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Negli USA Bruce Springsteen, cantautore
influenzato da Bob Dylan e da Elvis Presley, fu uno degli ultimi autorevoli
rappresentanti del rock statunitense. Agli inizi del decennio, Springsteen (già
conosciuto negli Stati Uniti dalla metà degli anni settanta grazie a due
splendidi dischi, il trionfale Born To Run del 1975 e lo scarno e rabbioso
Darkness on The Edge Of Town del 1978) pubblica due ottimi album, il
rockeggiante doppio The River del 1980 e l'acustico e intimistico Nebraska del
1982, ma è grazie al suo album del 1984, Born In The Usa, che diventa star
planetaria. Born In The Usa, disco commerciale ed orecchiabile, raggiunge
vendite da capogiro ( 15 milioni di copie solo negli States) facendo conoscere
il cantautore in tutto il mondo, grazie anche a due riusciti videoclip (Born in
the USA e Dancing in the dark) e ad un mastodontico tour di 156 date conclusosi
nell'ottobre del 1985 con quattro serate al Coliseum di Los Angeles che hanno
registrato il tutto esaurito. Fu infatti grazie alle sue furiose, esaltanti e
interminabili esibizioni live che il cantante del New Jersey vide accrescere la
sua fama (celebre fu il suo concerto allo stadio di San Siro a Milano nel 1987).
Un altro artista che può essere accostato a Springsteen come genere è Bryan
Adams, accomunato dal feeling rock in termini di energia e di emozione e di una
voce roca e calda, che raggiunge dei registri alti, un po' come da tradizione
R&R anni cinquanta.
Altro bell'esempio di rock americano è dato dalla band Huey Lewis and the News,
che raggiunge il successo grazie a canzoni orecchiabili ma grintose e alla
presenza scenica del cantante che dà il nome alla band.
Gli ZZ Top, pur avendo iniziato la carriera negli anni settanta, raggiungono il
successo verso la metà degli anni ottanta con LP come Eliminator e Afterburner,
la band di origine texana affonda le sue radici nel blues suonato però in
maniera chiassosa, con tempi incalzanti e moltissima energia (considerato un
chiaro atteggiamento texano), ma gli LP che danno loro la fama fanno utilizzo di
suoni che appartengono più alla sfera della musica elettronica e pop che non
propriamente al blues. Il risultato è comunque un prodotto orecchiabile, di
taglio rock e che fa spicco per originalità.
Gli anni '80 però furono anche il teatro della nascita di nuovi generi musicali
sempre connessi al rock che si posso identificare in tre generi: Il punk, la new
wave ed il metal.
Il Punk
Le origini di questo genere si possono
trovare nella scena musicale di Detroit e New York alla fine degli anni 60 con
gruppi come Mc5 e Stooges. questa prima ondata protopunk comprendeva anche Patti
Smith e i Television e si distingueva dal rock degli anni 60 per il forte
impatto sonoro e per i contenuti dei testi fortemente anarchici. Si può dire che
già alcuni gruppi della British Invasion degli anni '60 avevano gettato le basi
per "il genere dalle tre corde", come ad esempio i Kinks con You really got me o
gli Who con My generation.
Il primo disco punk della storia per musica e contenuti si
può considerare Kick out of the jams degli Mc5, del 1979, che il direttore di
Rolling Stone USA, Lester Bangs, definì "grezzo e aggressivamente crudo".
Pochi anni dopo cominciò a crescere la popolarità del CBGB
di New York, locale in cui si esibivano gruppi punk e il genere esplose.
The Ramones |
La prima band di successo punk furono i Ramones fondati dai
fratelli Ramone a New York. Presto i quattro di NY, definiti i "fast four" (nome
ironico ispirato a Fab four, nome dei Beatles), diventarono delle icone
mondiali. I jeans strappati i capelli lunghi gli occhiali da sole e
l'atteggiamento ribelle divennero i segni distintivi del gruppo. Ancora oggi i
Ramones rappresentano l'ideale punk: ribelli e cattivi. Tra i loro pezzi più
famosi è doveroso citare I don't wanna grow up (cover della meno famosa canzone
di Tom Waits), Pet cemetery e Blitzkrieg bop.
