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Mirella Ascoli Cantoni:
di Cesare Badini |
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La signora Mirella Ascoli ha frequentato il Regio Liceo Ginnasio Berchet di Milano durante gli anni Trenta, ma in seguito alla promulgazione delle Leggi Razziali nel 1938 venne esclusa in quanto ebrea dall'iscrizione all'anno scolastico 1938-39. Ecco il resoconto di un lungo colloquio telefonico2 durante il quale sono stati affrontati: il suo percorso scolastico; gli anni 1938-1943 con i perversi effetti delle Leggi Razziali e della II guerra mondiale; le persecuzioni, la clandestinità e la resistenza del 1943-45; il ritorno alla normalità del secondo dopoguerra e il matrimonio con Marcello Cantoni3.
La
pagella4
dell'anno scolastico 1937-38
A.s.
1937/38: la pagella di Mirella Ascoli |
Signora
Mirella Ascoli quando arrivò al Liceo Ginnasio Berchet?
Sono
nata a Milano il 6 marzo 1922, ma ho frequentato le elementari e il
Ginnasio Inferiore a Monza. Sono giunta al Liceo Berchet nel 1935 e
allora abitavo in via Fratellli Bronzetti 3 con mio fratello Aurelio
e i miei genitori, l'ingegnere Alberto e la mamma Bice Duranti.
Quali
sono stati i suoi insegnanti al Ginnasio Superiore?
Ho
avuto il professor Pio Foà5
in IV C e V C del ginnasio superiore. L'ho ritrovato,
sempre per latino e greco, alla Scuola Ebraica di via Eupili
istituita dopo l'emanazione delle Leggi Razziali.
Nel
1937/38 ha frequentato la prima Liceo sempre al Berchet?
Si,
dopo aver frequentato la VC Ginn. Sup. sono passata alla prima liceo
B nell'anno scolastico 1937/38, in una classe numerosissima e tutta
al femminile per via di recenti disposizioni che prevedevano la
separazione tra maschi e femmine6.
Provenivamo da diverse sezioni, ma tale accorpamento era normale
perché la lingua straniera non veniva più impartita al
liceo e così chi aveva fatto inglese come me poteva stare
insieme a chi aveva studiato tedesco o francese.
Dal
registro generale dell'a.s. 1937/38 nell'archivio del Liceo Berchet
risultano iscritte e scrutinate ben 46 studentesse, ma in realtà
quante eravate in 1B?
Io me ne ricordo
una quarantina, tra cui un numero significativo di studentesse ebree,
anche se i ricordi sono più chiari nella mente di Bianca Lopez
Voghera7
e di Nedda Sacerdoti8..
La classe indubbiamente era numerosa, ma questo non comportava
particolari problemi in merito all'ordine e
all'apprendimento.
Scorrendo
il registro generale dell'a.s. 1937/38 risulterebbero iscritte sette
studentesse ebree.
Le
posso confermare quanto detto da Bianca Lopez Voghera e da Nedda
Sacerdoti e in effetti ai nostri tre nomi è possibile
aggiungere quelli di Flora Ancona, Adriana Ascoli, Ida Ascoli,
Giuliana Mortara9.
Dalla
pagella risulta il suo esonero dall'ora di religione introdotta dopo
la stipula dei Patti Lateranensi del 1929: si rammenta i motivi di
questa scelta dei suoi genitori?
Normale.
Perché seguire i corsi di un'altra religione?
Dalla
sua pagella10
risulta che aveva
l'insufficienza nel primo trimestre in orale di italiano e greco
nonché in matematica. Nel secondo trimestre invece aveva
recuperato tutte queste materie, ma alla fine del terzo, risulta
rimandata in Italiano con voto 5 (unico perché non più
distinto in scritto e orale). Nella sessione autunnale è stata
promossa con un 7: se lo ricorda?
Rimandata
in italiano per ragioni disciplinari, insieme con la mia compagna di
banco11.
