LE ORIGINI
Riguardo alla nascita del genere, ci sono teorie contrastanti, che tuttavia possono essere conciliate: infatti il Rap nasce a New York all'inizio degli anni '70, mentre l'Hip Hop sempre a NY, nel Bronx, verso la fine dei '60: di fatto, però, con i due termini intendiamo la stessa cosa, e, addirittura, la differenza fra di essi è praticamente inesistente, cosa già vista per i termini Soul ed R&B (si veda la pagina dell'R&B), e, perciò, ci limiteremo a dire che il genere nasce a cavallo tra gli anni '60 e '70. Forse possiamo limitarci ad affermare che con Hip Hop intendiamo il fenomeno nella sua completezza, mentre con Rap ci riferiamo al rapping, nato in seguito, particolare elemento costitutivo di tutta la cultura che andiamo a analizzare. Ma l'Hip Hop/Rap trae origine da praticamente ogni elemento della cultura afro e afro-americana e anche da alcune altre, e cercare, quindi, di riportarne una storia dettagliata e precisa è un'impresa ardua. "Alle radici" troviamo James Brown, con le sue movenze ad allusione sessuale, il Reaggae, e in particolare Kool DJ Herc ed i suoi beats, lo Scat (il riprodurre suoni di strumenti), il Dirty Dozen (lo scambiarsi insulti in rima), il talking blues e la cultura africana tutta e particolarmente occidentale, con i suoi riti tribali e la sua musica penetrante e primitiva e, poi, i Griot, poeti e cantori africani, ma anche il Jazz e il Gosepl & Spirituals ed i sermoni protestanti, e i Block Partys di Harlem e soprattutto del Bronx, nei quali si praticava lo scratching e si ballava, e da qua, ad esmpio, i nomi B-Boying (c'è chi dice che la "B" stia per boogie) e Breakdance. Perchè nasce l'Hip Hop? Si è trattato di un fatto spontaneo, avvenuto gradualmente, ma neanche poi tanto: possiamo dire che gli "oppressi" dei ghetti americani più poveri, ad un certo punto, siano esplosi, per esprimere la propria rabbia contro la società a suon di rime.

GLI "USI E COSTUMI" E IL MONDO DELL' HIP HOP


Wat's gangsta? Dat's gangsta (In primo piano: 2Pac Shakur, la leggenda)
La cultura Hip Hop sarebbe stata destinata ad assumere caratteri ben definiti, con veri e propri rappresentanti specializzati: i writers (coloro che teggano, ovvero scrivono sui muri), gli MC (Masters of Ceremony: coloro che compongono e cantano) i breakers (quelli che ballano), e i Dj (quelli che creano i beats, le basi), tutti "soldati" di un unico "esercito"; ricordiamo inoltre il fenomeno del beatboxing, ovvero l'arte di produrre beat con il solo uso della bocca. C'è poi un particolare modo di vestirsi: si utilizzano infatti vestiti larghi, questo sia perché sono comodi sia perché i primi rappers, essendosi trovati a vivere in condizioni di povertà spessissimo estrema, ereditavano gli indumenti smessi da fratelli e genitori; si usavano e si usano tuttora, poi, cappelli e durag e parabolici occhiali da sole, per non farsi riconoscere se sorpresi a compiere atti illegali (in origine: ora si tratta di semplice moda); per quanto riguarda lo sfoggio di diamanti e gioielli e macchine truccate e femmine formose, che appartengono al rapper come veri e propri oggetti, si può dire che si tratta di atteggiamenti tipici soprattutto della West Coast e dell'Hip Hop commerciale in generale. I ragazzi che seguono la cultura Hip Hop vengono generalmente chiamati B-Boyz, mentre le ragazze Fly-Girlz, e spesso ci si riconosce chimandosi bro e sista (fratello e sorella: tipico della Chiesa, che è fondamentale in questo mondo: più avanti torneremo su questo concetto). E' poi interessante osservare che si insegnavano i metodi di rimare e di mixare non attraverso lezioni, ma attraverso dialoghi tra musicisti, il che è un'ulteriore prova di come l'Hip Hop sia una cultura popolare, nata in un periodo di particolari problemi che, nel Bronx, avevano causato una forte disoccupazione, che fu una delle cause del rafforzamento delle gang. I rappers vivono immersi in un crudo contesto urbano, che forma in essi una vera e propria mentalità, secondo la quale il gruppo d'appartenenza è una vera e propria famiglia: infatti quella di sangue spesso viene a mancare, a volte persino materialmente, ma più spesso nel senso che i genitori del tipico B-Boy sono assenti e/o degradati. Fin da piccoli, dunque, questi ragazzi imparano a vivere nel mondo della strada e a sviluppare una sorta di culto della violenza, per poi diventare gz (gangstaz), thugz, outlawz o hustlaz, mentre le ragazze sono talvolta identificate con il nome di bitches (pronuncia slang: biathces): fin da piccoli imparano a spacciare e a scappare dagli officers (i poliziotti), e a trovar conforto nei soldi che riescono a guadagnare (blood money: si pensi, appunto, all'album "Blood Money" dei Mobb Deep, contenente pezzi quali "Put 'Em In Their Place", "Smoke It" o "Stole Something") e nel mondo dell'hip hop, che costituisce la loro unica via per approdare nel mondo dello spettacolo, per spopolare a Hollywood e per lasciare il gangsta shit, come loro stessi lo definiscono. Gli esponenti di questa cultura girano per le strade della propria città con corpi resi praticamente veicoli d'espressione, appesantiti da collane e anelli e bracciali e orologi, ricoperti da tatuaggi che esprimono le proprie credenze più profonde, vere e proprie parole impresse per non essere più cancellate: tra queste, ad esempio, le iniziali della propria città (LA o NY, ad esempio), il proprio nome d'arte, oppure inni all'Africa (non di rado si trovano vere e proprie immagini in miniatura del continente africano);

