wm.mirella.ascoli.cantoni.1952
Walter Molino,Ritratto di Mirella Ascoli 1952
 Milano, Eredi Cantoni

 

 

 

 

 

 

Mirella Ascoli Cantoni:
Il mio Berchet e le Leggi Razziali del 1938
1

 

di Cesare Badini

Cesare Badini,Logo del Centenario del Berchet, Milano 2009
centenario@liceoberchet.it

 
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La signora Mirella Ascoli ha frequentato il Regio Liceo Ginnasio Berchet di Milano durante gli anni Trenta, ma in seguito alla promulgazione delle Leggi Razziali nel 1938 venne esclusa in quanto ebrea dall'iscrizione all'anno scolastico 1938-39. Ecco il resoconto di un lungo colloquio telefonico2 durante il quale sono stati affrontati: il suo percorso scolastico; gli anni 1938-1943 con i perversi effetti delle Leggi Razziali e della II guerra mondiale; le persecuzioni, la clandestinità e la resistenza del 1943-45; il ritorno alla normalità del secondo dopoguerra e il matrimonio con Marcello Cantoni3.


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La pagella4 dell'anno scolastico 1937-38
 

A.s. 1937/38: la pagella di Mirella Ascoli
 (Dal Registro Generale conservato nell'Archivio Storico del Liceo Berchet di Milano)

Signora Mirella Ascoli quando arrivò al Liceo Ginnasio Berchet?
Sono nata a Milano il 6 marzo 1922, ma ho frequentato le elementari e il Ginnasio Inferiore a Monza. Sono giunta al Liceo Berchet nel 1935 e allora abitavo in via Fratellli Bronzetti 3 con mio fratello Aurelio e i miei genitori, l'ingegnere Alberto e la mamma Bice Duranti.
Quali sono stati i suoi insegnanti al Ginnasio Superiore?
Ho avuto il professor Pio Foà
5 in IV C e V C del ginnasio superiore. L'ho ritrovato, sempre per latino e greco, alla Scuola Ebraica di via Eupili istituita dopo l'emanazione delle Leggi Razziali.
Nel 1937/38 ha frequentato la prima Liceo sempre al Berchet?
Si, dopo aver frequentato la VC Ginn. Sup. sono passata alla prima liceo B nell'anno scolastico 1937/38, in una classe numerosissima e tutta al femminile per via di recenti disposizioni che prevedevano la separazione tra maschi e femmine
6. Provenivamo da diverse sezioni, ma tale accorpamento era normale perché la lingua straniera non veniva più impartita al liceo e così chi aveva fatto inglese come me poteva stare insieme a chi aveva studiato tedesco o francese.
Dal registro generale dell'a.s. 1937/38 nell'archivio del Liceo Berchet risultano iscritte e scrutinate ben 46 studentesse, ma in realtà quante eravate in 1B?
Io me ne ricordo una quarantina, tra cui un numero significativo di studentesse ebree, anche se i ricordi sono più chiari nella mente di Bianca Lopez Voghera
7 e di Nedda Sacerdoti8.. La classe indubbiamente era numerosa, ma questo non comportava particolari problemi in merito all'ordine e all'apprendimento.
Scorrendo il registro generale dell'a.s. 1937/38 risulterebbero iscritte sette studentesse ebree.
Le posso confermare quanto detto da Bianca Lopez Voghera e da Nedda Sacerdoti e in effetti ai nostri tre nomi è possibile aggiungere quelli di Flora Ancona, Adriana Ascoli, Ida Ascoli, Giuliana Mortara
9.
Dalla pagella risulta il suo esonero dall'ora di religione introdotta dopo la stipula dei Patti Lateranensi del 1929: si rammenta i motivi di questa scelta dei suoi genitori?
Normale. Perché seguire i corsi di un'altra religione?
Dalla sua pagella
10 risulta che aveva l'insufficienza nel primo trimestre in orale di italiano e greco nonché in matematica. Nel secondo trimestre invece aveva recuperato tutte queste materie, ma alla fine del terzo, risulta rimandata in Italiano con voto 5 (unico perché non più distinto in scritto e orale). Nella sessione autunnale è stata promossa con un 7: se lo ricorda?
Rimandata in italiano per ragioni disciplinari, insieme con la mia compagna di banco
11.
Perché lei e Adriana Ascoli
12 avevate deciso di sostenere gli esami a settembre, nonostante le Leggi Razziali?
Perché no, se si poteva farlo?
La selezione in 1B quell'anno fu veramente altissima perché sedici studentesse furono respinte a giugno
13. Le sette studentesse ebree sono invece state tutte promosse (cinque a giugno e due a ottobre), ma a causa delle leggi razziali non si sono più iscritte. Nella sua famiglia che commenti ci furono in proposito?
Immagino che avranno fatto parte di tutto il dramma.
Bianca Lopez Voghera si rammarica che nessun compagno di classe telefonò o scrisse un biglietto per esprimere dispiacere, rammarico o disapprovazione per la discriminazione: ha provato anche lei queste sensazioni?
Giustificavo i miei compagni, pensando che fossero i loro genitori a tenerli lontani da noi per non metterli in pasticci politici.
Nedda Sacerdoti afferma di essersi resa conto di essere ebrea solo con la promulgazione delle Leggi Razziali del 1938: anche lei ha avuto questa consapevolezza?
No. La mia era una famiglia ebraica.


