Quella che vedete in questa pagina è la cornice di un prezioso incunabolo miniato della seconda metà del '400, cioè un libro che, pur essendo stampato, era decorato con raffinatissime miniature, proprio come un codice manoscritto del Medioevo. Nell'originale, al posto di queste parole, si trovava l'incipit delle Storie di Tito Livio. Che senso ha usarla come contorno del nostro lavoro per il Netd@ys2000? E' un gioco di specchi: come gli autori degli incunaboli miniati non volevano rinunciare alla decorazione che dava prestigio ai manoscritti, pur usando il nuovo strumento della stampa a caratteri mobili, così anche noi vogliamo avvalerci del nuovo senza rinunciare ai tratti pregnanti della tradizione cartacea. Infatti siamo convinti che l'era del digitale e del multimediale consenta eccezionali possibilità di diffusione e circolazione del sapere, che però non deve mai prescindere dalla ricchezza dei contenuti, i quali a loro volta debbono trarre dalla cornice che li contiene l'equivalente formale della loro completezza.

Il tema proposto quest'anno richiama in modo forte il concetto di trasmissione del sapere: noi abbiamo voluto immaginare un ipotetico scenario di trasmissione alle generazioni future, che saranno interamente legate al digitale, di quei fatti e personaggi essenziali alla comprensione del XX secolo, fiduciosi di agevolare quella selezione della tradizione che il tempo ha spesso compiuto in modo iniquo. Consapevoli di essere stati sommari e parziali, siamo consolati dall'idea di aver scelto quello che sarebbe terribile dimenticare del secolo che ci lasciamo alle spalle.













Antonio Zarotto, ed. Giovanni da Legnano, 23 ottobre 1480, Milano. Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, Inc. A IV 1