Liceo Classico Berchet
Classe II D
Anno Scolastico 2006/2007

MILANO - PROGETTO "VIENI DA NOI"

MiLANO ROMANA DUOMO MiLANO NEOCLASSiCA TRA OTTOCENTO E NOVECENTO URBANiSTiCA
IL CASTELLO SFORZESCO UNiVERSiTA' STATALE SANTA MARiA DELLE GRAZiE PiNACOTECA Di BRERA VERSO IL
SUD AFRICA

 

L'iniziativa, proposta al Consiglio di Classe dai professori Fossati e Ponti (rispettivamente: storia/filosofia e inglese), ha avuto una lunga gestazione. Due anni. La prima difficoltà è stata trovare un partner, nonostante il patrocinio e l'aiuto del Consolato Generale del Sudafrica a Milano.

Ufficialmente, attraverso il Ministero dell'Educazione sudafricano, la possibilità si è vanificata dopo un anno di ricerche e di speranze. Solo attraverso canali non ufficiali si sono trovate, dopo un ulteriore anno,  tre scuole secondarie sudafricane in teoria disponibili a lavorare per uno scambio con il Berchet . La situazione si è sbloccata e definita, con il partner attuale, dopo la possibilità occasionale di un incontro diretto con il vicepreside (Wildschut) di Parklands College di Capetown.

 Si è avviata così, in modo più concreto, la 'costruzione' dello scambio di quindici giorni tra noi studenti del Berchet e del Parklands College basata su: reciproca ospitalità, una preparazione possibilmente omogenea per il primo incontro in Italia -che facesse da background comune per il confronto e il dialogo-, l'uso della lingua inglese per comunicare, la frequenza delle lezioni durante l'orario scolastico (per capire dall'interno il funzionamento della scuola del Paese), visite alla città sede dello scambio e del territorio circostante.

Si passava quindi alla fase progettuale con contributi e suggerimenti che vedevano coinvolti professori del consiglio di classe, della scuola ed esterni, oltre che di noi studenti.

Un problema non secondario affrontato è stata la riduzione dell'alto costo di volo e delle visite 'fuori porta' (trasporto, pasti, alberghi, entrate...). Si è trovata fortunatamente una sponsorizzazione consistente per il progetto (proprio per il fatto che la destinazione fosse l'Africa) che ha consentito non solo di offrire un programma molto ricco ai nostri ospiti, ma anche la possibilità di offrire un contributo al Parklands College che ha consentito la partecipazione al progetto di due studenti sudafricane, che solo per merito e con borsa di studio frequentano la scuola. Si può immaginare la gioia di queste ultime per l'insperata possibilità di visitare un paese europeo insieme ai loro compagni.

Il gruppo del progetto di scambio si è così configurato: la nostra classe 2°D del liceo classico Berchet composta da 20 studenti, e 23 studenti del Parklands College, omogenei per età, accompagnati da il vicepreside e due professori.

In attesa dell'arrivo dei nostri ospiti, per un periodo di almeno due mesi, insieme ai professori Fossati e Ponti principalmente,  ma con il contributo di altri del consiglio di classe, ci siamo documentati sul Sudafrica, abbiamo fatto ricerche, lezioni mirate, letto e studiato: geografia, flora e fauna, costumi e tradizioni, etnie (moltissime, dagli europei ai neri ai coloured), storia antica, passata e soprattutto recente e contemporanea segnata dai dolorosi anni di apartheid e dall'interessante esperimento di riconciliazione da qualche anno concluso dei TRC (Truth and Reconciliation Commission), senza dimenticare la produzione letteraria (Coetzee Foe, S. Magona Da Madre a Madre, P. Schonstein Pinnock Skyline, ma anche N. Gordimer e D. Lessing) nonché articoli, riviste, saggi e film (Red Dust, Cry Freedom, Yesterday, Blood Diamond, In my country).