In modo parallelo nel regno unito grazie al produttore
Malcolm Mclaren nascevano i Sex Pistols che divennero celebri per le
provocazioni alla regina d'Inghilterra (God save the Queen) e al governo
britannico(Anarchy in the U.K.). Furono autori di un solo album, che però, segnò
un pezzo di storia: Nevermind the bollocks here's the Sex Pistols.
Altra celebre formazione inglese fu quella dei Clash, che
realizzarono testi di maggior impegno sociale rispetto ai Sex Pistols e furono
autori di London Calling; album inserito da Rolling Stone usa al 7 posto tra i
migliori album della storia.
Più recentemente nel punk sono nate varie correnti tra cui:
- l'hardcore punk che ebbe origine dal punk anni 70 ma fu
caratterizzato da sonorità più forti vicine quasi al metal. Si sviluppò
soprattutto in California grazie a gruppi come i Dead Kennedys e i Misfits.
-L'anarco punk basato su una serie di principi come non
indossare pellicce e promuovere una dieta vegetariana, alcuni esponenti sono i
texani MDC egli Another destructive system.
-Il pop punk caratterizzato da sonorità abbastanza
melodiche, ispirate per esempio alla musica dei Beach Boys. Alcuni gruppi pop
punk sono Bad Religion e i contemporanei Green Day, Blink 182 e Offspring.
Questo sottogenere è talvolta criticato dai veri cultori del punk delle origini
che lo accusano di essere troppo commerciale.
La new wave
La scena americana della new-wave è ben
rappresentata dall'ecletticità del gruppo più rappresentativo: i Talking Heads.
Formatisi a New York nel 1974 e attivi dfino al 1991
guidati da David Byrne, i Talking Heads si ricordano per la musica innovativa
proposta e per la carica emotiva dei live. Prodotti dal secondo album da Brian
Eno, segnarono la storia con album come Fear of music e Remain in light dove
spiccano ritmi più funky rispetto agli album precendenti.
Gruppo di grande spicco furono i Devo, di influenza
dadaista, anche loro prodotti da Brian Eno furono autori di una perfetta fusione
tra rock e melodie sintetizzate e precursori nel look, straniante, post atomico,
ottennero il successo con Satisfaction, una simil-cover della hit dei Rolling
Stones.
La new-wave americana ebbe comunque il suo maggior successo
con il gruppo dei Blondie, della cantante Debbie Harry, che con un genere tra
punk, pop e new-wave furono capaci di creare hit come Heart of glass e One way
or another.
Contemporanea e simile alla new-wave più "estrema" fu la
no-wave. Musicalmente la no-wave riprende il nichilismo e l'irruenza devastante
e irrazionale del punk legandoli alla nevrosi e alla cupa alienazione della vita
nella metropoli. Conosciuta anche come noise rock ne fecero parte gruppi come i
Sonic Youth, la cui espressione musicale fu caratterizzata dall'utilizzo di
accordature alternative, di feedback (caratteristica tipica dei Velvet
Underground), dall'improvvisazione come valido strumento creativo ed espressivo
e dall'abbattimento delle barriere tra chitarre soliste e ritmiche.
L'Heavy Metal
L'heavy metal (letteralmente "metallo pesante", spesso
abbreviato in metal) è un genere di musica rock Derivante dall'hard rock, è
caratterizzato da ritmi fortemente aggressivi e da un suono potente, ottenuto
attraverso l'enfatizzazione dell'amplificazione e della distorsione delle
chitarre, dei bassi, e, spesso, persino delle voci. Le tematiche musicali sono
spesso definite come oniriche, rabbiose, violente o tetre.