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1938-1943: gli anni della persecuzione, della clandestinità e della resistenza

Signora Mirella è poi riuscita a diplomarsi?
Ho conseguito la maturità classica alla Scuola Ebraica nel 1940, ma le cose andarono in modo perlomeno curioso. Avremmo dovuto essere esaminati da una commissione di nomina statale, ma con l'entrata in guerra dell'Italia vennero richiamati alle armi molti insegnanti e non si riuscì a costituire la commissione. Noi ci eravamo preparati a fondo e stavamo sentendo la tensione dell'esame, ma il 10 giugno 1940 Mussolini dichiarò guerra alla Gran Bretagna e alla Francia e tutti i maturandi ebbero così il loro diploma d'ufficio. Un diploma senza valore perché non era possibile iscriversi all'università per via delle Leggi Razziali. Dopo la guerra mi sono sposata e la famiglia è entrata nelle mie priorità, facendomi dimenticare gli studi universitari.
Ma che rapporti c'erano con il fascismo prima delle Leggi Razziali?
Prima del 1938 la situazione era calma e i miei genitori vivevano tranquillamente, partecipando ad iniziative pubbliche come quella dell
'Oro alla Patria del 18 dicembre 1935, quando gli Italiani donarono i loro anelli nuziali alla patria colpita dalle sanzioni della Società delle Nazioni a causa della guerra in Etiopia. Rammento che in quel frangente anche i miei genitori offrirono la fede d'oro in cambio di una di metallo, fede però appositamente acquistata. Mia madre indossò quella di ferro e ritirò fuori quella d'oro a guerra finita.
Per la vostra famiglia che effetti ebbero le Leggi Razziali?
Con l'emanazione delle Leggi Razziali la nostra casa di via Bronzetti 3, amministrata dal proprietario ingegner Redaelli, non venne espropriata perché eravamo in affitto. La casa non ha subito danni durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Da settembre a novembre 1942 sono stata precettata
14 a un servizio di confezioni di borracce militari in via Valtellina. In quel periodo mi sono ammalata di Epatite A. Non potendo scendere in rifugio durante i bombardamenti, sono stata ricoverata all'ospedale Sant'Anna di Como, città in cui è sfollata tutta la famiglia (i miei genitori, mio fratello Aurelio e mia sorella Jordanit nata il 12 ottobre 1939). Mio padre mantenne il posto di dirigente all'Edison e viaggiava da Como a Milano tutti i giorni. Il 17 settembre 1943 tutti siamo fuggiti in Svizzera: fu una fortuna perché così non abbiamo subito i rastrellamenti e le deportazioni nazifasciste durante la Repubblica Sociale di Salò. Ricordo che i miei genitori continuarono a pagare l'affitto tramite un “conoscente”. Gli oggetti fragili vennero messi in deposito presso la ditta Gondrand dove sono stati poi recuperati, integri, subito dopo la guerra tra il 1945 e il 1946. I mobili invece furono espropriati tramite EGELI (n.d.r Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare istituito con le Leggi Razziali per gestire i beni ebraici espopriati) e messi in deposito al Monte di Pietà. Sono stati tutti ritrovati tranne la mia cameretta, nuova nuova, che pare sia stata gestita direttamente da un gerarca fascista per donarla alla sua amante15.


