Torna all'indice dei capitoliCAP. XVIII°

Un capitolo di raccordo
Le variazioni per i singoli personaggi
Il Conte zio del Gran Consiglio Segreto

 

A) Un capitolo di raccordo
La funzione di questo capitolo, dopo la lunga interruzione della "renziade", è quella di riprendere in mano le fila del racconto, costituendo un momento di pausa riepilogativa prima del nuovo momento narrativo, le nuove vicende della protagonista femminile, cui sarà dedicato un cospicuo numero di capitoli. La funzione di raccordo, al solito, non esclude, come già nell'XI°, la capacità di variare i toni, escludendo che il capitolo sia semplicemente di trapasso, in senso detrattivo. Prima di narrare le vicende degli altri personaggi, il narratore si sofferma sul brutale saccheggio, sotto la specie di una perquisizione legale, compiuto ai danni della casa di Renzo: la notizia del tumulto era giunta anche al paesello, e così la trista fama che a Renzo era stata attribuita, di essere uno dei capi della rivolta. Il povero Renzo non cessa dunque di subire violenza e sopruso in quanto povero nel solito mondo di ingiustizia: ritorna la direzione in cui si fondono politica ed arte, religione e morale, il nucleo incandescente della polemica manzoniana.

B) Le variazioni per i singoli personaggi
Ricorriamo qui a un elenco per comodità didattica, mettendo in evidenza le variazioni e le aggiunte che hanno i singoli personaggi nel capitolo:

C) Il Conte zio del Gran Consiglio Segreto:
Un magistrale saggio di satira del personaggio d'autorità ci offre il Manzoni con la presentazione di un personaggio nuovo, il Conte zio, appunto, cui Attilio si rivolge per il "favore" del trasferimento del padre Cristoforo. Il Manzoni esercita ancora una volta con grande rigore la sua severità verso questo personaggio. E' difficile perdonargli qualcosa, come attesta la comicità, in cui ben presto la tagliente ironia finisce col tramutarsi. Il giudizio manzoniano può essere eviscerato dalle pagine così: il conte è un mediocre che riesce passo a passo a far carriera, e a ottenere servizi dai grandi. Nella fattispecie il "servizio" è una vera e propria carognata, ma poco importa. Il tic nervoso del soffiare è il rito simbolico del suo potere, tanto vuoto quanto continuamente ostentato. Egli è un cervello limitato, ma in un mondo di mediocri, vende bene la sua merce, e viene alla fine ammesso nel Consiglio segreto, che è l'organo di consulta dei nobili milanesi, che ha il compito di fornire pareri politico-amministrativi al Governatore spagnolo di Milano. Il Manzoni ha scelto come nome una tipizzazione, che rimanda al fenomeno del nepotismo, fenomeno di aberrazione politica che introduce il favore al casato come criterio per decisioni e scelte importanti. La polemica manzoniana è anche contro la vanità del potere, che tanto spesso è congiunta alla pura scempiaggine, e contro le istituzioni che affidano posizioni importanti a uomini totalmente inadeguati e mediocri. Un ritorno inaspettato della tensione polemica, in un capitolo che rinnova l'unitarietà del mondo artistico etico e politico del Manzoni.

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