Un capitolo di raccordo
Le variazioni per i singoli personaggi
Il Conte zio del Gran Consiglio Segreto
A) Un capitolo di raccordo
La funzione di questo capitolo, dopo la lunga interruzione della
"renziade", è quella di riprendere in mano le fila del racconto, costituendo un
momento di pausa riepilogativa prima del nuovo momento narrativo, le nuove vicende della
protagonista femminile, cui sarà dedicato un cospicuo numero di capitoli. La funzione di
raccordo, al solito, non esclude, come già nell'XI°, la
capacità di variare i toni, escludendo che il capitolo sia semplicemente di trapasso, in
senso detrattivo. Prima di narrare le vicende degli altri personaggi, il narratore si
sofferma sul brutale saccheggio, sotto la specie di una perquisizione legale, compiuto ai
danni della casa di Renzo: la notizia del tumulto era giunta anche al paesello, e così la
trista fama che a Renzo era stata attribuita, di essere uno dei capi della rivolta. Il
povero Renzo non cessa dunque di subire violenza e sopruso in quanto povero nel solito
mondo di ingiustizia: ritorna la direzione in cui si fondono politica ed arte, religione e
morale, il nucleo incandescente della polemica manzoniana.
B) Le variazioni per i singoli
personaggi
Ricorriamo qui a un elenco per comodità didattica, mettendo in evidenza le
variazioni e le aggiunte che hanno i singoli personaggi nel capitolo:
C) Il Conte zio del Gran Consiglio Segreto:
Un magistrale saggio di satira del personaggio d'autorità ci offre il
Manzoni con la presentazione di un personaggio nuovo, il Conte zio, appunto, cui Attilio
si rivolge per il "favore" del trasferimento del padre Cristoforo. Il Manzoni
esercita ancora una volta con grande rigore la sua severità verso questo personaggio. E'
difficile perdonargli qualcosa, come attesta la comicità, in cui ben presto la tagliente
ironia finisce col tramutarsi. Il giudizio manzoniano può essere eviscerato dalle pagine
così: il conte è un mediocre che riesce passo a passo a far carriera, e a ottenere
servizi dai grandi. Nella fattispecie il "servizio" è una vera e propria
carognata, ma poco importa. Il tic nervoso del soffiare è il rito
simbolico del suo potere, tanto vuoto quanto continuamente ostentato. Egli è un cervello
limitato, ma in un mondo di mediocri, vende bene la sua merce, e viene alla fine ammesso
nel Consiglio segreto, che è l'organo di consulta dei nobili milanesi, che ha il compito
di fornire pareri politico-amministrativi al Governatore spagnolo di Milano. Il Manzoni ha
scelto come nome una tipizzazione, che rimanda al fenomeno del nepotismo,
fenomeno di aberrazione politica che introduce il favore al casato come criterio per
decisioni e scelte importanti. La polemica manzoniana è anche contro la vanità del
potere, che tanto spesso è congiunta alla pura scempiaggine, e contro le istituzioni che
affidano posizioni importanti a uomini totalmente inadeguati e mediocri. Un ritorno
inaspettato della tensione polemica, in un capitolo che rinnova l'unitarietà del mondo
artistico etico e politico del Manzoni.