CAP. XXI°

Posizione del capitolo nella struttura del romanzo
Rapporto Innominato-Lucia
Innominato
La figura della vecchia

 

A) Posizione del capitolo nella struttura del romanzo

Il capitolo XXI rappresenta il punto focale per lo sviluppo della narrazione dei fatti e mostra l’incontro tra l’Innominato e Lucia: il persecutore e la sua vittima. Conclusasi la Renziade, la protagonista della scena è ora Lucia, al termine della cui vicenda l’autore non tratterà più dei singoli vissuti dei personaggi, ma di forze superiori alla portata dei protagonisti, quali la guerra, la peste, la carestia. Superate queste calamità, si giungerà al lieto ricongiungimento di Renzo e Lucia.

B) Rapporto Innominato-Lucia

Solo apparentemente paragonabile a quella di un romanzo di appendice, ricco di suspense, la situazione  che vede l’incontro tra l’Innominato e Lucia non è basata su un tema galante: infatti l’Innominato non vede in Lucia una donna, ma una creatura che desta pietà. Non solo presentano numerose analogie, ma sono anche posti sullo stesso piano: entrambe le anime sono sconvolte da una devastante sofferenza, sebbene  in verità sia causata da motivazioni alquanto differenti. Lucia con le sue parole esce vincitrice dal confronto verbale con l’Innominato; solo ora è comprensibile che la sua implorazione nei confronti dei bravi non sia stata inutile, anzi, muovendo a compassione il Nibbio, sia riuscita a destare interesse nell’Innominato. Le parole di Lucia toccano alcune delle tematiche già affrontate dall’autore, come la giustizia e la pietà. Inoltre non dubita nemmeno per un istante della presenza di un’anima nell’Innominato (mentre invece non la percepisce nella vecchia), non avendo preconcetti riguardo alla sua persona. Lucia dice all’Innominato parole cariche di forza che arrecheranno grazia ai turbamenti dell’anima del suo persecutore. E fa ciò senza mai rassegnarsi.

C)Innominato

Il Manzoni dà un’ennesima prova di pittore di anime: racconta in modo efficace il vissuto interno del personaggio e i pensieri che lo portano alla conversione. La figura centrale del capitolo è certamente quella dell’Innominato che dopo aver preso la decisione di vedere Lucia, al confronto con lei si mostra come un pover’ uomo, intellettualmente poco elevato (ad esempio quando chiede a Lucia se le abbiano fatto del male durante il ratto, come se non fosse già di per sé una scelleratezza). Un uomo diverso dal ribaldo di un tempo che penserà al suicidio ma che troverà àncora di salvezza nelle parole di Lucia, dispensatrice di grazia. Ella è senza dubbio la catalizzatrice della conversione, ma questa ha come presupposto l’ansia di assoluto dell’Innominato che corrisponde alla sua vera natura. Infatti è proprio per l’ansia di assoluto che egli non si suicida, poiché oltre ad essere deluso dalla vita capisce che la morte non sarebbe una soluzione ai suoi problemi. La sua sofferenza non è basata sul terrore dell’inferno, ma proviene dalla nuova consapevolezza di aver trascorso la vita nel peggiore dei modi. Quelle scelleratezze “eran tutte sue, eran lui”. Ed è proprio grazie a questo nuovo sentimento che le parole di Lucia “Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia” gli donano una nuova speranza di salvezza, a cui giungerà attraverso la strada della fede. A questo punto della sua vicenda a Lucia si sostituirà il cardinale Federigo Borromeo che gli permetterà di dare un nuovo senso alla sua vita.

 D) La figura della vecchia

Per allentare la tensione creata dall’incontro di queste altissime personalità e riportare un equilibrio della realtà quotidiana nella narrazione, il Manzoni introduce la figura della vecchia servitrice. Pare comica per la sua pigrizia, l’irritabilità e la dappocaggine; in realtà la sua comicità nasconde un tema tragico: ha perduto l’anima con la vita al castello, non per sue colpe, ma perché le è stata strappata.

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