 Dopo aver contattato ognuno il/la sua ospite per e-mail, man mano che il giorno dell'arrivo si avvicina c'è una certa ansia per la novità dell'incontro e per l'impegno del programma. Il 26 aprile arriva finalmente. Alcune/i di noi si recano all'aeroporto ad  accogliere gli ospiti, altre/i si fermano a scuola per preparare un piccolo rinfresco che vede coinvolti nei preparativi studenti ma anche famiglie.  E' il primo incontro tutti insieme: studenti del Parlkands, della 2°D e del Berchet, professori non solo della classe e anche le famiglie accoglienti. Il pomeriggio si torna a casa a disfare i bagagli e a sistemarsi dopo una notte di volo e poi ...fuori ancora la sera per una pizza tutti insieme di fronte alla scuola e alle 21 al concerto che il gruppo musicale del Berchet ha organizzato e dedicato agli ospiti sudafricani. Non è che l'inizio. Gli impegni, le visite, gli incontri si succederanno senza soluzione di continuità. Dopo le prime timidezze il gruppo si costituisce e si rafforza col passare dei giorni: scopriamo numerose affinità, nonostante i seimila chilometri che ci separano. Una occasione ufficiale che favorisce l'incontro è la calda accoglienza della Console Generale del Sudafrica il giorno dopo, 27, per un welcome party. Un momento di crescita, a tratti molto intenso ed emozionante, è il convegno presso la Sala della Provincia (partecipano i liceali del Berchet e di altri Licei milanesi) che ha come spunto di partenza Pensare all'Africa incontrando il Sudafrica. Tra i relatori la Console Generale, che apre l'incontro; ma l'intervento più intenso emotivamente, anche per gli studenti sudafricani, è l'esperienza diretta dell'apartheid  dalle parole del vicepreside Wildschut.

Poi gli impegni si susseguono fitti fitti: serata a La Scala per un'opera, visite guidate di Milano (alcune con guide professioniste, altre preparate e guidate da alcune/i di noi a turno in inglese), escursione a Roma (durante la quale abbiamo avuto modo di incontrare l’assessore alle politiche giovanili Jean Leonard Touadi) e a Orvieto, escursione a Venezia e giro in barca della sua Laguna, gita in battello sul Lago di Como fino all'isola Comacina... e ancora: visita 'guidata' (da noi) alla Pinacoteca di Brera, lezione di astronomia e visita all'Osservatorio del Liceo Parini, incontro ufficiale con l'assessore Ronza della Regione al Pirellone, concerto e fancy dress  party al Berchet.

Le giornate passano, intensissime ma fruttuose. C'è a volte la sensazione che i nostri ospiti non siano abituati a vedere ed apprezzare i tanti monumenti, opere d'arte, quadri e statue che costituiscono il nostro patrimonio culturale, che molte/i di noi guardano con orgoglio, con occhi più consapevoli, talvolta 'scoprendoli' per la prima volta.

 Il 9 maggio, giorno della partenza, arriva presto, quasi all'improvviso. La emozione, al momento dell'imbarco e del distacco è molto forte. C'è la consapevolezza di aver vissuto e condiviso tutti insieme, italiani e sudafricani, compagni di classe e professori, qualcosa di importante che ha contribuito alla conoscenza, a una consapevolezza e a una crescita tutti insieme.

 All'inizio di settembre, per due settimane, verrà il nostro turno: il Sudafrica, Capetown. Ci aspettiamo attività diverse. Sicuramente bellezze artistiche, ma prioritariamente le bellezze naturali per cui il Sudafrica è famoso: fauna e flora unici e incontaminati, panorami mozzafiato, vastità dei paesaggi. Ma vorremmo anche vedere da vicino, sul posto, le trasformazioni del Paese, le cicatrici dell'apartheid, le condizioni di vita nelle townships, come vengono affrontate le attuali difficoltà e tensioni culturali, sociali e politiche (disoccupazione, AIDS, violenza, problemi abitativi). Ci piacerebbe verificare quanto abbiamo per ora solo immaginato dai romanzi, letto negli articoli di giornale e nelle riviste, visto nei film, in modo astratto, senza un contatto diretto con i problemi. Ci aspettiamo di vederli calati nel contesto, in mezzo alla gente che li vive, viverli un po' insieme a loro.

Ma le aspettative, in un viaggio, sono spesso disattese, si deve accettare di rompere gli stereotipi, saper vedere con 'altri' occhi, con gli occhi della gente del posto, con 'altro' punto di vista. Fare spazio per poter cogliere la diversità e saper dialogare.

Insomma, non vediamo l'ora!

 

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