George Walker Bush
George Walker Bush naque il 6 luglio 1946 a New Haven nel Connecticut e crebbe in Texas, a Midland e Houston, ed è figlio dell'ex presidente americano George Herbert Walker Bush.
La sua carriera scolastica si svolse presso la Phillips Academy di Andover, e in seguito presso l'Università di Yale,dove nel 1968 ottenne il diploma universitario in storia.

Durante la guerra in Vietnam, e dopo la sua laurea a Yale, fu chiamato alle armi nella Guardia aerea del Texas con obbligo di servire dal 27 maggio 1968 al 26 maggio 1974, giungendo fino al grado di tenente.
Per definire la carriera militare di Bush jr. sono significativi i commenti di Jerry B. Killian, comandante della Guardia aerea del Texas e sponsor della sua promozione, il quale lo ricorda come un "giovane ufficiale dinamico", "pilota di caccia da intercettazione di prima qualità" e dalle capacità che "superano di gran lunga quelle dei suoi compagni", "un leader naturale che i suoi compagni considerano una guida", "un buon sottufficiale con eccezionali tratti disciplinari ed impeccabile portamento militare".

Sei mesi prima del termine prefissato del mandato militare, nel settembre 1973 ottiene il permesso di frequentare l'Università di Harvard, il che segna la fine della sua carriera militare.

Nel 1973 entrò all'università di Harvard e nel 1975 portò a termine il Master in Business Administration. Bush è il primo presidente degli Stati Uniti ad aver conseguito un MBA; due anni dopo, nel 1977, sposa Laura Welch, e infine nel 1986 si definì "cristiano rinato", cambiando gruppo dall'Episcopale al Metodista, cui già aderiva la moglie. Nel 1981 ha due figlie gemelle: Barbara e Jenna.





 



Il battesimo di George Bush jr nel mondo politico avviene nel 1978, quando si candida, venendo tuttavia sconfitto, alla Camera dei Rappresentanti.

Quindi in realtà la sua carriera trova inizio (e fortuna) con la fondazione dell' industria del petrolio "Arbusto Energy", nel 1979, una società di prospezione petrolifera e gas nata grazie a quanto gli rimaneva della sua borsa di studio e, in massima parte, grazie ai fondi messi a sua disposizione da altri investitori, in primo luogo dal suo socio Salim Bin Laden, fratello del miliardario saudita Osama Bin Laden.
Tuttavia per la crisi energetica del 1979 Bush fu costretto a venderla nel 1984 a Spectrum 7, un'altra compagnia texana di ricerca di petrolio e gas, per circa 1 miliardo di dollari; ne divenne amministratore delegato.
Spectrum 7 fece bancarotta nel 1986, ma venne salvata dall'acquisto della Harken Energy Corporation, e Bush entrò nel suo Consiglio di Amministrazione.

Bush fu accusato di "insider trading" (sfruttamento indebito di informazioni riservate) per aver venduto le azioni mentre era nel consiglio di amministrazione di Harken Energy Corporation nel 1990. La Commissione di controllo della Borsa USA (SEC) ha terminato nel 1992 un'investigazione con un documento in cui si legge che: "Sembra che Bush non sia implicato in commerci interni illegali", aggiungendo che il memoriale "non deve in alcuno modo essere considerato come indicativo che la parte è stata assolta o che nessuna azione legale possa derivarne".
I suoi detrattori affermano che l'investigazione è stata influenzata dal fatto che il padre di Bush era al momento Presidente degli USA, sebbene nessuna azione fosse avviata nemmeno durante la presidenza di Bill Clinton.
Da presidente, Bush ha rifiutato di autorizzare la SEC a divulgare il rapporto intero dell'indagine.

Dopo aver lavorato alla campagna presidenziale di suo padre, Bush jr nel 1989 acquistò i Texas Rangers, una squadra di baseball della Major League Baseball con sede ad Arlington, in Texas (in seguito Bush nominò uno di questi partner, Tom Schieffer, ambasciatore in Australia).


Bush davanti allo stemma dei Texas Rangers.

I critici espressero dubbi sulla trasparenza di questo acquisto, indicando l'uso dell'influenza politica ed il favoritismo nei confronti di un amico di famiglia.
Bush guadagnò personalmente 14,9 milioni di dollari nella vendita della squadra nel 1998 (il guadagno totale della vendita fu di 170 milioni di dollari).

