George Walker Bush |
Il battesimo di George Bush jr nel mondo politico avviene nel 1978, quando si
candida, venendo tuttavia sconfitto, alla Camera dei Rappresentanti.
Quindi in realtà la sua carriera trova inizio (e fortuna) con la fondazione
dell' industria del petrolio "Arbusto Energy", nel 1979, una società di
prospezione petrolifera e gas nata grazie a quanto gli rimaneva della sua borsa
di studio e, in massima parte, grazie ai fondi messi a sua disposizione da altri
investitori, in primo luogo dal suo socio Salim Bin Laden, fratello del
miliardario saudita Osama Bin Laden.
Tuttavia per la crisi energetica del 1979 Bush fu costretto a venderla nel 1984
a Spectrum 7, un'altra compagnia texana di ricerca di petrolio e gas, per circa
1 miliardo di dollari; ne divenne amministratore delegato.
Spectrum 7 fece
bancarotta nel 1986, ma venne salvata dall'acquisto della Harken Energy
Corporation, e Bush entrò nel suo Consiglio di Amministrazione.
Bush fu accusato di "insider trading" (sfruttamento indebito di informazioni
riservate) per aver venduto le azioni mentre era nel consiglio di
amministrazione di Harken Energy Corporation nel 1990. La Commissione di
controllo della Borsa USA (SEC) ha terminato nel 1992 un'investigazione con un
documento in cui si legge che: "Sembra che Bush non sia implicato in commerci
interni illegali", aggiungendo che il memoriale "non deve in alcuno modo essere
considerato come indicativo che la parte è stata assolta o che nessuna azione
legale possa derivarne".
I suoi detrattori affermano che l'investigazione è
stata influenzata dal fatto che il padre di Bush era al momento Presidente degli
USA, sebbene nessuna azione fosse avviata nemmeno durante la presidenza di Bill
Clinton.
Da presidente, Bush ha rifiutato di autorizzare la SEC a divulgare il
rapporto intero dell'indagine.
Dopo aver lavorato alla campagna presidenziale di suo padre, Bush jr nel 1989 acquistò i
Texas Rangers, una squadra di baseball della Major League Baseball con sede ad
Arlington, in Texas (in seguito Bush nominò uno di questi partner, Tom Schieffer,
ambasciatore in Australia).
Bush davanti allo stemma dei Texas Rangers. |
George Walker Bush divenne Presidente degli Stati Uniti d'America due volte.
Primo mandato presidenziale [20 gennaio 2001 - 2
novembre 2004]
Bush è divenuto presidente degli Stati Uniti d'America il 20 gennaio
2001 come vincitore di una delle più indecise elezioni nella storia
statunitense, sconfiggendo il democratico vicepresidente Al Gore in 30 dei 50
Stati con una vittoria per poco in cinque collegi elettorali.
Gore ha conseguito
la maggioranza dei voti popolari con circa 51 milioni di preferenze su un totale
di 105 milioni di votanti: un margine quindi di mezzo punto percentuale.
Era dal
1888 che un candidato alla presidenza, sconfitto in quanto a preferenze,
risultasse eletto grazie ai voti dei grandi elettori.
Fu decisivo per Bush il
vantaggio di circa 600 voti conseguito in Florida, stato del quale era
governatore suo fratello Jeb Bush.
Il voto della Florida, che Bush conquistò per un distacco di 2000 voti circa,
fu contestato aspramente dopo che furono espresse preoccupazioni riguardo a
fughe ed irregolarità nel processo di voto e divenne oggetto di una serie di
processi giudiziari; in particolare furono sollevate contestazioni
sull'esclusione di numerosi cittadini dalle liste elettorali in quanto privati
dei diritti politici in seguito a crimini commessi (eliminazione avvenuta in un
modo tale da provocare numerosi falsi positivi) e sulla legittimità dei voti
arrivati dall'estero, sopratutto dalle basi militari.
Dopo una decisione a
maggioranza di 5-4 della Corte Suprema degli Stati Uniti il 12 dicembre il riconteggio dei voti (in origine autorizzato dalla corte suprema della Florida)
fu interrotto in quanto era impossibile effettuarlo in tempo tale da rispettare
le scadenze legali, attribuendo quindi la presidenza a George Bush.
Ciò
naturalmente non placò le contestazioni (si notino in particolare quelle
effettuate dai deputati di colore).
