Nel 1953 salì al trono re
Hussein e la Giordania entrò in un periodo di crescita economica, con un
incremento del turismo e numerosi aiuti provenienti dagli Stati Uniti. La guerra
dei sei giorni del 1967 compromise gravemente lo sviluppo della nascente
industria turistica; in quell'occasione, infatti, Israele si riprese la
Cisgiordania e la sua parte di Gerusalemme. In sei giorni la Giordania aveva
perso una miniera d'oro e terreni coltivabili, rimpiazzati però da alcune
migliaia di profughi palestinesi che arrivarono a frotte dai territori occupati.
Negli anni '70 l'OLP minacciò il potere di re Hussein: ebbe inizio una
sanguinosa guerra intestina finita quando la maggior parte dei contestatori
furono costretti a spostarsi in Libano.
Nel 1994 Giordania e Israele hanno firmato un trattato di pace che prevedeva
l'abbattimento delle barriere economiche esistenti e la cooperazione nel campo
della sicurezza e delle risorse idriche. Questo ha sollevato preoccupazioni tra
i palestinesi, che avrebbero dovuto essere allontanati dalla regione, mentre
Israele e Giordania si sarebbero divisi il bottino. Allo stesso tempo la
Giordania ha rinforzato i propri rapporti con Yasser Arafat, la massima autoritÃ
palestinese, e ha lavorato per raggiungere degli accordi con lui. In tempi
recenti la Giordania ha anche riallacciato i rapporti, interrotti durante la
guerra del Golfo del 1991, con il Kuwait e l'Arabia Saudita. Re Hussein aveva
cominciato a condurre il paese verso la democrazia dopo la vittoria alle
elezioni del Fronte di Azione Islamica (con i suoi collegamenti con la
Fratellanza Araba e la politica fondamentalista), ma la sua morte nel febbraio
del 1999 ha lasciato molta incertezza per il futuro. Il re aveva nominato come
suo successore al trono il figlio maggiore, il principe 'Abd Allah ibn al-Husayn
(Abdullah), solo poche settimane prima di morire, benché la costituzione
prevedesse che entrambi i genitori del re dovessero essere arabi e musulmani per
nascita (la madre di Abdullah era una cittadina britannica che aveva abbracciato
la fede islamica prima delle nozze con re Hussein).
Re 'Abd Allah II ibn al-Husayn (in occidente noto come re Abdallah), il monarca
che chiacchiera con i suoi sudditi in incognito, raccoglie crescenti consensi
dalla comunità internazionale così come dalla maggior parte dei giordani,
inclusa l'ampia e influente comunità palestinese che ha accolto molto
favorevolmente il suo matrimonio con una palestinese. Egli afferma di voler
continuare la missione intrapresa dal padre di contribuire a stabilizzare la
regione, lavorando sul piano interno per un governo più democratico, una stampa
più libera e una maggiore eguaglianza per le donne.
Il 18 luglio 2002, i ministri degli esteri di Egitto, Arabia Saudita e Giordania
hanno incontrato a Washington il presidente Bush, presentando un loro piano
dettagliato sul Medio Oriente che auspicava la nascita di uno stato palestinese
a partire dal gennaio 2003, una costituzione scritta, un Parlamento eletto e un
primo ministro. Tuttavia, venendo a mancare la necessaria condizione del cessate
il fuoco tra israeliani e palestinesi, qualsiasi piano di pace resta
inapplicabile.
Durante il conflitto iracheno, la posizione della Giordania è stata molto
delicata perché essa importa la maggior parte del petrolio dall'Iraq, sul suo
territorio vivono cinque milioni di palestinesi e molti di loro sono stati
sostenitori di Saddam, è uno dei pochi paesi arabi a intrattenere relazioni
diplomatiche con Israele. Sul suo territorio, inoltre, sono stati dislocati tra
i cinquemila e i settemila soldati anglo-americani per creare un fitto cordone
lungo i 113 chilometri del confine tra la Giordania e l'Iraq a scopo difensivo.
Ad Amman diecimila persone hanno manifestato contro la guerra.
Il 17 giugno 2003 si sono svolte le prime elezioni parlamentari del regno di
Abdallah II. Tra i centodieci deputati vi sono sei donne alle quali, per la
prima volta nella storia del paese, è assegnata una quota in Parlamento.
Un furgone pieno di esplosivo, colpito da un missile, è saltato in aria davanti
all'ambasciata di Giordania a Baghdad uccidendo undici persone e ferendone
sessantacinque. La strage è stata seguita da un assalto all'ambasciata con la
bandiera giordana data alle fiamme insieme ai ritratti del re e di suo padre
Hussein, mentre venivano urlati slogan contro l'alleato degli Stati Uniti
LA GUERRA DEL GOLFO
Saddam Hussein era salito al potere in Iraq nel 1968, con un colpo di stato il
cui primo obiettivo era di schiacciare un fuoco guerrigliero di ispirazione
guevarista nel sud del paese, a cui si stava unendo una scissione di sinistra
del Partito Comunista iracheno. Nel corso dei successivi dieci anni Saddam
Hussein ha represso in modo feroce qualsiasi tipo di opposizione alla sua
dittatura personale: la ribellione dei
Curdi del 1974, i comunisti di tutte le
tendenze, anche frazioni del proprio stesso partito (il Partito della
resurrezione araba socialistaî - Baath), sono stati tutti annegati nel sangue.
Ogni gruppo o ogni individuo recalcitrante Ë stato liquidato o neutralizzato.
L'irresistibile ascesa di Saddam Hussein Ë culminata nel 1980, con la
concentrazione di tutti i poteri nelle sue mani, e da allora Ë iniziato un
grottesco culto ufficiale della sua personalità . La dittatura di Saddam Hussein
si basa su una burocrazia borghese civile, militare e poliziesca, a cerchi
concentrici, largamente determinati dall'appartenenza alla famiglia, al clan o
alla provincia (Takrit) del tiranno. I privilegi di questa burocrazia sono
assicurati dalla rendita petrolifera dello stato iracheno.
Nel settembre 1980 l'Iraq attacca l'Iran, dove l'anno precedente una vittoriosa rivoluzione era riuscita a cacciare il regime dello Sci‡: l'obiettivo iracheno era di appropriarsi dei campi petroliferi dell'Arabistan iraniano (la principale regione petrolifera iraniana) ed affermarsi cosÃ