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LE ORIGINI
Riguardo alla nascita del genere, ci sono teorie contrastanti, che tuttavia
possono essere conciliate: infatti il Rap nasce a New York all'inizio degli anni
'70, mentre l'Hip Hop sempre a NY, nel Bronx, verso la fine dei '60: di fatto, però, con i due
termini intendiamo la stessa cosa, e, addirittura, la differenza fra di essi è
praticamente inesistente, cosa già vista per i termini Soul ed R&B (si
veda la pagina dell'R&B), e, perciò, ci
limiteremo a dire che il genere nasce a cavallo tra gli anni '60 e '70. Forse
possiamo limitarci ad affermare che con Hip Hop intendiamo il fenomeno nella sua
completezza, mentre con Rap ci riferiamo al rapping, nato in seguito, particolare elemento
costitutivo di tutta la cultura che andiamo a analizzare. Ma l'Hip Hop/Rap trae
origine da praticamente ogni elemento della cultura afro e afro-americana e
anche da alcune altre, e cercare, quindi, di riportarne una storia dettagliata e
precisa è un'impresa ardua. "Alle radici" troviamo James Brown, con le sue
movenze ad allusione sessuale, il Reaggae, e in particolare Kool DJ Herc ed i
suoi beats, lo Scat (il riprodurre suoni di strumenti), il Dirty Dozen (lo
scambiarsi insulti in rima), il talking blues e la cultura africana tutta e particolarmente occidentale, con i
suoi riti tribali e la sua musica penetrante e primitiva e, poi, i Griot, poeti
e cantori africani, ma anche il Jazz e il Gosepl & Spirituals ed i sermoni protestanti, e i
Block Partys di Harlem e soprattutto del Bronx, nei quali si praticava lo
scratching e si ballava, e da qua, ad esmpio, i nomi B-Boying (c'è chi dice che
la "B" stia per boogie) e Breakdance. Perchè nasce l'Hip Hop? Si è
trattato di un fatto spontaneo, avvenuto gradualmente, ma neanche poi tanto:
possiamo dire che gli "oppressi" dei ghetti americani più poveri, ad un certo
punto, siano esplosi, per esprimere la propria rabbia contro la società a suon
di rime.
GLI "USI E COSTUMI" E IL MONDO DELL' HIP HOP
Wat's gangsta? Dat's gangsta (In primo piano: 2Pac
Shakur, la leggenda) |
La cultura Hip Hop sarebbe stata destinata ad assumere caratteri ben definiti,
con veri e propri rappresentanti specializzati: i writers (coloro che teggano,
ovvero scrivono sui muri), gli MC (Masters of Ceremony: coloro che compongono e
cantano) i breakers (quelli che ballano), e i Dj (quelli che creano i beats, le
basi), tutti "soldati" di un unico "esercito"; ricordiamo
inoltre il fenomeno del
beatboxing, ovvero l'arte di produrre beat con
il solo uso della bocca. C'è poi un particolare modo di vestirsi: si utilizzano infatti vestiti
larghi, questo sia perché sono comodi sia perché i primi rappers, essendosi
trovati a vivere in condizioni di povertà spessissimo estrema, ereditavano gli
indumenti smessi da fratelli e genitori; si usavano e si usano tuttora, poi,
cappelli e durag e parabolici occhiali da sole, per non farsi riconoscere se sorpresi a
compiere atti illegali (in origine: ora si tratta di semplice moda); per quanto
riguarda lo sfoggio di diamanti e gioielli e macchine truccate e femmine
formose, che appartengono al rapper come veri e propri oggetti, si può dire che
si tratta di atteggiamenti tipici soprattutto della West Coast e dell'Hip Hop
commerciale in generale. I ragazzi che seguono la cultura Hip Hop vengono
generalmente chiamati B-Boyz, mentre le ragazze Fly-Girlz, e spesso ci si
riconosce chimandosi
bro e
sista (fratello e sorella: tipico
della Chiesa, che è fondamentale in questo mondo: più avanti torneremo su questo
concetto). E' poi interessante
osservare che si insegnavano i metodi di rimare e di mixare non attraverso
lezioni, ma attraverso dialoghi tra musicisti, il che è un'ulteriore prova di
come l'Hip Hop sia una cultura popolare, nata in un periodo di particolari
problemi che, nel Bronx, avevano causato una forte disoccupazione, che fu una
delle cause del rafforzamento delle
gang. I rappers vivono immersi in un crudo
contesto urbano, che forma in essi una vera e propria mentalità, secondo la
quale il gruppo d'appartenenza è una vera e propria famiglia: infatti quella di
