Al-Jumhuriya Al-Jaza’iriya Ad-dimuqratiya Ash-sha’biya

 

 

mappa
 

Superficie: 2.381.741 Km²
Abitanti: 31.736.000 (stime 2001)
Densità: 13 ab/Km²

Forma di governo: Repubblica
Capitale: Algeri (1.600.000 ab., 3.705.000 aggl. urbano)
Altre città: Orano 600.000 ab., Costantina 490.000 ab.
Gruppi etnici: Arabi e Berberi arabizzati 82%, Berberi (Mauri) 17%, Europei 1%
Paesi confinanti: Marocco a NORD-OVEST, Mauritania e Mali a SUD-OVEST, Niger a SUD, Libia e Tunisia ad EST

Monti principali: Tahat 2918 m
Fiumi principali: Chelif 725 Km
Laghi principali: Chott Melrhir, Sebkha Mekerrhane, Sebkha Azzel-Matti, Chott Merouane, Chott Ech Chergui, Chott el Hodna
Isole principali: -
Clima: Mediterraneo - arido

                                                                                   Lingua: Arabo (ufficiale), Francese, dialetti Berberi
                                                                                   Religione: Musulmana sunnita
                                                                                   Moneta: Dinaro algerino

 

 

L'Algeria è uno stato dell’Africa settentrionale, esteso per 2.381.741 km2 (è uno dei più vasti stati dell’Africa), affacciato sul mar Mediterraneo e confinante con  Marocco, Mauritania, Mali, Niger, Tunisia e Libia.

È una repubblica presidenziale con parlamento bicamerale.

 

GEOGRAFIA

 Ambiente naturale

 

RILIEVI

 

Il territorio, molto vario, presenta da nord a sud una fascia costiera seguita da due catene montuose, l’Atlante Telliano (o Tell) e l’Atlante Sahariano, separate tra loro dagli altopiani centrali; tutte queste zone, insieme, costituiscono il Maghreb algerino, a sud del quale si trova la regione sahariana.

Sulla costa, che si affaccia sul Mediterraneo per una lunghezza di circa 1.200 km, terminano i rilievi del Tell, interrotti da ampie depressioni, come le piane di Algeri, Orano e Annaba, e da valli fluviali.

L’Atlante Telliano nella fascia occidentale è interrotto da pianure che facilitano le comunicazioni con l’interno, mentre in quella centrale e orientale è costituito da una serie di massicci, quali la Piccola e la Grande Cabilia, che raggiunge la massima altezza nel gruppo del Giurgura (2.308 m), e le alture che circondano la piana di Costantina, tra le quali spicca il massiccio dell’Aurès (2329 m).

Queste sono le zone più ricche di acqua, più densamente popolate e sviluppate economicamente.

A sud del Tell si trovano altopiani, sui 1.000 m di altezza, dove la scarsità delle acque e la vegetazione rada consentono limitati insediamenti e come unica attività la pastorizia. Ad essi segue l’Atlante Sahariano, meno elevato.

Più a sud si estende, per una superficie di circa 2 milioni di km2 , una piana desertica arida e inospitale, a tratti sabbiosa (chiamata Erg, suddivisa in Grande Erg Orientale e Grande Erg Occidentale), a tratti di pietre e ciottoli (chiamata Reg), a tratti rocciosa e nuda, come l’Hamada di Tademait, che si eleva all’estremità meridionale del paese fino oltre i 2.000 m (massiccio dello Hoggar, 2.918 m).

 

 

 

CORSI D'ACQUA E CLIMA

 

Anche le altre zone dell’Algeria sono povere di acqua: la maggior parte dei corsi d’acqua sono alimentati esclusivamente dalle piogge e si esauriscono rapidamente; a volte formano laghi salati detti chott.

 

 

 

 

Gli unici fiumi a regime pressoché costante sfociano nel Mediterraneo.

Il clima della fascia costiera è di tipo mediterraneo, con estati calde e inverni miti, con piovosità buona (oltre 1.algeria-hodna1.jpg (29421 bytes)000 mm annui nella zona di Algeri).

Questa è l’unica zona dove le condizioni climatiche e la fertilità del suolo consentono di  coltivare i cereali, oltre alla vite e all’olivo.