Già molto popolare negli anni settanta ed ottanta, ha
continuato ad avere successo nei decenni seguenti e si è inoltre diversificato
in numerosi sottogeneri. L'uso di quest'espressione in riferimento a un genere
musicale è incerta e pare che risalga alla stampa statunitense della fine degli
anni settanta. Una possibile ispirazione potrebbe essere derivata dalla canzone
Born to Be Wild degli
Steppenwolf
Il critico Lester Bangs, nella recensione di un concerto
del 1971, utilizzò l'espressione heavy metal music
per descrivere il sound sferragliante
delle esibizioni live dei Blue Oyster Cult. Sandy Pearlman, l'originale
produttore, manager e compositore dei Blue Öyster Cult, sostenne, invece, di
essere stato il primo ad applicare l'espressione
heavy metal alla musica rock, nel 1970.
Molti dei primi gruppi precursori dell'heavy metal, tra cui
spiccano i nomi dei Led Zeppelin, dei Deep Purple, dei The Move, dei Blue Öyster
Cult e dei Black Sabbath, ebbero origine negli anni sessanta a Birmingham,
importante centro industriale inglese.
I Deep Purple nel 1969 |
Tecnicamente le prime avvisaglie metal si ebbero in
Inghilterra con i Deep Purple (vedi "In Rock", 1970) del chitarrista pirotecnico
Ritchie Blackmore, che a forza di iniezioni di inusitata velocità e potenza
hard-rock al progressive-rock (Cream) si spinsero dove nessuno fino ad allora
aveva mai osato giungere, qualificandosi come la band più rumorosa ed estremista
dell'epoca. I testi "scorretti", anti-peace&love, preludono già a quelli che
saranno i fasti metallici (fuoco, velocità, esplosione, violenza, male,
dimensione cosmica) pur non calandosi ancora nell' "altro mondo", quello delle
tenebre (a dire dei metallari, la verità esplicata di questo). Le tastiere che
tanta parte hanno nel suono maligno e "in flambé" dei Deep Purple saranno
successivamente adottate solo dai complessi metal meno ortodossi e in definitiva
meno metal. Se i Deep Purple iniziarono a dare l'ABC tecnico, i Black Sabbath
(vedi "Paranoid", 1970), inglesi anche loro, dettero quello contenutistico. A
parte il significantissimo apporto alla tecnica-metal di Tony Iommy, che fu il
primo a sortire dalla chitarra un suono sistematicamente oscuro, mefistofelico,
opprimente, potente, i Black Sabbath furono seminali per quell'aura diabolica
che immisero nel mondo rock. Con loro per primi si giunge a quell'universo
parallelo, fatto di male, mostri e maledizioni, le immagini eclatanti ed
espressionistiche del quale devono servire come allegoria per la comprensione
della reale costituzione del mondo quotidiano.
I primi a usare la tecnica violenta e tagliente
deepurpleiana (a cui aggiunsero l'uso sistematico del doppio pedale alla
batteria, simbolo nonché espediente metal per eccellenza) per descrivere il
vivere morendo in una necessaria consacrazione alle forze del male proprio
dell'universo sabbathiano, furono ancora degli inglesi, i Judas Priest ("Sad
Wings Of Destiny", 1976). Mentre come primo gruppo di rilievo proto-metal
(specificatamente precursore del progressive-metal) d'oltreoceano si stavano
qualificando i canadesi Rush (vedi "2112", 1976), che costruivano un mondo
parallelo sì, ma non stregonesco come quello sabbathiano, bensì fantascientifico
e, talora, paradisiaco, i Rainbow di Blackmore e Ronnie James Dio portavano
all'apice epico (ed ecco l'influenza sabbathiana) la lezione deepurpeliana (vedi
"Rising", 1976 ribadito da Dio con "Holy Diver", 1983).