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1945: la liberazione e il ritorno alla normalità

Quando siete rientrati in Italia?
Ricordo che mio padre Alberto ritorna clandestinamente dalla Svizzera nel maggio del 1945 e che il 25 luglio dello stesso anno tutta la famiglia è a Milano. Non potemmo però rientrare subito nella casa di via Bronzetti 3 perché era occupata, nonostante avessimo provveduto a pagare regolarmente l'affitto.

Walter Molino, Ritratto di Marcello Cantoni, 1952
Milano, Eredi Cantoni

Signora Mirella lei è stata sposata con l'illustre medico pediatra Marcello Cantoni, anch'egli allievo del Berchet, ma più anziano di lei essendo nato nel 1914. Marcello ha partecipato alla Resistenza e, ricercato in quanto partigiano ed ebreo, fugge in Svizzera, nel novembre 1944. Dove e come si viete conosciuti?
Marcello Cantoni è stato insegnante di Igiene e Puericultura alla Scuola Ebraica di via Eupili
16, ma ci eravamo già conosciuti a una festa di matrimonio verso il 1938.
Marcello Cantoni si è diplomato al Berchet nel 1933 e si è laureato nel 1939. Ci può dire come aveva potuto farlo vista l'emanazione delle Leggi Razziali?
L'applicazione delle Leggi Razziali inizialmente fu lenta ma progressivamente raggiunse il drammatico culmine dopo l'8 settembre 1943, con la Repubblica Sociale Italiana e l'occupazione nazista.
Dopo il 1938 chi aveva già iniziato il percorso universitario aveva acquisito il diritto di concluderlo. Per gli ebrei però fin da subito valse il principio dell'essere in regola con gli esami: non si poteva assolutamente sbagliarne uno, pena la definitiva espulsione dal ciclo universitario
17.
Marcello Cantoni si è laureato nel 1939 indossando una semplice camicia bianca: agli ebrei era vietata la camicia nera. Nel marzo del 1940 a Padova sostiene l'Esame di Stato
18. Ha praticato la professione di medico volontario nel reparto di Pediatria del Policlinico di Milano con la protezione del prof. Cavallotti, che lo accolse riconoscendo subito in lui notevoli doti e capacità.
Quando vi siete sposati?
Ci siamo sposati nel 1946 e abbiamo avuto 2 figlie: Manuela e Mara.
Le sue figlie hanno frequentato il Liceo Berchet?
Solo Manuela ha frequentato la seconda e la terza liceo, forse perché in quegli anni Sessanta il Berchet era ancora guidato da una persona di valore quale il professor Yoseph Colombo
19.

Ringraziamo Mirella Ascoli per il colloquio e per la lucida franchezza con cui ha risposto alle domande, andando a recuperare tristi ricordi.
Milano, ottobre 2009


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NOTE

1Si ringrazia Manuela Cantoni per la revisione del testo, il controllo dei dati e la possibilità di riprodurre i disegni di Walter Molino.

2Colloquio telefonico del 29 aprile 2009.

3Marcello Cantoni si è diplomato al Liceo Berchet nell'anno 1933. Su di lui e sui rapporti con Walter Molino sono in corso diverse ricerche, tra cui alcune iconografiche, come dimostrano i due ritratti inediti qui proposti.