sangue spesso viene a mancare, a volte persino materialmente, ma più spesso nel
senso che i genitori del tipico B-Boy sono assenti e/o degradati. Fin da
piccoli, dunque, questi ragazzi imparano a vivere nel mondo della strada e a
sviluppare una sorta di culto della violenza, per poi diventare g
z (
gangstaz),
thugz, outlawz o
hustlaz, mentre le ragazze sono talvolta identificate con il nome di
bitches (pronuncia slang:
biathces): fin da piccoli imparano a
spacciare e a scappare dagli
officers (i poliziotti), e a trovar
conforto nei soldi che riescono a guadagnare (
blood money: si pensi,
appunto, all'album "Blood Money" dei Mobb Deep, contenente pezzi quali "
Put 'Em
In Their Place", "
Smoke It" o "
Stole Something") e nel mondo
dell'hip hop, che costituisce la loro unica via per approdare nel mondo dello
spettacolo, per spopolare a Hollywood e per lasciare il
gangsta shit,
come loro stessi lo definiscono. Gli esponenti di questa cultura girano per le
strade della propria città con corpi resi praticamente veicoli d'espressione,
appesantiti da collane e anelli e bracciali e orologi, ricoperti da tatuaggi che
esprimono le proprie credenze più profonde, vere e proprie parole impresse per
non essere più cancellate: tra queste, ad esempio, le iniziali della propria
città (LA o NY, ad esempio), il proprio nome d'arte, oppure inni all'Africa (non
di rado si trovano vere e proprie immagini in miniatura del continente
africano);
A New Era cap |
si indossano vestiti che, oltre che larghi, sono anche appartenenti a
vere proprie categorie: i cappelli, di solito, sono di marca New Era, e su di
essi vi si trovano vistosi i simboli delle varie squadre di baseball, ciascuna
appartenente a una città diversa: i vestiti in generale, poi, sono anch'essi
spesso stati pensati per lo sport: canottiere da basketball (spesso della
Champions), scarpe, anch'esse da basketball, alte e vistose: sono frequenti
anche pantaloni di tuta e completi da ginnastica in generale. Ci si sarà certo
accorti, poi, leggendo alcuni dei termini in corsivo, che gli esponenti della
cultura hip hop adottano un vero e proprio linguaggio caratteristico (un
particolare tipo di slang): di questo linguaggio (accompagnato da un eloquente
linguaggio non verbale), sono tipiche alcune forme ricorrenti: ad esempio, per
il plurale dei nomi si suole usare una "z" e non una "s", il "th" si semplifica
spesso in una "d" (ad esempio l'articolo "the" è diventato prima "tha" e poi
"da": si noti anche la "e" che diventa "a"): le differenze riguardano spesso la
pronuncia, che risulta rozza e quasi animale, e spesso la scrittura di alcuni
termini viene cambiata per adattarsi a questa: prendiamo il termine
nigga,
usato bonariamente fra gli africani: in origine era
nigger, ma visto
che l' "er" si pronuncia "a", ecco che varia la parola; anche il termine
moda fuckaz (è un insulto pesantissimo e molto usato, che significa,
letteralmente, "scopatore di madre") costituisce un esempio più che valido: in
origine era
mother fucker; non parliamo poi del termine
shit,
che è stato addirittura storpiato in
shizznit, da Snoop Doggy Dogg.
Street basketball |
Ci sono inoltre altri comportamenti diffusi in questo mondo:
ad esempio, la religiosità: i rappers spessissimo vanno in chiesa tutte le
domeniche, ed assistono a messe protestanti colorate e musicali: spessissimo i
cantanti hip hop invocano Dio nelle loro canzoni, chiedendo consiglio o perdono:
si pensi ad "Only God Can Judge Me Now" del leggendario 2Pac, o a "
Many Men" di
50 Cent, in cui l'apparentemente duro come una roccia Curtis Jackson (il vero
nome di 50 Cent), prega e chiede a Dio che cosa abbia fatto di sbagliato: nella
mentalità del
gangsta afroamericano, infatti, delinquere è quasi lecito
e consentito anche da Dio: la violenza dell'hip hop è una violenza reattiva,
nonostante le apparenze. Poi, è tipico degli esponenti di questa cultura fare
un ampio uso di droghe, che vengono assunte soprattutto per via orale: mi
riferisco al classico spinello, imbottito di marijuana (conosciuta come
weed,
grass o anche
boo), oppure di crack, la "droga dei neri".