La funzione di partner amministrativo generale dei Rangers durò fino all'8 novembre 1994, data dell'elezione a Governatore del Texas , sconfiggendo il rivale Ann Richards.
Nel 1998 divenne il primo governatore texano ad essere eletto per due volte consecutive e il suo comportamento durante lo svolgimento di questo compito gli fece guadagnare una buona immagine di leader. Tra le questioni che durante i suoi mandati, attirarono l'attenzione nazionale ed internazionale sullo stato di cui era governatore, ci fu l'uso nel Texas della pena di morte: Bush jr. autorizzò l'uso della pena capitale per 152 criminali.

George Walker Bush divenne Presidente degli Stati Uniti d'America due volte.

Primo mandato presidenziale [20 gennaio 2001 -  2 novembre 2004]

Bush è divenuto presidente degli Stati Uniti d'America il 20 gennaio 2001 come vincitore di una delle più indecise elezioni nella storia statunitense, sconfiggendo il democratico vicepresidente Al Gore in 30 dei 50 Stati con una vittoria per poco in cinque collegi elettorali.
Gore ha conseguito la maggioranza dei voti popolari con circa 51 milioni di preferenze su un totale di 105 milioni di votanti: un margine quindi di mezzo punto percentuale.
Era dal 1888 che un candidato alla presidenza, sconfitto in quanto a preferenze, risultasse eletto grazie ai voti dei grandi elettori.
Fu decisivo per Bush il vantaggio di circa 600 voti conseguito in Florida, stato del quale era governatore suo fratello Jeb Bush.

Il voto della Florida, che Bush conquistò per un distacco di 2000 voti circa, fu contestato aspramente dopo che furono espresse preoccupazioni riguardo a fughe ed irregolarità nel processo di voto e divenne oggetto di una serie di processi giudiziari; in particolare furono sollevate contestazioni sull'esclusione di numerosi cittadini dalle liste elettorali in quanto privati dei diritti politici in seguito a crimini commessi (eliminazione avvenuta in un modo tale da provocare numerosi falsi positivi) e sulla legittimità dei voti arrivati dall'estero, sopratutto dalle basi militari.
Dopo una decisione a maggioranza di 5-4 della Corte Suprema degli Stati Uniti il 12 dicembre il riconteggio dei voti (in origine autorizzato dalla corte suprema della Florida) fu interrotto in quanto era impossibile effettuarlo in tempo tale da rispettare le scadenze legali, attribuendo quindi la presidenza a George Bush.
Ciò naturalmente non placò le contestazioni (si notino in particolare quelle effettuate dai deputati di colore).
I risultati dell'elezione sono ancora contestati da molti osservatori, e i numerosi conteggi non ufficiali effettuati dai media americani hanno attribuito la vittoria ora a uno, ora all'altro dei candidati e sempre con scarti di risultati minimi, nell'ordine di poche centinaia.

Politica Estera

Condotta politica precedente all'attentato alle Torri Gemelle del 11.09.2001

Il programma di politica estera espresso da Bush durante la campagna elettorale prevedeva un forte sostegno economico e politico all'America Latina, specialmente al Messico, e una riduzione dei coinvolgimenti statunitensi in azioni militari di esportazione della democrazia e di altre attività militari.
Infatti i suoi primi provvedimenti parvero prospettare uno scenario quasi isolazionista per gli Stati Uniti, col disimpegno da alcuni importanti trattati internazionali.

Tuttavia già nel giugno 2001, durante la sua prima visita presidenziale in Europa, Bush fu fortemente criticato dai leader europei per il suo rifiuto di aderire al protocollo di Kyōto, che prevede la riduzione nelle emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera, cause del riscaldamento globale del pianeta.
Il trattato è stato respinto dal Senato con la motivazione che esso avrebbe risparmiato paesi in via di sviluppo, come la Cina, ma esso venne ratificato nel 2005, quando la Russia ne consentì l'entrata in vigore.
Ciò lasciò gli Stati Uniti, paese al mondo col più alto grado di emissioni nocive nell'atmosfera, in una posizione politica sfavorevole al momento dell'applicazione del Trattato stesso.

Nello stesso periodo, Bush aveva manifestato l'intenzione di ritirarsi dal Trattato anti missili balistici (ABM) del 1972 che era stato una roccaforte della stabilità nucleare sovietico-statunitense durante la Guerra Fredda, ritenendo non fosse più rilevante (il ritiro ufficiale è avvenuto il 14 dicembre 2001).
Al suo posto Bush aveva programmato di impegnare risorse necessarie a dar vita a un nuovo sistema di difesa dai missili balistici intercontinentali.
Ancora forti critiche furono sollevate da parte degli gli ambienti scientifici.

