Iniziando questo romanzo entriamo subito in contatto col
protagonista, Roberto Bata, giornalista milanese dalla carriera non brillantissima,
tiranneggiato da un capo-redazione cinico e sprezzante, Tevigati, e notevolmente oppresso
da una vita grigia e di routine. Unica sua consolazione, il dedicarsi per
diletto, dopo le insoddisfacenti giornate di lavoro, alla letteratura: un mondo tutto suo,
in cui dare libero sfogo al proprio desiderio di autenticità e di genuinità umana. Il
giornale in cui Roberto lavora, Prospettiva, è il classico settimanale a grande
tiratura, con le leggi spietate delle gerarchie interne, la sistematica riduzione di ogni
realtà a fatto mondano, stereotipo di una information
society ormai strapotente.
Ma in questo orizzonte pieno di frustrazione e dolore - dove nemmeno la vita coniugale
offre a Roberto un'autentica compensazione al suo male di esistere - capita d'improvviso
una apparentemente piccola smagliatura, destinata in realtà a sconvolgere l'intera
esistenza del nostro protagonista. Roberto riceve l'incarico di intervistare un'attricetta
che ha recitato in uno spettacolo teatrale, tratto dal testo di un celebre letterato. Egli
si reca a teatro, ed attende l'attrice, certa Maria Blini, dopo lo spettacolo. Per poterla
intervistare, la segue al ricevimento organizzato in una casa della Milano bene, e, dopo
la breve ed alquanto sbrigativa intervista concessagli, egli viene dall'attrice stessa
presentato a Marco Polidori, l'autore del testo da cui lo spettacolo era stato tratto. Con
grande sorpresa di Roberto, l'attrice riferisce a Polidori che anch'egli si dilettava a
scrivere romanzi. L'imbarazzo già grande di Roberto cresce a dismisura, poiché Polidori
s'interessa a lui e al suo lavoro, arrivando persino a domandargli un pubblico parere
sulla serata a teatro. Roberto non si trattiene, ed esprimendo un giudizio estremamente
sarcastico e negativo, pare proprio essersi giocato ogni credibilità in quel salotto
mondano e snob, ma Polidori risolve la tensione a tutto favore di lui, con un'abile
battuta. Alla fine Polidori gli domanda se non ha nulla da fargli leggere, e Roberto non
può sottrarsi alla sensazione di straordinaria attrazione
che gli causa l'idea di essere stato notato da un uomo del successo e della posizione di
Polidori.
Nel frattempo continua la sua vita solita, ma egli si reca nell'Hotel milanese e porta le
fotocopie del suo lavoro. Quando Polidori lo richiama invitandolo a bere qualcosa, il
lettore - insieme a Roberto - è già trasferito nell'atmosfera affascinante ed attraente
del colpo di fortuna inaspettato, destinato a cambiare la vita. Polidori esprime sul
lavoro di Roberto un giudizio estremamente lusinghiero, evidenziandone la freschezza, la
genuinità: in una parola la mancanza di mestiere letterario, che fa di Roberto on outsider
geniale.
Marco Polidori non ha riserve nel suo apprezzamento: come si conviene ad un personaggio
della sua fama e del suo potere, inizia a prospettare a Roberto una nuova realtà, quella
del letterato affermato, che ha il coraggio di prendersi i rischi necessari per affermare
il suo talento, per liberarsi dalle catene di una vita troppo ordinata e monotona: il
modello di una vita creativa, insomma, contrapposto alla routine della certezza
di un impiego fisso. Per completare il suo libro, continua Marco, Roberto ha bisogno di
nuove condizioni di lavoro. Perché non accettare un incarico presso una rivista del
Ministero del turismo e dello spettacolo a Roma, dove il tempo a sua disposizione per il
romanzo sarebbe stato sicuramente maggiore che a Milano? Se Roberto avesse voluto dare una
svolta alla propria vita, egli lo avrebbe aiutato a pubblicare il libro, terminato che
fosse.
E' così che Roberto trova la forza per licenziarsi da Prospettiva, e trasferirsi
a Roma. Inizia pertanto un nuovo periodo nella vita di Roberto, il quale si rende conto di
affidarsi in questo modo al suo mentore, da cui è certo affascinato, ma che rappresenta
anche per lui un costante termine di confronto, un modello che egli si sforza
implicitamente di raggiungere. Un rapporto ambivalente
insomma, dai potenziali contenuti distruttivi.