Perché
lei e Adriana Ascoli12
avevate deciso di
sostenere gli esami a settembre, nonostante le Leggi Razziali?
Perché
no, se si poteva farlo?
La
selezione in 1B quell'anno fu veramente altissima perché
sedici studentesse furono respinte a giugno13.
Le sette studentesse ebree sono invece state tutte promosse (cinque a
giugno e due a ottobre), ma a causa delle leggi razziali non si sono
più iscritte. Nella sua famiglia che commenti ci furono in
proposito?
Immagino
che avranno fatto parte di tutto il dramma.
Bianca
Lopez Voghera si rammarica che nessun compagno di classe telefonò
o scrisse un biglietto per esprimere dispiacere, rammarico o
disapprovazione per la discriminazione: ha provato anche lei queste
sensazioni?
Giustificavo
i miei compagni, pensando che fossero i loro genitori a tenerli
lontani da noi per non metterli in pasticci politici.
Nedda
Sacerdoti afferma di essersi resa conto di essere ebrea solo con la
promulgazione delle Leggi Razziali del 1938: anche lei ha avuto
questa consapevolezza?
No. La mia era una famiglia ebraica.
1938-1943: gli anni della persecuzione, della clandestinità e della resistenza
Signora
Mirella è poi riuscita a diplomarsi?
Ho
conseguito la maturità classica alla Scuola Ebraica nel 1940,
ma le cose andarono in modo perlomeno curioso. Avremmo dovuto essere
esaminati da una commissione di nomina statale, ma con l'entrata in
guerra dell'Italia vennero richiamati alle armi molti insegnanti e
non si riuscì a costituire la commissione. Noi ci eravamo
preparati a fondo e stavamo sentendo la tensione dell'esame, ma il 10
giugno 1940 Mussolini dichiarò guerra alla Gran Bretagna e
alla Francia e tutti i maturandi ebbero così il loro diploma
d'ufficio. Un diploma senza valore perché non era possibile
iscriversi all'università per via delle Leggi Razziali. Dopo
la guerra mi sono sposata e la famiglia è entrata nelle mie
priorità, facendomi dimenticare gli studi universitari.
Ma
che rapporti c'erano con il fascismo prima delle Leggi
Razziali?
Prima del
1938 la situazione era calma e i miei genitori vivevano
tranquillamente, partecipando ad iniziative pubbliche come quella
dell'Oro
alla Patria
del
18 dicembre 1935, quando gli Italiani donarono i loro anelli nuziali
alla patria colpita dalle sanzioni della Società delle Nazioni
a causa della guerra in Etiopia. Rammento che in quel frangente anche
i miei genitori offrirono la fede d'oro in cambio di una di metallo,
fede però appositamente acquistata. Mia madre indossò
quella di ferro e ritirò fuori quella d'oro a guerra
finita.
Per
la vostra famiglia che effetti ebbero le Leggi Razziali?
Con
l'emanazione delle Leggi Razziali la nostra casa di via Bronzetti 3,
amministrata dal proprietario ingegner Redaelli, non venne
espropriata perché eravamo in affitto. La casa non ha subito
danni durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Da
settembre a novembre 1942
sono stata precettata14
a un
servizio di confezioni di borracce
militari in via Valtellina. In quel periodo mi sono ammalata di
Epatite A. Non potendo scendere in rifugio durante i bombardamenti,
sono stata ricoverata all'ospedale Sant'Anna di Como, città in
cui è sfollata tutta la famiglia (i miei genitori, mio
fratello Aurelio e mia sorella Jordanit nata il 12 ottobre 1939). Mio
padre mantenne il posto di dirigente all'Edison e viaggiava da Como a
Milano tutti i giorni. Il 17 settembre 1943 tutti siamo fuggiti in
Svizzera: fu una fortuna perché così non abbiamo subito
i rastrellamenti e le deportazioni nazifasciste durante la Repubblica
Sociale di Salò. Ricordo che i miei genitori continuarono a
pagare l'affitto tramite un “conoscente”. Gli oggetti
fragili vennero messi in deposito presso la ditta Gondrand dove sono
stati poi recuperati, integri, subito dopo la guerra tra il 1945 e il
1946. I mobili invece furono espropriati tramite EGELI (n.d.r Ente di
Gestione e Liquidazione Immobiliare istituito con le Leggi Razziali
per gestire i beni ebraici espopriati) e messi in deposito al Monte
di Pietà. Sono stati tutti ritrovati tranne la mia cameretta,
nuova nuova, che pare sia stata gestita direttamente da un gerarca
fascista per donarla alla sua amante15.
