Scorcio di Marotiri, una delle numerose isole della Polinesia

Una delle regioni in cui viene divisa abitualmente l'Oceania è la Polinesia.
Nonostante questa suddivisione immaginaria, i ricercatori preferiscono suddividere il territorio diversamente in due sole regioni: l'Oceania vicina e l'Oceania lontana, della quale fa parte tra le altre anche la Polinesia.
Il nome Polinesia è stato coniato dal francese Jules Dumont d'Urville intorno al 1830 (insieme a quelli della Melanesia, della Micronesia e della Malesia) e deriva dal greco antico πολύς (tanti) e νησος (isola), cioè tante isole.

I cinque arcipelaghi che formano la Polinesia Francese sono:

l'arcipelago delle isole Australi,
l'arcipelago delle isole Gambier,
l'arcipelago delle isole Marchesi,
l'arcipelago delle isole della Società,
l'arcipelago delle isole Tuamotu.


Questo arcipelago venne scoperto dai Mahoi, popolazione di valorosi navigatori probabilmente provenienti dall' America del Sud o dall' Asia del Sud Est. Conducevano una vita rigorosa e molto religiosa, che influiva sulle giornate del popolo anche dopo il suo definitivo insediamento: il nostro "tabù" deriva infatti dalla parola polinesiana "tapu", ovvero "ciò che non è permesso fare".
Le spedizioni dei primi Europei sono invece ben documentate: dalla prima scoperta da parte di Wallis nel 1767, alle avventure del comandante Bligh e di Fletcher Christian, protagonisti del celeberrimo episodio del Bounty.
Nel 1800 la dinastia Mahoi dei Pomare si alleò con gli Europei e insieme riuscirono a convertire le isole al protestantesimo, spianando così la strada alla conseguente evangelizzazione già avviata da alcuni missionari inglesi. Subito dopo si verificò l'istituzione del Protettorato francese su Tahiti; nello stesso anno (1842) Papeete venne designata capitale dalla regina Pomare IV. Il figlio, Pomare V, sancì definitivamente l'annessione dell'arcipelago di Tahiti alla Francia nel 1880.


Veduta marina degli splendidi fondali della Polinesia

Le 118 isole dell'arcipelago di Tahiti, conosciute come Polinesia Francese, hanno una superficie complessiva equivalente a quella dell'Europa e si estendono su un'area dell'Oceano Pacifico vasta circa 4 milioni di Kmq.
Le isole, che, come abbiamo detto sopra, si suddividono in cinque arcipelaghi, sono comunemente distinte in "alte" o "basse" a seconda della loro conformazione. Le cosiddette isole alte sono caratterizzate da aspri picchi di origine vulcanica, da una rigogliosa vegetazione e da spiagge nere di origine basaltica, in contrasto con spiagge completamente bianche, di sabbia corallina.
Al contrario le isole basse offrono un paesaggio formato da innumerevoli atolli sparsi in bellissime lagune, dalle acque calde e piene di vita: vi sono infatti milioni di pesci di ogni specie, coralli, tartarughe, delfini e razze.


Un tifaifai, tipico copriletto polinesiano

Gli artigiani polinesiani con la loro grande abilità manuale producono molti e vari oggetti e suppellettili, che si possono trovare nei numerosi mercati organizzati annualmente. I cappelli, le borse e i cestini sono confezionati secondo un'antichissima tecnica di intreccio delle fibre vegetali (pandano, cocco o canna), particolarmente raffinata da secoli di tradizione nelle isole Australi. Particolarmente belli sono i tifaifai, copriletto dai motivi vegetali o etnici cuciti a mano. E' anche diffusa la lavorazione del legno.
La creatività degli isolani si esprime nell'utilizzo di ogni tipo di materiale, prezioso come il corallo o "umile" come la pietra vulcanica, nella realizzazione di oggetti da arredamento o di utensili: per fabbricare il penu, una sorta di mortaio, vengono lavorate le ossa animali. Particolare rilievo ha la perla, che arricchisce i costumi tradizionali o viene impiegata nella produzione di gioielli.


La gardenia, fiore nazionale della polinesia

Oltre alle innumerevoli palme da cocco che punteggiano le spiagge bianche, offrono uno spettacolo naturalistico straordinario anche i picchi vulcanici ricoperti di fitta vegetazione e le coste frastagliate: i diversi climi del luogo hanno dato vita ad un habitat speciale, nel quale la natura fa da padrona. Abbondante è anche la crescita dei fiori, ricchissimi in forme, specie e colori, che fanno parte di quasi tutti i rituali quotidiani: infatti una speciale forma di gardenia e il maire, una specie di felce, rappresentano il simbolo nazionale.
Il profilo della vegetazione di Tahiti è caratterizzato da pini australiani, bambù giganti e alberi da pane; nelle piantagioni vengono coltivati mango, avocado, mandarini, limoni, l'hibiscus e l'ylang-ylang.
Nelle acque dell'Oceano Pacifico vivono pesci dai colori sgargianti, come ad esempio il pesce-angelo e il pesce-pappagallo.
Per assistere a  questo splendido spettacolo non bisogna essere subacquei provetti: basta infatti anche solo una breve gita su una barca in una delle tante golette per ammirare di giorno le acrobazie subacquee dei delfini, di notte invece splendidi squali tigre o tartarughe verdi.

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