Analizziamo poi meglio l'aspetto dance di questa cultura: tipica della East
Coast è la breakdance, mentre nella West si suole (soprattutto a Los Angeles),
praticare la krump dance o anche la clown dance, che sono caratterizzate da un
animosità tutta particolare, che trae le sue radici dai riti tribali africani
(si guardi "Rize: Alzati e Balla"). E ancora, che dire dello sport? I ragazzi di
strada spesso praticano il basket, che viene giocato nella sua forma
street,
caratterizzata da un gioco acrobatico e dinamico farcito di
tricks
vari. Reputo ora opportuno inserire la
descrizione del classico "angolo di strada", il classico "habitat" del rapper
tipo: fra cadenti case popolari ricoperte da graffiti, sosta un gruppo di
ragazzi e ragazze di colore, vestiti in maniera quanto meno appariscente,
intenti in
performances di
freestyle (combattimento verbale
fra rappers) e
rapping (componimento di rime in generale); per terra
sono appoggiate delle casse portatili, e rieccheggia un
beat (pezzo
senza parole: base musicale) ossessivo e martellante, eppure trascinante nella
sua semplicità: qualcun altro si esibisce nell'arte della breakdance, e i
ragazzi restanti si limitano a guardare con sguardo truce i passanti, mormorando
insulti in slang; magari si troverà anche un auto americana senza tettuccio
truccata ai limiti del possibile, con sospensioni idrauliche (meccanismo che
consente un movimento della carrozzeria in più direzioni), cerchioni cromati e
girevoli e altri abbellimenti, quali paraurti modificati e minigonne
(abbellimenti in metallo) applicate alla carrozzeria; qualcuno fuma, chi sigari,
chi semplici sigarette, chi spinelli; magari qualcuno nasconde anche una pistola
sotto la giacca, e lo spacciatore del quartiere si esibisce mostrando mazzette
di banconote di grosso taglio: questo è, molto superficialmente, come si
presenta al profano questa cultura. Desidero inoltre affermare che
gli atteggiamenti e i comportamenti che ho descritto sono molto frequenti e "in
voga" tutt'oggi (nel senso che, per il rapper tipo, l'immagine da me appena
descritta costituisce, a livello di immaginario comune, uno scorcio di come
dovrebbe essere la realtà quotidiana), ma comunque le mie affermazioni non
Snoop Dogg wid sum weed |
vogliono operare una
generalizzazione troppo forte: sono presenti infatti molte varianti, soprattutto
nel mondo dell'hip hop non commerciale (che ancora non lo è o che non lo
diventerà mai) e lo erano
soprattutto prima dell'arrivo del Gangsta Rap, di cui parleremo in seguito:
infatti, nella cultura hip hop, dobbiamo distinguere diversi livelli, diversi
gradi di sviluppo e di influenza culturale, diversi modus vivendi: vi è infatti
un'infinità di ragazzi che sentono hip hop e vivono hip hop, per quanto
possibile, per poi abbandonare questo mondo al raggiungimento della maturità;
altri ancora che considerano questo tipo di scelta un abominio; vi sono quelli
che rimangono legati al mondo criminale, o a quello del ballo o dello sport, e
mantengono la musica come "colonna sonora della propria vita"; quelli che,
invece, riescono a sfondare in quest'ultimo ambito, in diversi gradi (alcuni
rimangono nell'underground, chi con fierezza chi con frustrazione, altri invece
arrivano al vero e proprio mondo dello spettacolo internazionale); e infine c'è
chi sente hip hop senza vivere hip hop, ovvero persone che apprezzano questo
tipo di musica, ma non la condividono fino in fondo, al punto di immergersi
totalmente in essa e nel suo mondo: questi sono ragionamenti che valgono per
qualunque tipo di musica, ma per questo tipo in particolare sono particolarmente
validi.