Contemporaneamente, mentre il 1976 si era rivelato come
l'anno più importante per la preistoria del metal, l'Inghilterra vedeva
l'attività di uno spregiudicato gruppo che, forte di tecniche di derivazione
fondamentalmente garage-rock quando non rhythm and blues, sortiva i medesimi, se
non maggiori, efferati effetti dei gruppi metal, partendo da una dimensione punk
da sempre estranea e opposta alla congerie metal: erano i Motorhead ( "No Sleep 'Til Hammersmith", 1981) i primi a portare il metallo a uso e consumo
della descrizione di frustrazioni (per via della svalutazione di tutti i valori)
e mali del tutto realistici e quotidiani: saranno seguiti dai newyorkesi
Plasmatics, piglio punk e suoni metal, di una delle voci più evocative e
terrificanti della storia: Wendy Williams ("Beyond The Valley Of 1984",
1981).
ll metal quindi come genere indipendente si sviluppò però
negli anni '80, e si caratterizza ideologicamente per una concezione
morbosamente e irrimediabilmente pessimistica (da qui l'adozione sistematica e
ossessiva del colore "nero") della condizione umana e naturale viste come
vortici di forze brute, comunque sempre basata su una legge del male che appare
come costitutiva all'esistenza.
Il metal contrariamente al punk non fu una rivoluzione ma una lenta
evoluzione che parte dalla fine degli anni 60 benché si sia affrancato
rivoluzionariamente dalla propria preistoria soltanto ad inizio anni '80 e con
album e con artisti ben definiti. Come quella punk, quella metal fu una
rivoluzione concettuale e musicale, in una parola sola "culturale".
Molti gruppi di rilievo e in grado di comporre memorabili brani,
tra fine 70 e inizio 80, tentarono di arricchire ed evolvere la lezione dei
maestri. Fecero mille passi avanti verso la codificazione del metal (in alcuni
brani già tale), ma senza tuttavia riuscire (tramite una significativa opera
culturale: un album) a segnare un giro di volta decisivo e radicale come accadrà
ad inizio '80 (giro di volta che chiederà del tempo prima di essere assimilato:
lo dimostrano i vari gruppi tra metal e hard-rock attivi per tutti gli anni 80
come i newyorkesi Twisted Sister di "Stay Hungry", o i
losangelini "Wasp" dell'omonimo album, entrambi nel 1984).
Questi gruppi furono tutti inglesi e furono detti
far parte del movimento "NWOBHM" (New Wave Of British Heavy Metal), la versione
metal del dark di fine '70: erano i Saxon (vedi
"Wheels Of Steel", 1980), le meteore Diamond Head (vedi "Lightning
To The Nation", 1980) in grado di fare un album compositivamente tra i più
straordinari del rock, ma penalizzati da una produzione scadentissima e da un
suono troppo anni '70, i blacksabbathiani Angelwitch (vedi "Angelwitch", 1980). Fra
costoro, all'inizio, fu annoverato anche il gruppo che a posteriori può essere
considerato come il primo istituzionalizzatore in assoluto del metal classico: i
londinesi Iron Maiden (vedi "Iron Maiden", 1980) che
sublimarono contenutisticamente e formalmente la lezione di Black
Sabbath e Judas Priest: dopo di loro nessun album
potrà dirsi metal se non prenderà come punto di riferimento i dettami (velocità,
violenza, impianto sinfonico, testi e copertine horror) da loro stabiliti. Gli
Iron Maiden furono l'ultima e più matura propaggine partita
dall'evoluzione del Deep Purple sound. Fino al 1980 il metal
può essere considerato come un qualcosa di eminentemente inglese. Come il punk.
L'America a quest'ultimo stava rispondendo con l'hardcore. Dall'
hardcore troverà forma anche il "metal americano" (poi per estensione "heavy
metal").