A New Era cap
si indossano vestiti che, oltre che larghi, sono anche appartenenti a vere proprie categorie: i cappelli, di solito, sono di marca New Era, e su di essi vi si trovano vistosi i simboli delle varie squadre di baseball, ciascuna appartenente a una città diversa: i vestiti in generale, poi, sono anch'essi spesso stati pensati per lo sport: canottiere da basketball (spesso della Champions), scarpe, anch'esse da basketball, alte e vistose: sono frequenti anche pantaloni di tuta e completi da ginnastica in generale. Ci si sarà certo accorti, poi, leggendo alcuni dei termini in corsivo, che gli esponenti della cultura hip hop adottano un vero e proprio linguaggio caratteristico (un particolare tipo di slang): di questo linguaggio (accompagnato da un eloquente linguaggio non verbale), sono tipiche alcune forme ricorrenti: ad esempio, per il plurale dei nomi si suole usare una "z" e non una "s", il "th" si semplifica spesso in una "d" (ad esempio l'articolo "the" è diventato prima "tha" e poi "da": si noti anche la "e" che diventa "a"): le differenze riguardano spesso la pronuncia, che risulta rozza e quasi animale, e spesso la scrittura di alcuni termini viene cambiata per adattarsi a questa: prendiamo il termine nigga, usato bonariamente fra gli africani: in origine era nigger, ma visto che l' "er" si pronuncia "a", ecco che varia la parola; anche il termine moda fuckaz (è un insulto pesantissimo e molto usato, che significa, letteralmente, "scopatore di madre") costituisce un esempio più che valido: in origine era mother fucker; non parliamo poi del termine shit, che è stato addirittura storpiato in shizznit, da Snoop Doggy Dogg.


