
Dove si trova la Tunisia?
La Tunisia confina a sud-est con la Libia, a sud-ovest con l’Algeria ed a nord si affaccia sul Mar Mediterraneo.
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Come è diviso questo stato geograficamente?
La Tunisia è suddivisa in 24 governatorati, che prendono il nome dalle città capoluogo. Ciascun governatorato è retto da un governatore nominato dal Presidente. I governatorati sono a loro volta suddivisi in "delegazioni", che raggruppano diversi comuni o "consigli rurali". La capitale è Tunisi.
Come è diviso questo stato politicamente?
Secondo la Costituzione del 1° giugno 1959, la Tunisia è una 
repubblica presidenziale, fortemente squilibrata a vantaggio dell'esecutivo. 
Quest'ultimo è esercitato dal Presidente della Repubblica (i cui poteri 
costituzionali sono stati ulteriormente rafforzati nel 1988, 1997 e 2002), che 
lo esercita con l'assistenza di un Primo ministro e di più ministri, tutti di 
sua nomina e revoca. Egli è eletto ogni 5 anni a suffragio universale ed è 
rieleggibile senza limiti purché abbia meno di 75 anni. Della pubblica 
amministrazione, incluse le forze armate e dell'ordine, dispone il Presidente. 
In quanto garante dell'indipendenza nazionale, dell'integrità del territorio e 
del rispetto della costituzione e delle leggi, può attribuirsi poteri speciali 
in caso di pericolo imminente.
Il potere legislativo, peraltro di fatto in gran parte di iniziativa governativa 
con diritto di priorità, è esercitato :
-dalla camera dei deputati, composta da 189 deputati (152 eletti in altrettanti 
collegi uninominali e 37 (20%), riservati per legge all'opposizione, in un 
collegio unico nazionale) eletti a suffragio universale diretto per un mandato 
di 5 anni; 
- e dalla camera dei consiglieri, inaugurata il 16 agosto 2005, composta da 112 
consiglieri per 2/3 eletti indirettamente e per 1/3 designati dal presidente.
Costituzionalmente indipendente, la magistratura non lo è di fatto: il 
Presidente nomina e rimuove i magistrati su proposta del Consiglio superiore 
della magistratura da lui integralmente nominato e presieduto. Solo il 
Presidente può adire il Consiglio costituzionale.
Com'è la situazione climatica?
In Tunisia gli inverni sulle coste sono miti e umidi, le estati invece calde e secche; in questa regione, la stagione delle piogge dura da ottobre a maggio, con precipitazioni medie annuali di circa 600 mm. Regione steppica e semiarida, la parte centrale del paese registra precipitazioni medie di 200 mm annui. Verso sud il clima diventa progressivamente più caldo e più secco, fino a diventare desertico nella zona del Sahara, dove le precipitazioni annue si riducono a 100-150 mm. Lo scirocco, vento caldo e asciutto, spira dal deserto del Sahara verso nord.
Qual è la storia della Tunisia?
La prima testimonianza di un 
insediamento umano in questo territorio risale circa a 200.000 anni fa e 
riguarda la parte meridionale, precisamente l’oasi di Kebili. Nel 1100 a.C. i 
fenici, stabilendosi nei pressi di Utica, fecero della città uno scalo tra Tiro 
e la Spagna, proseguendo poi lungo la costa nordafricana dove stabilirono una 
serie di porti tra cui Hadrumètum, Hippo Driarrhytus e Cartagine. 
La Tunisia restò sotto il dominio cartaginese fino al periodo delle guerre 
puniche tra Roma e Cartagine, finché, con Cartagine rasa al suolo e i suoi 
abitanti venduti come schiavi, il territorio passò nelle mani dei romani.
Dal II secolo a.C. fino al V secolo d.C. il paese costituì, insieme con la 
Libia, la provincia dell’Africa proconsolare. Nel V secolo, dopo la caduta 
dell’impero romano d’occidente, il territorio tunisino fu invaso dai vandali che 
ne conservarono il controllo fino al 533, anno in cui il paese fu conquistato 
dal generale bizantino Belisario. Nei primi decenni del VII secolo si assistette 
ad una rapida diffusione dell’Islam in seguito alla conquista araba del 
territorio. La regione, divenne ben presto una provincia dell’impero islamico 
controllato dai califfi del Damasco. I berberi accettarono gli insegnamenti 
islamici, ma non riuscirono a rassegnarsi di fronte ai duri trattamenti ricevuti 
dagli arabi.
Per un secolo ( 800-900) la regione fu governata da una dinastia indipendente, 
gli Aghlabiti, alleata dei califfi abbasidi. 
Agli inizi del 900, in seguito all’alleanza tra i fatmidi e le tribù berbere, la 
popolazione si riappropriò dei territori dell’Africa settentrionale; ben presto 
però le tribù cominciarono a combattersi l’una contro l’altra portando il nord 
dell’Africa ad una lenta decadenza.
Durante la prima metà del XII secolo la regione passò sotto gli Almohadi che 
regnarono fino al 1574. 
Nel 1573 l’impero ottomano riuscì ad imporre la propria egemonia sulla regione. 
Sotto i turchi ottomani (1574-1881) il paese conobbe un periodo di relativa 
stabilità dovuta, dal punto di vista politico, al fatto che amministratori 
locali detenevano l’esercizio del potere: i bey; quelli di Tunisi riuscirono ad 
ottenere il diritto alla successione ereditaria, fondando così la dinastia 
Hasaynidi (1710). La Tunisia in questo periodo conquistò una notevole autonomia 
vivendo un periodo di prosperità dovuto alla prolifera attività di pirateria nel 
Mediterraneo e ai tributi pagati dagli altri paesi africani per scongiurare le 
aggressioni dei pirati.
