PELOPONNESO

Regione della Grecia, ampia 21439 km² con 986912 ab. (1971, densità 46 ab per km²). Fisicamente è una penisola bagnata a Est dal mar Ionio e a Ovest dal mar Egeo, separata a Nord dalla Grecia centrale, dal canale di Corinto (l’istmo fu tagliato nel 1893), e dai golfi di Patrasso e Corinto.

Si trovano nella regione sistemi montuosi isolati: il monte Parnone (m. 1935) e il monte Taigeo (m. 2407); le sue coste sono ripide e ha poche pianure alluvionali. Il clima è mediterraneo sulle coste, più rigido all’interno.

Compongono il Peloponneso i nomoi (province) di Argolide, Corinzia, Arcadia, Acaia, Elide, Laconia e Messenia. Le sue risorse economiche sono prevalentemente agricole: olivicoltura, viticoltura, fichi (Messenia e Laconia), cereali, agrumi, tabacco, cotone. Allevamento ovino e caprino. La pesca è diffusa in tutta la costa.

Storia: La regione, abitata sin dalla preistoria, ha conservato reperti del Neolitico e dell’età del bronzo.Verso il 2000 a.C. fu occupato da genti arie e nel secolo XII dai Dori che si stanziarono in tutta la penisola tranne l’Arcadia.Verso il secolo VI si affermarono come centri più importanti le città di Argo e Sparta, che anzi dalla metà del secolo VI troviamo a capo della lega peloponnesiaca che riunì la regione in un unico organismo politico e militare e che, dopo essere stata il fulcro della resistenza greca contro i Persiani (480), conquistò l’egemonia su tutta la Grecia dopo aver vinto la lega con a capo Atene. Alla sua dissoluzione (366) il Peloponneso si divise in una miriade di staterelli, divenendo facile preda per i Macedoni dopo la battaglia di Cheronea (388). Un tentativo della rinata lega achea di scuotere il giogo macedone fallì (battaglia di Sellasia, 222). Tra le continue lotte tra i Spartani, Macedoni, Etoli e Achei, si inserirono i Romani che, destreggiandosi tra le opposte fazioni ebbero la meglio, assoggettando l’intera Grecia (Guerre macedoniche, guerra acaia) e inglobando il Peloponneso nella provincia di Acaia (146).

Il Peloponneso dopo essere stato devastato da Alarico, re dei Visigoti, fu molto scosso dalle frequenti agitazioni dell’elemento slavo e raggiunse una certa prosperità grazie ai traffici con Venezia.

Dal 1460 divenne possedimento diretto dei Musulmani. Tornata alla Repubblica veneta grazie alle vittoriose campagne di F. Morosini (1684-1688), dal 1715 la Morea (nome dato al Peloponneso dai Veneziani) fu nuovamente sotto il dominio turco.

Sotto la guida di Kolokotronis, le popolazioni peloponnesiache insorsero contro i Turchi nel 1821, dopo la spietata repressione la rivolta riarse violenta nel 1828, sotto la guida di G. Capodistria e si concluse con l’annessione del Peloponneso alla Grecia indipendente (1830).

 

Guerra del Peloponneso: (431-404). Dovuta alla rivalità fra la lega peloponnesiaca, con a capo Sparta, e la lega delio-attica, con a capo Atene, fu provocata dall’intervento ateniese in favore di Corcira contro i Corinzi, appartenenti alla lega peloponnesiaca. Alla guerra del Peloponneso partecipò praticamente tutta la Grecia, divisa in due blocchi di potenze, riunite intorno a Sparta e ad Atene.

La guerra si può suddividere in tre parti distinte. Il primo periodo (431-421) in cui si ebbero alternate sconfitte e successi dei due contendenti, si chiuse con una pace di compromesso (pace di Nicia 421 a. C.). Nel secondo periodo (417-413 a. C.) gli Ateniesi, per soccorrere Segesta, loro alleata, dall’attacco di Siracusa, alleata di Sparta, organizzarono una spedizione in Sicilia, in cui persero tutta la flotta.