I risultati dell'elezione sono ancora contestati da molti
osservatori, e i numerosi conteggi non ufficiali effettuati dai media americani
hanno attribuito la vittoria ora a uno, ora all'altro dei candidati e sempre con
scarti di risultati minimi, nell'ordine di poche centinaia.
Politica Estera
Condotta politica precedente all'attentato alle Torri Gemelle del
11.09.2001
Il programma di politica estera espresso da Bush durante la campagna elettorale
prevedeva un forte sostegno economico e politico all'America Latina,
specialmente al Messico, e una riduzione dei coinvolgimenti statunitensi in
azioni militari di esportazione della democrazia e di altre attività militari.
Infatti i suoi primi provvedimenti parvero prospettare uno scenario quasi
isolazionista per gli Stati Uniti, col disimpegno da alcuni importanti trattati
internazionali.
Tuttavia già nel giugno 2001, durante la sua prima visita presidenziale in
Europa, Bush fu fortemente criticato dai leader europei per il suo rifiuto di
aderire al protocollo di Kyōto, che prevede la riduzione nelle emissioni di
anidride carbonica nell'atmosfera, cause del riscaldamento globale del pianeta.
Il trattato è stato respinto dal Senato con la motivazione che esso avrebbe
risparmiato paesi in via di sviluppo, come la Cina, ma esso venne ratificato nel
2005, quando la Russia ne consentì l'entrata in vigore.
Ciò lasciò gli Stati Uniti, paese al mondo col più alto grado di emissioni
nocive nell'atmosfera, in una posizione politica sfavorevole al momento
dell'applicazione del Trattato stesso.
Nello stesso periodo, Bush aveva manifestato l'intenzione di ritirarsi dal
Trattato anti missili balistici (ABM) del 1972 che era stato una roccaforte
della stabilità nucleare sovietico-statunitense durante la Guerra Fredda,
ritenendo non fosse più rilevante (il ritiro ufficiale è avvenuto il 14 dicembre
2001).
Al suo posto Bush aveva programmato di impegnare risorse necessarie a dar vita a
un nuovo sistema di difesa dai missili balistici intercontinentali.
Ancora forti critiche furono sollevate da parte degli gli ambienti scientifici.
Un altro aspetto che sollevò polemiche fu la decisione di Bush di non ratificare
il trattato che istituisce la Corte penale internazionale.
In seguito all' 11/9/2001
In seguito agli attentati terroristici dell' 11 settembre 2001, il registro
amministrativo spostò drasticamente la sua attenzione sulla questione
mediorientale.
Bush si rese conto che la punizione di un atto simile avrebbe necessitato
l'utilizzo dell'esercito: nell'ottobre 2001, da parte della NATO e su
autorizzazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (anche se
l'autorizzazione è stata successiva all'inizio delle ostilità), è stato avviato
l'intervento contro l'Afghanistan per abbattere il regime talebano, accusato di
ospitare il quartier generale di Al-Qa'ida, il gruppo terroristico capeggiato da
Osama Bin Laden, accusato di aver realizzato l'attentato.
L'azione ha avuto un forte appoggio internazionale e il governo talebano è
caduto poco dopo l'invasione.
Tuttavia i successivi tentativi di ricostruzione del paese, in collaborazione
con le Nazioni Unite, sotto la direzione di Hamid Karzai si sono rivelati
problematici: Bin Laden non è mai stato catturato e i talebani non sono mai
stati completamente neutralizzati.
Un ampio contingente di truppe e di osservatori rimane tutt'oggi in Afghanistan
nella speranza di formare un governo democratico, obiettivo più volte proclamato
essenziale da parte dell'amministrazione Bush.
11 Settembre 2001, l'attentato alle Torri Gemelle |
Politica estera del secondo mandato presidenziale [20
gennaio 2005 - 20 gennaio 2009]
A predominare sulla situazione politica estera nel secondo mandato di George
Bush sono gli avvenimenti in Iraq.
Tutto comincia nel marzo 2003, quando dopo lunghe contese riguardo la necessità
di procedere al disarmo del regime iracheno, gli USA hanno dichiarato guerra
all'Iraq per spodestare il dittatore Saddam Hussein, accusato di possedere armi
di distruzione di massa e di appoggiare il terrorismo internazionale.
La guerra ha scatenato un'infinità di polemiche, con alcuni degli alleati
europei, quali Francia, Germania e Russia, contrari, ed è stata oggetto di
numerose proteste in tutto il mondo.