Nel 1869 la Francia conquistò la Tunisia, mandandola 
sull’orlo della bancarotta. Nel 1881, con il pretesto di vigilare il 
confine con l’Algeria, la Francia inviò sul territorio tunisino 30.000 soldati e 
costrinse il bey a firmare il Trattato di Kasser Said, noto anche come il 
Trattato del Bardo, che istituiva il protettorato francese; due anni dopo fu 
firmata una Convenzione che avrebbe dovuto perfezionare il trattato precedente.
Il dominio francese portò profondi cambiamenti nel paese. Dal 1884 un 
governatorato francese assunse il controllo del paese relegando la figura del 
bey ad un ruolo formale. I colini francesi che s’insediarono sulle coste della 
Tunisia presero in mano l’amministrazione pubblica e l’economia del paese. Agli 
inizi degli anni ’50 Parigi, vista l’impossibilità di combattere più guerre 
contemporaneamente, si mostrò disposta a negoziare, anche se restavano irrisolti 
molti conflitti tra i due paesi.
Inoltre anche la Tunisia fu coinvolta nella seconda guerra mondiale. Nel 
novembre del 1942, dopo lo sbarco degli alleati in Algeria e Marocco, il paese 
venne occupato dalle forze tedesche costrette a capitolare sotto l’offensiva 
alleata (12 maggio 1943); il territorio fu poi posto sotto il controllo della 
“France Libre” di De Gaulle. Nel 1954 il paese si ritrovò a vivere un sanguinoso 
conflitto; la Francia, già impegnata nella guerra d’Indocina, fu costretta ad 
avviare dei negoziati con la resistenza tunisina che portarono al riconoscimento 
di una piena autonomia interna, ampliata con i negoziati del 1955 (fatto salvo 
il controllo sulla politica estera e sulla difesa, che restò in mano francese).
Il 20 marzo 1956, la Tunisia acquistò formalmente la propria indipendenza e fu 
riconosciuta come una monarchia costituzionale sovrana governata dal bey di 
tunisi. Il 25 luglio 1957 venne abolita la monarchia e fu proclamata la 
Repubblica di Tunisia.
In seguito a questo si riaccesero i contrasti con la Francia che s’inasprirono 
ulteriormente quando truppe francesi e tunisine si scontrarono al confine con 
l’Algeria. L’8 febbraio 1958 alcuni aerei francesi bombardarono un villaggio 
tunisino.
Agli inizi del 1959 Tunisia e Francia riallacciarono i rapporti diplomatici, 
tanto che l’anno seguente la Francia fu parzialmente risarcita delle terre 
confiscate ai suoi cittadini. 
In seguito le relazioni con la Francia sembravano però non trovare una 
stabilità. Nel 1961 scoppiarono nuovi contrasti tra i due paesi.
La Tunisia, dopo aver risolto i contrasti con la Francia, cercò di guardarsi 
all’esterno avviando una maggiore collaborazione con i paesi del Maghreb, 
approfondendo le relazioni con il Marocco e tentando di stabilire più proficui 
rapporti con gli altri paesi arabi, in particolare con l’Egitto.
Nel 1965 dalla Tunisia negozò una pace con Israele. Nel 1979 si rafforzò la 
posizione della Tunisia nell’ambito del mondo arabo; dopo la firma di un accordo 
di pace separato tra Egitto e Israele, la sede della lega araba venne trasferita 
dal Cairo a Tunisi. 
Una grave crisi economica e sociale si abbatté sul paese tra la fine degli anni 
Settanta e l’inizio degli anni Ottanta; a complicare la situazione intervenne il 
peggioramento delle relazioni con gli stati vicini e la nascita di un movimento 
islamista radicale, l’En-Nahda. 
Nel 1985 l’espulsione di 30.000 lavoratori tunisini dalla Libia provocò forti 
tensioni con il regime di Gheddafi.
Alla drastica restrizione dei diritti civili corrispose un’apertura economica 
grazie alla quale la Tunisia conseguì notevoli risultati; nel 1955 il governo 
tunisino firmò un accordo con l’Unione Europea, rivolto ad istituire uno spazio 
di libero scambio entro il 2008.
Alla fine degli anni ’90 l’economia tunisina cominciò a perdere colpi, la 
conseguenza fu il crescente malcontento tra la popolazione che provocò la 
ricomparsa dei movimenti politici d’opposizione sulla scena politica. 
L’offensiva terroristica che colpì gli Stati Uniti, l’11 settembre del 2001, 
contribuì a complicare il quadro politico ed economico tunisino.
L’11 aprile del 2002 ricomparve il fantasma del fondamentalismo islamico: un 
commando terrorista compì un attentato contro la sinagoga di Djerba, uccidendo 
una ventina di persone tra cui 17 turisti.
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La Tunisia è, come già detto in 
precedenza, bagnata a nord dal mar mediterraneo. 
L'unico fiume che si possa definire con questo nome è il Medjerda, 
il quale sfocia nel golfo di Tunisi, di cui abbiamo già parlato per quanto 
riguarda l'Algeria.
La popolazione
I francesi, presenti dal 1881 fino al momento dell’indipendenza del paese, rappresentano ormai solo lo 0,2% della popolazione; gli arabi sono il principale gruppo etnico (98%), cui seguono i berberi (1,7%), antichi abitatori della regione ora presenti prevalentemente nel sud del paese. Sul territorio è infine presente anche un’esigua minoranza di tuareg.
La lingua
La principale lingua parlata è ovviamente l'arabo, seguito dal francese, parlato specialmente nelle città principali. In alcune località a sud è però parlato anche il Berbero.
La religione
La maggior parte della popolazione è di religione musulmana, anche se vi è presente una piccola percentuale di ebrei e di cristiani, discendenti per lo più da francesi e italiani.