CAP. XXII°
Diversi pareri della critica manzoniana riguardo questo capitolo
Elementi della poetica manzoniana riscontrabili nel personaggio di Federigo Borromeo
Limiti del Cardinale e funzioni dell'episodio che lo riguarda
Il XXII capitolo è interamente dedicato al racconto della vita del cardinale Federigo Borromeo, capitolo che è possibile definire il meno compreso dalla critica. Spesso, infatti, è stato definito agiografico e di propaganda cattolica alla luce di un pensare scettico nei confronti degli uomini ritenuti perfetti. Inoltre questo capito ha incontrato il dissenso anche dei più accesi sostenitori dellarte manzoniana poiché, pur avendo parlato di pagine di poesia, dimostrano un certo imbarazzo nellanalizzarlo più approfonditamente. Autori come il Russo e il Petronio hanno parlato di suggestione religiosa dellautore, e non darte, se non addirittura di agiografia apostolica e genericità del personaggio.
Per giungere a comprendere appieno il capitolo è necessario prendere in considerazione la critica del Getto: egli mette in luce il gusto personale del narratore che è palesemente riscontrabile nel capitolo; il Manzoni, del resto, nei capitoli precedenti si era dedicato alla delineazione psicologica del personaggio dellinnominato, personaggio con caratteristiche contrastanti rispetto a quelle proprie dellanimo del narratore. Proprio per questo, egli sente il bisogno di creare una situazione di rilassamento attraverso una figura antitetica alla precedente, quale quella del cardinale, caro allanimo manzoniano, che possiamo perfino definire rappresentante del suo ideale di personaggio di alto clero. Per far questo lautore si abbandona ad una forte e alquanto ineluttabile deformazione storica.
Nella descrizione del personaggio del cardinale sono facilmente riscontrabili i tratti illuministici della poetica manzoniana:
il concetto che non vi deve essere autorità delluomo sulluomo se non in servizio di quello;
la polemica contro la creazione di biblioteche volte ad impedire la diffusione dei libri;
quella contro il temporalismo della chiesa;
il tema della pulizia e la necessità di congruenza fra pensiero e azione.
Parallelamente ai tratti illuministici troviamo aspetti del romanticismo del quale è intriso il Manzoni; il cardinale Borromeo, infatti, possiede la capacità di ribellarsi al pensiero comune e alle istituzioni (come la monacazione forzata) del secolo.
A questo punto della narrazione lautore vuole mettere Federigo Borromeo in opposizione a tutti quei personaggi che prima aveva descritto, al fine di puntare il dito contro una religiosità corrotta, attribuendo al cardinale qualità come lumiltà, lantitemporalismo, la generosità e la sollecitudine, ed infine lavversione a quegli uomini troppo zelanti nel bene. In questo modo il Manzoni rende il personaggio di Borromeo portatore di quegli aspetti della sua religiosità ideale, ispirata allintelligenza, alla carità, alla fede, e mossa anzitutto dellumiltà.
C) Limiti del cardinale e funzioni dellepisodio che lo riguarda
Il Manzoni,nel testo, accenna a qualche limite del cardinale senza però addentrarsi nello specifico. Per conoscenze storiche, sappiamo infatti, che Borromeo acconsentì ai roghi delle streghe, combattè la diffusione delle risaie e credette malia la peste; ma tutto ciò non si può apprendere dalla lettura del capitolo, poiché lautore sorvola sullargomento. Proprio qui, dunque, riscontriamo la parzialità che lautore riserva per il suo personaggio. Inoltre diventa ancor più palese che il cardinale Federigo Borromeo è nato dalla fantasia del Manzoni, in quanto il narratore appare in persona dietro questa figura meditando sui motivi che non hanno portato il cardinale ad una fama letteraria, pur avendo egli scritto centinaia di libri ed essendo stato uno dei maggiori diffusori della cultura, e trova motivazione di ciò nel fatto che egli scrisse le sue opere non per ragioni si salvezza o per mutare i destini di un popolo, ragioni per cui uno scrittore anche avendo scritto un solo libro, potrà essere ricordato dai posteri.
Nonostante il Manzoni suggerisca la possibilità di tralasciare le pagine di questo episodio, proprio queste mostrano invece ragioni di racconto precise: la funzione guida del cardinale per lInnominato verso la via del bene; il contrasto di Federigo con lInnominato, in quanto personaggio che ha ricevuto la grazia come dono del destino e non in seguito a una tormentata vicenda danima. Quindi non si voglia attribuire a questo capitolo ragioni di racconto esclusivamente personali e psicologiche o, addirittura, come è stato detto da molti critici, di facile propaganda cattolica.
Analizzando, infine, lo stile si osservi che il Manzoni, utilizza, per il cardinale, un registro linguistico aulico e oratorio, che mantenga verosimile il Borromeo anche nel modo di parlare.