Street basketball
Ci sono inoltre altri comportamenti diffusi in questo mondo: ad esempio, la religiosità: i rappers spessissimo vanno in chiesa tutte le domeniche, ed assistono a messe protestanti colorate e musicali: spessissimo i cantanti hip hop invocano Dio nelle loro canzoni, chiedendo consiglio o perdono: si pensi ad "Only God Can Judge Me Now" del leggendario 2Pac, o a "Many Men" di 50 Cent, in cui l'apparentemente duro come una roccia Curtis Jackson (il vero nome di 50 Cent), prega e chiede a Dio che cosa abbia fatto di sbagliato: nella mentalità del gangsta afroamericano, infatti, delinquere è quasi lecito e consentito anche da Dio: la violenza dell'hip hop è una violenza reattiva, nonostante le apparenze. Poi, è tipico degli esponenti di questa cultura fare un ampio uso di droghe, che vengono assunte soprattutto per via orale: mi riferisco al classico spinello, imbottito di marijuana (conosciuta come weed, grass o anche boo), oppure di crack, la "droga dei neri". Analizziamo poi meglio l'aspetto dance di questa cultura: tipica della East Coast è la breakdance, mentre nella West si suole (soprattutto a Los Angeles), praticare la krump dance o anche la clown dance, che sono caratterizzate da un animosità tutta particolare, che trae le sue radici dai riti tribali africani (si guardi "Rize: Alzati e Balla"). E ancora, che dire dello sport? I ragazzi di strada spesso praticano il basket, che viene giocato nella sua forma street, caratterizzata da un gioco acrobatico e dinamico farcito di tricks vari. Reputo ora opportuno inserire la descrizione del classico "angolo di strada", il classico "habitat" del rapper tipo: fra cadenti case popolari ricoperte da graffiti, sosta un gruppo di ragazzi e ragazze di colore, vestiti in maniera quanto meno appariscente, intenti in performances di freestyle (combattimento verbale fra rappers) e rapping (componimento di rime in generale); per terra sono appoggiate delle casse portatili, e rieccheggia un beat (pezzo senza parole: base musicale) ossessivo e martellante, eppure trascinante nella sua semplicità: qualcun altro si esibisce nell'arte della breakdance, e i ragazzi restanti si limitano a guardare con sguardo truce i passanti, mormorando insulti in slang; magari si troverà anche un auto americana senza tettuccio truccata ai limiti del possibile, con sospensioni idrauliche (meccanismo che consente un movimento della carrozzeria in più direzioni), cerchioni cromati e girevoli e altri abbellimenti, quali paraurti modificati e minigonne (abbellimenti in metallo) applicate alla carrozzeria; qualcuno fuma, chi sigari, chi semplici sigarette, chi spinelli; magari qualcuno nasconde anche una pistola sotto la giacca, e lo spacciatore del quartiere si esibisce mostrando mazzette di banconote di grosso taglio: questo è, molto superficialmente, come si presenta al profano questa cultura. Desidero inoltre affermare che gli atteggiamenti e i comportamenti che ho descritto sono molto frequenti e "in voga" tutt'oggi (nel senso che, per il rapper tipo, l'immagine da me appena descritta costituisce, a livello di immaginario comune, uno scorcio di come dovrebbe essere la realtà quotidiana), ma comunque le mie affermazioni non

Snoop Dogg wid sum weed
vogliono operare una generalizzazione troppo forte: sono presenti infatti molte varianti, soprattutto nel mondo dell'hip hop non commerciale (che ancora non lo è o che non lo diventerà mai) e lo erano soprattutto prima dell'arrivo del Gangsta Rap, di cui parleremo in seguito: infatti, nella cultura hip hop, dobbiamo distinguere diversi livelli, diversi gradi di sviluppo e di influenza culturale, diversi modus vivendi: vi è infatti un'infinità di ragazzi che sentono hip hop e vivono hip hop, per quanto possibile, per poi abbandonare questo mondo al raggiungimento della maturità; altri ancora che considerano questo tipo di scelta un abominio; vi sono quelli che rimangono legati al mondo criminale, o a quello del ballo o dello sport, e mantengono la musica come "colonna sonora della propria vita"; quelli che, invece, riescono a sfondare in quest'ultimo ambito, in diversi gradi (alcuni rimangono nell'underground, chi con fierezza chi con frustrazione, altri invece arrivano al vero e proprio mondo dello spettacolo internazionale); e infine c'è chi sente hip hop senza vivere hip hop, ovvero persone che apprezzano questo tipo di musica, ma non la condividono fino in fondo, al punto di immergersi totalmente in essa e nel suo mondo: questi sono ragionamenti che valgono per qualunque tipo di musica, ma per questo tipo in particolare sono particolarmente validi.


