Presentazione
Durata
dal 5 Novembre 2025 al 8 Aprile 2026
Descrizione del progetto
Nel frangente storico che stiamo vivendo l’Europa appare in grave crisi. Afflitta da problemi strutturali quali il declino demografico e la dipendenza energetica, incapace di dare una risposta comune ed efficace alle emergenze geopolitiche (i conflitti armati in Ucraina e in Palestina, la guerra dei dazi scatenata da Trump), l’UE sembra destinata a svolgere un ruolo subalterno nel mondo che verrà. Il tenore di vita, la coesione sociale, le stesse istituzioni democratiche nel nostro continente sono ora a rischio.
Come si è arrivati a questa situazione, e a quali risorse possiamo fare appello per uscirne? Per cercare di chiarirlo, il cineforum di quest’anno, accantonate le tematiche mitologiche, propone sei film che riflettono sull’identità europea, su ciò che ci accomuna in quanto cittadini del Vecchio continente e sulle divisioni legate alle rispettive appartenenze nazionali, che ostacolano il progetto di un grande Stato federale.
Strutturata in ordine cronologico, la rassegna ripercorre alcune tappe significative del cammino dell’Unione. L’Europa vi figura di volta in volta come un sogno di là da venire, un miraggio illusoriamente a portata di mano, un fantasma svuotato di senso: mai come una solida realtà. Questa “casa comune”, che non abbiamo portato a termine dopo averne gettato le fondamenta, basterà a ripararci dalla tempesta in arrivo?
Film in programma
Quando l’Unione era un sogno
Come testimonia il Manifesto di Ventotene, l’ideale europeo nasce dall’esperienza delle guerre che hanno lacerato il continente, per secoli e in particolare nel Novecento. I primi due film mostrano le conseguenze devastanti di queste divisioni, ma anche l’esigenza insopprimibile di superarle, riappropriandosi di un’identità comune.
Mercoledì 12 novembre
Diplomacy – Una notte per salvare Parigi di Volker Schlöndorff (2014, 84’)
Due mesi e mezzo dopo lo sbarco in Normandia, i nazisti stanno per ritirarsi da Parigi. Hitler è categorico: la città va rasa al suolo, per lasciare agli Alleati solo un cumulo di macerie. In un drammatico colloquio notturno, un diplomatico svedese tenta di convincere il comandante della guarnigione tedesca a non eseguire l’ordine… Teso dramma da camera, ricostruzione romanzata di un episodio della Seconda guerra mondiale. La vera posta in gioco è il futuro dei rapporti fra Francia e Germania, due nemiche storiche che diventeranno l’asse portante dell’Europa postbellica.
Martedì 25 novembre
Cold War di Pawel Pawlikowski (2018, 89’)
Nella Polonia dei primi anni ’50, la relazione fra un pianista e una corista di una compagnia di danze popolari si interrompe quando lui fugge all’Ovest e lei non osa seguirlo. Si ritrovano anni dopo a Parigi: si amano ancora, ma lei non riesce ad ambientarsi all’estero, mentre lui non può tornare in patria se non rischiando l’arresto… La Guerra fredda raccontata come un lancinante melodramma in bianco e nero: la separazione fra i due innamorati divisi dalla Cortina di ferro simboleggia la lacerazione di un intero continente, mentre nella musica si riflettono differenze e contaminazioni fra culture.
L’età dell’EUforia
Negli anni Novanta e nei primi Duemila l’Europa pare avviata verso un futuro radioso. La caduta del Muro spalanca orizzonti fino a poco prima impensati e la moneta unica sembra un passo decisivo verso l’integrazione del continente. Ma si delinea anche il profilo di un’Unione fondata sul benessere economico e sull’edonismo, anziché sugli ideali dei Padri fondatori.
Martedì 20 gennaio
Tre colori – Film Bianco di Krzysztof Kieslowski (1994, 91’)
Parigi, primi anni ’90: la francese Dominique divorzia dal marito polacco Karol, che non riesce a soddisfarla a letto. Messo alla porta e lasciato senza un soldo, l’uomo è costretto a tornare in patria, dove si risistema finanziariamente e progetta di prendersi una rivincita… Ancora una relazione di coppia come metafora del tentativo di popoli diversi di congiungere i loro destini. Kieslowski si interroga sul futuro dell’Europa, che si allarga a Est dopo il crollo dei regimi comunisti: ma può funzionare un’unione basata sui “valori” dell’Occidente neoliberista (sesso e denaro) anziché sull’ideale dell’uguaglianza?