Snoop Dogg a tavola, con la sua famiglia |
Qual è, poi, nell'immaginario di colui che ha fatto sua questa
cultura, il concetto di paradiso? A dire il vero, parliamo soprattutto di un
paradiso consumistico e con molti aspetti, in alcuni casi, patriarcali e
addirittura riconducibili all'Islam: il rapper "in paradiso" dispone di vestiti
e gioielli, di una residenza monumentale, di ricchezze enormi, di donne a
volontà (ecco perchè ho citato il mondo musulmano): e per altri, tuttavia, in
tutto ciò rientra anche il concetto di famiglia: ad esempio Snoop Dogg si è
fatto più volte rappresentare a tavola, seduto su un trono, con mazzette di
banconote a fianco di piatti dorati o argentati stracolmi di cibi prelibati: e,
a questa tavola, cosa apparentemente strana, vi sono anche dei bambini; lo
stesso vale anche per The Game; e per 50 Cent parliamo di Marquise, unico
figlio, e nel caso di, ad esempio, Eminem, questo concetto del "figliolo
adorato" è ancora più palese, visti i suoi rapporti con la figlia Hailie, alla
quale ha dedicato addirittura canzoni (si senta "
Hailie's Song"): tutto ciò può
essere spiegato in vari modi: si pensi alla famiglia da cui spessissimo escono
simili cantanti: 50 Cent non ha mai conosciuto il padre, mentre la madre è stata
gasata in casa sua quando egli aveva solo otto anni; Eminem non ha anch'egli mai
conosciuto il padre, che l'ha abbandonato non appena è nato, mentre la madre,
Debbie, era l'emblema della disperazione: una donna tossicodipendente e assente
per il figlio: è quindi facilmente comprensibile che queste persone vogliano
crearsi una propria famiglia, per compensare i vuoti affettivi che hanno da
sempre subito; anche se consideriamo altri aspetti questo "attaccamento verso la
progenie" è presto spiegato: il gangsta rapper, essendo a contatto con la morte
e a rischio di morte tutto il giorno e tutti giorni, è facilmente portato a
desiderare un erede, a cui insegnare ciò che ha appreso in vita, oppure per
proteggerlo da questo mondo, per salvarlo con i soldi accumulati, anche se più
spesso si rivela vera la prima ipotesi: e quindi l'immagine del gangsta rapper
di successo che racconta storie della propria vita criminale a bambini che quasi
non sanno ancora parlare è molto simile a quella del classico vecchio
archetipico portatore di saggezza della quale i giovani approfittano, anzi,
devono approfittare (Snoop Dogg: "
Gz And Hustlas", "
G Bedtime Stories").
Torniamo ora al "paradiso consumistico": questo concetto, apparentemente
amorale, è anch'esso facilmente giustificabile, e alla sua origine troviamo gli
stessi motivi che causano la violenza del mondo hip hop: infatti gli esponenti
di questa cultura, come già spiegato, vengono dal ghetto, emergono dalla
povertà, e, oltretutto, sono emarginati per motivi razziali: e questo spiega la
violenza contro i bianchi: la violenza contro altri neri, invece, nasce in
funzione del desiderio di arricchirsi: e qua torniamo al consumare: ma è chiaro
che una persona che subisca vessazioni e mancanze per tutta la vita desideri, un
giorno, di vendicarsi e, quindi, di affermarsi: e nel caso del rapper questo
accade con la conquista del benessere economico: eppure non capita di rado che
un cantante hip hop sia totalmente distaccato dalla propria ricchezza, e a volte
ciò viene pure verbalizzato, con frasi quali: "I just don't give a fuck 'bout my
money": semplice e diretto: è dunque chiaro che questa è una analisi complicata:
perché una frase del genere? Ciò non si spiega solo con la classica affermazione
"I soldi non fanno la felicità": per il rapper i soldi, inizialmente, sono un
fine, e quando e se arrivano, si trasformano in un mezzo, un mezzo per ottenere
riscatto sociale.
L'OLD SCHOOL HIP HOP
Afrika Bambaataa |
Riprendiamo ora la nostra "analisi storica" dell'Hip Hop, lasciata in sospeso
nel primo paragrafo.