1945: la liberazione e il ritorno alla normalità
Quando
siete rientrati in Italia?
Ricordo che mio padre Alberto
ritorna clandestinamente dalla Svizzera nel maggio del 1945 e che il
25 luglio dello stesso anno tutta la famiglia è a Milano. Non
potemmo però rientrare subito nella casa di via Bronzetti 3
perché era occupata, nonostante avessimo provveduto a pagare
regolarmente l'affitto.
Walter Molino,
Ritratto di Marcello Cantoni, 1952 |
Signora
Mirella lei è stata sposata con l'illustre medico pediatra
Marcello Cantoni, anch'egli allievo del Berchet, ma più
anziano di lei essendo nato nel 1914. Marcello ha partecipato alla
Resistenza e, ricercato in quanto partigiano ed ebreo, fugge in
Svizzera, nel novembre 1944. Dove e come si viete
conosciuti?
Marcello
Cantoni è stato insegnante di Igiene e Puericultura alla
Scuola Ebraica di via Eupili16,
ma ci eravamo già conosciuti a una festa di matrimonio verso
il 1938.
Marcello
Cantoni si è diplomato al Berchet nel 1933 e si è
laureato nel 1939. Ci può dire come aveva potuto farlo vista
l'emanazione delle Leggi Razziali?
L'applicazione
delle Leggi Razziali inizialmente fu lenta ma progressivamente
raggiunse il drammatico culmine dopo l'8 settembre 1943, con la
Repubblica Sociale Italiana e l'occupazione nazista.
Dopo il 1938
chi aveva già iniziato il percorso universitario aveva
acquisito il diritto di concluderlo. Per gli ebrei però fin da
subito valse il principio dell'essere in regola con gli esami: non si
poteva assolutamente sbagliarne uno, pena la definitiva espulsione
dal ciclo universitario17.
Marcello
Cantoni si è laureato nel 1939 indossando una semplice camicia
bianca: agli ebrei era vietata la camicia nera. Nel marzo del 1940 a
Padova sostiene l'Esame di Stato18.
Ha praticato la professione di medico volontario nel reparto di
Pediatria del Policlinico di Milano con la protezione del prof.
Cavallotti, che lo accolse riconoscendo subito in lui notevoli doti e
capacità.
Quando
vi siete sposati?
Ci
siamo sposati nel 1946 e abbiamo avuto 2 figlie: Manuela e Mara.
Le
sue figlie hanno frequentato il Liceo Berchet?
Solo
Manuela ha frequentato la seconda e la terza liceo, forse perché
in quegli anni Sessanta il Berchet era ancora guidato da una persona
di valore quale il professor Yoseph Colombo19.
Ringraziamo
Mirella Ascoli per il colloquio e per la lucida franchezza con cui ha
risposto alle domande, andando a recuperare tristi ricordi.
Milano,
ottobre 2009
NOTE
1Si ringrazia Manuela Cantoni per la revisione del testo, il controllo dei dati e la possibilità di riprodurre i disegni di Walter Molino.
2Colloquio telefonico del 29 aprile 2009.
3Marcello Cantoni si è diplomato al Liceo Berchet nell'anno 1933. Su di lui e sui rapporti con Walter Molino sono in corso diverse ricerche, tra cui alcune iconografiche, come dimostrano i due ritratti inediti qui proposti.