Martedì 17 febbraio
L’appartamento spagnolo di Cédric Klapisch (2002, 120’)
Atteso da una carriera al Ministero delle finanze, il parigino Xavier parte per Barcellona con una borsa di studio dell’UE per finire gli studi di Economia e commercio. In un alloggio preso in affitto assieme ad altri coetanei di vari Paesi vivrà esperienze e avventure che forse gli cambieranno la vita. Un film generazionale costruito intorno al “progetto Erasmus”, che favorisce la circolazione degli studenti universitari per rafforzare l’integrazione fra gli Stati membri. L’appartamento condiviso rappresenta l’Europa del futuro, dove mentalità e abitudini diverse non sono un ostacolo ma un arricchimento: illusioni di gioventù?
Le crisi del presente
Gli anni che stiamo vivendo segnano da un lato l’avanzata delle destre xenofobe e nazionaliste, dall’altro il declino demografico, economico e geopolitico del continente. L’UE rischia di rimanere un’istituzione svuotata di senso, in cui ogni Paese persegue i propri interessi e l’unico obiettivo comune rimane la difesa delle frontiere esterne dai flussi migratori.
Martedì 3 marzo
Una spiegazione per tutto di Gábor Reisz (2023, 127’)
Dopo aver fatto scena muta all’esame di maturità, il diciottenne Abel accusa un professore progressista di averlo bocciato per via della coccarda tricolore appuntata sulla giacca: simbolo patriottico, ma anche del partito ultraconservatore di governo. Strumentalizzata dalla stampa, la vicenda diventa un caso nazionale. Dall’Ungheria pioniera della “democrazia illiberale”, un film emblematico di un presente in cui il rifiorire dei nazionalismi polarizza l’elettorato e i contrapposti pregiudizi avvelenano ogni dibattito pubblico. Che Unione può essere quella fra Paesi così divisi anche al loro interno?
Martedì 31 marzo
Green Border di Agnieszka Holland (2023, 153’)
Alla frontiera fra Polonia e Bielorussia si incrociano le esistenze di un gruppo di profughi siriani, di alcuni attivisti per i diritti umani che li assistono e dei militari incaricati di rimandarli con la forza al di là del confine. In un bianco e nero livido, basandosi su testimonianze reali e intrecciando i punti di vista, Holland denuncia la prassi dei respingimenti brutali, illegali e inumani con cui l’Europa si oppone ai flussi migratori, e mostra come queste politiche affondino le radici in un clima di diffusa indifferenza e xenofobia. Testimoniando un altro rischio che minaccia l’Unione e la svuota di senso: quello di tradire tutti i suoi principi ideali.
Obiettivi
- Promuovere la riflessione sull’identità comune europea e sulla sua coesistenza, talvolta problematica, con le diverse specificità nazionali, anche nella prospettiva di una maggiore apertura della scuola all’internazionalizzazione.
- Approfondire in modo interdisciplinare (grazie alla compresenza di insegnanti di materie diverse) temi legati all’educazione civica e alla storia contemporanea, a cui non sempre è possibile dedicare un rilievo adeguato nella didattica ordinaria, come la storia dell’Unione Europea e il suo ruolo negli equilibri geopolitici mondiali.
- Sviluppare la conoscenza del linguaggio cinematografico, che, oltre a rappresentare un obiettivo in sé in un liceo che vanta un indirizzo di Comunicazione, risulta particolarmente funzionale (per l’immediatezza e la forza di suggestione delle immagini) a veicolare l’interesse degli studenti per quanto succede nel mondo.
- Facilitare l’interazione e lo scambio di idee fra docenti e studenti in un contesto più informale e disteso rispetto alla didattica ordinaria.
- Favorire la conoscenza e la socializzazione fra studenti di classi diverse, promuovendo la creazione di un clima inclusivo e collaborativo.
- Incentivare una partecipazione attiva al dialogo educativo attraverso le discussioni successive alle proiezioni, in cui gli studenti sono stimolati a intervenire in prima persona, sviluppando l’attitudine ad argomentare e confrontare i propri punti di vista.
Partecipanti
Tutti gli alunni della scuola, corso attivato con minimo 12 iscritti. Docente referente Professor Nicola Stanchi.
Allegati nella galleria multimediale i programmi Cineforum degli anni passati.