Snoop Dogg a tavola, con la sua famiglia
Qual è, poi, nell'immaginario di colui che ha fatto sua questa cultura, il concetto di paradiso? A dire il vero, parliamo soprattutto di un paradiso consumistico e con molti aspetti, in alcuni casi, patriarcali e addirittura riconducibili all'Islam: il rapper "in paradiso" dispone di vestiti e gioielli, di una residenza monumentale, di ricchezze enormi, di donne a volontà (ecco perchè ho citato il mondo musulmano): e per altri, tuttavia, in tutto ciò rientra anche il concetto di famiglia: ad esempio Snoop Dogg si è fatto più volte rappresentare a tavola, seduto su un trono, con mazzette di banconote a fianco di piatti dorati o argentati stracolmi di cibi prelibati: e, a questa tavola, cosa apparentemente strana, vi sono anche dei bambini; lo stesso vale anche per The Game; e per 50 Cent parliamo di Marquise, unico figlio, e nel caso di, ad esempio, Eminem, questo concetto del "figliolo adorato" è ancora più palese, visti i suoi rapporti con la figlia Hailie, alla quale ha dedicato addirittura canzoni (si senta "Hailie's Song"): tutto ciò può essere spiegato in vari modi: si pensi alla famiglia da cui spessissimo escono simili cantanti: 50 Cent non ha mai conosciuto il padre, mentre la madre è stata gasata in casa sua quando egli aveva solo otto anni; Eminem non ha anch'egli mai conosciuto il padre, che l'ha abbandonato non appena è nato, mentre la madre, Debbie, era l'emblema della disperazione: una donna tossicodipendente e assente per il figlio: è quindi facilmente comprensibile che queste persone vogliano crearsi una propria famiglia, per compensare i vuoti affettivi che hanno da sempre subito; anche se consideriamo altri aspetti questo "attaccamento verso la progenie" è presto spiegato: il gangsta rapper, essendo a contatto con la morte e a rischio di morte tutto il giorno e tutti giorni, è facilmente portato a desiderare un erede, a cui insegnare ciò che ha appreso in vita, oppure per proteggerlo da questo mondo, per salvarlo con i soldi accumulati, anche se più spesso si rivela vera la prima ipotesi: e quindi l'immagine del gangsta rapper di successo che racconta storie della propria vita criminale a bambini che quasi non sanno ancora parlare è molto simile a quella del classico vecchio archetipico portatore di saggezza della quale i giovani approfittano, anzi, devono approfittare (Snoop Dogg: "Gz And Hustlas", "G Bedtime Stories"). Torniamo ora al "paradiso consumistico": questo concetto, apparentemente amorale, è anch'esso facilmente giustificabile, e alla sua origine troviamo gli stessi motivi che causano la violenza del mondo hip hop: infatti gli esponenti di questa cultura, come già spiegato, vengono dal ghetto, emergono dalla povertà, e, oltretutto, sono emarginati per motivi razziali: e questo spiega la violenza contro i bianchi: la violenza contro altri neri, invece, nasce in funzione del desiderio di arricchirsi: e qua torniamo al consumare: ma è chiaro che una persona che subisca vessazioni e mancanze per tutta la vita desideri, un giorno, di vendicarsi e, quindi, di affermarsi: e nel caso del rapper questo accade con la conquista del benessere economico: eppure non capita di rado che un cantante hip hop sia totalmente distaccato dalla propria ricchezza, e a volte ciò viene pure verbalizzato, con frasi quali: "I just don't give a fuck 'bout my money": semplice e diretto: è dunque chiaro che questa è una analisi complicata: perché una frase del genere? Ciò non si spiega solo con la classica affermazione "I soldi non fanno la felicità": per il rapper i soldi, inizialmente, sono un fine, e quando e se arrivano, si trasformano in un mezzo, un mezzo per ottenere riscatto sociale.