Non riuscendo ad ottenere l'approvazione di un intervento militare da parte del
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, richiesta dal Segretario di Stato
Colin Powell, Bush riuscì a raccogliere una "coalizione di volenterosi" che
includeva paesi come la Spagna, la Polonia e la Gran Bretagna (l'Italia ha
inviato le sue truppe, in qualità force di peacekeeping quando il governo di
Hussein era già stato spodestato).
Saddam Hussein |
Politica interna
Tra le scelte fatte dal presidente in merito alla politica
interna ricordiamo ad esempio il suo sostegno alla necessità di approvare un
emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti in favore del solo matrimonio
tra uomo e donna; ciò bandirebbe i matrimoni gay ma lascerebbe la possibilità di
unioni civili.
Bush tende ad opporsi alla discriminazione dell'omosessualità, tuttavia ha
espresso il suo apprezzamento sul giudizio della Corte Suprema di controllare la
selezione dei candidati ai college per mantenere la diversificazione fra i
sessi.
Bush incontrò la National Urban League, una delle più famose organizzazioni
americane per i diritti civili, ma è stato il primo presidente a non aver
incontrato l'Associazione Nazionale per l'Avanzamento della Gente di Colore dai
tempi di Hoover.
Per quanto riguarda la politica economica del governo Bush, decisamente ampia e
varia, si può notare come abbia subito nel tempo numerose riforme: ad esempio,
nel primo mandato quadriennale ha emanato tre differenti "act" nel 2001, 2002 e
2003 riducendo il livello generale di tassazione, le tasse sui "capital gains"
(sostanzialmente, i redditi da azioni o simili), eliminando le cosiddette
"penalità per il matrimonio" e aumentando il credito fiscale per i figli.
Al di là degli eventuali risultati a lungo-lunghissimo termine com'è ovvio tale
politica fiscale creò un notevole deficit del bilancio Usa (cancellando il
surplus creato dal governo Clinton) e aumentò in modo notevole il debito
pubblico americano.
Come il PIL Usa sotto Bush è cresciuto a una media annuale del 2.5%, la
disoccupazione è invece leggermente aumentata, nell'ordine di un punto
percentuale.
Nel corso dei due mandati di governo Bush si è assistito a due crisi economiche,
la prima nel 2000/2001 (cause lo scoppio della bolla dot.com, cioè del mercato
azionario tecnologico, e i noti fatti dell'11 settembre) e la seconda del 2007
in seguito allo scoppio della bolla nel mercato immobiliare Usa.
Nel 2006 Bush ha firmato il "Medicare Act", una legge che ha introdotto un
programma di prescrizione di medicinali in base al sistema Medicare, oltre a
elargire sussidi a compagnie farmaceutiche che vendono queste medicine e
contemporaneamente a vietare ai governi federali di negoziare sconti con le
industrie farmaceutiche.
Dei 2400 miliardi di dollari di budget del 2005, circa 401 miliardi sono
destinati alla difesa.
Tale livello è in linea di massima paragonabile alle spese
di difesa durante la guerra fredda.
Nel gennaio 2003 Bush ha firmato il "No Child Left Behind" Act, una legge che si
concentra sul sostegno all'apprendimento dei giovani, misura il rendimento degli
studenti, rifinanzia le scuole in difficoltà ed assicura più risorse per le
scuole. I critici dicono che alle scuole non sono state date risorse la legge
fino a che non saranno sufficientemente finanziati.
L'amministrazione Bush è stata ampiamente criticata dagli scienziati, a causa
delle
riduzioni di fondi per la ricerca scientifica, e delle restrizioni nella ricerca
sulle cellule staminali; inoltre riguardo all'ignorare l'opinione scientifica su problemi critici
come il riscaldamento globale (Bush ha rifiutato costantemente di firmare il protocollo di
Kyōto) e all'ostacolo alla cooperazione con scienziati stranieri mediante
l'applicazione deterrente di pratiche burocratiche di immigrazione e la
concessione di visti.
Nel febbraio 2004, circa 5000 scienziati (compresi 48
premi Nobel) hanno firmato una petizione contraria all'uso fatto
dall'amministrazione Bush dei consigli scientifici.
Hanno sostenuto che
"L'amministrazione Bush ha ignorato i pareri imparziali espressi dai consigli
scientifici su tematiche importanti per il nostro benessere comune".
La
politica ambientale di Bush è stata largamente criticata dagli ambientalisti,
secondo i quali la sua politica agevola le richieste dell'industria di diminuire
le protezioni ambientali.
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