Nell’interno il clima diventa continentale, con escursioni termiche sempre più elevate procedendo verso sud, acuite dalla scarsità o dalla completa mancanza di vegetazione.

Anche la piovosità diminuisce, passando dai 300-400 mm degli altopiani a medie inferiori ai 100 mm del deserto, e la vegetazione si dirada, assumendo le caratteristiche della steppa erbacea o arborea sugli altopiani, fino a scomparire quasi del tutto nel deserto.

La presenza di animali è piuttosto scarsa, ridotta ad alcuni erbivori.

Negli anni ’70 si è provveduto ad un’opera di intenso rimboschimento nelle zone abbandonate.

 

 

 

 

 

POPOLAZIONE

 

 

Prima dell’arrivo degli arabi (secolo VII) l’Algeria era abitata da berberi, che praticavano oltre alla pastorizia nomade anche forme di agricoltura abbastanza evolute.

L’immigrazione islamica ha progressivamente assorbito gli antichi abitatori, tanto che oggi la popolazione algerina è in gran parte di lingua e cultura arabo-maghrebina.

Soltanto nelle zone montagnose della Cabilia e nel massiccio dell’Aurès si conservano ancora gruppi di berberi.

La popolazione era stimata nel 2001, in 31.252.000 abitanti; molti i residenti all’estero (oltre 800.000 già nel 1978), per lo più in Francia.

La densità è di soli 13 abitanti per km2, relativamente bassa a causa della vasta superficie desertica che occupa oltre l’80% del territorio. 

La maggior parte della popolazione è concentrata nella fascia costiera, ed è elevata l’urbanizzazione.

 

 

Circa metà degli abitanti risiede nei centri urbani, i più importanti dei quali sono le grandi città portuali e industrializzate del nord: innanzitutto Algeri, la capitale, poi Orano e Annata sulla costa, e un po’ più nell’interno Costantina.

Il tasso di incremento demografico è stato, tra il 1995 e il 2000, del 2,2%, in sensibile calo rispetto ai decenni precedenti, la speranza di vita di 67 anni, dati che tendono ad allontanare, seppur lentamente, l’Algeria dalla media dei paesi africani.

L’analfabetismo, che nel periodo coloniale raggiungeva l’85%, si è ridotto dopo l’indipendenza, ma resta elevato (36,7%).

La lingua ufficiale è l’arabo; sono usati anche il francese e i linguaggi berberi (18,8%) nel 1987).

La religione è quella musulmana; ci sono minoranze di cristiani (circa 50.000) e di ebrei.

 

 

 

ECONOMIA

 

 

Mentre nel periodo coloniale l’economia era basata principalmente sull’agricoltura, in funzione dell’esportazione dei prodotti in Francia, dopo l’indipendenza fu scelta la via dell’industrializzazione (soprattutto nel settore pesante), sostenuta dall’ampia disponibilità di fonti energetiche e di materie prime.

Il settore agricolo, organizzato in modo collettivista, fu trascurato. 

La crisi del mercato petrolifero ebbe però profonde ripercussioni su questo modello, e nel corso degli anni 80 il regime spostò l’attenzione dall’industria pesante a quella leggera e tornò a puntare all’agricoltura.

 

Nel 1987 furono adottate misure di liberalizzazione e privatizzazione, ma la crescita del debito estero ha finito per minare il tentativo di ristrutturazione: inflazione, disoccupazione e mancanza di generi di prima necessità, soprattutto alimentari, hanno portato a uno strato di tensione poi sfociato nel 1992 nella guerra civile.

 

 

 

 

 

 

 

AGRICOLTURA

 

Il settore agricolo occupa il 50% della popolazione attiva, su un arativo che rappresenta complessivamente appena il 3,4 della superficie totale del paese.

La scarsa attenzione del governo portò negli anni ’70 ad un calo produttivo che rese necessaria l’importazione di ingenti quantitativi di derrate alimentari.

La nuova politica avviata negli anni ’80 non è riuscita a modificare sostanzialmente la situazione.

Le principali colture sono praticate nella fascia mediterranea, dove si producono cereali (frumento, orzo, avena, riso), vite, olivo, agrumi, frutta (tra cui datteri e fichi), ortaggi; tra i prodotti industriali barbabietole da zucchero, colza e tabacco.

