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Eccoci alla parte più squisitamente milanese del nostro lavoro, dove
entreremo nel merito delle cinque giornate, celeberrimo episodio del nostro Risorgimento.
L'obiettivo che ci siamo posti qui, è di fornire un'informazione puntuale sui fatti
accaduti in quei memorabili cinque giorni, ma anche di mostrarne i presupposti
storico-ideologici, non solo in riferimento al resto d'Italia, ma anche in un contesto
europeo.
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Nella sezione Le cinque giornate: i fatti cerchiamo di riprodurre
l'atmosfera che regnava in città anche nei momenti precedenti al marzo, allo scopo di
renderci conto della vera natura di quello scoppio insurrezionale, che forse sarebbe
troppo semplice definire spontaneo. Lo sviluppo del moto sarà poi seguito giornata per
giornata, mettendo in evidenza per ciascuna i fatti più importanti. Qui non troverete
valutazioni critiche del moto milanese, ma un semplice "diario" dei fatti,
corredato da una documentazione fotografica tratta dal bel volume Il quarantotto
milanese, a cura di Leopoldo Marchetti e Marino Parenti, ed. Istituto Geografico De
Agostini, Novara, 1948, pubblicato in occasione del centenario delle cinque giornate, e
messoci gentilmente a disposizione dal civico Museo del Risorgimento di Milano, della cui
collaborazione sentitamente ringraziamo. Per valutare appieno lo straordinario repertorio
fotografico di questo volume, abbiamo pensato di collocare qui Þ quelle immagini che non abbiamo potuto inserire nel testo. Chi
fosse interessato a vederle, può cliccare sulla macchina fotografica. |
Di seguito, presentiamo una sezione dal titolo 1848: quale popolo?, di cui
abbiamo sentito la necessità, per cercare di rispondere alla domanda, che spontaneamente
ci è sorta, intorno alla reale composizione ed estrazione sociale degli insorti milanesi.
Abbiamo cercato, in essa, di evidenziare anche il ruolo giocato nella generale
insurrezione lombarda dai contadini delle campagne, come pure il ruolo che il melodramma e
la musica popolare in generale ebbero per la diffusione degli ideali risorgimentali.
Crediamo che questa sezione risponda all'esigenza di un'indagine, per quanto nei nostri
limiti, rigorosa, e soprattutto, scevra da troppo facili agiografie o da posizioni
semplicistiche, che pure sono ancora troppo di moda nel trattare argomenti così legati
alla nostra storia contemporanea. Ecco pertanto la trattazione sui caratteri dell'economia
lombarda negli anni '15-'48 |
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Infine abbiamo pensato di concludere la parte
centrale del nostro lavoro, dedicata alla nostra città, con un'indagine su I protagonisti della
rivoluzione milanese, concentrandoci soprattutto su una delle figure intellettuali più
alte, fra quelle che presero parte attiva al moto insurrezionale: quella di Carlo
Cattaneo. Grazie all'analisi della sua formazione, della sua visione circa le maggiori
questioni politiche del '48 italiano ed europeo, abbiamo avuto la netta sensazione che il
moto milanese, pur fermi restando i caratteri obiettivamente diversi da quelli della
massima parte delle altre esperienze, ebbe un sottofondo teorico ed ideale che bene lo
colloca in un ambito europeo. Certo esso non fu solo causato dalla spontanea insofferenza
della gente per una dominazione vessatoria, ma fu il frutto di una felice cooperazione fra
il patriziato milanese, erede della tradizione illuminata dei Verri e dei Beccaria,
sostenitore del nuovo ideale di libertà di carattere romantico, ed un embrione di
borghesia imprenditoriale, dedita ai commerci ed alla produzione industriale
(conformemente ai mezzi tecnologici del tempo), e, infine, profondamente legata, forse
ancora sostanzialmente indistinta, da quello che potremmo genericamente chiamare popolo. |
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