piogge sono concentrate nel periodo invernale e presentano una certa irregolarità e variabilità .
Nelle zone più elevate le precipitazioni permettono l’esistenza di foreste di querce e pini.
La zona steppica è caratterizzata da prateria di sparto e alfa, intervallate da numerose sebche (acquitrini salmastri).
A sud-ovest alcuni rilievi tabulari, disposti secondo un asse longitudinale, discendono rapidamente verso la zona degli chotts (laghi temporanei salati).
Nella desertica Tunisia meridionale troviamo un vasto tavolato con i margini rialzati a est, dove si elevano per poche centinaia di metri le catene degli Csour e del Dahar.
Il sud-ovest è occupato dalle sabbie del Grande Erg orientale, mentre ad est, al confine con la Libia, si estende la vasta piana della Gefara.
In questa sezione le piogge sono scarsissime e non esistono corsi d’acqua superficiali mentre la vegetazione si limita alle l’Atlante Telliano alimentate dalle falde sotterranee o è rappresentata da steppe con rade erbe.
Il clima risente sulle coste e nel Tell dell’influsso esercitato dal mare, con moderate escursioni annue (con temperature da 6°C a 26°C).
Nelle zone centrali e nel sud le escursioni aumentano e le temperature massime, nella zona sahariana, raggiungono i 50°C.
Le precipitazioni, che nel Tell possono superare i 1.600 mm annui, diminuiscono verso sud scendendo anche sotto i 200 mm.
La popolazione, in origine berbera, ha subito la conquista islamica (sec. VII) un processo di progressiva arabizzazione, culminando nel sec. XI con le invasioni delle tribù beduine arabiche dei Beni Hilal, e sviluppatosi attraverso l’adozione della lingua e della religione di queste ultime.
Attualmente la Tunisia è uno dei paesi più arabizzati del Maghreb; isolati gruppi di berberi permangono nel sud, in particolare nella zona di Mattata.
Oggi il 99% della popolazione è di religione musulmana (sunnita) e di lingua araba (ufficiale).
Diffuso è anche il francese.
La popolazione nel 1921 era ancora di 2.100.00 abitanti, mentre 25 anni dopo (1946) aveva raggiunto i 3.231.00 (+54%).
La crescita è proseguita in modo intenso a causa della rapida diminuzione della mortalità , malgrado l’esodo degli europei e i forti flussi emigratori, e nel 1984 furono registrati 6.966.173 ab., saliti a 9.673.000 nel 2000.
La crescita demografica si è comunque ridimensionata (1,3% annuo nel 1995-2000).
Pur con una mortalità infantile alta (25,8%o), la speranza di vita è di 72 anni, e con alfabetismo del 29% (era del 75% negli anni ’60) la Tunisia si colloca tra i paesi a sviluppo umano intermedio.
Città à La popolazione tende ad addensarsi nelle regioni del nord e dell’est, e nel distretto della Grande Tunisi (con i tre governatorati di Tunisi,Ariana e Ben Arous) vive oltre il 20% degli abitanti.
Negli ultimi anni, però, l’attrazione esercitata dalla capitale sembra essersi attenuata a favore di un rafforzamento degli altri centri della costa orientale.
Fra le altre città del paese grande sviluppo ha avuto l’industriale Sfax, seguono per importanza Biserta, centro portuale, Gabès, recente polo di sviluppo industriale, Susa, Djerba (nell’isola omonima, situata nel golfo di Gabès) e, nel centro, Kairouan, quarta città santa dell’Islam e prima città araba fondata nel Maghreb.
La popolazione urbana era nel 2000 il 62,6%.
L’economia tunisina si basa essenzialmente sull’agricoltura, che ha un punto di forza nell’esportazione di olio d’oliva (di cui la Tunisia è il quarto produttore mondiale) e di altri prodotti mediterranei, sullo sfruttamento di risorse minerarie, come i fosfati e il petrolio, e sul turismo.
L’industria si concentra prevalentemente nel settore della trasformazione dei prodotti agricoli e minerari.
Negli anni ’60 la Tunisia imboccò un modello di sviluppo in chiave nettamente socialista basato sull’intervento diretto dello stato a sostegno dell’industrializzazione e dello sviluppo agricolo.
In seguito tuttavia fu dato ampio spazio agli investimenti stranieri e all’iniziativa privata, invece dopo il 1965 il turismo fu individuato come settore trainante.
Il paese fa largo ricorso agli aiuti e ai crediti internazionali (della Banca Mondiale e della UE) e ha accumulato un ingente debito estero , che lo impegna in onerosi rimborsi.
AGRICOLTURA
Persiste il dualismo fra l’agricoltura moderna (statale e privata) e il settore tradizionale dei piccoli coltivatori, e un problema è rappresentato dall’incostanza delle rese a causa della variabilità climatica, cui si cerca di far fronte estendendo le aree irrigue.
Arativi (destinati soprattutto alla cerealicoltura) e colture arborescenti coprono il 30% del territorio, prati e pascoli il 19%, foreste e boschi il 4%.
Molto rilevanti per le esportazioni sono l’olivicoltura, la viticoltura, la frutticoltura (pesche, albicocche, prugne, mele, pere, datteri e mandorle della regione di Sfax) e l’orticoltura (pomodori).
L’allevamento è prevalentemente ovino e caprino.
Dagli anni ’80 grande sviluppo ha conosciuto anche la pesca, diventata un settore importante per le esportazioni.
Ricchi giacimenti di fosfati si trovano presso Gasfa e Kaalat Djerda.
A partire dal 1964 sono sfruttati anche giacimenti petroliferi, situati a El Bourma, a Douleb e nel golfo di Gabès.
Vi sono anche ampie riserve di gas naturale.
La politica dei poli di sviluppo ha condotto alla creazione di una serie di impianti con lo scopo di attenuare la concentrazione su Tunisi, principale sede industriale del Paese, e valorizzare localmente le materie prime.
Una raffineria è stata installata a Diserta, impianti per la lavorazione dei fosfati e industrie tessili a Sfax, impianti chimici per la produzione di fertilizzanti a Gabès, industrie meccaniche a Susa.
Diffuse dappertutto sono le industrie alimentari.
Il settore che ha registrato un notevole sviluppo dopo gli anni ’60 e ha fruito di consistenti investimenti, può contare sulle spiagge sabbiose del Mediterraneo e sul deserto del Sahara.
I principali centri balneari lungo le coste sono: Tabarka, Diserta,, Gamarth, Gabès, Djerba e Susa.
Tra le città più interessanti vi è Tunisi, ricca di ritrovamenti archeologici medievali.
Il commercio estero della Tunisia è rivolto soprattutto verso i paesi della UE, con cui nel 1995 è stato firmato un trattato di libero scambio che prevede l’eliminazione di ogni barriera doganale entro 12 anni.
Si esportano prodotti tessili ed agricoli e petrolio.
La bilancia commerciale presenta però un deficit strutturale del 15-20% a causa dell’importazione di macchinari, di prodotti industria di base e di alcuni prodotti alimentari
Discrete sono le reti ferroviaria e stradale, asfaltata per il 79%.
I porti principali sono Tunisi, Diserta, Susa e Sfax; la Shkirra è un attivo porto petrolifero.
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