L’allevamento, praticato in forme tradizionali, è molto sviluppato e in crescita, soprattutto per quanto riguarda bovini ed ovini; esso dà come prodotti, oltre a latte e carne, lane pregiate. Abbondante la pesca.

Nelle foreste, che ricoprono l’1,7% della superficie del paese, si trova legname pregiato: cedri del Libano e dell’Atlante, pini d’Aleppo, querce da sughero.                                                                                                                                                                                                                La moneta è il dinar algerino.

 

 

 

 

 

 

INDUSTRIA

 

 

L’industria costituisce la base dell’economia dell’Algeria, che, contrariamente alla maggior parte dei paesi africani che importano macchinari, ha sviluppato una propria industria pesante nei settori siderurgico, meccanico, petrolchimico, oltre a possedere industrie di trasformazione per valorizzare i prodotti dell’agricoltura e le ricche risorse energetiche del sottosuolo.

Fin dal 1966 il governo ha provveduto alla nazionalizzazione delle miniere che forniscono ingenti quantità di ferro, manganese, uranio, platino, diamanti; poi, nel 1971 ha nazionalizzato le risorse energetiche (petrolio di Hassi-Messaoud, Edjeleh, Gassi-el-Agreb, e gas naturale, di cui l’Algeria è il primo produttore africano).

Per trasportare petrolio e metano dai posti di estrazione ai principali porti del Mediterraneo sono stati costruiti numerosi oleodotti e gasdotti, tra cui il gasdotto che attraverso l’Algeria nord-orientale e la Tunisia, correndo sul fondo del canale di Sicilia, porta il gas algerino in Italia.

Una notevole risorsa è rappresentata dai fosfati.

Negli anni ’70 l’industrializzazione ha subito un impulso eccezionale e il paese ha visto sorgere numerosissimi stabilimenti, specialmente nella fascia costiera.

Sono stati impiantati complessi per la liquefazione del gas naturale a Skikda e ad Arzew; sempre ad Arzew sono stati costruiti impianti per la produzione di ammoniaca (partendo dal gas naturale) e una raffineria, la terza dopo quelle di Algeri e Messaoud; ad Annaba ed Orano sono sorte acciaierie, a Bel Abbès un vasto complesso per la produzione di materiale agricolo ed elettronico.

Vi sono inoltre impianti automobilistici, cementifici, industrie chimiche (acido nitrico, cloridrico, soda caustica e fertilizzanti azotati), alimentari e del tabacco.

La produzione di energia elettrica deriva in gran parte dall’utilizzo del petrolio, e naturalmente il fabbisogno naturale è ampiamente coperto.

Tra i numerosi effetti negativi della guerra civile degli anni ’90 c’è stato il blocco dell’afflusso turistico, che aveva registrato un notevole sviluppo negli anni precedenti grazie alla presenza di bellezze naturali (le spiagge mediterranee, il caratteristico ambiente del deserto) e artistiche (le incisioni rupestri neolitiche dell’interno, numerosi resti di età islamica e romana).

 

 

COMMERCIO E COMUNICAZIONI

 

Gli scambi avvengono in massima parte con i paesi della UE (Italia e Francia in testa) e con gli Stati Uniti. La moneta è il dinar.

Le esportazioni sono costituite per oltre il 95% dal petrolio e dal gas naturale, le importazioni da macchinari e attrezzi industriali, mezzi di trasporto e prodotti alimentari (oltre un terzo).

La rete stradale si estendeva nel 1995 per 102.424 km.

Nel 1971 fu decisa la costruzione di una strada, la Transahariana, che oggi congiunge Algeri con il Niger, la Nigeria e il Mali.

Gli autoveicoli ammontavano, nel 1998, a 2.598.300 (con un tasso di diffusione terzo in Africa dopo Sudafrica e Libia).

Le ferrovie, sviluppate per 4.772 km (1995), constano di una linea orizzontale che attraversa orizzontalmente il paese, dalla frontiera con il Marocco a quella con la Tunisia.

                                                                                                                                                                                                                                                Molto importanti per il trasporto del petrolio e del gas naturale sono i porti, con un traffico annuo molto intenso; i principali sono Orano, Algeri, Annaba, Skidka, Béjaja e Arzew.

 

 

 

 

 

 inno nazionale

 

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