L'OLD SCHOOL HIP HOP


Afrika Bambaataa
Riprendiamo ora la nostra "analisi storica" dell'Hip Hop, lasciata in sospeso nel primo paragrafo. I Block Partys di NY avrebbero presto generato la prima vera e propria corrente Hip Hop, quella dell'Old School (o anche Old School Rap o Old Skool). Questa corrente nasce  nei primi anni '70, e questa nascita è accompagnata da un forte movimento di repulsione degli afro-americani nei confronti della musica Disco, che ormai dilagava anche nelle stazioni radiofoniche Black: così tutto ha origine, a partire dalla comunità giamaicana di NY: i Dj iniziano a remixare pezzi classici Soul e Funk (uno dei personaggi fondamentali in questo periodo è il già menzionato Dj Kool Herc), e da ciò sarebbero poi nate in breve altre tecniche di produzione di basi musicali, quali lo scratching, il mixaggio e il remixaggio; nascono i termini MC e rapping e tutti i termini da essi derivati, e fanno la loro comparsa i primi gruppi Hip Hop, come The Herculoids (tra i quali Herc) e la Universal Zulu Nation di Afrika Bambaataa, e con essi nasce l'arte dello shouting out, ovvero del presentarsi rappando: l'Hip Hop inizia ad assumere alcune delle sue caratteristiche portanti: compaiono, ad esempio, le prime rime bizzarre, ridicole, spesso a sfondo sessuale. A partire dalla metà degli anni '70, il movimento Hip Hop si divide in due diversi correnti: infatti da una parte abbiamo beats pensati soprattutto per il ballo e privi di rime, e dall'altra abbiamo, invece, artisti che si concentrano sullo stile del parlato e sulla composizione di testi sempre più elaborati dal punto di vista tenico, come ad esempio Bobby Robinson, Paul Winley e soprattutto Afrika Bambaataa e Grandmaster Flash. Nel '79, poi, avviene un passo importante nella storia del genere, poiché nasce la commercializzazione, ad opera di due gruppi, la Fatback Band e la Sugarhill Gang: questo fenomeno avrebbe prestissimo portato ad una più larga diffusione del genere, che sarebbe approdato, da New York, a molti altri grandi centri statunitensi, soprattutto a Philadelphia; e arriva anche la prima solista femminile, Lady B. Con l'arrivo degli anni '80, poi, arrivano anche nuove tecniche di composizione (come l'uso di metafore), e tutto il mondo dell'Hip Hop inizia a assumere una notevole complessità: nascono infatti alcune importanti domande, quando Kurtis Blow appare in uno spot TV per la Sprite: è giusta la commercializzazione del genere? Non si perdono, forse, le nobili origini del Rap? Per questo tipo di musica, nato dalla povertà, problematiche di questo genere sono molto sentite, e tali interrogativi vengono posti tutt'oggi, che l'Hip Hop è un fenomeno pop riconosciuto a livello mondiale: ed è proprio perché l'Hip Hop ha raggiunto questa posizione che la commercializzazione è stata necessaria: altrimenti, il genere sarebbe rimasto allo stadio di larva e non sarebbe mai emerso completamente, limitandosi a soccombere di fronte ai bassi meccanismi della società: non si dimentichi, infatti, che l'Hip Hop opera una critica alla società dall'interno, ovvero rimanendo condizionato da essa: i rapper sono i "figli scomodi" del nostro mondo. In questo periodo, comunque, variano anche le tecniche di composizione del beat: viene largamente usato lo scratch, e Marley Marl inventa, casualmente, l'Electro Hop. L'Old School Hip Hop termina nel 1986, con l'album "Raising Hell" dei Run D.M.C., che avevano comunque già composto due pezzi che erano già diventati importanti, ovvero "Sucker MC's" e "Peter Piper"; bisogna dire, in conclusione, che il periodo che abbiamo analizzato è considerato con un profondo rispetto da parte di quasi ogni rapper che respiri: i livelli qualitativi raggiunti prima dell'86 sono spesso rimpianti e visti quasi con timore reverenziale.