Un altro aspetto che sollevò polemiche fu la decisione di Bush di non ratificare il trattato che istituisce la Corte penale internazionale.

In seguito all' 11/9/2001

In seguito agli attentati terroristici dell' 11 settembre 2001, il registro amministrativo spostò drasticamente la sua attenzione sulla questione mediorientale.
Bush si rese conto che la punizione di un atto simile avrebbe necessitato l'utilizzo dell'esercito: nell'ottobre 2001, da parte della NATO e su autorizzazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (anche se l'autorizzazione è stata successiva all'inizio delle ostilità), è stato avviato l'intervento contro l'Afghanistan per abbattere il regime talebano, accusato di ospitare il quartier generale di Al-Qa'ida, il gruppo terroristico capeggiato da Osama Bin Laden, accusato di aver realizzato l'attentato.
L'azione ha avuto un forte appoggio internazionale e il governo talebano è caduto poco dopo l'invasione.
Tuttavia i successivi tentativi di ricostruzione del paese, in collaborazione con le Nazioni Unite, sotto la direzione di Hamid Karzai si sono rivelati problematici: Bin Laden non è mai stato catturato e i talebani non sono mai stati completamente neutralizzati.
Un ampio contingente di truppe e di osservatori rimane tutt'oggi in Afghanistan nella speranza di formare un governo democratico, obiettivo più volte proclamato essenziale da parte dell'amministrazione Bush.


11 Settembre 2001, l'attentato alle Torri Gemelle
Nel gennaio 2002, in un discorso sullo Stato dell'Unione, Bush ha introdotto l'espressione "Asse del Male" per riferirsi a un insieme di nazioni sospettate di sostenere il terrorismo internazionale e di minacciare la pace mondiale con ricerche sulle armi di distruzione di massa, accusando l'Iraq, governato dal dittatore Saddam Hussein, l'Iran, teocrazia governata dall'apparato khomeinista e la Corea del Nord, regime comunista governato dal dittatore Kim Jong Il.

Da questa interpretazione della situazione mondiale nacque la cosiddetta "dottrina Bush", fondata sull'uso della guerra preventiva come risposta ai possibili attacchi da parte degli Stati accusati. Tuttavia questa concezione non è riconosciuta dal diritto internazionale.

La politica estera di Bush, compresa la dottrina Bush, fu influenzata notevolmente dal movimento neoconservatore "Project for the New American Century", molti dei cui membri hanno incarichi importanti nell'amministrazione Bush.

Gli attacchi dell'11 settembre 2001 hanno anche spinto l'amministrazione ad impegnarsi maggiormente nella questione israelo-palestinese, incoraggiando con scarso successo la conclusione di un accordo tra i due popoli.

 

Politica estera del secondo mandato presidenziale [20 gennaio 2005 - 20 gennaio 2009]

A predominare sulla situazione politica estera nel secondo mandato di George Bush sono gli avvenimenti in Iraq.

Tutto comincia nel marzo 2003, quando dopo lunghe contese riguardo la necessità di procedere al disarmo del regime iracheno, gli USA hanno dichiarato guerra all'Iraq per spodestare il dittatore Saddam Hussein, accusato di possedere armi di distruzione di massa e di appoggiare il terrorismo internazionale.

La guerra ha scatenato un'infinità di polemiche, con alcuni degli alleati europei, quali Francia, Germania e Russia, contrari, ed è stata oggetto di numerose proteste in tutto il mondo.

Non riuscendo ad ottenere l'approvazione di un intervento militare da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, richiesta dal Segretario di Stato Colin Powell, Bush riuscì a raccogliere una "coalizione di volenterosi" che includeva paesi come la Spagna, la Polonia e la Gran Bretagna (l'Italia ha inviato le sue truppe, in qualità force di peacekeeping quando il governo di Hussein era già stato spodestato).


Saddam Hussein


Già subito dopo l'occupazione del Paese, l'impossibilità di ritrovare traccia delle armi di distruzione di massa di Saddam e le accuse di aver falsificato le informazioni necessarie per convincere l'opinione pubblica statunitense e quella internazionale della necessità assoluta di entrare in guerra, hanno fatto perdere una parte del sostegno all'amministrazione Bush, sia all'interno del Paese che all'estero.

Queste accuse sono state sostenute dalle investigazioni e rapporti della commissione d'inchiesta appositamente costituita dal Senato.
Nonostante ciò, Bush sostiene che entrare in guerra è stata comunque una buona decisione e che un brutale tiranno è stato comunque spodestato, così da non poter più minacciare il mondo libero.