Prima di giungere a quel fatidico
1983, tre anni di espansione del discorso metal in tutto il mondo nonché di
seminali quanto non decisivi ulteriori progressi (soprattutto in campo tematico)
da parte di una serie di band storiche e indimenticabili: i tedeschi
Accept ("Restless & Wild", 1982) e
Scorpions ("Blackout", 1982) molto legati all'hard-rock vecchio
stile tuttavia eccellenti per alcuni brani d' "avanguardia metallica": i primi
predissero quello che sarà il "power-metal", i secondi si avvalsero di tecniche
di registrazione in grado di dare un suono terrificante e inusitatamente brutale
per l'epoca (battuto solo da quello dei Motorhead); gli
americani Warlord gettarono le basi del power-epic-metal ("Deliver Us", 1982), gli inglesi Venom
("Black
Metal", 1982) introdussero per primi l'espediente vocale del "topo-in-gola" e si
distinsero per una veloce-violenza giù preludente i Metallica
nonché per un satanismo feticistico e spettacolare; i canadesi Exciter
(vedi "Violence & Force", 1983) consolidarono la preistoria del
power-epic-metal che sarà, intensificando e semplificando vari espedienti Judas Priest; gli americani Motley Crue (vedi
"Too Fast For Love", 1982) sono un gruppo hard-rock come gli Scorpions ma come questi hanno avuto un
qualche ruolo nell'evoluzione del metal grazie a un suono senza compromessi, di
una violenza, pesantezza e velocità mai sentite prima e ancor oggi (tra i pochi)
in grado di assordare letteralmente l'udito. Protagonisti del periodo furono
anche i Kiss che si distinsero per il loro stile scenografico e appariscente.
I Metallica negli anni '80 |
Dopo che il 1982 era stato per il
metal quello che fu il 1966 per il rock ( prima dell'annus mirabilis 1967) nel 1983 i losangelini
Metallica fondano hardcore americano e metal inglese (già i
Motorhead avevano avuto un'intuizione simile benché in modo meno
sistematico e benché avessero avuto a disposizione esclusivamente garage-rock,
hard-rock e rhythm and blues), compiendo una rivoluzione pari solo a quella dei
Sex Pistols.
L'heavy metal si differenzia dal "metal" non soltanto (almeno agli inizi)
geograficamente ma fondamentalmente per quell'"heavy" in più, qualcosa di
apparentemente semplice ma che il rock ha impiegato quasi 20 anni per attuare.
L'estremo si fa carne: velocità, potenza, ossessività, percussività compiute e
formalizzate alla perfezione. Possiamo parlare di invenzione senza alcun dubbio.
Il prima, in campo "heavy" può essere detto un niente. Dalle tematiche, per
quanto orride, comunque "fantastiche", per quanto alla ricerca di una
interpretazione del nostro modo figurativamente attraverso un mondo parallelo
degli Iron Maiden, si passa a puri concetti: realtà concrete in
quanto universali e facenti tanto più paura e riflettere in quanto inchiodate
sul punto del nichilismo, della morte, della sofferenza, del male di vivere. Per
la prima volta non si reagisce più. Nemmeno il punk era arrivato a tanto. "Kill 'Em All" inventa il "thrash-metal" e lo "speed-metal"
talora considerati come sottogeneri dell'heavy-metal (quindi ancora non siamo
propriamente giunti all'"heavy metal" istituzionalizzato) ma che è più giusto
tenere distinti da questo (dato che di questo vi è un esempio concreto e
differente dal presente). Il "thrash-metal" è la versione più estrema meno
melodiosa più essenziale del metal inizio '80. Forte di una particolare tecnica
alla chitarra ritmica ("palm muting"), può dirsi la versione metal dell'hardcore
dei D.R.I.. Brani
relativamente brevi (3-4 minuti) liriche-manifesto e di ambientazione
metropolitana, trascuratezza negli arrangiamenti: tutti devono "picchiare" ("to
thrash") i loro strumenti nel modo più violento e ossessivo possibile (come un
battipanni o una mitragliatrice, a seconda dei casi), poi un agonia di
ritornello che ad altri volumi potrebbe dirsi quasi melodioso e quasi rock:
comunque rigorosamente nessuno stacco, nessun rallentamento. Per questi c'è lo "speed-metal"
che è una forma perfezionata, articolata, nobilitata e retoricamente arricchita
del "thrash": la batteria inizia a dialogare con gli altri strumenti che si
lanciano in assoli distinguibili e più o meno hard-rock, le tematiche possono
essere delle più varie e narrative, i tempi dei brani si allungano (spesso sopra
i 5 minuti).
