Nella prima tappa della nostra scoperta, abbiamo deciso di visitare il Museo dell'Eur, dedicato alla civiltà romana. Esso consente infatti uno sguardo d'insieme a tutte le epoche storiche, ed anche ai monumenti che poi andremo a visitare nel loro luogo reale. In particolare, i calchi della colonna traiana, esposti sequenzialmente in un corridoio, sono uno strumento indispensabile per lo studio della colonna. Dovendo opportunamente selezionare alcuni elementi di approfondimento, abbiamo dedicato la nostra attenzione e studiato in particolare questi argomenti:


La prima scoperta risale al 1568, quando dal Palazzo Peretti, sotto cui era sempre rimasta interrata, riapparvero nove blocchi scolpiti. Nel 1859 viene scoperto il rilievo di Enea, ma il monumento è stato identificato solo nel 1879 dall'archeologo tedesco von Duhn. Furono così intrapresi nel 1903 i primi scavi regolari. Nel 1937 in occasione del bimillenario dell'impero gli scavi furono interamente conclusi e furono recuperate le due fiancate dell'altare. Si iniziò a ricostruire il monumento nel padiglione costruito appositamente presso il Mausoleo di Augusto. Il 23 settembre 1938 fu inaugurato. La creazione dell'Ara Pacis è ricordata dallo stesso Augusto nelle Res Gestae. L'ara, votata il 4 luglio del 13 a.C., fu dedicata il 30 gennaio del 9 a.C. Dedicare un'ara significava fare una cerimonia ufficiale con significato politico e religioso, come si vede bene dal particolare qui sotto risportato.


Ara pacis: un particolare della processione sud: subito a destra dei 
flamines, vediamo Agrippa (genero dell'imperatore), il piccolo Gaio Cesare, Giulia, la figlia
di Augusto, e Tiberio, il futuro imperatore.

Il significato di quest'ara è di esaltare la pace che Augusto aveva instaurato dopo il terribile periodo delle guerre civili. Anticamente era situata presso la via Flaminia, in prossimità del pomerium, il limite sacro della città. Nel II secolo d.C. poichè il livello del Campo Marzio si innalzò, il monumento venne isolato attraverso un muro di mattoni per evitare che sprofondasse, e questo fatto ne ha causato la scomparsa, cosa che ce lo ha conservato attraverso i secoli.
Si compone di un recinto rettangolare su podio, misurante m. 11,65x10,625, al quale si accedeva per mezzo di una scala. Nei lati più lunghi, orientati sull'asse est-ovest, si aprivano due grandi porte. All'interno del recinto l'altare si innalza su tre gradini, altri cinque permettevano al sacerdote di raggiungere la mensa. Il recinto presenta una ricca decorazione scultorea. All'esterno i pannelli sono inquadrati  tra lesene marmoree. La zona inferiore presenta una tessitura di girali di acanto, che si dipartono simmetricamente da un unico cespo centrale; qui figurano anche animali. Nei lati lunghi la zona superiore presenta quattro quadri marmorei con scene mitologiche e allegoriche.


La colonna traiana è composta da 114 formelle, che costituiscono un ininterrotto fregio coclide, ossia a spirale, come una conchiglia. E’ stata inaugurata nel 113 d.C. per commemorare le campagne vittoriose dell’imperatore Traiano in Dacia nel 102-104 e 105-106. La colonna è servita anche come tomba di Traiano; infatti, le sue ceneri erano conservate nel basamento della colonna. Ci sono 200 metri di rilievi; questi hanno carattere documentario e potrebbero essere le raffigurazioni dei commentarii traianei. Quest’idea è rafforzata dal fatto che la colonna ha una forma che ricorda il volumen. Inizialmente la colonna era posta tra le due biblioteche, una latina e l'altra greca, e la Basilica Ulpia; questo favoriva la visibilità delle sculture, ossevabili nella parte superiore solo da un punto di visuale elevato. Alla colonna ha lavorato un solo artista, detto dagli studiosi "Maestro delle imprese di Traiano", da alcuni identificato con l'architetto del foro traianeo, Apollodoro di Damasco. I fregi originariamente erano policromi. Le raffigurazioni sono schematizzate e alcune scene si ripetono. L’imperatore è raffigurato 60 volte.
Chi volesse farsi un'idea più completa dell'aspetto reale delle formelle, può raggiungere questa pagina sulla prima guerra dacica, e quest'altra sulla seconda.

Diamo di seguito, a titolo d'esempio, la descrizione delle prime dieci formelle:

1-2-3: fortificazioni romane sul Danubio.




4-5: l’esercito passa il Danubio, che viene personificato.


6: primo consiglio di guerra dell’ imperatore.

7: lustratio per inaugurare l’accampamento
8: adlocutio dell'imperatore alle truppe.


9: costruzione dell'accampamento (castra).

10: Traiano sorveglia la costruzione dell'accampamento, accanto al quale ne sorge un altro.


Il celebre plastico, che raffigura Roma all'età di Costantino (313 ca. d.C.), ci è stato particolarmente utile per farci un'idea visivamente concreta dell'aspetto della città antica, e di quanto sia povero, seppure affascinante, l'aspetto delle attuali rovine. Forse anche noi moderni, che spesso ci riteniamo "superiori" agli antichi, portatori di una civiltà più evoluta e progredita (d'altronde anche gli antichi avevano lo stesso sentimento verso tutti quelli che sottomettevano), non riusciremmo a credere ai nostri occhi, se potessimo rivedere anche per un istante lo splendore di Roma imperiale, il livello di incredibile ed affascinante bellezza dei suoi monumenti, delle sue piazze, vie, abitazioni...


Particolare del plastico: sono visibili sulla sinistra il Foro di Traiano con la colonna,
seguito dal Forum Augusti. Al centro, sopraelevato, il Campidoglio col tempio di
Juppiter Optimus Maximus, l'imponente mole del Tabularium a destra
del tempio, e subito dietro la Basilica Julia.


All'estremità inferiore si può notare il Pantheon, subito davanti i Saepta Julia, il luo-
go dove il popolo romano era solito votare, seguiti dal Porticus divorum. Sull'angolo
sinistro l'Iseum et Serapeum.


templi di Apollo e di Bellona con il porticus Octaviae