Nel terzo periodo (413-404) Atene, bloccata per terra e sconfitta in mare da Sparta a Egospotami (404) dovette arrendersi a durissime condizioni.

Si chiuse così il lunghissimo periodo della guerra del Peloponneso che lasciò tutta la Grecia in condizioni di impoverimento e di debolezza.

 

SPARTA

Sparta: antica città della Laconia, stato della Grecia di cui fu capitale, oltre che più importante centro del Peloponneso. Sorgeva in un’area sulla riva occidentale del fiume Eurota, a circa 32 km dal mare, alle falde del monte Taigeto.


L'area degli scavi, limitata alla Acropoli e al quartiere delle Limnai.

Sparta antica: l’antica città era costituita, anche nel periodo di massimo splendore, da un gruppo di cinque villaggi di semplici case, con pochi edifici pubblici. I passi che conducevano all’interno della valle erano facilmente difendibili, tanto che non vennero erette mura di fortificazione sino alla fine del IV secolo a.C. Gli abitanti della Laconia si dividevano in: iloti (gli schiavi), che si occupavano di tutti i lavori agricoli; perieci, una classe di uomini liberi che si era arresa agli invasori, senza alcun potere politico, per lo più dedita alle attività mercantili; e gli spartiati, classe dirigente costituita da politici e soldati, discendente dai Dori, che invasero quest’area nel 1100 a.C.
La città era governata da una diarchia (governo di due re), da un consiglio di anziani (gherusia), da un’assemblea a cui partecipavano alcuni spartiati che avevano più di trent’anni (apella) e da cinque magistrati detti efori.
La tradizione suole far risalire la creazione della potenza di Sparta all’attività del solo legislatore Licurgo; invece fu sicuramente il risultato di una serie di riforme introdotte a partire dal 600 a.C.
Nel VII secolo a.C. la vita a Sparta era simile a quella delle altre città della Grecia, dove fiorirono l’arte, la poesia e in particolare quella lirica, per opera di poeti come Alcmane. Dal VI secolo a.C. in poi, la società spartana fu caratterizzata da atteggiamenti politici basati sull’austerità, sul militarismo e su una dura disciplina.
Le prime lotte che Sparta sostenne furono quelle contro le vicine popolazioni di Messene e di Argo, cittadine del Peloponneso nord-orientale.
La guerra messenica si concluse nel 668 a.C. con l’annessione della Messenia, mentre in quella combattuta contro Argo, Sparta riportò numerose vittorie.
Con lo scoppio della guerra del Peloponneso nel 431 a.C., la rivalità tra Sparta e Atene giunse al culmine.
La sconfitta di Atene nel 404 a.C. fece di Sparta lo stato più potente della Grecia.
Nel 371 a.C., però i tebani di Epaminonda la privarono del suo potere e delle sue conquiste territoriali, riportandola nell’ambito dei confini originari.
In seguito Sparta divenne parte della provincia romana dell’Acaia, godendo nei primi secoli dell’impero di una certa prosperità.
La città fu distrutta dai Goti di Alarico I nel 396 d.C.

Sparta odierna: L’attuale Sparta (12.975 abitanti) fu fondata nel 1834 dal rinnovato impero greco.Si estende in parte sull’area dell’antica città ed è la capitale del dipartimento (nomo) della Laconia.
Gli scavi archeologici hanno portato alla luce le rovine di templi, di edifici di carattere pubblico e di un teatro romano.

TAIGETO


Il verde paesaggio della Laconia, e sullo sfondo le vette innevate
del Taigeto.

Catena montuosa della Grecia, compresa tra la Laconia e la Messenia e che raggiunge i metri 1606 di altezza nella parte settentrionale e 2407 con il monte Sant’Elia nella parte centrale. Presenta zone ricoperte da folte foreste, che nell’antichità rivestivano tutta la dorsale ed era considerata la sede preferita di Diana cacciatrice. La tradizione vuole che da tale monte gli Spartani gettassero i bambini nati con gravi malformazioni .
Dai Romani erano largamente sfruttate le sue miniere di porfido verde presso Crocee.