L'ETA' DELL'ORO


Will Smith
L'età dell'oro (Golden Age Hip Hop) sarebbe durata per circa otto anni, dall'86 al '93, quando sarebbe arrivato il G-Funk (e in particolare l'album "The Chronic" di Dr. Dre). Il movimento partì, anche in questo caso, da NY, e la Def Jam sarebbe stata un punto fisso per i rapper in questi anni, poiché fu la prima casa discografica a concentrarsi sulla produzione di dischi Hip Hop; furono molto numerosi i campionamenti di pezzi Jazz, Soul e Funk, ed è in questo periodo che nacque il Southern Rap e, soprattutto, il celeberrimo West Coast Rap, e vi furono anche numerose fusioni con altri generi, quali il Rock, fusione dalla quale nacque il Rapcore. E del Rapcore dobbiamo sicuramente parlare nel dettaglio, poichè vi furono numerosi artisti che scelsero di seguire questa corrente artistica, con risultati a dir poco stupefacenti: parliamo, ancora una volta, dei Run D.M.C., che in collaborazione con gli Aerosmith realizzarono il pezzo "Walk This Way": da questo pezzo si realizzò inoltre il primo video Hip Hop di MTV, e la canzone ottenne, in generale, un consenso enorme. Come dimenticare, poi, i mitici Beastie Boys? Questo gruppo, che emerse nello scenario Hip Hop con un passato nel mondo del Rock, ottenne un successo strepitoso con l'album "Licensed To Ill" del 1986 ("Rhymin & Stealin'", "Fight For Your Right" e "No Sleep Till Brooklyn" tra i pezzi migliori del disco), realizzato per la Def Jam, con numerosi campionamenti da brani dei Black Sabbath e dei Led Zeppelin: un gruppo di sicuro molto sensibile all'aspetto umoristico della cultura Hip Hop, composto (fatto notevole) esclusivamente da ragazzi bianchi e, per giunta, ebrei: e questo gruppo, altro fatto molto interessante, si può addirittura collocare alle origini di quello che sarebbe diventato l'Alternative Hip Hop, movimento anche moderno e rispettabilissimo, con artisti del calibro dei N*E*R*D ("She Wants To Move"), dei Roots ("The Seed 2.0") o di Common ("Drivin' Me Wild", pezzo realizzato in collaborazione con Lily Allen). Anche i De La Soul sfondarono in questo periodo, per iniziare una carriera che continua tutt'ora (notevole il pezzo utilizzato nella colonna sonora di MIB, "Chanel No. Fever"): anche i De La Soul possono essere considerati precursori dell'Alternative Hip Hop, e anche loro si sono distinti per un ampio uso di rime umoristiche. In questi anni, oltretutto, nasce il Latin Rap, e quindi appaiono artisti come i Cypress Hill, e nasce il Reggaeton, dalla fusione fra Hip Hop, Reggae e Ragga. Ma, probabilmente, il più grande gruppo di questo periodo fu quello dei Public Enemy, che, nel 1987, crearono l'album "Yo! Bum Rush The Show" (tra i pezzi migliori: "Sophisticated Bitch", "Yo! Bum Rush The Show", "Public Enemy No. 1" e "Miuzi Weighs A Ton"): i Public Enemy furono un gruppo politicamente impegnato, come dimostra soprattutto il titolo del loro terzo album, "Fear Of A Black Planet", caratterizzato dalla presenza del leggendario pezzo "Fight The Power", molto apprezzato anche da Spike Lee: tra "Yo! Bum Rush The Show" e "Fear Of A Black Planet" ricordiamo anche "It Takes A Nation Of Millions To Hold Us Back": i Public Enemy furono la grande, la più grande voce della strada. Di questo periodo sono anche "A Tribe Called Quest" (notevole, sempre della colonna sonora di MIB, "Same Ol' Thing", pezzo relativamente recente) e Dj Jazzy Jeff & The Frsh Prince, meglio noto come Will Smith, il quale realizzò pezzi semplici eppur altamente godibili ("1,000 Kisses", "Men In Black",  "Miami", "Will 2K" e "Just The 2 Of Us" tra i migliori), e vinse il primo Grammy Award per il Rap.

L'ERA MODERNA


Nasir "NaS" Jones a NY, la sua città

E nei primi anni '90 arrivò la svolta, che condusse l'Hip Hop al Gangsta Rap (G-Funk), soprattutto nella West Coast: questa forma musicale è ancor oggi ben presente, anzi, si potrebbe quasi dire che occupa una delle posizioni di maggior rilievo nella modernità più recente e attuale del genere. Si parla di sesso, droga, armi, criminalità da strada e organizzata, con testi crudi, ruvidi, potenti, in alcuni casi animaleschi: e animalesche sono molte voci di questo periodo, pesanti, intrise di slang, quello più duro e d'impatto: il primo ad usare la parola "gangster" in una sua canzone fu Scholly D, nel lontano '84, e il genere nacque stabilmente con Ice-T, nell'87, che tra l'altro è ricordato per l'aver usato per la prima volta in assoluto i termini nigga e ho (puttana); nell'88 arriva, poi, la leggenda degli NWA (Niggaz With Attitude), provenienti da Compton, California, gruppo del quale han fatto parte artisti quali Dr. Dre, Eazy-E, Ice Cube, Dj Yella, Arabian Prince e The D.O.C.: essi furono addirittura invitati dall'F.B.I. a "darsi una calmata"...Ma, come già detto, fu proprio all'inizio degli anni '90 che il genere "esplose" definitivamente, grazie ad eventi quali la pubblicazione dell'album "The Chronic" da parte di Dr. Dre, o a rappars quali Snoop Dogg e 2Pac (il mito, il punto di riferimento) o i Mobb Deep, che in seguito si sarebbero uniti al piccolo grande mondo musicale di 50 Cent, la G-Unit. Nei primi dei '90, poi, e più precisamente nel '93, arrivò l'album "Enter The Wu-Tang (36 Chambers)" del Wu-Tang Clan (composto da Method Man -che dopo lo scioglimento del gruppo avrebbe continuato comunque a rappare per i conti suoi: si senta, ad esempio, "Is It Me"-, Ol' Dirty Bastard -morto di overdose-, GZA e RZA, Raekwon The Chef, Ghostface Killah -anch'egli non scomparve dopo lo scioglimento del gruppo-, Inspectah Deck, Masta Killa e U-God), che anch'essi inaugurarono un nuovo stile decisamente esplicito e duro, l'Hardcore Hip Hop (Hardcore Rap); nel '94 debutta, poi, NaS, con l'album "Illmatic", anche se, forse, il suo miglior lavoro in assoluto, che ha fatto molto parlare di recente e pubblicato, anche, di recente, è l'album "Hip Hop Is Dead" (contenente