I Block Partys di NY avrebbero presto generato la prima vera e propria corrente
Hip Hop, quella dell'Old School (o anche Old School Rap o Old Skool). Questa corrente nasce nei primi anni '70,
e questa nascita è accompagnata da un forte movimento di repulsione degli
afro-americani nei confronti della musica Disco, che ormai dilagava anche nelle
stazioni radiofoniche Black: così tutto ha origine, a partire dalla comunità
giamaicana di NY: i Dj iniziano a remixare pezzi classici
Soul
e Funk (uno dei personaggi fondamentali in questo periodo è il già
menzionato Dj Kool Herc), e da ciò sarebbero poi nate in breve altre tecniche di
produzione di basi musicali, quali lo scratching, il mixaggio e il remixaggio;
nascono i termini MC e rapping e tutti i termini da essi derivati, e fanno la
loro comparsa i primi gruppi Hip Hop, come The Herculoids (tra i quali Herc) e
la Universal Zulu Nation di Afrika Bambaataa, e con essi nasce l'arte dello
shouting out, ovvero del presentarsi rappando: l'Hip Hop inizia ad assumere
alcune delle sue caratteristiche portanti: compaiono, ad esempio, le prime rime
bizzarre, ridicole, spesso a sfondo sessuale. A partire dalla metà degli anni
'70, il movimento Hip Hop si divide in due diversi correnti: infatti da una
parte abbiamo beats pensati soprattutto per il ballo e privi di rime, e
dall'altra abbiamo, invece, artisti che si concentrano sullo stile del parlato e
sulla composizione di testi sempre più elaborati dal punto di vista tenico, come
ad esempio Bobby Robinson, Paul Winley e soprattutto Afrika Bambaataa e
Grandmaster Flash. Nel '79, poi, avviene un passo importante nella storia del
genere, poiché nasce la commercializzazione, ad opera di due gruppi, la Fatback
Band e la Sugarhill Gang: questo fenomeno avrebbe prestissimo portato ad una più
larga diffusione del genere, che sarebbe approdato, da New York, a molti altri
grandi centri statunitensi, soprattutto a Philadelphia; e arriva anche la prima
solista femminile, Lady B. Con l'arrivo degli anni '80, poi, arrivano anche
nuove tecniche di composizione (come l'uso di metafore), e tutto il mondo dell'Hip
Hop inizia a assumere una notevole complessità: nascono infatti alcune
importanti domande, quando Kurtis Blow appare in uno spot TV per la Sprite: è
giusta la commercializzazione del genere? Non si perdono, forse, le nobili
origini del Rap? Per questo tipo di musica, nato dalla povertà, problematiche di
questo genere sono molto sentite, e tali interrogativi vengono posti tutt'oggi,
che l'Hip Hop è un fenomeno pop riconosciuto a livello mondiale: ed è proprio
perché l'Hip Hop ha raggiunto questa posizione che la commercializzazione è
stata necessaria: altrimenti, il genere sarebbe rimasto allo stadio di larva e
non sarebbe mai emerso completamente, limitandosi a soccombere di fronte ai
bassi meccanismi della società: non si dimentichi, infatti, che l'Hip Hop opera
una critica alla società
dall'interno, ovvero
rimanendo condizionato da essa: i rapper sono i "figli scomodi" del nostro
mondo. In questo periodo, comunque, variano anche le tecniche di composizione
del beat: viene largamente usato lo scratch, e Marley Marl inventa, casualmente,
l'Electro Hop. L'Old School Hip Hop termina nel 1986, con l'album "Raising Hell"
dei Run D.M.C., che avevano comunque già composto due pezzi che erano già
diventati importanti, ovvero "
Sucker MC's" e "
Peter Piper"; bisogna dire, in
conclusione, che il periodo che abbiamo analizzato è considerato con un profondo
rispetto da parte di quasi ogni rapper che respiri: i livelli qualitativi
raggiunti prima dell'86 sono spesso rimpianti e visti quasi con timore
reverenziale.
L'ETA' DELL'ORO
Will Smith |
L'età dell'oro (Golden Age Hip Hop) sarebbe durata per circa otto anni, dall'86 al '93, quando
sarebbe arrivato il G-Funk (e in particolare l'album "The Chronic" di Dr. Dre).
