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Il Cenacolo |
La realizzazione dell'Ultima Cena si
inserisce nell'ambito dell'ampio rinnovamento artistico e culturale, patrocinato
da Ludovico il Moro, che dal 1490 si sviluppa a Milano coinvolgendo in pieno il
Convento di Santa Maria delle Grazie. Nel 1495, mentre Donato Montorfano sta
ultimando la Crocifissione nel Refettorio, Leonardo riceve l'incarico dal Duca
di decorare la parete di fronte con l'Ultima Cena; commissione documentata dagli
stemmi che compaiono all'interno di ghirlande vegetali nelle quattro lunette al
di sopra della "Cena" e che ricordano appunto i nomi di Ludovico, Beatrice e dei
loro figli.
L'elaborazione del Cenacolo è abbastanza lenta, nonostante le sollecitazioni del
Moro e del priore: Leonardo impiega, infatti, circa quattro anni (1494-1498)
utilizzando una tecnica a secco, cioè a tempera, come se si trattasse di una
grande tavola (4,60x8,80m)Per prima cosa decide di non affidarsi alla
consolidata tecnica dell'affresco, che pur offrendo garanzie per la
conservazione, impone il rispetto del tempo nella stesura; ha invece bisogno
della massima libertà nella fase esecutiva per correggere, modificare e ottenere
particolari effetti cromatici. Inoltre la tecnica dell'affresco non si concilia
con il suo bizzarro temperamento che lo porta ad alternare periodi di intensa
attività ad altri di completo riposo, come testimonia il racconto di Matteo
Bandello che è ospite dei padri al convento e lo vede spesso al lavoro.
Benché il tema del Cenacolo fosse raffigurazione tradizionale dei refettori
conventuali ed in particolare quelli fiorentini (da ricordare i capolavori di
Taddeo Gaddi, di Beato Angelico, di Andrea del Castagno e del Ghirlandaio)
l'Ultima Cena è presentata da Leonardo in forma completamente innovativa: non
solo è modificata radicalmente l'impostazione della scena, ma la novità più
assoluta è data dall'impressionante realismo con cui è narrato l'episodio
evangelico.