LA CITTÀ NEL ‘600

Tra il Quattrocento e il Settecento prese forma in Europa un nuovo complesso di tratti culturali e, di conseguenza, vennero radicalmente modificati sia le forme che i contenuti delle vita urbana. Il nuovo ideale sgorgava da una nuova economia, quella del capitalismo mercantilistico, da una nuova struttura politica, quella di un’oligarchia o di un dispotismo accentratori, solitamente incarnati in uno stato nazionale, e da una nuova ideologia, derivata dalla fisica meccanicistica, i cui postulati fondamentali erano stati formulati molto tempo prima nei monasteri e negli eserciti. Sino al seicento questi mutamenti furono confusi e sperimentali, rivolti ad una minoranza ed efficaci soltanto in qualche zona. Ma nel seicento improvvisamente tutto prese a quadrare. L’ordine medievale incominciò a sfaldarsi per corruzione interna e da allora religione, commercio e politica seguirono ognuno la propria strada.
Sino al Seicento la nuova architettura, che esumava le antiche forme classiche per esprimere intuizioni e sensazioni moderne, produsse un nuovo senso di apertura, di chiarezza e di ordine formale. La confusione visiva che era stata tollerata nella città antica fu soppiantata da una perfetta organizzazione formale. Località brulle ed erose come il colle capitolino a Roma furono placcate di pietre e il ripido sentiero per capre si trasformò in una grandiosa scalinata. L’assestamento stradale non fu certo il meno importante dei contributi della tradizione rinascimentale; vennero anche create pavimentazioni in pietre e mattoni, scale di pietra, fontane scolpite e statue monumentali.
Questo passaggio dal Rinascimento al Barocco è spesso visto come un semplice mutamento di gusti e prospettive estetiche; ma ciò che lo rese così importante nella storia è il fatto che fu accompagnato in ogni sua fase da profonde trasformazioni politiche ed economiche. Apparvero ancora una volta quelle forze che avevano determinato l’esistenza delle città regie nel mondo antico, con pochissimi mutamenti, se non, forse, che i nuovi strumenti di potere erano ancor più efficaci e di conseguenza le piante urbane ancor più rigide e dittatoriali; ancor più indifferenti ai lenti e complessi rapporti, agli adattamenti e alle pazienti modifiche, attraverso prove e scelte, che caratterizzano i metodi di evoluzione urbana più organici. Per comprendere la pianta barocca che assunse una forma definitiva alla fine del Seicento, creando nuovi quartieri e persino nuove città residenziali per i monarchi, bisogna capire bene i passaggi di autorità e di potere verificatisi alla fine del Medio Evo.
Il termine Barocco nell’accezione secentesca è particolarmente utile a descrivere la situazione architettonica e sociale del Seicento poiché riassume i due elementi contradditori dell’epoca. Anzitutto l’aspetto metodico e astrattamente matematico, espresso dalla perfezione dei rigorosi piani stradali, nelle ordinate piante urbane, nei giardini geometricamente disposti e nell’organizzazione del paesaggio naturale. Ma nello stesso tempo, attraverso la pittura e la scultura di questo periodo, ne riassume l’aspetto sensuale, ribelle, eccessivo, anticlassico e antimeccanico, espresso negli abiti, nella vita sessuale, nel fanatismo religioso, nell’assurdo regime politico. Questi due elementi coesistettero dal Cinquecento all’Ottocento, agendo a volte separatamente ed essendo spesso tenuti in tensione entro un complesso più vasto.

 

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