Il movimento partì, anche in questo caso, da NY, e
la Def Jam sarebbe stata un punto fisso per i rapper in questi anni, poiché fu
la prima casa discografica a concentrarsi sulla produzione di dischi Hip Hop;
furono molto numerosi i campionamenti di pezzi
Jazz,
Soul e Funk, ed è in questo periodo che nacque il Southern
Rap e, soprattutto, il celeberrimo West Coast Rap, e vi furono anche numerose
fusioni con altri generi, quali il
Rock, fusione dalla
quale nacque il Rapcore. E del Rapcore dobbiamo sicuramente parlare nel
dettaglio, poichè vi furono numerosi artisti che scelsero di seguire questa
corrente artistica, con risultati a dir poco stupefacenti: parliamo, ancora una
volta, dei Run D.M.C., che in collaborazione con gli Aerosmith realizzarono il
pezzo "
Walk This Way": da questo pezzo si realizzò inoltre il primo video Hip
Hop di MTV, e la canzone ottenne, in generale, un consenso enorme. Come
dimenticare, poi, i mitici Beastie Boys? Questo gruppo, che emerse nello
scenario Hip Hop con un passato nel mondo del
Rock,
ottenne un successo strepitoso con l'album "Licensed To Ill" del 1986 ("
Rhymin &
Stealin'", "
Fight For Your Right" e "
No Sleep Till Brooklyn" tra i pezzi
migliori del disco), realizzato per la Def Jam, con numerosi campionamenti da
brani dei
Black Sabbath e dei
Led Zeppelin: un gruppo di sicuro molto sensibile
all'aspetto umoristico della cultura Hip Hop, composto (fatto notevole)
esclusivamente da ragazzi bianchi e, per giunta, ebrei: e questo gruppo, altro
fatto molto interessante, si può addirittura collocare alle origini di quello
che sarebbe diventato l'Alternative Hip Hop, movimento anche moderno e
rispettabilissimo, con artisti del calibro dei N*E*R*D ("
She Wants To Move"),
dei Roots ("
The Seed 2.0") o di Common ("
Drivin' Me Wild", pezzo realizzato in
collaborazione con Lily Allen). Anche i De La Soul sfondarono in questo periodo,
per iniziare una carriera che continua tutt'ora (notevole il pezzo utilizzato
nella colonna sonora di MIB, "Chanel No. Fever"): anche i De La Soul possono
essere considerati precursori dell'Alternative Hip Hop, e anche loro si sono
distinti per un ampio uso di rime umoristiche. In questi anni, oltretutto, nasce
il Latin Rap, e quindi appaiono artisti come i Cypress Hill, e nasce il
Reggaeton, dalla fusione fra Hip Hop, Reggae e Ragga. Ma, probabilmente, il più
grande gruppo di questo periodo fu quello dei Public Enemy, che, nel 1987,
crearono l'album "Yo! Bum Rush The Show" (tra i pezzi migliori: "
Sophisticated Bitch", "
Yo! Bum Rush The Show", "
Public Enemy No. 1" e "
Miuzi Weighs A Ton"): i
Public Enemy furono un gruppo politicamente impegnato, come dimostra soprattutto
il titolo del loro terzo album, "Fear Of A Black Planet", caratterizzato dalla
presenza del leggendario pezzo "
Fight The Power", molto apprezzato anche da
Spike Lee: tra "Yo! Bum Rush The Show" e "Fear Of
A Black Planet" ricordiamo anche "It Takes A Nation Of Millions To Hold Us
Back": i Public Enemy furono la grande, la più grande voce della strada. Di
questo periodo sono anche "A Tribe Called Quest" (notevole, sempre della colonna
sonora di MIB, "
Same Ol' Thing", pezzo relativamente recente) e Dj Jazzy Jeff &
The Frsh Prince, meglio noto come
Will Smith, il
quale realizzò pezzi semplici eppur altamente godibili ("
1,000 Kisses", "
Men In
Black", "
Miami", "
Will 2K" e "
Just The 2 Of Us" tra i migliori), e vinse
il primo Grammy Award per il Rap.
L'ERA MODERNA
Nasir "NaS" Jones a NY, la sua città |
E nei primi anni '90 arrivò la svolta, che condusse l'Hip Hop al Gangsta Rap
(G-Funk), soprattutto nella West Coast: questa forma musicale è ancor oggi
ben presente, anzi, si potrebbe quasi dire che occupa una delle posizioni di
maggior rilievo nella modernità più recente e attuale del genere. Si parla
di sesso, droga, armi, criminalità da strada e organizzata, con testi crudi,
