LA GUERRA FREDDA

 

La Seconda Guerra Mondiale, si era conclusa con la sconfitta nazifascista e il mondo finalmente sembrava tirare un sospiro di sollievo. L'unione di intenti fra gli occidentali e i socialisti russi verificatasi per sconfiggere il comune nemico nazista non poteva durare a lungo, così a partire dai trattati di Jalta e poi con la conferenza di Parigi, si presero una serie di decisioni destinate a mutare l'assetto politico ed economico del nostro continente. In seguito questo portò alla divisione del mondo in due blocchi contrapposti guidati da USA e URSS, a ovest un'area di influenza statunitense e a est un'altra sotto quella russa. Fu così che l'Unione Sovietica di Stalin diventò leader di una serie di "paesi satelliti" da essa controllati politicamente ed economicamente, che costituivano il cosiddetto "blocco orientale". Essi, cioè Polonia, Cecoslovacchia, Romania e Bulgaria, inizialmente erano governati da esecutivi democratici e semplici alleati dell'URSS, mentre in seguito, sotto le direttive di Mosca si introdussero riforme che, abolendo la democrazia, crearono repubbliche popolari filosovietiche dipendente economicamente dagli stessi russi. Per quanto riguarda questi paesi possiamo dire che l'adesione al blocco orientale agevolò certamente il processo di liquidazione delle vecchie classi dominanti borghesi. Innovazioni, con riforme agrarie e scolastiche di tipo popolare, allargarono il consenso intorno al partito comunista insieme ad un'associazione che favoriva gli aiuti economici: il Comecon (Consiglio di mutua assistenza economica). Intanto i sovietici promossero il Patto di Varsavia, un'istituzione di tipo militare che permetteva all'Armata Rossa il controllo di queste zone. Ciò consentì più volte ai russi di reprimere le aperte insofferenze contro Mosca, sia con la sostituzione di dirigenti poco graditi, sia con una vera e propria invasione militare del paese. Fu così a Berlino nel 1953, in Polonia e in Ungheria nel 1956 e ancora in Cecoslovacchia nel 1968. Essi conobbero, come era accaduto già in URSS, i loro processi che si conclusero con "purghe", con l'emarginazione o la condanna a morte degli accusati.

L'opposizione dei due blocchi portò ad un conflitto indiretto di tipo politico e diplomatico, chiamato per questo Guerra Fredda. Le sue ragioni, cioè quelle della rottura fra le forze che avevano combattuto il comune nemico nazifascista, sono da ricercare negli orientamenti politici americani, che dopo la morte di Roosevelt portarono alla Casa Bianca Truman. Questa amministrazione alimentava infatti all'interno una disperata campagna anticomunista e aggravava la situazione con un progressivo irrigidimento verso l'Unione Sovietica. Particolare fu la repressione nei confronti degli oppositori politici; nel blocco orientale al culto della personalità di Stalin si accompagnarono uccisioni ed emarginazione nei confronti di chi era avverso al regime (spesso essi venivano segregati in campi di concentramento, i gulag ). L'aspetto militare, purché celato, era considerevole, in quanto si verificò una vera e propria corsa agli armamenti. Le due superpotenze potenziarono, sostenendo enormi costi, i loro arsenali , venne realizzata la bomba H, all'idrogeno, mille volte più potente delle prime atomiche, si costruirono diversi tipi di missili capaci di contrastare ogni attacco, le nuove tecnologie si applicarono a potentissimi aerei e a mezzi marini. Tranne i pochi casi (come la guerra in Corea o in Vietnam), non si arrivò ad una guerra aperta perché la pace si reggeva sulla paura di un conflitto che coinvolgendo due enormi arsenali a base nucleare, avrebbe potuto provocare la effettiva distruzione del pianeta; ciò era definito "equilibrio del terrore".