Raggiungerà presto lo 0% - da Internazionale
Non riguarda solo il Giappone - da Internazionale
- da Internazionale
|
 |
.
La crescita giapponese si è raffreddata
Peter Landers, Far Eastern Economic Review, Hong Kong
Le fortune altalenanti dell'economia giapponese nei mesi scorsi sono
riassunte in poche parole chiave contenute nei rapporti mensili del
governo.
In agosto, l'Agenzia per la pianificazione economica usava toni euforici
per descrivere un paese "solidamente" in ripresa.
In settembre l'avverbio è diventato "lentamente".
Ottobre ha aggiunto una nuova nota: le aziende cominciavano a mostrarsi
"caute". Infine, il rapporto per novembre contiene la parola un tempo
proibita: "stasi" - il che, peraltro, sembra persino ottimistico.
Il Nikkei, l'indice principale della borsa di Tokyo, il 7 novembre ha
perso il 4,2 per cento, precipitando sotto la soglia dei 16mila punti
per la prima volta in oltre due anni, e non riuscendo a risalire nelle
sedute successive. Il crollo ha cancellato i guadagni non realizzati
nei portafogli azionari di sette delle prime venti banche giapponesi,
alimentando timori di una nuova crisi finanziaria solo una settimana
dopo che la Sanyo Securities era diventata la prima società
d'intermediazione finanziaria a dichiarare fallimento dalla Seconda
guerra mondiale. [...]
La ricaduta si farà sentire in tutta l'Asia, proprio nel momento in cui
le economie della regione hanno più bisogno di un Giappone robusto per
aiutarle a superare i loro problemi.
[...]
Benzina per le altre economie
Effettivamente, è stato in gran parte il Giappone a rifornire di benzina
il motore della crescita dei paesi asiatici nei due decenni passati.
A parte gli investimenti diretti, da Tokyo sono arrivate decine di
miliardi di dollari in aiuti per la costruzione di infrastrutture
necessarie alle imprese in crescita, soprattutto ponti e strade.
Le banche giapponesi hanno riversato denaro a pioggia nella regione.
"Fino a oggi il contributo giapponese consisteva in denaro liquido:
investimenti, prestiti e così via", dice Ryoichi Ito, assistente per
la ricerca sull'Asia dell'Organizzazione giapponese per il commercio
estero, un organismo governativo. "Gli interessi giapponesi e asiatici
erano perfettamente coincidenti. Questo è stato il contributo del
Giappone, ma non credo che possa continuare".
Un segno del fatto che il governo giapponese si è accorto del bisogno
di un suo nuovo ruolo è la spinta per la creazione di un Fondo
monetario asiatico che si occupi delle crisi monetarie nella regione.
Un fondo di questo tipo potrebbe dare a Tokyo la leadership regionale,
ruolo dal quale tradizionalmente rifugge. Ma sembra probabile che i
timori statunitensi di una sovrapposizione con il Fondo monetario
internazionale faranno mantenere al fondo asiatico un basso profilo.
E se Washington non sembra mai farsi scrupoli nel dare severi consigli
ai paesi in via di sviluppo, è ancora piuttosto difficile immaginare
Tokyo che interpreta lo stesso ruolo.
Anche se il fondo è importante, la principale opportunità per il
Giappone di contribuire alla salute economica di lungo periodo
nell'Asia sudorientale passa, secondo i dirigenti giapponesi, attraverso
il trasferimento di tecnologie. È vero che l'investimento giapponese
nelle industrie ad alto impiego di manodopera ha aiutato i paesi asiatici
a trovarsi dove sono, ma oggi questi paesi hanno bisogno di know-how
più sofisticati per aumentare la produttività dei lavoratori - il che,
a sua volta, è l'unico modo per la regione di sostenere un nuovo periodo
di crescita. Tuttavia, anche se il Giappone trae beneficio dalla salute
dei paesi asiatici, non è sempre chiaro in che modo le singole aziende
ci guadagnino nel vendere i loro segreti.
"Non ci sarà alcun beneficio diretto per le aziende giapponesi",
riconosce Ito, che però afferma che le grandi aziende, contribuendo alla
crescita locale, godranno nel lungo periodo di un'immagine favorevole.
Ma per ora devono affrontare i tempi duri a casa propria e può darsi
che non possano permettersi il lusso di guardare così lontano.
(A.R.)
Dal numero 209 di Internazionale del 28 Novembre 1997
|