ruvidi, potenti, in alcuni casi animaleschi: e animalesche sono molte voci
di questo periodo, pesanti, intrise di slang, quello più duro e d'impatto:
il primo ad usare la parola "gangster" in una sua canzone fu Scholly D, nel
lontano '84, e il genere nacque stabilmente con Ice-T, nell'87, che tra
l'altro è ricordato per l'aver usato per la prima volta in assoluto i
termini
nigga e
ho (puttana); nell'88 arriva, poi, la
leggenda degli NWA (Niggaz With Attitude), provenienti da Compton,
California, gruppo del quale han fatto parte artisti quali Dr. Dre, Eazy-E,
Ice Cube, Dj Yella, Arabian Prince e The D.O.C.: essi furono addirittura
invitati dall'F.B.I. a "darsi una calmata"...Ma, come già detto, fu proprio
all'inizio degli anni '90 che il genere "esplose" definitivamente, grazie ad
eventi quali la pubblicazione dell'album "The Chronic" da parte di Dr. Dre,
o a rappars quali Snoop Dogg e 2Pac (il mito, il punto di riferimento) o i
Mobb Deep, che in seguito si sarebbero uniti al piccolo grande mondo
musicale di 50 Cent, la G-Unit. Nei primi dei '90, poi, e più precisamente
nel '93, arrivò l'album "Enter The Wu-Tang (36 Chambers)" del Wu-Tang Clan
(composto da Method Man -che dopo lo scioglimento del gruppo avrebbe
continuato comunque a rappare per i conti suoi: si senta, ad esempio, "
Is It
Me"-, Ol' Dirty Bastard -morto di overdose-, GZA e RZA, Raekwon The Chef,
Ghostface Killah -anch'egli non scomparve dopo lo scioglimento del gruppo-,
Inspectah Deck, Masta Killa e U-God), che anch'essi inaugurarono un nuovo
stile decisamente esplicito e duro, l'Hardcore Hip Hop (Hardcore Rap); nel
'94 debutta, poi, NaS, con l'album "Illmatic", anche se, forse, il suo
miglior lavoro in assoluto, che ha fatto molto parlare di recente e
pubblicato, anche, di recente, è l'album "Hip Hop Is Dead" (contenente
pezzi
quali "Hip Hop Is Dead" -con un beat campionato dagli Aerosmith-,
"Can't Forget About You", "Hustlers" e "The N"): NaS. forse la più grande
figura di tutto l'Hardcore, è molto noto e apprezzato per la qualità dei
suoi testi, che sono infatti, si può benissimo dire, vera poesia: il mondo
della strada è analizzato con profondità, raccontato, spiegato, approfondito
con vera e propria filosofia; appaiono poi anche Notorious B.I.G. e Puff
Daddy (P. Diddy), che, invece, sono più orientati verso il Gangsta Rap:
tutti conoscono la storia delle uccisioni di 2Pac e di B.I.G., che ebbero
luogo a causa della lotta fra questi due rappers, rappresentativa di
qualcosa di molto più grande, ovvero la lotta perenne e continua fra East
Coast e West Coast. Nel '96, a Chicago, poi, grazie alla comparsa di artisti
come Twista (noto per la sua estrema velocità nel rappare), la città può
emergere definitivamente, mentre a NY un altro personaggio ancora fa la sua
comparsa, Jay-Z, con un concept album in cui parla della vita di un
corriere di droga: questo tema appare nuovamente nel suo ultimo album
(anch'esso uhn concept album), "American Gangster", ispirato
all'omonimo film con Denzel Washington (si
senta "Blue Magic"), e emerge anche Lil' Kim, una delle figure femminili
dell'Hip Hop più importanti, insieme a Missy Elliott, Lil Mia ed altre,
distinguendosi subito per i suoi testi dirty in cui molto spesso si
parla di sesso (Lil' Kim avrebbe poi pubblicato, tra gli altri album, "The
Naked Truth", relativamente di recente, contenente pezzi degni di nota quali
"Spell Check" o "Shut Up Bitch"); e, sempre nel '96, accadde il fatto: la
morte di Tupac Shakur, che ebbe numerosi risvolti, a partire dal declino
delle etichette Death Row e Bad Boy, che avevano incrementato, avendo
consentito la registrazione di rime cariche di violenza, il fenomeno della
lotta fra coste, che iniziò tuttavia ad attenuarsi: Dr. Dre fondò la sua
Aftermath Records, collaborando con artisti dell'East Coast quali il già
citato NaS, mentre Snoop Dogg passò alla No Limit Records del sud degli States.