4Colgo l'occasione per ringraziare la professoressa Matilde Garelli per la ricognizione nell'archivio del Liceo Berchet.
5Guido Panseri, Zakhor (ricorda) la storia di Pio Foà, in I Licei G. Berchet e G. Carducci durante il fascismo e la resistenza – Atti di tre pomeriggi di studio: Milano, Liceo “G. Carducci” 20 febbraio, 9 marzo, 20 aprile 1995. A cura di D. Bonetti, R. Bottoni, G. Giargia De Maio e M.G. Zanaboni, Grafiche Pavoniane Artigianelli Milano 1996, pp. 161-166. Vedi anche Guido Panseri, Il martire di Auschwitz Pio Foà, gennaio 2003 in http://www.liceoberchet.it/storia/due_foto_foa.htm
6A partire dal 1933-34 inizia (parzialmente) la divisione in maschi e femmine , che passerà a regime per tutte le classi nel 1938-39 (ringrazio la professoressa Garelli per queste notizie archivistiche).
7Biancamiriam Lopez Nunes ne rammenta 40. Vedi Michele Gherlone, Intervista alle signore Bianca Lopez Voghera e Linda Candia Untersteiner in http://www.liceoberchet.it/storia/voghera.htm
8Nedda Sacerdoti ne rammenta 42 . Vedi Michele Gherlone, La vicenda della prof. Sacerdoti come studentessa al Berchet (1932-1938) in http://www.liceoberchet.it/storia/sacerdoti.htm
9Molte di queste alunne hanno poi frequentato la Scuola Ebraica di via Eupili.
10Nella pagella del 1937/38 compare una curiosa e anonima annotazione a matita: “Potrebbe fare di più / Non studia”. Mirella Ascoli non ne conosceva l'esistenza e non ricorda se possa riferirsi a qualche materia in particolare piuttosto che ad un richiamo riguardante le numerose assenze documentate del secondo trimestre. La Commissione della Sessione di ottobre, in data 21 settembre 1938 XVI (n.d.r. Sedicesimo anno dell'era fascista) reca le seguenti firme: S. Lavezzoni (Scienze), Mario Untersteiner (Latino e Greco), Silvia Ferrighi (Storia e Filosofia), Teresa Magnani (Matematica) e Paola Grondona (Italiano).
11L'insegnante di italiano in 1B inizialmente pare sia stato il prof. Fausto Ghisalberti che, in seguito alla sua assegnazione al Centro Nazionale di Studi Manzoniani, venne sostituito dalla professoressa Paola Grondona. Così nei ricordi di Biancamiriam Lopez Nunes in http://www.liceoberchet.it/storia/voghera.htm
12A settembre era presente anche Adriana Ascoli, rimandata in latino (5) e matematica (4) .
13Renata Faccincani venne rimandata a ottobre (4 in greco e 5 in matematica) e, sebbene promossa, non è stata più iscritta l'anno successivo.
14Questa affermazione suggerisce una ricerca sugli anni 1938-1943 sia di carattere documentario, sia di testimonianze sul lavoro obbligatorio cui furono costretti gli ebrei.
15La signora Mirella dice che 1946 la sua famiglia decise di non richiederne la restituzione.
16Grazie al CDEC, Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, abbiamo potuto consultare il Fondo Marcello Cantoni e trovare così conferma archivistica dell'attività di insegnamento dal 1940 al settembre 1943. Per il CDEC vedi http://www.cdec.it/
17È così anche per l'esame di laurea, come sembra dimostrare il caso di Carlo Castelbolognesi, il figlio del rabbino capo della Sinagoga centrale di via Guastalla che, respinto alla laurea, pare abbia dovuto concludere gli studi in un'altra università.
18Marcello Cantoni attese il 1946 per iscriversi all'albo professionale dei Medici Pediatri.
19Yoseph Colombo è stato preside del Berchet dal 1946-47 al 1966-67. Per un ricordo della professoressa Giovanna Segalini vedi http://www.liceoberchet.it/storia/liberazione.htm