La storia dell’energia nucleare (o
atomica, come si diceva una volta) nasce ufficialmente nel
1934 con gli esperimenti di in gruppo
di scienziati, tra i quali Enrico Fermi. Si lavorò per la realizzazione in
laboratorio della prima "reazione a catena" controllata. Nel
1942 anche gli americani diedero un
importante impulso alle ricerche sull’atomica. Il progetto, che era nato durante
la seconda guerra mondiale, aveva scopi militari. Nello stesso tempo anche la
Germania aveva attivato ricerche simili. Le prime bombe atomiche della storia
furono sganciate nel 1945 sulle città giapponesi Hiroshima e Nagasaki.
Questo evento segnò la fine della
guerra, fece un numero notevole di vittime e rese il mondo intero consapevole
della scoperta e delle sue potenzialità. Nel
1954 il presidente degli USA, Eisenhower,
inaugurò il progetto "Atom
For peace" per agevolare le applicazioni
dell'energia nucleare in campo civile e per la produzione di energia elettrica.
In 12 mesi si costruì la prima centrale nucleare della storia, il reattore
civile Borax III, che forniva energia elettrica a una piccola città
dello Stato dell'Idaho (USA).
La città giapponese di Hiroshima dopo il
bombardamento aereo.
La centrale nucleare italiana di Latina chiusa circa nel 1987 a seguito del referendum. |
La storia dell’energia
nucleare in Italia è lunga. Nasce da scienziati italiani (nel 1934 in America),
tra cui Enrico Fermi e termina nel
1987 con il referendum dopo la catastrofe di Chernobyl e la rinuncia definitiva
agli investimenti e ai progetti in corso.
Fermi già nel 1939 aveva capito che il processo di
fissione dell'uranio poteva liberare
energia sia in maniera controllata, a fini commerciali, sia in maniera
incontrollata, a fini bellici. La pila di Fermi fu
il primo esempio di reattore nucleare perché produsse la prima reazione nucleare
a catena controllata. Tra il 1946 ed il 1963 le società private (Edison, Eni;
Fiat), il mondo universitario e lo Stato (con CNRN), ricercarono e avviarono la
produzione di energia elettronucleare. Agli inizi degli anni '60 l'Italia
occupava il terzo posto mondiale per la produzione di energia elettronucleare.
Verso la metà degli anni '70 l'Italia era priva di risorse energetiche
nazionali e completamente dipendente dalle importazioni petrolifere e dal Medio
Oriente. Nel 1975 il governo
italiano varò il primo piano energetico nazionale che prevedeva anche la
costruzione di 20 impianti elettronucleari. Così in aggiunta alle precedenti
centrali di Latina, Garigliano e Trino si
cominciarono a costruire quelle di
Caorso e
Montalto di Castro e il secondo reattore
della centrale di Trino. Tuttavia
nel 1987 l'Italia, con una votazione referendaria, abbandonò lo sviluppo di questa fonte
energetica. L'opinione pubblica era stata fortemente influenzata dal più grave
disastro dell’industria nucleare: Chernobyl
(1986). Il
referendum non vietava in modo esplicito la costruzione di nuove centrali,
ma si limitava ad abolire una serie di norme che imponevano alle amministrazioni
locali di opporsi alla costruzione di centrali elettronucleari. Da lì a poco le
centrali nucleari furono chiuse e i
cantieri per la costruzione delle centrali furono anch’essi rapidamente
smantellati. Non tutti i paesi europei
hanno fatto la stessa scelta: in Germania e in Francia le centrali
elettronucleari sono molte. L'Italia importa numerose quantità di energia
elettrica in particolare dalla Francia. Questa grande incoerenza di chiudere le
centrali nucleari nel proprio paese, importando comunque questo tipo di energia
da altri paesi a prezzi molto elevati, ha sempre fatto discutere politici,
tecnici e scienziati, ma non è ancora stata risolta. La produzione petrolifera
dal 2004 è piatta e l’aumento della
domanda ha generato forti aumenti fino ad oggi. Per far fronte all’esigenza
energetica e all’inquinamento atmosferico causato dagli idrocarburi, l’ Italia
sta riportando sul territorio il nucleare. Nel
2013
inizieranno i lavori di quattro nuove centrali, la prima sarà accesa nel
2020 e le altre tre negli anni
successivi e copriranno il 25% del fabbisogno energetico italiano.
Centrali nucleari in Francia |
Comunque tutti concordano che le scorte di petrolio stanno notevolmente
diminuendo e che, quindi, è sconveniente l'idea di investire massicciamente nel
settore. Esistono altri settori di energia alternativa, come l'energia solare,
idroelettrica, eolica etc. da sviluppare maggiormente e su cui investire.
Forse è follia sia puntare tutto sul nucleare sia rinunciare all’ energia
nucleare prodotta dagli impianti esistenti in Europa.
Il dibattito politico continua: questo argomento è stato l'oggetto dell'
incontro dei "big del mondo" al Nuclear
Security Summit 2010 a Washington convocato dal presidente
americano Barack Obama durante il mese di Aprile.