pezzi quali "Hip Hop Is Dead" -con un beat campionato dagli Aerosmith-, "Can't Forget About You", "Hustlers" e "The N"): NaS. forse la più grande figura di tutto l'Hardcore, è molto noto e apprezzato per la qualità dei suoi testi, che sono infatti, si può benissimo dire, vera poesia: il mondo della strada è analizzato con profondità, raccontato, spiegato, approfondito con vera e propria filosofia; appaiono poi anche Notorious B.I.G. e Puff Daddy (P. Diddy), che, invece, sono più orientati verso il Gangsta Rap: tutti conoscono la storia delle uccisioni di 2Pac e di B.I.G., che ebbero luogo a causa della lotta fra questi due rappers, rappresentativa di qualcosa di molto più grande, ovvero la lotta perenne e continua fra East Coast e West Coast. Nel '96, a Chicago, poi, grazie alla comparsa di artisti come Twista (noto per la sua estrema velocità nel rappare), la città può emergere definitivamente, mentre a NY un altro personaggio ancora fa la sua comparsa, Jay-Z, con un concept album in cui parla della vita di un corriere di droga: questo tema appare nuovamente nel suo ultimo album (anch'esso uhn concept album), "American Gangster", ispirato all'omonimo film con Denzel Washington (si senta "Blue Magic"), e emerge anche Lil' Kim, una delle figure femminili dell'Hip Hop più importanti, insieme a Missy Elliott, Lil Mia ed altre, distinguendosi subito per i suoi testi dirty in cui molto spesso si parla di sesso (Lil' Kim avrebbe poi pubblicato, tra gli altri album, "The Naked Truth", relativamente di recente, contenente pezzi degni di nota quali "Spell Check" o "Shut Up Bitch"); e, sempre nel '96, accadde il fatto: la morte di Tupac Shakur, che ebbe numerosi risvolti, a partire dal declino delle etichette Death Row e Bad Boy, che avevano incrementato, avendo consentito la registrazione di rime cariche di violenza, il fenomeno della lotta fra coste, che iniziò tuttavia ad attenuarsi: Dr. Dre fondò la sua Aftermath Records, collaborando con artisti dell'East Coast quali il già citato NaS, mentre Snoop Dogg passò alla No Limit Records del sud degli States.