Lo speed richiede, oltre che ovviamente una grande velocità esecutiva, anche
un'elevata tecnica: il suo suono è più chiaro, preciso e pulito di quello del
thrash e le note devono essere riconoscibili. Sia speed che thrash nacquero in
contrapposizione al "melodico" NWOBHM, in uno scontro che può vedersi come
quello tra città e campagna, nuovo e vecchio, realtà e fantasia, brutto e bello. Con "Ride The Lightning" (1984) i
Metallica inventano l'heavy metal sintetizzando speed e thrash
all'interno di un unico brano che così diventa lungo (sopra i 5 minuti),
potente e veloce (ma spesso in alternanza di piano/forte fino a giungere a parti
acustiche), tecnico, cantato senza urla punk, ma con compostezza più epica
seppur non meno brutale. Le tematiche esplicano concetti in esempi
contestualizzati e non sono più o non solo un'arringa punk. Nata la matrice si
aspettano le varianti. Prima di queste però vi sono ancora varie fasi
intermedie. Dall'altra parte dell'America i newyorkesi Manowar
(estranei anche geograficamente all'hardcore) parallelamente ai
Metallica seguivano la loro via al metal, giungendo a sonorità per
intensità pari a quelle dei Venom e quindi tra le più brutali
in assoluto. Anche a livello di ideologia i Manowar si
presentarono subito come portavoci di un mondo parallelo, come la scuola metal
inglese più ortodossa (elusi quindi i suoi elementi più hard-rock) voleva, e non
come diretti interessati al reale (salvo diventare il loro mondo come tale o
comunque interpretante questo). All'inizio praticarono la loro missione ancora
imbrigliati dall'hardrock ma già sul secondo album-capolavoro (vedi "Into Glory
Ride", 1983) approdarono a un heavy-metal (poi detto "epico", ma ancora molto
"esistenziale" cioè non d'evasione e quindi con tanto più valore concettuale)
loro peculiare: né thrash, né speed, né Metallica. Tuttavia,
come accade nelle invenzioni scientifiche coeve e indipendenti, il futuro metal
si baserà tutto sui Metallica (che così possono esserne detti i
padri), mentre solo una branca di questo (l'"epic") si richiamerà ai
Manowar che all'inizio "epic" non erano (né formalmente: molto meno
power; né contenutisticamente: molto più interessati alla realtà) e in ogni caso
passerà sempre attraverso la scuola Metallica. Oltre che sui
Manowar i Metallica vinceranno anche sugli
Iron Maiden, essenziale più di tutti ponte di unione tra
vecchio e nuovo, tuttavia storicamente succube di una sorte simile (anche
l'impianto tra realtà e fantasia, epos e quotidiano, del gruppo era simile) ai
Manowar. Era una veloce violenza ciò che i Metallica
avevano più di tutti gli altri e che costituirà l'ABC per il metal a
venire (soprattutto degli anni 90) che può configurarsi così come una seri di
sottospecie dell'heavy. Prima di questo avvenire troviamo il caso inglese dei
blacksabbathiani Mercyful Fate, un gruppo combattuto tra
vecchio e nuovo perché nato nel bel mezzo della rivoluzione Metallica,
che dimostra (a tanto maggiore merito dei Metallica) con un album capolavoro (vedi "Melissa", 1983) come era più facile
evolversi in campo "power" che in quello "thrash-speed".
Dave Mustaine, ex Metallice leader,
dei Megadeth |
Agli inglesi, come ai newyorkesi, era l'hardcore quello che mancava o che non
sapevano utilizzare in funzione metal. Per lungo tempo l'heavy si è identificato con il trash e lo
speed contrapponendosi al power e all'epic che si rifacevano al metal classico
degli Iron Maiden. La metà degli anni 80 è l'epoca d'oro per il
thrash e lo speed, soprattutto in America, dove operano i thrasher
Exodus (vedi "Bonded By Blood", 1985) e i Megadeth
dell'ex membro dei Metallica Dave Mustaine (vedi "Peace Sells...
