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L’impegno "ideologico" del Manzoni
La resa artistica del contenuto etico del Romanzo
Questioni critiche relative al I° capitolo.

 

A)  L’impegno "ideologico" del Manzoni
Il primo capitolo mette subito al centro la figura di Don Abbondio.

Per quali motivi? Perché tale figura mette immediatamente in primo piano i due nodi fondamentali su cui si articola romanzo: il problema etico e quello civile. Se nel seicento il mondo è corrotto, una delle prime cause di ciò è che vi sono uomini, chiamati dalla istituzione cui appartengono all'eroismo, che invece subiscono passivamente le ingiustizie dei più forti. Sarebbero chiamati all'eroismo, ed invece per pigrizia, per paura del peggio e per viltà, si adeguano, rinunciano all'azione. Don Abbondio non è direttamente malvagio, ma non ha la forza necessaria per agire sulla realtà. E quindi egli si fa complice dei malvagi.

Deve pertanto risultare chiaro fin dall'inizio che il problema etico per il Manzoni è indissolubilmente legato a quello politico. I Promessi Sposi sono un romanzo anche politico perché hanno un fine morale: accusando la mancanza di coscienza etica dei vari livelli della società seicentesca, il Manzoni ne pone in rilievo è anche il decadimento politico.

Se, viceversa, la situazione politica del tempo del Manzoni, soprattutto relativamente al fallimento dei moti del '21, è stata afflitta da un pesante insuccesso, ciò è dovuto alla mancanza di corretta coscienza nel popolo.

Il popolo va educato, e l'arte è uno strumento fondamentale di questa educazione.

Per la figura di don Abbondio, il Manzoni si attiene al principio da lui formulato nelle Osservazioni sulla Morale Cattolica: il male non è causato dalle istituzioni che non funzionano, ma dal cattivo uso che ne fanno i singoli.

B)La resa artistica del contenuto etico del Romanzo
Il tema è quello di una resa narrativa o meglio espressione narrativa. La sapienza del Manzoni in questo ambito è grande fin dall'inizio. Già nel primo capitolo, l'alternanza delle parti descrittiva e informative e dialogiche è sorvegliata e calibrata. È possibile parlare di una suddivisione in sei parti, tre informativo-descrittive e tre rappresentative, secondo questo schema:

PARTI INFORMATIVE PARTI RAPPRESENTATIVE (=D'AZIONE)
1 – Descrizione paesaggio 2 – passeggiata di Don Abbondio
3 – Descrizione Bravi e ragioni storiche del loro trionfo 4 – dialogo Don Abbondio-Bravi
5 – Descrizione psicologia di Don Abbondio e sue ragioni storiche 6 – dialogo fra Don Abbondio e Perpetua

Delle sei parti quattro sono dedicate a Don Abbondio per rapporto diretto e due per rapporto indiretto, perché il paesaggio-scenario, oltre che essere tale per realtà di natura, corrisponde anche al suo ozioso desiderio di tranquillità, mentre i bravi corrispondono alla violenza umana che contrasta tanto al sogno dell'uomo quanto alla realtà della natura.
Con l'illustrazione di questa solida e compatta struttura, dimostriamo anche la forte interdipendenza che esiste fra il mondo "ideologico" e la sua resa artistica: uno dei capisaldi della nostra visione critica del romanzo.

C) Questioni critiche relative al I° capitolo
Qualcuno ha accusato il M. di essere troppo minuzioso e un po' pedante nella descrizione iniziale del paesaggio. Bisogna rispondere con tre precise affermazioni:

  1. La descrizione ha motivazioni di natura geografica ed autobiografica (il M. descrive i luoghi della sua infanzia).
  2. La descrizione ha motivazioni narrative: serve a preparare il 'restringimento di campo' che porterà dalla grandiosità dell'orizzonte iniziale alla particolare stradicciola in cui passeggia don Abbondio.
  3. Il M. ribadisce fin dal I° capitolo la sua poetica, imperniata sul realismo: l'arte non ha come fine la creazione di un mondo fantastico e diverso dal reale, ma serve a procurare una conoscenza autentica del reale, perché su di esso si possa poi operare a vantaggio dell'uomo.

A questa questione del realismo descrittivo in apertura del romanzo, si affianca poi l'altra, dell'impiego fin dall'inizio delle parti storiche, già qui abbondantemente presenti (le gride sui bravi).
La questione è della massima importanza, perché investe il cuore della poetica del M.: nella Lettre à monsieur Chauvet, la questione del rapporto storia-poesia è già ampiamente trattato. La storia deve narrare i fatti, mentre la poesia, l'arte, intuisce i drammi psicologici individuali delle anime dei protagonisti che nella storia agiscono. Il realismo manzoniano si colora dunque fin dall'inizio di psicologia. Nella concezione di romanzo storico vediamo poi che il M. accetterà anche la presenza di personaggi di pura fantasia, purché verisimili, cioè tali da integrarsi profondamente nel substrato storico del romanzo. Due sono adunque gli ingredienti fondamentali della poetica manzoniana: realismo psicologico e poetica del verisimile. Il verisimile, come si vede, giustifica e fa da traino al momento creativo e fantastico.

Il problema è ora per il M., di fronte all'arduo compito della realizzazione concreta di questo programma, di vedere le dosi in cui mescolare assieme i suoi ingredienti, ossia: a) la pagina storica, b) la pagina di realismo psicologico, c) la pagina di creazione fantastica guidata dal verisimile.

Com'è noto, illustri personaggi, come Wolfgang Goethe, ebbero a lamentarsi delle "escrescenze storiche" di cui il romanzo sarebbe affetto. Si tenderebbe a dimenticare la storia, il romanzo, per via dell'eccesso di documentazione storica. La risposta precisa a questa obiezione (condivisa anche da Niccolò Tommaseo), è che in realtà la storia non è un sovrappiù: al primo polo costituito dalla figura di don Abbondio, polo centrale, come dicevamo, si affianca il secondo polo, la storia appunto: la storia serve come exemplum, come mezzo per illustrare una problematica morale e politica, che al M. sta a cuore. Ecco il senso del soffermarsi sulla situazione storica che ha reso possibile sia l'esistenza di figure come quelle dei Bravi, sia come quella di Don Abbondio. Senza la storia che è premessa indispensabile dell'agire dei singoli, anche i singoli personaggi sarebbero privi di spessore, di autenticità. La digressione sui bravi è presupposto narrativo irrinunciabile alla presentazione del personaggio di Don Abbondio. Concludendo diremo che il sottile legame fra la viltà morale di Don Abbondio e la situazione di decadenza storica e politica del Seicento lombardo, che rende possibile lo spadroneggiare dei bravi, è il vero nucleo genetico vitale del I° capitolo del Romanzo.

 

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