Ma il lettore, che vede le cose sempre attraverso gli occhi di Roberto, assiste anche alla
generosità veramente commovente, ai modi paterni di Polidori verso il suo giovane
protetto e amico. Molti elementi interessanti emergono dal nuovo ambiente romano in cui
Roberto viene a trovarsi immerso. Innanzitutto quello della rivista, trimestrale, che si
rivela ben presto un piccolo feudo ad uso e consumo di Polidori, naturalmente a spese del
ministero, dove Roberto si trova di fronte a misteriosi e poco gradevoli colleghi, non
certo oppressi da ritmi di lavoro stressanti, o paragonabili a quelli di Milano. Con uno di questi in particolare Roberto si trova in
più stretta vicinanza, perché, dopo un periodo di soggiorno in un motel a spese di
Polidori, egli decide di condividere con lui il suo appartamento.
Non solo la vita professionale, ma, com'è lecito aspettarsi, anche quella sentimentale di
Roberto viene sconvolta dal suo trasferimento a Roma. Alla fine della sua prima settimana
di lavoro, egli si ritrova solo passeggiando per le strade della capitale, e, casualmente,
reincontra Maria Blini: solo a questo punto il lettore si rende conto che questa donna era
stata la causa di tutti i mutamenti nella vita di Roberto, e non lo sorprende più che ora
Roberto la riveda con occhi completamente differenti. Nasce infatti un'attrazione per lei, che bene si colloca in questo nuovo
orientamento di scoperta e conquista che ora la vita di Roberto ha preso.
Questa attrazione ed il rapporto con Marco Polidori divengono insensibilmente i poli della
nuova condizione esistenziale di Roberto. Il potente protettore lo contatta
periodicamente, e lo mette progressivamente in contatto con molti, se non con tutti i
settori della sua vita, professionale e non solo. Gli presenta critici di grido, lo
ammette, insieme a Caterina, moglie di Roberto, nel suo ambito famigliare, presentandogli
la consorte con cui ha un rapporto molto sofferto; lo coinvolge in un'avventura
inaspettata, un lancio col paracadute, insieme a una ragazza con cui Polidori ha una
relazione; lo invita assieme alla moglie ad una festa esclusivissima della Roma che conta,
presente quasi tutto il governo, e tutta una classe dirigente, su cui Polidori non
risparmia giudizi tanto sprezzanti quanto penetrantissimi.
Preso in questo vortice tutto dominato dal carisma e dal fascino del suo nuovo modello, il
lettore si accorge sensibilmente che la vera grande assente è la vena creativa: la facilità di scrivere decresce
progressivamente, proprio perché la scrittura perde il ruolo compensatorio che aveva
precedentemente; ora Roberto sta vivendo il suo riscatto sociale e professionale, ed anche
quello umano e sentimentale. E, sebbene egli creda che i due binari siano distinti, in
realtà esiste un profondo legame anche fra la sua storia con Maria Blini e la sua
amicizia con Marco Polidori. Maria vorrebbe stringere con Roberto un legame completo ed affidarsi completamente a lui, ma
qualcosa glielo impedisce: ed è proprio questo che fa impazzire Roberto dal desiderio di
conquistarla ed averla definitivamente per sé.
Ma altre, inquietanti scoperte sono destinate a disvelare all'ignaro Roberto tutta la
pericolosità della sua nuova situazione: attraverso Bedreghin, il collega, egli viene a
conoscenza di un aspetto occulto di Polidori. Spinto dalla curiosità e frugando di
straforo nella stanza del collega, egli viene a conoscenza del fatto che Polidori si serve
di Bedreghin come di un prestanome per molti suoi lavori. Roberto non arriva a cogliere
tutta la portata di questa sua scoperta: è ancora troppo preso dal suo innamoramento per
Maria. Ma anche sotto questo versante le sorprese non tardano a venire. Attraverso un
susseguirsi di colpi di scena efficaci, Roberto viene a capire definitivamente quel che il
lettore sospettava già da tempo: anche Maria è una parte della vita di Polidori, è
l'amante di Polidori stesso, ed egli non può averla perché ella è legata a lui da
profondi e complessi motivi, non solo d'interesse. Nel frattempo, con molta fatica e
titubanza, Roberto ha anche terminato la sua riscrittura del romanzo: la fa pervenire a
Marco. Ma, quando la scoperta della relazione con Maria, rende ormai vana la precedente
amicizia con Marco, e Roberto decide di abbandonare Roma e questa situazione ormai
intollerabile, avviene la scoperta definitiva e più traumatica: nella vetrina di una
libreria, Roberto nota il lancio editoriale dell'ultimo libro di Polidori. Sorpreso,
Roberto ne acquista una copia, inizia a sfogliarla, e... incredulo deve credere ai suoi
occhi, quando si accorge che si tratta della prima redazione del suo romanzo, con quasi
nessuna modifica. Roberto decide di affrontare l'ex amico,
ma la sua reazione ancora una volta lo spiazza e lo sconfigge. Fare uno scandalo? Ne
avrebbe Roberto la forza? Il secondo libro? Una brutta copia del primo, un lavoro falso,
pieno di presunzione e di smanie letterarie: un fallimento completo, insomma.