Eminem, il più noto rapper bianco al mondo |
Verso la metà degli anni '90 il Rap, grazie, ad esempio,
agli OutKast, ottiene un successo considerevole anche nel sud degli States:
gli OutKast sono tutt'oggi un gruppo Hip Hop di riferimento: Big Boi e Andre
3000, i due componenti del gruppo, sono fra i maggiori esponenti di un "Electro
Hip Hop" molto apprezzato; molto successo ha avuto il disco "The Love Below",
di Andre 3000, contenente pezzi quali la celeberrima "
Hey Ya", o "
Happy Valentine's Day", o "
Roses" e "
Dracula's Wedding". Nasce poi il Neo Soul,
combinazione di Soul e Hip Hop, mentre nel '98 fa la sua apparizione Big Pun,
noto per il proprio stile interamente incentrato sull'abilità nel comporre
rime, esaltazione del ruolo del vero MC: egli, purtroppo, morì nel 2000;
nello stesso anno, poi, fece la sua comparsa anche il grande DMX,
probabilmente la voce più animale di tutto la storia del Rap: anch'egli
legato all'immagine del "cane feroce", come Snoop Dogg, con le copertine dei
suoi dischi e con le sue rime vuole rappresentare una realtà cruda, senza
mezzi termini, opponendosi allo stile del periodo. Esce poi, nel '99, il
disco di Dre "2001" ("
Fuck You", "
Xxplosive", "
What's The Difference", "
The Watcher" fra i pezzi migliori), contenente anche la celeberrima "Forgot
About Dre" in collaborazione con Eminem, la più grande figura bianca dell'Hiip
Hop, insieme forse ai Beastie Boys, che debutta con il suo terzo album "The
Slim Shady LP" ("
My Name Is", "
Guilty Conscience", "
As The World Turns" fra
i pezzi di maggior successo): tutti i ragazzi bianchi del ghetto, che si
identificano nell'Hip Hop, hanno finalmente una figura a cui ispirarsi, il
controverso Marshall Mathers III (il vero nome di Eminem), con i suoi testi
shockanti, a volte buffi, altre drammatici, in ogni caso sempre
incredibilmente veri ed espressivi a livelli a dir poco superbi; nel 2001,
poi, la rivalità fra NaS e Jay-Z giunge al culmine, anche se entrambi i
rapper, proprio per questa rivalità, possono vendere tantissimo e dominare
la scena dell'East Coast Rap.
Curtis "50 Cent" Jackson III, from Southside
Queens |
Siamo ormai oltre il 2000, e lo scenario della musica Hip Hop è molto vario,
e costituisce un terreno fertile per numerosi artisti emergenti e non: sono
indubbiamente molti gli avvenimenti che caratterizzano questi ultimi anni:
nel 2002 Eminem vince l'Academy Award per il singolo "Lose Yourself", e il
suo film "8 Mile" ottiene considerevoli riconoscimenti, permettendo anche,
grazie alla colonna sonora, contenente il singolo "Wanksta", la nascita di
una nuova figura, di un nuovo rapper promettente: è 50 Cent, che viene preso
sotto l'ala protettrice di Marshall, che riuscirà a garantirgli il successo,
cosa che non era accaduta con Jam Master Jay, membro dei Run DMC, che già si
era interessato al carismatico Curtis Jackson III (è questo il vero nome di
50 Cent), per poi morire in una sparatoria; e il successo per 50 è quasi
immediato, arrivando travolgente nel 2003 con l'uscita dell'album "Get Rich
Or Die Tryin'", contenente numerosi pezzi altamente espressivi e in cui
schiere e schiere di ragazzi dei ghetti si possono identificare facilmente:
quello di 50 è il sogno americano in versione Hip Hop, in effetti, sogno che
egli riesce a realizzare: questo artista riesce infatti ad arrivare al top
partendo da un fondo grigio e degradato, prima attraverso la criminalità (a
18 anni egli è uno dei più grossi spacciatori del Southside Queens, la sua
zona, e possiede due Merceds; è finanche il campione del giro di boxe
clandestina del Bronx), e poi attraverso la sua musica, insieme agli amici
di vecchia data Lloyd banks, Tony Yayo e Young Buck, che diventano la sua "G-Unit"
(è questo anche il marchio della linea di vestiti del rapper newyorkese).
Nel 2004 è poi la volta di Kanye West, che recentemente, come tutti coloro
che seguono gli sviluppi del panorama Hip Hop ricorderanno, si è
contrapposto proprio a 50 Cent, che l'aveva sfidato a vendere più di lui col
suo disco in uscita, "Graduation", che sarebbe uscito proprio nello stesso
giorno in cui anche "Curtis", di 50 Cent, sarebbe dovuto apparire sugli
scaffali dei negozi: la scommessa fu vinta da Kanye, che vendette quasi un
milione di copie, contro le circa seicentomila vendute dal rivale: noi ci
sbilanceremo e affermeremo che lo scettro del Re resta al rapper newyorkese,
che ha perso solo per essersi messo contro un personaggio che, più che
un'icona dell'Hip Hop, è un'icona del Pop, e quindi più alla portata delle
masse. E molti altri rapper lavorano in questi anni, tra i quali Jadakiss,
Beanie Sigel (i due in rivalità), Cam'ron, Twista, Chamillionaire e Common,
e molti altri ancora, come Mims, ancor più recente: oggi l'Hip Hop è uno dei
generi più apprezzati negli US, oltre che in paesi come la Francia o il
Canada, per citare l'italiano Marracash.
DEDICATO AD ABBA
ucciso dal razzismo