4Colgo l'occasione per ringraziare la professoressa Matilde Garelli per la ricognizione nell'archivio del Liceo Berchet.

5Guido Panseri, Zakhor (ricorda) la storia di Pio Foà, in I Licei G. Berchet e G. Carducci durante il fascismo e la resistenzaAtti di tre pomeriggi di studio: Milano, Liceo “G. Carducci” 20 febbraio, 9 marzo, 20 aprile 1995. A cura di D. Bonetti, R. Bottoni, G. Giargia De Maio e M.G. Zanaboni, Grafiche Pavoniane Artigianelli Milano 1996, pp. 161-166. Vedi anche Guido Panseri, Il martire di Auschwitz Pio Foà, gennaio 2003 in http://www.liceoberchet.it/storia/due_foto_foa.htm

6A partire dal 1933-34 inizia (parzialmente) la divisione in maschi e femmine , che passerà a regime per tutte le classi nel 1938-39 (ringrazio la professoressa Garelli per queste notizie archivistiche).

7Biancamiriam Lopez Nunes ne rammenta 40. Vedi Michele Gherlone, Intervista alle signore Bianca Lopez Voghera e Linda Candia Untersteiner in http://www.liceoberchet.it/storia/voghera.htm

8Nedda Sacerdoti ne rammenta 42 . Vedi Michele Gherlone, La vicenda della prof. Sacerdoti come studentessa al Berchet (1932-1938) in http://www.liceoberchet.it/storia/sacerdoti.htm

9Molte di queste alunne hanno poi frequentato la Scuola Ebraica di via Eupili.

10Nella pagella del 1937/38 compare una curiosa e anonima annotazione a matita: “Potrebbe fare di più / Non studia. Mirella Ascoli non ne conosceva l'esistenza e non ricorda se possa riferirsi a qualche materia in particolare piuttosto che ad un richiamo riguardante le numerose assenze documentate del secondo trimestre. La Commissione della Sessione di ottobre, in data 21 settembre 1938 XVI (n.d.r. Sedicesimo anno dell'era fascista) reca le seguenti firme: S. Lavezzoni (Scienze), Mario Untersteiner (Latino e Greco), Silvia Ferrighi (Storia e Filosofia), Teresa Magnani (Matematica) e Paola Grondona (Italiano).

11L'insegnante di italiano in 1B inizialmente pare sia stato il prof. Fausto Ghisalberti che, in seguito alla sua assegnazione al Centro Nazionale di Studi Manzoniani, venne sostituito dalla professoressa Paola Grondona. Così nei ricordi di Biancamiriam Lopez Nunes in http://www.liceoberchet.it/storia/voghera.htm

12A settembre era presente anche Adriana Ascoli, rimandata in latino (5) e matematica (4) .

13Renata Faccincani venne rimandata a ottobre (4 in greco e 5 in matematica) e, sebbene promossa, non è stata più iscritta l'anno successivo.

14Questa affermazione suggerisce una ricerca sugli anni 1938-1943 sia di carattere documentario, sia di testimonianze sul lavoro obbligatorio cui furono costretti gli ebrei.

15La signora Mirella dice che 1946 la sua famiglia decise di non richiederne la restituzione.

16Grazie al CDEC, Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, abbiamo potuto consultare il Fondo Marcello Cantoni e trovare così conferma archivistica dell'attività di insegnamento dal 1940 al settembre 1943. Per il CDEC vedi http://www.cdec.it/

17È così anche per l'esame di laurea, come sembra dimostrare il caso di Carlo Castelbolognesi, il figlio del rabbino capo della Sinagoga centrale di via Guastalla che, respinto alla laurea, pare abbia dovuto concludere gli studi in un'altra università.

18Marcello Cantoni attese il 1946 per iscriversi all'albo professionale dei Medici Pediatri.

19Yoseph Colombo è stato preside del Berchet dal 1946-47 al 1966-67. Per un ricordo della professoressa Giovanna Segalini vedi http://www.liceoberchet.it/storia/liberazione.htm


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