Eminem, il più noto rapper bianco al mondo

Verso la metà degli anni '90 il Rap, grazie, ad esempio, agli OutKast, ottiene un successo considerevole anche nel sud degli States: gli OutKast sono tutt'oggi un gruppo Hip Hop di riferimento: Big Boi e Andre 3000, i due componenti del gruppo, sono fra i maggiori esponenti di un "Electro Hip Hop" molto apprezzato; molto successo ha avuto il disco "The Love Below", di Andre 3000, contenente pezzi quali la celeberrima "Hey Ya", o "Happy Valentine's Day", o "Roses" e "Dracula's Wedding". Nasce poi il Neo Soul, combinazione di Soul e Hip Hop, mentre nel '98 fa la sua apparizione Big Pun, noto per il proprio stile interamente incentrato sull'abilità nel comporre rime, esaltazione del ruolo del vero MC: egli, purtroppo, morì nel 2000; nello stesso anno, poi, fece la sua comparsa anche il grande DMX, probabilmente la voce più animale di tutto la storia del Rap: anch'egli legato all'immagine del "cane feroce", come Snoop Dogg, con le copertine dei suoi dischi e con le sue rime vuole rappresentare una realtà cruda, senza mezzi termini, opponendosi allo stile del periodo. Esce poi, nel '99, il disco di Dre "2001" ("Fuck You", "Xxplosive", "What's The Difference", "The Watcher" fra i pezzi migliori), contenente anche la celeberrima "Forgot About Dre" in collaborazione con Eminem, la più grande figura bianca dell'Hiip Hop, insieme forse ai Beastie Boys, che debutta con il suo terzo album "The Slim Shady LP" ("My Name Is", "Guilty Conscience", "As The World Turns" fra i pezzi di maggior successo): tutti i ragazzi bianchi del ghetto, che si identificano nell'Hip Hop, hanno finalmente una figura a cui ispirarsi, il controverso Marshall Mathers III (il vero nome di Eminem), con i suoi testi shockanti, a volte buffi, altre drammatici, in ogni caso sempre incredibilmente veri ed espressivi a livelli a dir poco superbi; nel 2001, poi, la rivalità fra NaS e Jay-Z giunge al culmine, anche se entrambi i rapper, proprio per questa rivalità, possono vendere tantissimo e dominare la scena dell'East Coast Rap.


Curtis "50 Cent" Jackson III, from Southside Queens

Siamo ormai oltre il 2000, e lo scenario della musica Hip Hop è molto vario, e costituisce un terreno fertile per numerosi artisti emergenti e non: sono indubbiamente molti gli avvenimenti che caratterizzano questi ultimi anni: nel 2002 Eminem vince l'Academy Award per il singolo "Lose Yourself", e il suo film "8 Mile" ottiene considerevoli riconoscimenti, permettendo anche, grazie alla colonna sonora, contenente il singolo "Wanksta", la nascita di una nuova figura, di un nuovo rapper promettente: è 50 Cent, che viene preso sotto l'ala protettrice di Marshall, che riuscirà a garantirgli il successo, cosa che non era accaduta con Jam Master Jay, membro dei Run DMC, che già si era interessato al carismatico Curtis Jackson III (è questo il vero nome di 50 Cent), per poi morire in una sparatoria; e il successo per 50 è quasi immediato, arrivando travolgente nel 2003 con l'uscita dell'album "Get Rich Or Die Tryin'", contenente numerosi pezzi altamente espressivi e in cui schiere e schiere di ragazzi dei ghetti si possono identificare facilmente: quello di 50 è il sogno americano in versione Hip Hop, in effetti, sogno che egli riesce a realizzare: questo artista riesce infatti ad arrivare al top partendo da un fondo grigio e degradato, prima attraverso la criminalità (a 18 anni egli è uno dei più grossi spacciatori del Southside Queens, la sua zona, e possiede due Merceds; è finanche il campione del giro di boxe clandestina del Bronx), e poi attraverso la sua musica, insieme agli amici di vecchia data Lloyd banks, Tony Yayo e Young Buck, che diventano la sua "G-Unit" (è questo anche il marchio della linea di vestiti del rapper newyorkese). Nel 2004 è poi la volta di Kanye West, che recentemente, come tutti coloro che seguono gli sviluppi del panorama Hip Hop ricorderanno, si è contrapposto proprio a 50 Cent, che l'aveva sfidato a vendere più di lui col suo disco in uscita, "Graduation", che sarebbe uscito proprio nello stesso giorno in cui anche "Curtis", di 50 Cent, sarebbe dovuto apparire sugli scaffali dei negozi: la scommessa fu vinta da Kanye, che vendette quasi un milione di copie, contro le circa seicentomila vendute dal rivale: noi ci sbilanceremo e affermeremo che lo scettro del Re resta al rapper newyorkese, che ha perso solo per essersi messo contro un personaggio che, più che un'icona dell'Hip Hop, è un'icona del Pop, e quindi più alla portata delle masse. E molti altri rapper lavorano in questi anni, tra i quali Jadakiss, Beanie Sigel (i due in rivalità), Cam'ron, Twista, Chamillionaire e Common, e molti altri ancora, come Mims, ancor più recente: oggi l'Hip Hop è uno dei generi più apprezzati negli US, oltre che in paesi come la Francia o il Canada, per citare l'italiano Marracash.

 

 

 

 

DEDICATO AD ABBA

ucciso dal razzismo

 

 

 

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