But Who's Buying, 1986). In Germania notevolissimi sono i
Kreator (vedi "Pleasure To Kill", 1986). Il 1985 rappresenta un giro di
boa dopo il quale vi sarà per cinque anni una concentrazione di gruppi
rivoluzionari in grado di usare lo strumento-Metallica per i
più svariati fini, tutti comunque imperniati verso una violenza e potenza sempre
più crescente di suono. In questa galleria verso il raggiungimento del suono
oltre il quale è concepibile solo il disumano, troviamo per primi i maestri del
thrash Slayer, di Los Angeles (non a caso), in grado di giungere
(forti di un batterista eccezionale: Dave Lombardo) dove nessuno era mai
riuscito prima e di consacrare definitivamente la fusion hardcore-metal: "Reign In Blood"
(1986) è l'album rock più estremo di tutti i tempi. Sempre verso la fine degli
anni '80 si distinsero i Guns 'n' Roses grazie all'album del 1987 Appetite for
destruction che raggiunse record di vendite. il gruppoi si sciolse però qualche
anno dopo a causa dei forti scontri tra il chitarrista Slash ed il cantante Axl
Rose.
Dalla parte esistenzialistica-realistico-concettuale prendono le mosse dagli
estremisti underground-noise Helmet (vedi il capolavoro
nichilista-Swans "Strap It On", 1990) e Pantera (metal-industrial-hardcore-rap per cui vedi "Vulgar Display Of Power",
1992) le più dirette fonti di copiatura dei nu-metal attuali (siamo in ambiente
americano): i Korn (vedi "Korn", 1994) e i Deftones
(vedi "Around The Fur", 1997) in grado di fare occasionalmente ottime e
catartiche composizioni, e preceduti dai più rock-rap Rage Against The
Machine ("Rage Against The Machine", 1992). In questo medesimo contesto Marilyn Manson,
che ha riproposto l'estremo garage-rock (vedi Stooges) dei Plasmatics
in chiave post-moderna (vedi il metal-industrial, ispirato dagli
Swans, dei Nine Inch Nails di "Pretty Hate
Machine", 1989) tra esistenzialismo (vero) ed esaltazione sovrannaturale (più o
meno truccata) comunque sempre sotto l'egida di un nichilismo totale e
irremovibile (vedi "AntiChrist Superstar", 1996). Il thrash enfatico dei
Testament viene ottimamente "industrializzato" verso il post-modernismo
dagli americani Machine Head ("Burn In My Eyes", 1993) e Fear Factory ("Demanufacture", 1995), reso addirittura "etnico"
dai brasiliani Sepultura ("Roots", 1996). Eccelsi prodotti
post-metal hanno poi dato due gruppi newyorkesi nati a metà anni 80: gli
alienati, nichilisti al pari solo dei padri "industrial" Swans,
Prong (vedi il capolavoro "totale" falcidiante e scoratissimo
"Rude Awakening", 1996) e i classic-metal/hard rock Savatage
del concept tanto enfatico quanto riuscito "Streets" (1991).
Pienamente d'epoca post-metal possono essere considerati i newyorkesi
Type O Negative (vedi "Slow, Deep And Hard", 1991) che
con il loro underground-industrial-gotico fanno però l'opposto degli altri
complessi post-metal (basandosi comunque sulla lezione del sinfonico-thrash dei
nichilisti ed erotomani post-era-industriale Dark Angel):
mentre questi semplificano enfatizzandoli e contaminandoli (rendendoli in
definitiva più "chiari" e "diretti", in forza anche di un generale progresso
squisitamente tecnico soprattutto in fase di registrazione e amplificazione) gli
stilemi metal anni 80, il post-metal Type O Negative, molto
debitore della no-wave e del noise, può essere considerato come uno "slow-metal"
in "lo-fi" più vicino ai Pussy Galore o agli Slint che ai Death:
o come se questi rifacessero i primi; più vicino all'atteggiamento nichilista in
sordina post-rock (Fugazi, Jesus Lizard) che al nichilismo esplosivo (e non
implosivo) post-metal (Korn, Fear Factory).