Inoltre, già dal 2004 la situazione irachena è diventata ingestibile per la coalizione, a causa del persistere della guerriglia interna, prima diretta contro le truppe di occupazione e gli apparati iracheni alleati, poi anche interna ai vari gruppi etnici e religiosi dell'Iraq; nonostante la decisione, presa nei primi mesi del 2007, di inviare nuove truppe per la stabilizzazione del paese, la situazione resta tutt'ora irrisolta.

Per questo e per gli spettri evocati dalla guerra (paragonata con la Guerra del Vietnam), la popolarità del presidente è precipitata ben sotto il 40%.

 

Politica interna

Tra le scelte fatte dal presidente in merito alla politica interna ricordiamo ad esempio il suo sostegno alla necessità di approvare un emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti in favore del solo matrimonio tra uomo e donna; ciò bandirebbe i matrimoni gay ma lascerebbe la possibilità di unioni civili.
Bush tende ad opporsi alla discriminazione dell'omosessualità, tuttavia ha espresso il suo apprezzamento sul giudizio della Corte Suprema di controllare la selezione dei candidati ai college per mantenere la diversificazione fra i sessi.
Bush incontrò la National Urban League, una delle più famose organizzazioni americane per i diritti civili, ma è stato il primo presidente a non aver incontrato l'Associazione Nazionale per l'Avanzamento della Gente di Colore dai tempi di Hoover.

Per quanto riguarda la politica economica del governo Bush, decisamente ampia e varia, si può notare come abbia subito nel tempo numerose riforme: ad esempio, nel primo mandato quadriennale ha emanato tre differenti "act" nel 2001, 2002 e 2003 riducendo il livello generale di tassazione, le tasse sui "capital gains" (sostanzialmente, i redditi da azioni o simili), eliminando le cosiddette "penalità per il matrimonio" e aumentando il credito fiscale per i figli.
Al di là degli eventuali risultati a lungo-lunghissimo termine com'è ovvio tale politica fiscale creò un notevole deficit del bilancio Usa (cancellando il surplus creato dal governo Clinton) e aumentò in modo notevole il debito pubblico americano.
Come il PIL Usa sotto Bush è cresciuto a una media annuale del 2.5%, la disoccupazione è invece leggermente aumentata, nell'ordine di un punto percentuale.

Nel corso dei due mandati di governo Bush si è assistito a due crisi economiche, la prima nel 2000/2001 (cause lo scoppio della bolla dot.com, cioè del mercato azionario tecnologico, e i noti fatti dell'11 settembre) e la seconda del 2007 in seguito allo scoppio della bolla nel mercato immobiliare Usa.

Nel 2006 Bush ha firmato il "Medicare Act", una legge che ha introdotto un programma di prescrizione di medicinali in base al sistema Medicare, oltre a elargire sussidi a compagnie farmaceutiche che vendono queste medicine e contemporaneamente a vietare ai governi federali di negoziare sconti con le industrie farmaceutiche.

Dei 2400 miliardi di dollari di budget del 2005, circa 401 miliardi sono destinati alla difesa.
Tale livello è in linea di massima paragonabile alle spese di difesa durante la guerra fredda.

Nel gennaio 2003 Bush ha firmato il "No Child Left Behind" Act, una legge che si concentra sul sostegno all'apprendimento dei giovani, misura il rendimento degli studenti, rifinanzia le scuole in difficoltà ed assicura più risorse per le scuole. I critici dicono che alle scuole non sono state date risorse la legge fino a che non saranno sufficientemente finanziati.



L'amministrazione Bush è stata ampiamente criticata dagli scienziati, a causa delle riduzioni di fondi per la ricerca scientifica, e delle restrizioni nella ricerca sulle cellule staminali; inoltre riguardo all'ignorare l'opinione scientifica su problemi critici come il riscaldamento globale (Bush ha rifiutato costantemente di firmare il protocollo di Kyōto) e all'ostacolo alla cooperazione con scienziati stranieri mediante l'applicazione deterrente di pratiche burocratiche di immigrazione e la concessione di visti.
Nel febbraio 2004, circa 5000 scienziati (compresi 48 premi Nobel) hanno firmato una petizione contraria all'uso fatto dall'amministrazione Bush dei consigli scientifici.
Hanno sostenuto che "L'amministrazione Bush ha ignorato i pareri imparziali espressi dai consigli scientifici su tematiche importanti per il nostro benessere comune".
La politica ambientale di Bush è stata largamente criticata dagli ambientalisti, secondo i quali la sua politica agevola le richieste dell'industria di diminuire le protezioni ambientali.